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Festa di Santa Lucia

L’arcivescovo Lomanto: “La fede animi la nostra vita”

“Aiutiamoci a vicenda a divenire santi, santi per davvero, santi ad ogni costo, santi nell’ordinarietà della vita, santi in tutti i momenti e in tutte le occasioni, santi in tutti gli impegni e in tutte le responsabilità, santi con ogni sforzo e con tutto l’amore di cui siamo capaci. Serviamo Dio nella santità, perché a Lui dobbiamo rendere tutto senza riserve”. Così l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ieri sera a conclusione della celebrazione dei Vespri della solennità di Santa Lucia.
Questa mattina, festa di Santa Lucia, alle ore 10.30, il cardinale Baldassare Reina, vicario del Papa per la Diocesi di Roma, presiederà la solenne celebrazione eucaristica nella chiesa Cattedrale. Per la prima volta la Comunità sorda aretusea potrà partecipare grazie al servizio di interpretariato in lingua dei segni italiana offerto dalla sezione provinciale dell’Ente nazionale sordi di Siracusa. L’interprete tradurrà parole, canti ed emozioni attraverso le sue mani per i sordi presenti in Cattedrale. Alle ore 15,30 l’uscita del simulacro e delle reliquie, poi il tradizionale discorso dal balcone dell’arcivescovo di Siracusa e la processione fino alla Basilica di Santa Lucia al sepolcro dove avrà luogo l’Ottavario. Per la prima volta il simulacro di Santa Lucia attraverserà via Agatocle, con una breve sosta nei pressi di via degli Orti, prima di proseguire verso piazza Santa Lucia. Un passaggio dal forte valore simbolico. Un luogo significativo per un piccolo momento di preghiera nel luogo dove secondo tradizione sorgeva la chiesa di santa Luciuzza, primo luogo di culto della santa.
Ieri mattina la traslazione del simulacro dalla cappella all’altare maggiore, alla quale ha preso parte l’arcivescovo Francesco Lomanto, e prima ancora la consegna dei berretti verdi ai portatori estratti. In serata i Vespri. “Con la celebrazione dei primi vespri iniziamo i festeggiamenti in onore di Santa Lucia – ha detto ieri sera mons. Lomanto -. La festa cristiana esige la crescita nella fede, il progresso nella via della santità e il rinnovamento nella vita. Sostenuti dalla grazia del Giubileo, dalle indicazioni del Sinodo universale e dagli orientamenti del cammino sinodale delle Chiese in Italia, dal profetico messaggio che papa Francesco lo scorso anno ha inviato alla Chiesa di Siracusa in occasione della traslazione temporanea del Corpo di Santa Lucia, e ora guidato dalle sollecitudini del magistero di papa Leone XIV, meditiamo, come vi ho suggerito nella lettera pastorale Fidem servavi, sul dono della fede”.
L’arcivescovo ha sottolineato che “l’esperienza della fede, che è supremo abbandono a Dio, ci dona la certezza della presenza del Signore. L’esperienza di fede ci dona l’esperienza del tutto, perché Dio è tutto e riempie totalmente il nostro cuore, la nostra vita, il nostro essere, il nostro agire e il nostro operare. La fede è sempre un contatto vivo con il Cristo. Nel tempo e nel mondo siamo chiamati a portare la carità di Cristo. L’amore del prossimo è la condizione per accogliere l’amore di Dio, ma è anche il frutto dell’amore di Dio. Vale a dire che, per fare abitare Dio dentro di noi, è necessario vivere nell’amore. Dio può abitare solo in un cuore che ama. Dio può abitare solo in coloro che si amano. L’amore è la condizione. Ma l’amore del prossimo è anche il frutto dell’amore di Dio, perché l’amore di Dio è una virtù teologale, cioè Dio che vive in noi. E l’amore di Dio fa sì che non è soltanto l’uomo che ama, ma è lo Spirito Santo che vive in noi e ama attraverso di noi. L’amore del prossimo non può sostituire l’amore di Dio. L’amore del prossimo deve riflettere, incarnare, trasmettere, generare l’amore di Dio. Se siamo uomini di Dio, uomini e donne dell’eternità, siamo e dobbiamo essere uomini e donne del nostro tempo. Santa Lucia, che ama e protegge la nostra Chiesa e la nostra Città, ci insegna che la fede deve animare profondamente la nostra vita, deve diventare pienamente cultura, deve ampiamente tradursi in gesti concreti di carità per farci entrare nell’intimità dell’amore di Dio”.
Al termine della celebrazione dei Vespri, presieduti dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto, sono stati benedetti gli scapolari per i devoti e le stole destinate ai componenti della nuova Corale di Santa Lucia. Gli scapolari rappresentano un nuovo segno che contraddistingue coloro i quali fanno parte del Gruppo “Devoti e portatori”.

