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Lomanto: “Mantenere la cura e il rispetto del creato”

Dobbiamo sempre mantenere la cura, la custodia e il rispetto del creato. Anche se pensiamo di avere una fonte di energia immensa dobbiamo rispettare il consumo di acqua e il consumo di energia“. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, a conclusione dell’incontro nel salone della parrocchia Madre di Dio a Siracusa, sulle comunità energetiche come proposta per le diocesi.
I lavori sono stati aperti dagli interventi di don Giuliano Salvina, direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso della Cei, e don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali ed il lavoro della Cei. La Conferenza episcopale italiana ha presentato un vademecum sulle comunità energetiche rinnovabili che rappresenta una guida specifica per le parrocchie e gli enti religiosi per supportare nella creazione e gestione delle Cer.
Nel documento si sottolinea l’indole attuale del cammino della Chiesa, che non si ferma ad un insegnamento ma ad una dottrina. La Chiesa non lancia delle idee, degli orientamenti semplicemente etici, ma scende nei particolari – ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto -. Il documento offre orientamenti precisi e puntuali, che riguardano la società di oggi: la transizione energetica, la comunità energetica. Ci aiutano a riscoprire il senso della comunità, della partecipazione e della corresponsabilità. Infine una rivoluzione etica e culturale che deve interessarci. Si deve capire, ci si deve organizzare. Ma riflettiamo, organizziamo e proviamo a metterci su questa scia perchè è fondamentale“.
E’ stata la prof.ssa Marisa Meli, docente di Diritto privato all’università di Catania, a spiegare cosa è una comunità energetica, gli aspetti normativi e quali sono i vantaggi.
La comunità energetica rappresenta un tema di grande attualità che è stato colto anche dalla Chiesa Cattolica italiana che ha prodotto un vademecum sulle Cer che propone alle Diocesi perchè possa diventare una proposta operativa e concreta e realizzare un’alternativa all’offerta dell’energia anche a comunità diocesane, locali e cittadine. E’ un investimento che interesserà la Chiesa soprattutto siamo sicuri che si creeranno tutte le condizioni perchè diventi prassi in tutte le Diocesi” ha spiegato don Santo Fortunato, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi di Siracusa.
All’ing. Andrea Noè dell’Ufficio per i Beni culturali e l’edilizia di culto dell’Arcidiocesi di Siracusa, il compito di spiegare nel dettaglio il funzionamento di una comunità energetica e le opportunità anche per i condomini. Infine don Claudio Magro, direttore dell’Ufficio per i problemi sociali ed il lavoro dell’Arcidiocesi, ha tracciato un bilancio dei quattro incontri del mese del Creato: “Sono stati quattro appuntamenti ricchi di spunti per poter intraprendere alcune azioni di comunione e condivisione: dal primo che abbiamo vissuto insieme ad alcune confessioni religiose o la passeggiata immersiva. Sono state occasioni che ci hanno dato modo di conoscere lo stare insieme, il creato, la sua custodia e quindi poter avviare azioni concrete che possano metterci in cammino e avviare processi di attenzione, di rispetto e cura del Creato. Ma non dimentichiamo le persone, perché le relazioni sono la principale opportunità di incontro e di conoscenza e ricchezza personale“.
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Prendersi cura dell’altro per promuovere la pace

