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Nuovo Calendario liturgico proprio dell’Arcidiocesi di Siracusa

Il 4 dicembre 2023 è stato il sessantesimo anniversario della promulgazione della Costituzione conciliare sulla liturgia Sacrosanctum Concilium (1963). Nella ricorrenza l’Arcivescovo Mons. Francesco Lomanto ha consegnato il nuovo Calendario liturgico proprio dell’Arcidiocesi di Siracusa, approvato dal Dicastero del Culto Divino e Disciplina dei Sacramenti il 9 ottobre scorso, a firma del Cardinale Prefetto Arthur Roche e del Segretario, Arcivescovo Vittorio Francesco Viola ofm.
Il calendario – spiega il direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano, don Massimo Di Natale –  è il frutto sinergico della sensibilità dell’arcivescovo emerito Mons. Salvatore Pappalardo, del gruppo di lavoro del “Proprio” e dell’Ufficio Liturgico Diocesano. L’ultimo “Proprio diocesano” era stato approvato dall’allora Consilium ad Exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia il 24 novembre 1965 e pubblicato il 15 gennaio 1966 dalla nostra Arcidiocesi. Il nuovo “Proprio diocesano”, oltre alle feste e memorie comuni a tutte le diocesi di Sicilia, ha inserito i nuovi Santi e Beati iscritti nel calendario in questi ultimi anni. Quanto ai testi, in attesa della revisione del Proprio diocesano, si useranno il Messale proprio delle Chiese di Sicilia e i formulari del Comune dei santi, delle sante, dei pastori, dei religiosi, delle vergini e dei martiri“.


Avvento, mons. Francesco Lomanto: “Apriamoci alla speranza e all’esercizio della carità”

Vivere questo tempo forte come accoglienza della visita di Dio alla nostra vita, come cammino di speranza nella testimonianza della carità e come intima comunione con Dio nel mistero della divina presenza per annunciare la pace ultima che solo Dio può donarci e per operare nel mondo la pace sociale“. E’ l’invito che mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa, ha rivolto alla Chiesa di Siracusa in una lettera inviata all’inizio del periodo di Avvento.

L’Avvento è un entrare sempre più nel mistero della presenza di Cristo per vivere l’Oggi di Dio che è il contenuto della liturgia della Chiesa – ha scritto l’arcivescovo -. Celebrare il Natale significa abituarsi ad accogliere Dio in ogni momento e in ogni circostanza, realizzando oggi e qui il dono del suo amore: Egli si fa presente nella nostra vita e ci sceglie per sé, per consentirci di compiere un cammino di adesione e trasformazione in Lui. L’impegno sinodale, che ci insegna a camminare insieme, ci rende consapevoli del fatto che dobbiamo crescere ancora di più nella sequela del Signore per essere la Chiesa che dovremmo essere. Occorre ogni giorno vivere lo sforzo di accorgerci della visita di Dio nella storia comune degli uomini, per proiettarci incontro a ciò che il Signore ci chiederà di compiere e di realizzare nella fedeltà al Vangelo per discernere e costruire in maniera graduale e progressiva le forme sempre originali dell’avvenire della Chiesa“.

L’arcivescovo ha invitato ad un Avvento che sia “cammino di speranza nella profezia della carità“. L’Avvento “ci apre alla speranza e ci rafforza nell’esercizio della carità. La speranza, che sta tra la fede e la carità, è la virtù che ci sostiene lungo tutto il cammino, ci dona la forza di proiettarci in avanti e di ascendere a Dio per realizzare il suo piano di amore. L’uomo nella fede conosce Dio e, nella misura che tende a Lui nella speranza, si trasforma in Dio e in Lui vive l’amore stesso di Dio che è puro dono di sé. Al termine del cammino, quando l’uomo possiederà la carità, Dio solo, purezza infinita di amore, abiterà nell’uomo“.