Un mazzo di fiori nella statua di Santa Lucia è stato posto sulla sommità della chiesa Cattedrale. E’ l’omaggio delle restauratrici nel giorno della festa di Santa Lucia.

Il Centro Televisivo Diocesano trasmetterà in diretta la celebrazione di questa mattina delle ore 10.30, l’uscita del simulacro e delle reliquie alle ore 15.30 ed il rientro nella Basilica di Santa Lucia al Sepolcro in serata. Inoltre trasmetterà la celebrazione di sabato 20 alle ore 11.00 nella Basilica di Santa Lucia al Sepolcro, l’uscita del simulacro e delle reliquie alle ore 15.00 e il rientro in serata nella Chiesa Cattedrale.
La diretta sarà sulle pagine facebook della Deputazione della Cappella di Santa Lucia e dell’Arcidiocesi di Siracusa e sui canali You Tube della Deputazione della Cappella di Santa Lucia e dell’Arcidiocesi di Siracusa.
Ringraziamo le emittenti televisive Tris Sicilia (canale 85) e Sesta Rete (canale 81), ed i quotidiani on line SiracusaNews, SiracusaOggi, SiracusaPost, Siracusa Press, RadioUnaVoceVicina, Video 66, TelecittàNews che ritrasmetteranno il segnale. Un ringraziamento anche alla società Vista che permette la diffusione delle immagini tramite il maxischermo posizionato alla fine del ponte Santa Lucia.

Tutte le info sulla pagina facebook della Deputazione della Cappella di Santa Lucia

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Messaggio dell'arcivescovo Francesco Lomanto per l'Avvento

“La comunione con il Cristo è il fondamento della comunione fraterna”

Il Natale del Signore come fondamento del mistero di Dio nel mistero dell’uomo; fondamento della comunione ecclesiale e fondamento della coscienza missionaria della Chiesa.
L’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha inviato un messaggio ai fedeli in occasione della prima domenica di Avvento, per “alimentare spiritualmente la nostra preparazione al Natale del Signore e per sostenere il nostro cammino di fede, il nostro servizio pastorale, il nostro impegno di testimonianza cristiana”.
L’accoglienza della venuta del Signore “apre alla comunione ecclesiale e ci sostiene nell’opera comune di trasmissione della fede e di profezia della carità”.

Il Natale del Signore: fondamento del mistero di Dio nel mistero dell’uomo

“Credere in Dio è vivere davvero una vita che ha dimensioni infinite, perché ci pone dinanzi al mistero di Dio che si dona a noi e ci eleva a Lui. La nostra vita così piccola, così povera in sé, così umile, porta le dimensioni stesse di Dio che si è fatto uomo per vivere in noi. Nel suo Spirito, Egli si è unito a noi, perché la nostra vita diventasse la sua vita, affinché la sua vita diventasse la nostra. E noi, per il mistero del Natale del Signore, siamo immersi in un’estasi di adorazione e di lode” scrive mons. Lomanto. 