Con questa prima esperienza di Conversazione ecumenica e interreligiosa abbiamo segnato il primo passo di un cammino che, ne sono certo, contribuirà a costruire ponti di pace. Abbiamo compreso che se mettiamo al centro della comune attenzione il “prendersi cura dell’altro” daremo nuova luce ad un umanesimo garante della vera giustizia, promotore della più autentica verità e, finalmente, sarà pace!”.
Lo ha detto don Santo Fortunato, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi di Siracusa, a conclusione della conversazione “Custodi della Terra, artigiani di pace”, nella sala del Consorzio Plemmirio, nell’ambito delle iniziative per la pace promosse dall’Ufficio per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso, dall’Ufficio per i problemi sociali ed il lavoro, e dall’Ufficio Pastorale per la cultura.
All’incontro erano presenti rappresentanti islamici e buddisti. Il patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha inviato un video messaggio: “Qui in Terra Santa di pace se ne vede poca. Ma noi la dobbiamo difendere nelle nostre parole. C’è bisogno di credere in una prospettiva diversa ma dobbiamo avere il coraggio di reagire. Non dobbiamo arrenderci, non avere rabbia o sfiducia. Dobbiamo reagire all’odio e alla devastazione del territorio con un atteggiamento di cura dell’altro e risvegliare la cura per questa terra che non ci appartiene“.
Pizzaballa ha ricordato: “La Terra Santa non è nostra né dell’altro. E’ di tutti. La narrativa dell’odio, del rancore, della forza fallirà. È solo questione di tempo. Quello che non è costruito nella dignità ha sempre una prospettiva di corto respiro. I palestinesi hanno perso tutto ma tengono viva la loro dignità. Alla quale dobbiamo portare rispetto. Tutto questo finirà e dovremo essere pronti a ricostruire e lo saremo se coltiveremo nel nostro cuore il desiderio di bene per ciascuno e non odio e rancore che distruggono. Solo l’amore costruisce. Il mio augurio è che tutte queste iniziative di desiderio di bene creino una cultura diversa da quella che stiamo subendo ora, a Siracusa come in tutte le parti del mondo, perché dopo la distruzione si possa costruire e ci siano artigiani pronti a lavorarci”.
All’incontro è intervenuto mons. Antonino De Maria, direttore Uredi della Conferenza Episcopale Siciliana, il prof. Francesco Bonanno, docente di Lingua e cultura ebraica biblica presso la “Pontifica Facoltà teologica di Sicilia” e rappresentanti islamici e buddisti.
L’arcivescovo di Siracusa Francesco Lomanto ricordando che ci dobbiamo “prendere cura dell’altro” ha detto: “Il mondo è affidato all’uomo perché lo custodisse. Un mondo sacro che non dobbiamo profanare. Al centro c’è la persona che vive nel rapporto con l’altro, si dona e riceve. Dobbiamo difendere la nostra identità ma donare la vita e costruire la comunione con l’altro che è nostro fratello“.
L’incontro è stato coordinato da don Santo Fortunato: “Guardando e ad un cammino diocesano che, fino ad ora, ci ha visto “passeggiare in solitudine”, abbiamo deciso di cambiare “orientamento e paradigma” e di porre come fulcro della nostra azione pastorale l’imprescindibilità del dialogo – ha detto –. Non si può non dialogare! L’esperienza maturata oggi ci apre alla speranza di poter seminare pace nel terreno fertile della fraternità umana”.
Ramzi Harrabi, mediatore culturale, ha sottolineato che la via della pace è una sola, il dialogo: “La via della pace deve partire dall’individuo, dalle famiglie, dalla comunità. Il prossimo è il nostro specchio. In ogni essere umano c’è una cellula di Dio”.
I rappresentanti buddisti hanno voluto evidenziare come “ognuno di noi, abitante di questa terra, deve diventare agente del cambiamento ripetendo azioni che generano un’onda. Proteggere la dignità della vita e costruire un mondo dove le persone possano vivere felici in pace”.
Prossimo appuntamento domenica 4 ottobre alle ore 10.00 nel salone della parrocchia “Madre di Dio” di Siracusa sulle comunità energetiche come proposta per le diocesi. Interverranno l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto; don Giuliano Salvina, Direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso della Cei; don Bruno Bignami, Direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali ed il lavoro della Cei; la prof.ssa Marisa Meli, docente di Diritto privato all’università di Catania; ing. Andrea Noè dell’Ufficio per i Beni culturali e l’edilizia di culto dell’Arcidiocesi di Siracusa.
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L'arcivescovo Lomanto ai catechisti durante il Giubileo