La grandezza della nostra vita consiste nell’atto di abbandono all’amore misericordioso di Dio, perché Egli agisca in noi nella misura della nostra fede e ci conduca alla pienezza di vita secondo la perfezione della nostra speranza. La speranza è cercare Dio che vuole vivere in noi, è camminare verso Dio che viene in mezzo a noi, è ascendere a Dio che discende tra noi. La speranza cristiana è certezza, perché ci dona di incontrare in pienezza Colui che già conosciamo. Siamo stati creati per Dio e solo nella nostra risposta a Lui troviamo la nostra speranza di vita e la nostra autentica realizzazione. La storia del nostro incontro con Dio si esprime nell’esercizio delle virtù morali, nell’esemplarità di vita, nella testimonianza evangelica. In tal modo il cristiano risplende nel mondo come segno di vita, di luce e di speranza per tutti. In un mondo privo di certezze e devastato da tanti conflitti – come ci ha ricordato Papa Francesco – i cristiani devono essere portatori della luce della speranza: la speranza di Cristo, la speranza nostra, la speranza della Chiesa. «A noi è chiesto questo: di essere, tra le quotidiane rovine del mondo, instancabili costruttori di speranza; di essere luce mentre il sole si oscura; di essere testimoni di compassione mentre attorno regna la distrazione; di essere amanti e attenti nell’indifferenza diffusa. Testimoni di compassione. Noi non potremo mai fare del bene senza passare per la compassione. Al massimo faremo cose buone, ma che non toccano la via cristiana perché non toccano il cuore. Quello che ci fa toccare il cuore è la compassione: ci avviciniamo, sentiamo la compassione e facciamo gesti di tenerezza. Proprio lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. Questo ci è chiesto oggi» (Papa Francesco, Omelia nella Santa Messa per la V Giornata Mondiale dei Poveri, 8 dicembre 2021)”.

L’Avvento sia allora anche “esperienza viva di Cristo per annunciare la pace ultima e operare la pace sociale Il tempo dell’Avvento ci induce ad entrare nel mistero della presenza del Cristo per annunciare la pace vera ed essere costruttori della pace sociale. La pace è il possesso del bene, che è la salvezza; è vivere nella presenza di Dio la gioia pura, piena, perfetta. Il cristiano è chiamato ad annunciare la pace ultima, che suppone la vittoria sul peccato ed esige l’intervento di Dio in una trasformazione dell’uomo e della creazione. La vera pace così è un bene che l’uomo deve attendere ancora e per la quale dobbiamo pregare. È nella manifestazione della gloria del Cristo che l’umanità conoscerà il possesso della pace universale perfetta. In questo suo entrare nel mistero della presenza e nell’attesa della vera pace, il cristiano lavora incessantemente per costruire la pace sociale, per alleviare le sofferenze dei fratelli, per porre fine alla guerra fratricida e per eliminare ogni forma di violenza. «In ogni epoca – afferma Papa Francesco – la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso. C’è, infatti, una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona. Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati» (Francesco, Messaggio per la LV Giornata Mondiale della Pace, 1 gennaio 2022). Accogliamo la pace di Dio. E nostro dovere pregare per la pace, per la difesa della vita umana, della fratellanza dei popoli e della bellezza del creato. Adoperiamoci per fermare ogni forma di violenza che mortifica la dignità della persona umana e il diritto al bene comune. La vera pace non conduce a un semplice quieto vivere, ma ci fa abitare nella vera giustizia e nella santità di Dio. Ma per fare opere di pace bisogna essere uomini di pace, mettendosi alla scuola della “sapienza che viene dall’alto” (Gc 3,17), che abitando in noi produce frutti di mitezza e di misericordia“.

Augurando “buon cammino di Avvento, incontro al Signore che viene“, mons. Lomanto ha infine auspicato di continuare a “pregare e a camminare insieme, per vivere l’evento dell’incontro con Dio e disporci ad essere la Chiesa dell’avvenire. Abbandoniamoci all’amore misericordioso di Dio per fare esperienza della pace ultima nel mistero della divina presenza, per essere nel mondo portatori della speranza di Cristo e operare incessantemente per costruire, promuovere e diffondere il regno di giustizia, di verità e di amore“.


Chiusura dell’Anno Mariano

Giovedì 7 dicembre 2023, alle ore 18.00, nel Santuario della Madonna delle Lacrime, l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto presiederà la Santa Messa di ringraziamento per i doni dell’Anno Mariano nel 70mo anniversario della Lacrimazione della Madonna a SiracusaAl termine della Celebrazione, l’arcivescovo pregherà con l’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato e Addolorato della Madonna delle Lacrime.
In tutte le Chiese della Diocesi, giorno 8 dicembre, si chiuderà l’Anno Mariano. In tale giorno, tutte le famiglie sono invitate a raccogliersi in preghiera per consacrarsi alla Madonna delle Lacrime per invocare la protezione e la benedizione del Signore.