“Papa Leone XIV, nella sua ultima lettera apostolica, ha ribadito: «Ciò che Cristo è per natura, noi lo diventiamo per grazia. Attraverso l’opera della redenzione, Dio non solo ha restaurato la nostra dignità umana come immagine di Dio, ma Colui che ci ha creati in modo meraviglioso ci ha resi partecipi, in modo ancor più mirabile, della sua natura divina» (cfr 2Pt 1,4). La divinizzazione è quindi la vera umanizzazione. Ecco perché l’esistenza dell’uomo punta al di là di sé, cerca al di là di sé, desidera al di là di sé ed è inquieta finché non riposa in Dio: Deus enim solus satitat, Dio solo soddisfa l’uomo! Solo Dio, nella sua infinità, può soddisfare l’infinito desiderio del cuore umano, e per questo il Figlio di Dio ha voluto diventare nostro fratello e redentore» (Leone XIV, In unitate fidei, 7)”.

Il Natale del Signore: fondamento della comunione ecclesiale

“La comunione con Dio ristabilisce la comunione con tutti. La nascita di Gesù rinnova tutti i rapporti degli uomini. La comunione con il Cristo è il fondamento della comunione fraterna e della comunione col mondo” spiega nel suo messaggio l’arcivescovo.

“La comunione tra gli uomini ha la sua origine nel cuore di Dio che si dona a noi nell’Incarnazione del suo Figlio Unigenito. Quindi, l’unione fra noi diventa la prova della nostra unione con Cristo: «Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). Senza l’unione a Cristo e senza la carità verso altri, non possiamo vivere la comunione con Dio. La solidarietà con gli uomini è la condizione della nostra unione con Dio, perché Dio abita nella carità e nell’amore: «Dov’è carità e amore, qui c’è Dio» (Canto)”.
E poi un riferimento alle parole di Papa Leone XIV che ricorda come la comunione ecclesiale “unisce le diversità e crea i ponti di unità nella varietà dei carismi, dei doni e dei ministeri. È importante imparare a vivere così la comunione, come unità nella diversità, perché la varietà dei doni, raccordata con la confessione dell’unica fede, contribuisca all’annuncio del Vangelo. Su questa strada siamo chiamati a camminare […], perché di tale fraternità abbiamo tutti bisogno. Ne ha bisogno la Chiesa, ne hanno bisogno le relazioni tra laici e presbiteri, tra i presbiteri e i vescovi, tra i vescovi e il Papa, così come ne hanno bisogno la vita pastorale, il dialogo ecumenico e il rapporto di amicizia che la Chiesa desidera intrattenere con il mondo”.

Il Natale del Signore: fondamento della coscienza missionaria della Chiesa

Infine il mistero del Natale “fonda la missione cristiana nella testimonianza di ciò che si è contemplato, nell’incontro che si è istaurato con il Dio della vita, nel rapporto personale di fede che si è stabilito (cfr 1Gv 1,3) e, al contempo, indica la finalità di ogni scuola di evangelizzazione nella partecipazione alla vita divina”.

E noi come “come testimoni fedeli di Cristo, siamo chiamati a mostrare che la nostra speranza in Lui è viva e che il nostro servizio di carità si edifica già in questo mondo, ma si apre anche nel dono della vita del mondo che verrà. Incrementiamo la nostra fede e continuiamo a camminare insieme nella speranza, per crescere nella comunione con Dio, per costruire la Chiesa sinodale missionaria, per portare a tutti la gioia del Vangelo, la pace di Cristo, la carità divina, per condurre il mondo a Dio e ravvivare la profezia sociale.
Andiamo incontro al Signore che viene, perché «ci ha resi degni di stare alla sua Presenza» (Preghiera eucaristica II). Viviamo l’intensità della fede, realizziamo la comunione con Dio e con i fratelli, offriamo la nostra testimonianza di carità per accendere negli altri il desiderio di conoscere Dio, di incontrarlo e di amarlo”.