“Dovete fare testimonianza di vita”

I catechisti hanno un ruolo fondamentale per “trasmettere non solo delle verità o un contenuto dottrinale ma per portare la presenza di Gesù nei cuori dei fanciulli e degli adulti.  E’ importante testimoniarlo con le parole ma soprattutto con la testimonianza della vita“. L’arcivescovo mons. Francesco Lomanto, ha presieduto la celebrazione eucaristica nel Giubileo dei catechisti ed educatori nel Santuario della Madonna delle Lacrime. “Il primo invito che giunge a noi è la ricerca dell’amore di Dio. Cerchiamo il rapporto con Dio, la comunione con Dio. Il secondo invito riguarda l’annuncio del Vangelo. Sono messaggero e apostolo della testimonianza. Nelle comunità cristiane questo compito e affidato ai catechisti. Al catechista è richiesta questa testimonianza di fedeltà a Dio per camminare nella sua via. Vogliamo costruire la pace di Dio. Cominciamo da noi“.
Mons. Lomanto ha invitato i catechisti, i pellegrini provenienti da Caccamo e da Catania, e tutti i presenti, “a ricercare l’inestimabile tesoro dell’amicizia di Dio“, ad essere messaggeri della testimonianza di Cristo Gesù, per acquisire uno stile di prontezza nell’adesione della fede e nella prossimità verso tutti i fratelli.
Infine ha affidato le intenzioni di tutti i fedeli alla Vergine Santissima, la Madonna delle Lacrime: “Con il suo pianto la Vergine Maria, Madre di Cristo e Madre nostra, ci insegna la vicinanza, la prossimità e la compassione di Dio. La nostra Madre vuole istruirci con questo straordinario segno del suo pianto. Le lacrime di Maria sono una continua e inesauribile catechesi dell’amore di Dio per noi e ci inducono a cambiare vita, ad avere fiducia e speranza in Dio e a rinnovare i nostri cuori. La Vergine Maria ci doni la gioia, la grazia di vivere una profonda esperienza dell’amicizia di Dio, per crescere nella fede, nella comunione con la Chiesa e nella missione di portare a tutti la nostra bella testimonianza di fede che ci salva e dà vita ad ogni uomo“.
L’arcivescovo aveva incontrato nel salone San Giovanni Paolo II della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime i catechisti della Diocesi e gli educatori dell’Azione cattolica ragazzi, che ‒ dopo la Giornata di inizio d’anno a Canicattini Bagni sul tema della Pace disarmata e disarmante ‒ hanno riflettuto su “Il catechista/educatore: pacificato testimone di vita cristiana ed apostolo di Gesù Cristo”. L’arcivescovo ha ringraziato tutti per il loro prezioso servizio alle comunità ecclesiali sottolineando nel ruolo del catechista la caratteristica dell’amore per l’annuncio della verità, della sensibilità ecclesiale per alimentare la vita di comunione nella Chiesa.
Dopo l’incontro l’arcivescovo ha partecipato al loro pellegrinaggio verso il Santuario e al passaggio della Porta Santa.
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Accogliamo la semplicità di santa Sofia

Nella piccola Sofia il Signore ha manifestato cose grandi, perché nella sua semplicità fu invasa dalla potenza dell’amore di Dio. Per questo ha portato il Vangelo ai lontani, ha donato la sua vita e, dopo la sua morte, ha ottenuto la conversione del padre. E’ il messaggio che l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha voluto consegnare presiedendo la celebrazione eucaristica nella parrocchia Santa Sofia in Sortino per la festa della Patrona.
L’arcivescovo ha messo in risalto il rapporto di Santa Sofia con Dio, con la famiglia e con gli altri. Nel rapporto con Dio ha rilevato la sua fermezza attraverso il dono della sapienza, del suo vivere alla presenza di Dio e del suo camminare con Dio.
Nel rapporto con la famiglia ha sottolineato la situazione di limite per la morte della madre cristiana, per l’affidamento a una nutrice pagana, per l’avversione del padre, limite che con la sua fede è riuscita a far fiorire per la sua santificazione e per il bene delle popolazioni da lei evangelizzate.
Ha augurato a tutti di vivere alla presenza di Dio per edificare la famiglia cristiana e costruire la civiltà dell’amore.
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L'arcivescovo Francesco Lomanto agli studenti