L’arcivescovo benedice le edicole votive della Madonna delle Lacrime

Venerdì 1 dicembre, alle ore 8.00, in via degli Orti, l’arcivescovo, mons. Francesco Lomanto, benedirà l’edicola votiva posta fuori dalla Casa Lucca, dove fu esposta la Madonnina durante i giorni della Lacrimazione. Alle ore 8.30, poi, l’Arcivescovo Lomanto celebrerà la Santa Messa nella Casa del Pianto, dove verrà esposta alla venerazione dei fedeli la Reliquia di San Giovanni Paolo II, donata dal Card. Stanisław Jan Dziwisz (segretario particolare del Santo Pontefice), ne corso della sua visita a Siracusa in occasione dei festeggiamenti per il 70esimo anniversario della Lacrimazione.  La nuova immagine della Madonnina, stampata su carta papiro, è stata donata dall’imprenditore Pippo Tarascio, mentre il Salvatore Medas ha restaurato il supporto in legno che custodisce il quadretto.  Alle ore 10.00, l’arcivescovo Lomanto si trasferirà all’ingresso di Siracusa nord all’altezza della prima rotonda di viale Scala Greca, dove benedirà l’edicola votiva che presenta una copia della Madonna delle Lacrime. L’edicola votiva è stata realizzata per iniziativa di mons. Michele Giansiracusa collaborato da cittadini di Siracusa, in particolare i coniugi Salvatore Medas e Anna Maria Albanese, che hanno inteso riproporre un’antica postazione dove era collocato un quadretto della Madonna delle Lacrime che accoglieva quanti giungevano a Siracusa. Il rettore del Santuario, don Aurelio Russo, ha espresso grande apprezzamento verso i fedeli e i devoti che con gesti di grande amore verso la Madonna delle Lacrime, ne divulgano il messaggio di tenerezza.

Maria, madre della speranza e delle confraternite

Peregrinatio dell’icona “Maria, madre della speranza e delle Confraternite”. Da lunedì 20 a mercoledì 22 l’iniziativa della Confederazione delle Confraternite delle diocesi di Italia “Camminando si apre il cammino” arriva nella nostra diocesi. “Il progetto – ha spiegato don Alfio Li Noce – ha preso il via lo scorso 3 giugno dal Santuario Pontificio della Madonna di Pompei. Primo atto ufficiale in preparazione del Giubileo del 2025. Per l’occasione è stata realizzata un’icona che sarà portata in pellegrinaggio nelle diocesi d’Italia per essere esposta alla venerazione dei fedeli. La peregrinato terminerà in piazza San Pietro nel maggio 2025 con la giornata giubilare delle Confraternite alla presenza del Santo Padre. La Penitenziaria apostolica ha concesso l’indulgenza plenaria a coloro che pregheranno davanti a questa icona, adempiendo le solite condizioni”.

Nella nostra Arcidiocesi la sacra icona sarà ospitata nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime (lunedì 20), con la messa alle ore 18.00 presieduta dal vicario generale mons. Sebastiano Amenta; nella chiesa Madre di Floridia (martedì 21), dove alle ore 18.30 la messa sarà presieduta da don Alessandro Genovese, parroco; ed infine nella chiesa Madre di Augusta (mercoledì 22) dove alle ore 18.30 sarà celebrata una messa pontificale presieduta dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto e partecipata da tutte le Confraternite dell’Arcidiocesi in abiti tradizionali con insegne e labari, dai laicati, dai gruppi di preghiera.

“L’iniziativa ci sollecita a camminare con la Vergine Maria sulle orme di Cristo, a camminare insieme e a camminare in comunione, annunciando il Vangelo – ha continuato don Alfio li Noce -. Ogni cristiano è chiamato a fare sempre discernimento con il rinnovato impegno di sentirsi unito a Cristo attraverso la preghiera ed un generoso operato segnato dalla carità e vissuto nella gioia. Ognuno, secondo il proprio carisma, la propria appartenenza e la propria vocazione deve avere cura di avvertire sempre la presenza di Cristo, della Vergine Maria e dei Santi. Solo la comunione con Loro aiuta a meditare e ad approfondire la Parola di Dio, a scoprire più chiaramente il senso della vita, ad accrescere la fede e a realizzarla mediante l’Apostolato, l’esercizio della Carità, le opere di Misericordia e l’esperienza ecclesiale condivisa nelle Confraternite. Con l’impegno -ha concluso don Alfio Li Noce – di poter riscoprire e valorizzare il proprio Essere per Esserci nella storia ecclesiale e civile del nostro tempo”