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In apertura l'anteprima del docufilm sulla Madonna delle Lacrime  

Assemblea Diocesana in Santuario

Giovedì 6 novembre, alle ore 17,30 nel salone Giovanni Paolo II del Santuario della Madonna delle Lacrime, si terrà l’Assemblea Diocesana sul tema la “Sinodalità nell’ecclesiologia conciliare” che verrà sviluppato da mons. Ignazio Petriglieri, Vicario generale della Diocesi di Noto e docente presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Metodio”.
L’Assemblea, che segna anche l’inizio del cammino di quest’anno della Scuola diocesana di formazione teologica di base, sarà introdotta dalla presentazione del documentario “Piange una madre” prodotto da TV2000.
Interverranno don Aurelio Russo, rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime; Vincenzo Morgante, direttore di TV2000; mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa. La messa in onda in prima Tv avverrà sempre giovedì 6, alle 21.10 su TV2000.
Il documentario ripercorre i quattro giorni – dal 29 agosto al 1 settembre 1953 – in cui un piccolo quadro di gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria cominciò a versare lacrime nella camera da letto di due giovani sposi, Antonina e Angelo Iannuso, in attesa del loro primo figlio.
Alle ore 19.00, a conclusione dell’Assemblea, nella Basilica, Concelebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo mons. Francesco Lomanto nell’anniversario della Dedicazione del Santuario avvenuta il 6 novembre 1994 con la preghiera di consacrazione di Papa Giovanni Paolo II, della Consacrazione episcopale e dell’ingresso nella nostra Diocesi di mons. Lomanto.

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Assemblea sinodale delle Chiese d’Italia

Un gruppo di 58 delegati diocesani, accompagnati da due delegati regionali e dal vescovo mons. Cesare Di Pietro, ausiliare di Messina, rappresenterà la Sicilia alla terza assemblea sinodale delle Chiese d’Italia. Saranno presenti anche il vescovo di Acireale mons. Antonino Raspanti, presidente della CESi e appartenente alla Presidenza del Comitato nazionale del Cammino sinodale e mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa.

L’appuntamento si terrà a Roma da venerdì 24 a domenica 26 con l’obiettivo di approvare il documento che guiderà il cammino comune delle comunità ecclesiali nei prossimi anni.

Il lavoro preparatorio è stato frutto di un percorso coinvolgente, che ha visto le comunità parrocchiali di tutte le diciotto diocesi isolane partecipare attivamente, con incontri e verifiche sul documento finale. La riunione plenaria nella Conferenza Episcopale Siciliana ha visto la partecipazione congiunta di delegati e vescovi, tra cui il vescovo mons. Di Pietro, che ha dichiarato:

«Abbiamo dato un’ultima verifica al documento e insieme ne abbiamo constatato punti di forza, individuato le idee guida, le linee portanti e, anche, gli eventuali emendamenti lievi da apportare al testo che è, comunque, il punto di convergenza di un lungo cammino sinodale vissuto insieme come comunità ecclesiali locali della nostra Sicilia e di tutta l’Italia».

Il documento mette in luce i punti di forza delle Chiese di Sicilia, come il calore, l’accoglienza, l’apertura e l’inclusività, che rappresentano la testimonianza dell’ospitalità che da sempre caratterizza l’Isola, crocevia di civiltà e storia. La ricchezza di beni culturali, artistici e naturalistici della regione viene riconosciuta come una risorsa potente per trasmettere fede alle nuove generazioni.

Non mancano le sfide: il documento mette in evidenza le ferite del territorio, come la fuga dei giovani, lo spopolamento delle aree interne, le difficoltà economiche e amministrative, e l’aumento di problematiche sociali tra i giovanissimi, come l’abuso di droghe e alcool. La Chiesa vuole contribuire al riscatto morale, sociale ed ecclesiale della Sicilia, portando speranza e rinnovamento.

Il cammino sinodale, fondamentale per rafforzare il senso di comunità e di fede, rappresenta un momento di ascolto e condivisione per tutta la regione ecclesiastica, che si impegna ad essere sempre più vicina alle esigenze e alle speranze dei propri cittadini.