La conoscenza è fondamentale per acquistare la libertà

La conoscenza è fondamentale per potere acquistare la libertà. Non demandate a un click la ricerca della verità, abdicando dalla vostra intelligenza: applicate, invece, il grande dono della libertà che è impronta di Dio in noi, Sue creature“.
L’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, scrive agli studenti siracusani che si apprestano ad iniziare l’anno scolastico. Un messaggio al mondo della Scuola nel quale viene ribadita la centralità della scuola per la conoscenza, il progresso culturale e la formazione alle varie professionalità.

Ogni tanto può capitare che subiamo il fascino di proposte urlate da vari influencers, senza capire le implicazioni dell’una o dell’altra scelta. Ebbene, una persona veramente libera è educata alla ricerca della verità. Questa è operazione che richiede studium, ossia, nella traduzione più propria dal latino, fatica: una fatica culturale, di applicazione, di approfondimento, di ricerca. Non vi fidate delle “verità” a buon mercato: non esistono! Non lasciatevi manipolare da chi ha frotte di followers nei social, si tratta spesso di apoteosi dell’inconsistenza messa in scena sul palcoscenico del nulla“.

L’arcivescovo ricorda che la scuola “che guarda al passato per vivere il presente proiettandolo realisticamente nel domani, educa al rispetto della dignità della persona, alla vera umanità alle relazioni, alla cultura della pace e del bene di tutti”.
Mons. Lomanto ha sottolineato che la società “ha bisogno di giovani ben preparati che vivano i valori della vita, della pace e dell’armonia fra i popoli, della custodia del creato, per guardare oltre, in alto e lontano da noi“. E poi ha richiamato l’omelia del Santo Padre durante la messa di canonizzazione dei due giovani Santi, Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis: «Sono un invito rivolto a tutti noi, soprattutto ai giovani, a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro».
E l’arcivescovo Lomanto ricordando le parole di Carlo Acutis ha detto: “Non lasciatevi influenzare da algoritmi che vi propinano ciò a cui dovreste attenervi per essere “alla moda”: ritenete, piuttosto, un tesoro prezioso la vostra originalità e formatevi, nella relazione con i compagni, i docenti e tutto il mondo della scuola, a una socialità feconda di progresso quotidiano e autentico“.
Un invito a crescere nella cultura e nel senso civico, e parallelamente nella formazione spirituale e nel dialogo con il Signore: “Pier Giorgio Frassati, puntando sempre verso l’alto, viveva la fede come un faro di luce, di speranza viva e di coraggio creativo in mezzo alla vita universitaria e alla realtà di ogni giorno, per arricchire di senso ogni gesto di carità, ogni rapporto di amicizia e ogni sacrificio di lode“.

E Lomanto ha concluso citando ancora papa Leone e l’incontro con i giovani a Torvergata, parafrasando Sant’Agostino: “Noi tutti «aspiriamo continuamente a un “di più” che nessuna realtà creata ci può dare; sentiamo una sete grande e bruciante a tal punto, che nessuna bevanda di questo mondo la può estinguere. Di fronte ad essa, non inganniamo il nostro cuore, cercando di spegnerla con surrogati inefficaci! Ascoltiamola, piuttosto! Facciamone uno sgabello su cui salire per affacciarci, come bambini, in punta di piedi, alla finestra dell’incontro con Dio. Ci troveremo di fronte a Lui, che ci aspetta, anzi che bussa gentilmente al vetro della nostra anima (cfr Ap 3,20). Ed è bello […] spalancargli il cuore, permettergli di entrare, per poi avventurarci con Lui verso gli spazi eterni dell’infinito».