Giornata di preghiera per le vittime ed i sopravvissuti agli abusi

“Occorre vigilare perchè il nostro servizio non diventi mai ostacolo e inciampo all’incontro con il Signore ma faciliti in ogni circostanza il tocco amorevole e salvifico dell’asta grazia. Solo l’amore del Signore che è fatto di tenerezza, forza, delicatezza, rispetto e libertà guarisce ogni ferita e ridona bellezza alla vita”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, in occasione della giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi. “Quest’anno ci lasceremo ispirare dal libro del profeta Geremia che la versetto 17 del capitolo 30 ci consola con le parole del Signore “Curerò la tua ferita e ti guarirò dalle tue piaghe”. Riconosciamo in queste parole piene di speranza l’impegno di Dio ad accompagnare il ritorno del suo popolo alla giustizia e alla verità della reazione con Lui e con le sue creature. Vogliamo essere collaboratori di questa azione provvidente, assumendo le ferite delle vittime e purificando lo sguardo per una rinnovata assunzione di responsabilità. Incoraggeremo momenti di preghiera nelle parrocchie”.


Mons. Lomanto: “L’unica via per chi ha scelto Dio è la via dell’amore”

“Dio è sempre fedele, ci ama e sempre ci chiama!”  Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che ha presieduto l’Adorazione eucaristica vocazionale nella chiesa di Santa Maria della Concezione a Siracusa
L’Arcivescovo ha posto al centro della riflessione l’amore di Dio. Ha sottolineato come la Sua presenza fra noi nel mistero eucaristico sia il traboccare di questo amore, “la casa del molto amore” che è aperta a noi. Rispondere alla vocazione di Dio significa essere nel Suo cuore e ciò porta ad amare gli altri col cuore di Dio. Se amiamo, Dio si dona a noi, vive dentro di noi, regna in noi. L’amore di Dio è, infatti, fondamento della vita di chi lo ha scelto: l’unica via per chi ha scelto Dio è la via dell’amore, la via del dono.
Il Centro diocesano vocazioni, l’Ufficio per la Pastorale giovanile, il Seminario e l’associazione con Gesù nella notte hanno promosso un calendario di otto adorazioni eucaristiche nella chiesa di Santa Maria della Concezione, una al mese. La prossima sarà il 14 dicembre, poi l’11 gennaio, il 1 febbraio, il 7 marzo, l’11 aprile , il 2 maggio e il 6 giugno. 

Anniversario della dedicazione del Santuario della Madonna delle Lacrime

Mons. Lomanto: “Senza pace l’umanità va verso la propria distruzione”

Alla Madonna delle Lacrime vogliamo chiedere ‒ in comunione con Papa Francesco e tutta la Chiesa – lo sforzo di crescere nella fede e aiutare a reimparare la fede; il sostegno nell’impegno costante di vivere l’ascolto e la messa in pratica della Parola di Dio; la fine della guerra in Medioriente, in Ucraina e nelle diverse parti del mondo, perché senza pace l’umanità va verso la propria distruzione”. Lo ha detto ieri sera l’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto che ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica nella Festa della Dedicazione del Santuario Madonna delle Lacrime, nel giorno del XXIX Anniversario, avvenuta nel 1994 con la preghiera di consacrazione del Santo Papa Giovanni Paolo II.

Il ricordo del 70mo anniversario della lacrimazione della Madonna serve a ravvivare la nostra fede nella sua presenza materna. La mancanza di fede rende impermeabile l’azione di Dio e paralizza il segno, seppure straordinario, delle lacrime di Maria” ha detto mons. Lomanto ricordando il miracolo del 1953: dal 29 agosto al 1 settembre da un quadretto in gesso del Cuore Immacolato di Maria sgorgarono lacrime umane.
E ieri sera l’applauso dei fedeli è scattato immediato quando il rettore del Santuario, don Aurelio Russo, ha aperto la teca che custodisce l’effigie che l’arcivescovo Francesco Lomanto ha poi voluto mostrare all’assemblea. Ogni sacerdote si è avvicinato al quadretto ed ha potuto toccare il volto della Madonnina con un fazzoletto.
Accogliamo la pace di Dio. Preghiamo per la pace, per la difesa della vita umana, della fratellanza dei popoli e della bellezza del creato e operiamo per fermare ogni forma di violenza che mortifica la dignità della persona umana e il diritto al bene comune – ha detto ancora mons. Lomanto –. La vera pace porta non un semplice quieto vivere, ma la vera giustizia, la santità. Ma per fare opere di pace bisogna essere uomini di pace, che sanno mettersi alla scuola della “sapienza che viene dall’alto”, per assimilarne le qualità e produrne gli effetti. Continuiamo a pregare e a camminare insieme, cresciamo nella fede, incarniamo la parola di Dio in noi, operiamo per costruire, promuovere e diffondere l’amore e la pace. Attendiamo con fiducia le grazie del Signore e i frutti del nostro impegno, del nostro sforzo, della nostra opera di bene”.
Infine l’invito “a vivere la fede, ad ascoltare la Parola di Dio e ad accogliere la Gerusalemme che scende dal cielo”.
La vita cristiana è l’incarnazione della Parola di Dio. Pertanto siamo chiamati ad ascoltare la parola per concepirla in noi, perché nasca da noi e cresca in noi. La vita spirituale è accogliere e concepire il Verbo in noi, in una continuità con il mistero che si è compiuto nel seno della Vergine Maria. Senza questo radicamento nella vita della Parola, rischieremmo di camminare nel buio e le nostre riflessioni potrebbero trasformarsi in ideologia” ha concluso l’arcivescovo.