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Anniversario ordinazione episcopale arcivescovo Lomanto

Venerdì 24 ottobre ricorre il quinto anniversario dell’Ordinazione episcopale e dell’ingresso in Diocesi dell’arcivescovo mons. Francesco Lomanto.
“Nel porgegli i nostri sinceri e filiali auguri – scrive il vicario generale dell’Arcidiocesi, mons. Sebastiano Amenta – ed invocando l’intercessione della Madonna delle Lacrime, eleviamo al Signore la nostra corale preghiera per ottenergli «la pienezza di ogni grazia e benedizione dal Cielo». Cristo Buon Pastore gli conservi uno «sguardo contemplativo, davanti alla realtà del nostro mondo, nella concretezza del proprio ministero e nella comunione con la Chiesa ed con un cuore
compassionevole, capace di entrare in comunione con gli uomini e le donne del nostro tempo, per i
quali deve essere testimone e servitore della speranza»”.
Questa ricorrenza sarà ricordata nella concelebrazione Eucaristica del prossimo 6 novembre nell’anniversario della Dedicazione del Santuario della Madonna delle Lacrime.

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L'arcivescovo Lomanto al Giubileo dello sportivo

Lo sport crea relazioni di fraternità sincera

Lo sport valorizza il corpo umano; lo sport è un gioco di squadra, crea relazioni di amicizia; lo sport può contribuire a far penetrare nella società l’amore reciproco, la fraternità sincera. Sono i tre grandi significati dello sport che l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha voluto dare ai partecipanti del Giubileo dello sportivo che si è celebrato al Santuario della Madonna delle Lacrime. Un’iniziativa promossa dal Coni e dal Csi di Siracusa con la presidente Raffaella Riolo.
Attività sportive che hanno preso il via in piazza Duomo dove è partita la pedalata sportiva, mentre dallo Sbarcadero Santa Lucia si sono mossi i gruppi delle camminate. Le due iniziative si sono incontrate in piazza Santa Lucia per poi proseguire insieme verso il Santuario della Madonna delle Lacrime. Un momento particolarmente suggestivo è stato l’arrivo della croce giubilare. Il parco esterno del Santuario è stato trasformato in una grande area sportiva all’aperto, ospitando numerose discipline di squadra e attività dimostrative aperte a tutti.
A concludere la giornata la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo. Presentando il messaggio della Parola di Dio, mons. Lomanto ha invitato ad essere il “buon atleta di Dio”, attraverso la fede in Cristo Gesù, l’ascolto e la pratica della Parola di Dio, la preghiera che alimenta la nostra fede: “Il passaggio della Porta Santa non è un allenamento fisico ma un esercizio spirituale. Varcare la soglia della Porta Santa significa lasciare fuori ciò che non serve, nello sport e nella vita associativa, ed entrare in una dimensione nuova, di fede e di amore, per incontrare Dio, vedere con occhi nuovi gli altri, il mondo e gli avvenimenti di ogni giorno, per seminare bontà, speranza, pace, giustizia e gioia”.
Poi ha indicato tre grandi significati dello sport: lo sport valorizza il corpo umano mettendo in la forza del corpo, la sua capacità fisica, la sua abilità ed esalta lo spirito rendendo ogni atleta abile e temperante in tutto; lo sport è un gioco di squadra, crea relazioni di amicizia, valorizza la concretezza dello stare insieme per conseguire i valori di rispetto delle regole, di accoglienza dell’altro, della collaborazione, del camminare insieme; lo sport può contribuire a far penetrare nella società l’amore reciproco, la fraternità sincera e l’autentica solidarietà.
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Lomanto: “Mantenere la cura e il rispetto del creato”