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Il cardinale Makrickas, arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore, a Siracusa

“Maria ci chiede un cammino di conversione”

Le lacrime non sono forse un linguaggio di estremo impatto emotivo che trasmettono con immediatezza la capacità di umanità profonda di chi le versa? Maria, Gesù, i Santi sono capaci di piangere. La domanda: lo siamo anche noi?”. Se lo è chiesto il cardinale Rolandas Makrickas, arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore, che ha presieduto la celebrazione eucaristica nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime nell’ultimo giorno dell’anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa. Concelebrano gli arcivescovi di Siracusa e Catania, mons. Francesco Lomanto e Luigi Renna; l’arcivescovo emerito di Palermo, cardinale Paolo Romeo e l’arcivescovo emerito di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo.
Dal 29 agosto al 1 settembre del 1953, da un quadretto in gesso del Cuore Immacolato di Maria, posto come capezzale in un’abitazione in via degli Orti, sgorgarono lacrime umane. Un evento prodigioso che fu accertato anche da una commissione scientifica.

La mariofania avvenuta qui a Siracusa è una storia di popolo. I destinatari del messaggio delle lacrime sono stati tutti i cittadini di Siracusa, un’intera città. Tutti hanno potuto vedere e asciugare il volto in pianto di Maria”. Il cardinale Makrickas ha spiegato: “A tutti apparve chiaro non solo che quel liquido fossero lacrime umane ma che quelle fossero anche le lacrime di Maria e che quel linguaggio così misterioso a tutti chiedesse qualcosa di importante. Come ci chiedesse un cammino di conversione e di preghiera, come il sentimento di compassione verso la sofferenza altrui, come il riconoscimento dell’importanza della famiglia e dell’accoglienza della vita nascente, come la gioia di appartenere a una comunità cittadina destinataria dell’evento miracoloso”. Il cardinale ha ricordato lo scorso maggio, quando papa Leone ha visitato il santuario di Genazzano “ribadendo la sua fiducia alla Madonna del Buon Consiglio con le parole del Vangelo «Qualsiasi cosa vi dica fatela». Questo è il suggerimento saggio e sapiente di Maria: realizzare e mettere in pratica la parola di Gesù. Maria piange con tutti i suoi figli che nella storia soffrono, amano, credono e sperano. Il suo pianto è un messaggio di vicinanza e di consolazione. Come non pensare che le lacrime di Maria siano state da Lei versate per portare un refrigerio di speranza e di amore”.

Ieri la conclusione di giornate molto intense, organizzate dal rettore don Aurelio Russo, ricche di pellegrinaggi (in particolare quello dei giovani), momenti di preghiera, le messe al mattino in via degli Orti e nel tempio mariano. Tutto è iniziato con la celebrazione per la benedizione del cotone, e l’apertura della teca che custodisce la sacra immagine: “Il cotone non ha tanto il significato che a qualunque costo deve risolvere i nostri problemi – ha detto l’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto -. Il cotone deve assumere il significato di essere uniti con Maria alla Passione di Gesù: viviamo con intensità il mistero del dono della Passione per compiere il mistero della sua volontà nella nostra vita”.

Poi un invito a tutte le comunità ecclesiali “a costruire con Maria il volto bello della Chiesa superando la mentalità del mondo e costruendo un futuro da fratelli. Viviamo in profondità il mistero della Chiesa, traducendo la fede in azioni concrete di amore, di servizio e di solidarietà e partecipando nella fraternità, nella sinodalità, nella corresponsabilità al cammino della comunità diocesana per sostenerci gli uni gli altri”. Durante l’anniversario hanno celebrato la messa il vescovo della diocesi di Bauchi (Nigeria) Hilary Nanman Dachelem, e poi i vescovi di Noto e Ragusa, Salvatore Rumeo e Giuseppe La Placa.