Anniversario della dedicazione del Santuario

Lunedì 6 novembre, alle ore 18.30 nel Santuario della Madonna delle Lacrime, solenne celebrazione eucaristica nel giorno del XXIX anniversario della dedicazione del tempio mariano avvenuta nel 1994 con la preghiera di consacrazione del Santo Papa Giovanni Paolo II.

Vi invito a partecipare a quest’incontro di preghiera – ha scritto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto – che ci vedrà tutti insieme nel cammino dell’anno Mariano che si chiuderà l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, quando nelle nostre comunità parrocchiale e nelle famiglie riproporremo l’atto di consacrazione al Cuore Immacolato Addolorato della Madonna delle Lacrime. Io celebrerò la messa il 7 dicembre, mentre i parroci potranno organizzarsi liberamente. Quello del 6 novembre è l’incontro della nostra Chiesa siracusana al cospetto della Madre di Dio che ha pianto per l’umanità sofferente: alla Madonna delle Lacrime vogliamo chiedere ancora, in comunione con Papa Francesco e tutta la Chiesa, la fine della guerra in Medioriente, in Ucraina e nelle diverse parti del mondo, perché senza pace l’umanità la perso il baratro“.

Da martedì 7 novembre a venerdì 8 dicembre, sarà possibile ottenere alle solite condizioni (Confessione – Comunione – recita Credo – preghiera per il Papa) il dono dell’indulgenza plenaria in tutte le chiese che esporranno una copia del Quadretto della Madonna delle Lacrime. L’indulgenza plenaria è concessa per la misericordia di Dio che dona la salvezza ai suoi figli, grazie al dono della remissione dei peccati e della pena temporale.

Pellegrinaggio delle famiglie a Noto

Avrà luogo domenica 19 novembre a Noto il secondo pellegrinaggio delle famiglie della Metropolia di Siracusa (Arcidiocesi di Siracusa, Diocesi di Noto, Diocesi di Ragusa). L’appuntamento è alle ore 9,30 alla villa comunale, poi si continuerà fino alla Cattedrale dove sarà celebrata la messa.

“Si è appena conclusa l’assemblea sinodale delle Chiese di Sicilia – scrive l’arcivescovo Mons. Francesco Lomanto – una tappa del cammino sinodale avviato da Papa Francesco che ha visto coinvolti delegati e rappresentanti di tutte le diocesi della nostra regione per raccogliere le suggestioni e l’ispirazione che lo Spirito Santo suscita in questa seconda fase sapienziale del cammino. In questo contesto sinodale si inserisce il pellegrinaggio. Nel tema “Famiglie, siate il volto accogliente della Chiesa” vogliamo cogliere l’invito di Papa Francesco a camminare insieme per “essere segno del Cristo vivente” nei quotidiani gesti di solidarietà, condivisione e accoglienza, accompagnando “chi è più fragile solo e abbandonato”.

Il programma prevede alle 10.20 nella Basilica SS Salvatore l’accoglienza del sindaco e del vescovo di Noto mons. Salvatore Rumeo. Aprirà i lavori il vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa. Alle ore 10.45 l’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto relazionerà sul tema “Famiglie siate il volto accogliente della Chiesa”.

Alle ore 11,20 testimonianza di tre coppie. Alle ore 12.00 celebrazione eucaristica in Basilica presieduta da mons. Salvatore Rumeo.