Dobbiamo sempre mantenere la cura, la custodia e il rispetto del creato. Anche se pensiamo di avere una fonte di energia immensa dobbiamo rispettare il consumo di acqua e il consumo di energia“. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, a conclusione dell’incontro nel salone della parrocchia Madre di Dio a Siracusa, sulle comunità energetiche come proposta per le diocesi.
I lavori sono stati aperti dagli interventi di don Giuliano Salvina, direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso della Cei, e don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali ed il lavoro della Cei. La Conferenza episcopale italiana ha presentato un vademecum sulle comunità energetiche rinnovabili che rappresenta una guida specifica per le parrocchie e gli enti religiosi per supportare nella creazione e gestione delle Cer.
Nel documento si sottolinea l’indole attuale del cammino della Chiesa, che non si ferma ad un insegnamento ma ad una dottrina. La Chiesa non lancia delle idee, degli orientamenti semplicemente etici, ma scende nei particolari – ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto -. Il documento offre orientamenti precisi e puntuali, che riguardano la società di oggi: la transizione energetica, la comunità energetica. Ci aiutano a riscoprire il senso della comunità, della partecipazione e della corresponsabilità. Infine una rivoluzione etica e culturale che deve interessarci. Si deve capire, ci si deve organizzare. Ma riflettiamo, organizziamo e proviamo a metterci su questa scia perchè è fondamentale“.
E’ stata la prof.ssa Marisa Meli, docente di Diritto privato all’università di Catania, a spiegare cosa è una comunità energetica, gli aspetti normativi e quali sono i vantaggi.
La comunità energetica rappresenta un tema di grande attualità che è stato colto anche dalla Chiesa Cattolica italiana che ha prodotto un vademecum sulle Cer che propone alle Diocesi perchè possa diventare una proposta operativa e concreta e realizzare un’alternativa all’offerta dell’energia anche a comunità diocesane, locali e cittadine. E’ un investimento che interesserà la Chiesa soprattutto siamo sicuri che si creeranno tutte le condizioni perchè diventi prassi in tutte le Diocesi” ha spiegato don Santo Fortunato, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi di Siracusa.
All’ing. Andrea Noè dell’Ufficio per i Beni culturali e l’edilizia di culto dell’Arcidiocesi di Siracusa, il compito di spiegare nel dettaglio il funzionamento di una comunità energetica e le opportunità anche per i condomini. Infine don Claudio Magro, direttore dell’Ufficio per i problemi sociali ed il lavoro dell’Arcidiocesi, ha tracciato un bilancio dei quattro incontri del mese del Creato: “Sono stati quattro appuntamenti ricchi di spunti per poter intraprendere alcune azioni di comunione e condivisione: dal primo che abbiamo vissuto insieme ad alcune confessioni religiose o la passeggiata immersiva. Sono state occasioni che ci hanno dato modo di conoscere lo stare insieme, il creato, la sua custodia e quindi poter avviare azioni concrete che possano metterci in cammino e avviare processi di attenzione, di rispetto e cura del Creato. Ma non dimentichiamo le persone, perché le relazioni sono la principale opportunità di incontro e di conoscenza e ricchezza personale“.
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Prendersi cura dell’altro per promuovere la pace