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L'arcivescovo Francesco Lomanto all'anniversario della Lacrimazione

Le lacrime di Maria, segno di unità per la Chiesa

A tutte le comunità ecclesiali rivolgo l’invito a costruire con Maria il volto bello della Chiesa superando la mentalità del mondo e costruendo un futuro da fratelli. Viviamo in profondità il mistero della Chiesa, traducendo la fede in azioni concrete di amore, di servizio e di solidarietà e partecipando attivamente nella fraternità, nella sinodalità, nella corresponsabilità al cammino della comunità diocesana per sostenerci gli uni gli altri e insieme rendere presente Cristo e testimoniare con amore il Vangelo“. Un invito alla fratellanza, alla comunione, quello rivolto dall’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto durante la celebrazione eucaristica nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime nel 72esimo anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa.

Una giornata iniziata al mattino con la celebrazione eucaristica in suffragio di Angelo e Antonina Iannuso, insieme ai fedeli e ai giovani che, accompagnati dai responsabili dell’Ufficio di Pastorale Giovanile Diocesano, hanno raggiunto via degli Orti al termine del pellegrinaggio al termine del Giubileo Diocesano dei Giovani. I giovani seguendo il tema “Il coraggio delle lacrime”, hanno dato vita a laboratori; e momenti di Festa. Poi il pellegrinaggio che ha preso il via alle 5 del mattino fino alla Casa del Pianto.
Nel pomeriggio il pellegrinaggio dalla chiesa del Pantheon al Santuario della Madonna delle Lacrime dove l’arcivescovo ha presieduto 
la celebrazione eucaristica dedicata agli ammalati e agli operatori della salute. Ha concelebrato il vescovo della diocesi di Bauchi (Nigeria) il P. Hilary Nanman Dachelem, C.M.F. Presenti le dame, i barellieri, l’Unitalsi, il gruppo diocesano movimento apostolico ciechi, i ministri straordinari della comunione e i gruppi di volontariato della pastorale della salute.

L’attenzione agli ammalati

Oggi la nostra attenzione si volge in particolare agli ammalati, a coloro che soffrono e alle associazioni che si prendono cura delle persone che soffrono. Vorrei consegnarvi brevemente tre brevi pensieri. Il primo: le lacrime di Maria sono segno della sua presenza materna per chi soffre. Con il dono delle sue lacrime Maria manifesta la sua unità a tutti noi e in particolare a coloro che soffrono come rimase sempre unita a Gesù e ai sofferenti ai piedi della croce di Cristo. Lo scorso anno, Papa Leone XIV, allora cardinale Robert Prevost, nell’omelia del primo settembre ci ricordato che proprio nel dolore la madre è vicina ai suoi figli. E perciò quando un cristiano soffre o esperimenta la croce non è mai solo è proprio lì quando la Madonna manifesta il suo essere madre condividendo i suoi dolori, accompagnandolo, proteggendolo con la sua tenerezza e intercedendo per lui davanti al suo figlio. Nell’abisso del dolore si sprigiona un’energia infinita, Maria manifesta la sua vicinanza“.