Con questa prima esperienza di Conversazione ecumenica e interreligiosa abbiamo segnato il primo passo di un cammino che, ne sono certo, contribuirà a costruire ponti di pace. Abbiamo compreso che se mettiamo al centro della comune attenzione il “prendersi cura dell’altro” daremo nuova luce ad un umanesimo garante della vera giustizia, promotore della più autentica verità e, finalmente, sarà pace!”.
Lo ha detto don Santo Fortunato, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi di Siracusa, a conclusione della conversazione “Custodi della Terra, artigiani di pace”, nella sala del Consorzio Plemmirio, nell’ambito delle iniziative per la pace promosse dall’Ufficio per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso, dall’Ufficio per i problemi sociali ed il lavoro, e dall’Ufficio Pastorale per la cultura.
All’incontro erano presenti rappresentanti islamici e buddisti. Il patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha inviato un video messaggio: “Qui in Terra Santa di pace se ne vede poca. Ma noi la dobbiamo difendere nelle nostre parole. C’è bisogno di credere in una prospettiva diversa ma dobbiamo avere il coraggio di reagire. Non dobbiamo arrenderci, non avere rabbia o sfiducia. Dobbiamo reagire all’odio e alla devastazione del territorio con un atteggiamento di cura dell’altro e risvegliare la cura per questa terra che non ci appartiene“.
Pizzaballa ha ricordato: “La Terra Santa non è nostra né dell’altro. E’ di tutti. La narrativa dell’odio, del rancore, della forza fallirà. È solo questione di tempo. Quello che non è costruito nella dignità ha sempre una prospettiva di corto respiro. I palestinesi hanno perso tutto ma tengono viva la loro dignità. Alla quale dobbiamo portare rispetto. Tutto questo finirà e dovremo essere pronti a ricostruire e lo saremo se coltiveremo nel nostro cuore il desiderio di bene per ciascuno e non odio e rancore che distruggono. Solo l’amore costruisce. Il mio augurio è che tutte queste iniziative di desiderio di bene creino una cultura diversa da quella che stiamo subendo ora, a Siracusa come in tutte le parti del mondo, perché dopo la distruzione si possa costruire e ci siano artigiani pronti a lavorarci”.
All’incontro è intervenuto mons. Antonino De Maria, direttore Uredi della Conferenza Episcopale Siciliana, il prof. Francesco Bonanno, docente di Lingua e cultura ebraica biblica presso la “Pontifica Facoltà teologica di Sicilia” e rappresentanti islamici e buddisti.
L’arcivescovo di Siracusa Francesco Lomanto ricordando che ci dobbiamo “prendere cura dell’altro” ha detto: “Il mondo è affidato all’uomo perché lo custodisse. Un mondo sacro che non dobbiamo profanare. Al centro c’è la persona che vive nel rapporto con l’altro, si dona e riceve. Dobbiamo difendere la nostra identità ma donare la vita e costruire la comunione con l’altro che è nostro fratello“.
L’incontro è stato coordinato da don Santo Fortunato: “Guardando e ad un cammino diocesano che, fino ad ora, ci ha visto “passeggiare in solitudine”, abbiamo deciso di cambiare “orientamento e paradigma” e di porre come fulcro della nostra azione pastorale l’imprescindibilità del dialogo – ha detto –. Non si può non dialogare! L’esperienza maturata oggi ci apre alla speranza di poter seminare pace nel terreno fertile della fraternità umana”.
Ramzi Harrabi, mediatore culturale, ha sottolineato che la via della pace è una sola, il dialogo: “La via della pace deve partire dall’individuo, dalle famiglie, dalla comunità. Il prossimo è il nostro specchio. In ogni essere umano c’è una cellula di Dio”.
I rappresentanti buddisti hanno voluto evidenziare come “ognuno di noi, abitante di questa terra, deve diventare agente del cambiamento ripetendo azioni che generano un’onda. Proteggere la dignità della vita e costruire un mondo dove le persone possano vivere felici in pace”.
Prossimo appuntamento domenica 4 ottobre alle ore 10.00 nel salone della parrocchia “Madre di Dio” di Siracusa sulle comunità energetiche come proposta per le diocesi. Interverranno l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto; don Giuliano Salvina, Direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso della Cei; don Bruno Bignami, Direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali ed il lavoro della Cei; la prof.ssa Marisa Meli, docente di Diritto privato all’università di Catania; ing. Andrea Noè dell’Ufficio per i Beni culturali e l’edilizia di culto dell’Arcidiocesi di Siracusa.
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L'arcivescovo Lomanto ai catechisti durante il Giubileo

“Dovete fare testimonianza di vita”