E poi rivolgendosi agli ammalati: “rivolgetevi a Maria, presentatele le vostre angosce, le vostre preoccupazioni e i vostri dolori e la Vergine Santa con la sua materna protezione vi darà sollievo e vi consolerà come solo lei sa farlo con amore e con il dono totale di sé.
Il secondo pensiero lo rivolgo alle associazioni di volontariato: le lacrime di Maria sono segno di condivisione alle sofferenze dei figli e quindi sono sostegno alle associazioni che si prendono cura degli altri, dei bisognosi, dei poveri, dei sofferenti. Le lacrime di Maria esprimono la vicinanza della madre e il prendersi cura dei suoi figli. Nella stessa omelia del primo settembre 2024, Papa Leone XIV ci ha ricordato: “la comprensione di quelle lacrime che gli uomini sono chiamati a fare comporta una vera conversione, un ritorno all’amore di Dio che si manifesta nella riconciliazione con Lui e nella carità con gli altri, nella vera compassione cioè nel condividere le sofferenze altrui dando sollievo a chi ne ha bisogno”. In questo modo le lacrime della Madonna sono un segno di speranza, come già annunciava il profeta nella prima lettura che abbiamo ascoltato perché esse sono una chiamata alla riconciliazione con Dio e con i fratelli. Le numerose associazioni di volontariato che si prendono cura del malato possano trasmettervi sempre più l’afflato umano, il conforto e la consolazione e anche la gioia della loro fede e la carità del loro servizio“.

Un appello alla conversione

Mons. Lomanto ha ricordato a tutta la diocesi che “Le lacrime di Maria sono segno di unità per la Chiesa.
Accogliamo carissimi la presenza materna di Maria e il suo appello alla conversione e alla crescita nella fede. Seguiamo con la preghiera e con generosa dedizione quanti vivono il mistero della sofferenza. Sono dicevo il tesoro della Chiesa, una grazia per tutti noi perché contemplano il mistero di Dio e lo traducono con la loro vita. Sosteniamo quanti operano in associazioni, volontariati perché possono alleviare le sofferenze dei fratelli e delle nostre sorelle. Insieme costruiamo con spirito di fede e di amore una società di fratelli e camminiamo nella carità per edificare sempre più nella chiesa il mistero della vera comunione che ci unisce a Dio e ci rende partecipi della missione di salvezza per il mondo“. 

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Il cotone benedetto per unirci alla Passione di Gesù

Il cotone non ha tanto il significato che a qualunque costo deve risolvere i nostri problemi. Chiediamo anche questo al Signore tramite la Vergine Santissima, ma il cotone per noi deve assumere prima di tutto il significato di essere uniti con Maria alla Passione di Gesù, mentre accostiamo o portiamo il nostro cuore, il nostro corpo, alla nostra vita, viviamo con intensità il mistero del dono della passione di Gesù per compiere il mistero della sua volontà nella nostra vita ed essere salvi“. E’ uno dei passaggi della riflessione dell’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che ha presieduto la messa per la benedizione del cotone che apre ufficialmente i festeggiamenti per l’anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa.

Grande è l’amore di Dio, ma per accogliere la grandezza dell’amore di Dio è necessario entrare per la porta stretta – ha detto l’arcivescovo -.La porta stretta è il segno della nostra purificazione, del nostro cambiamento, della perfezione, della crescita nella fede, per lasciare, o mettere da parte tutto ciò che non ci consente di camminare nella via di Dio, liberarci da tutto ciò che c’è di peso per lasciarci invadere dall’amore di Dio. È un cammino a volte duro, faticoso, ma di liberazione. La lettera agli Ebrei ci ha ricordato che Dio corregge il proprio Figlio, sferza coloro che ama perché vuole farlo crescere. All’inizio questo gesto è certamente motivo non di gioia ma di tristezza, ma poi porta un frutto di giustizia e di pace“.

L’arcivescovo Lomanto ha ricordato che “Dio quando agisce per creare l’opera d’arte spirituale della nostra vita non usa in genere lo strumento del pennello, ma quello dello scalpello: scava Dio nella nostra vita, perché vuole educare, tirare fuori dal blocco che è la nostra esistenza l’immagine viva di ciascuno di noi che sia a somiglianza del suo Figlio Gesù. Non si tratta di stare semplicemente vicini o mangiare o fisicamente accostarsi: ciò che conta è fare vivere Dio in noi“.