I catechisti hanno un ruolo fondamentale per “trasmettere non solo delle verità o un contenuto dottrinale ma per portare la presenza di Gesù nei cuori dei fanciulli e degli adulti.  E’ importante testimoniarlo con le parole ma soprattutto con la testimonianza della vita“. L’arcivescovo mons. Francesco Lomanto, ha presieduto la celebrazione eucaristica nel Giubileo dei catechisti ed educatori nel Santuario della Madonna delle Lacrime. “Il primo invito che giunge a noi è la ricerca dell’amore di Dio. Cerchiamo il rapporto con Dio, la comunione con Dio. Il secondo invito riguarda l’annuncio del Vangelo. Sono messaggero e apostolo della testimonianza. Nelle comunità cristiane questo compito e affidato ai catechisti. Al catechista è richiesta questa testimonianza di fedeltà a Dio per camminare nella sua via. Vogliamo costruire la pace di Dio. Cominciamo da noi“.
Mons. Lomanto ha invitato i catechisti, i pellegrini provenienti da Caccamo e da Catania, e tutti i presenti, “a ricercare l’inestimabile tesoro dell’amicizia di Dio“, ad essere messaggeri della testimonianza di Cristo Gesù, per acquisire uno stile di prontezza nell’adesione della fede e nella prossimità verso tutti i fratelli.
Infine ha affidato le intenzioni di tutti i fedeli alla Vergine Santissima, la Madonna delle Lacrime: “Con il suo pianto la Vergine Maria, Madre di Cristo e Madre nostra, ci insegna la vicinanza, la prossimità e la compassione di Dio. La nostra Madre vuole istruirci con questo straordinario segno del suo pianto. Le lacrime di Maria sono una continua e inesauribile catechesi dell’amore di Dio per noi e ci inducono a cambiare vita, ad avere fiducia e speranza in Dio e a rinnovare i nostri cuori. La Vergine Maria ci doni la gioia, la grazia di vivere una profonda esperienza dell’amicizia di Dio, per crescere nella fede, nella comunione con la Chiesa e nella missione di portare a tutti la nostra bella testimonianza di fede che ci salva e dà vita ad ogni uomo“.
L’arcivescovo aveva incontrato nel salone San Giovanni Paolo II della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime i catechisti della Diocesi e gli educatori dell’Azione cattolica ragazzi, che ‒ dopo la Giornata di inizio d’anno a Canicattini Bagni sul tema della Pace disarmata e disarmante ‒ hanno riflettuto su “Il catechista/educatore: pacificato testimone di vita cristiana ed apostolo di Gesù Cristo”. L’arcivescovo ha ringraziato tutti per il loro prezioso servizio alle comunità ecclesiali sottolineando nel ruolo del catechista la caratteristica dell’amore per l’annuncio della verità, della sensibilità ecclesiale per alimentare la vita di comunione nella Chiesa.
Dopo l’incontro l’arcivescovo ha partecipato al loro pellegrinaggio verso il Santuario e al passaggio della Porta Santa.
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Accogliamo la semplicità di santa Sofia

Nella piccola Sofia il Signore ha manifestato cose grandi, perché nella sua semplicità fu invasa dalla potenza dell’amore di Dio. Per questo ha portato il Vangelo ai lontani, ha donato la sua vita e, dopo la sua morte, ha ottenuto la conversione del padre. E’ il messaggio che l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha voluto consegnare presiedendo la celebrazione eucaristica nella parrocchia Santa Sofia in Sortino per la festa della Patrona.
L’arcivescovo ha messo in risalto il rapporto di Santa Sofia con Dio, con la famiglia e con gli altri. Nel rapporto con Dio ha rilevato la sua fermezza attraverso il dono della sapienza, del suo vivere alla presenza di Dio e del suo camminare con Dio.
Nel rapporto con la famiglia ha sottolineato la situazione di limite per la morte della madre cristiana, per l’affidamento a una nutrice pagana, per l’avversione del padre, limite che con la sua fede è riuscita a far fiorire per la sua santificazione e per il bene delle popolazioni da lei evangelizzate.
Ha augurato a tutti di vivere alla presenza di Dio per edificare la famiglia cristiana e costruire la civiltà dell’amore.
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