E accostando l’immagine della porta stretta al significato del cotone che è stato benedetto e poi distribuito, mons. Lomanto ha detto: “Noi compiremo l’atto di accostarlo al Cuore Immacolato della Vergine Santissima che ha versato lacrime di amore e speranza per noi. Significa avvicinarsi a Lei. Lo riceveremo per custodirlo, per portarlo nella nostra vita, per vivere con pietà. Il significato, il messaggio dell’evento che si è compiuto qui tra noi. La Vergine mostra lacrime di compassione per noi. Certamente lo utilizzeremo nei nostri momenti bui, di sacrificio, di sofferenza, di necessità e sta proprio qui la profondità del significato.
In questo segno del cotone sappiamo cogliere non un elemento così semplicemente di buon auspicio o un elemento magico, ma il segno che ci aiuti a vivere il cammino, l’entrare per la porta stretta. Spiego meglio: il cotone che portiamo a casa, lo utilizzeremo in un momento o di sconforto o di dolore per una malattia o per una qualsiasi necessità“.

E rivolgendosi ai fedeli: “Affidiamo in questo senso all’intercessione della Vergine Santissima tutte le nostre intenzioni di preghiera chiediamo quei benefici spirituali, fisici, la salute tutto questo dobbiamo chiederlo, ma viviamo soprattutto la profondità del significato del cotone che proprio oggi la liturgia ci aiuta a comprendere nella sua pienezza attraverso l’immagine della porta stretta. Perché è questo cammino, è questo sacrificio, questo essere inseriti nel mistero della passione di Gesù “anche a te una spada trafiggerà l’anima”, è il vivere questo percorso che ci aiuta a conoscere il mistero di Dio, a credere in questo mistero di Dio, a portarlo nella nostra vita e a viverlo ogni giorno, perché noi impariamo ad amare da come Gesù ci ama. E questo la Vergine Santissima chiede a tutti noi e a ciascuno di noi“.

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Mons. Francesco Lomanto ha scritto ai giovani

“Vivete la vostra vita con sentimenti di pace, di amore, di giustizia”

Vivete la vostra vita con sentimenti di pace, di amore, di giustizia e con la creatività dello Spirito, ricordando quanto diceva il Beato Carlo Acutis che sarà presto proclamato Santo: “Ognuno di noi deve essere originale, non una fotocopia”.

Questo il messaggio che l’arcivescovo di Siracusa, monsignor Francesco Lomanto, ha consegnato ai giovani della Chiesa di Siracusa, ed in particolare a quelli che hanno preso parte al Giubileo che si sta celebrando a Roma. L’arcivescovo ha scritto ai giovani invitandoli ad “andare avanti sempre, e a non temere”.

Mons. Lomanto all’ultimo momento è riuscito a liberarsi da un precedente impegno ed è salito su un pullman con un gruppo di giovani unendosi poi a tutti i partecipanti già presenti nella Capitale, e concelebrando nella Basilica di San Giovanni Bosco nella messa presieduta da mons. Antonino Raspanti, presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, e concelebrata da mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania. Presenti in Basilica migliaia di giovani provenienti da tutta la Sicilia.
Nella sua lettera monsignor Lomanto ha invitato a costruire un “rapporto intimo e personale di fede con Gesù, nella vita di ogni giorno. Ricordiamoci che si impara ad amare, lasciandosi amare dal Signore. Per questo ogni vostro programma, ogni scelta di vita, ogni decisione importante devono avere inizio in Gesù e il loro compimento nell’amore di Dio. E’ importante che viviamo la nostra fede nella concretezza dell’azione e nella fedeltà ai nostri doveri. È fondamentale la meditazione della Parola di Dio, l’attenzione alle ispirazioni che lo Spirito Santo suggerisce al nostro cuore, riservando spazi di silenzio e momenti di preghiera, tempi in cui – facendo tacere rumori e distrazioni – ci raccogliamo davanti a Cristo e facciamo unità in noi stessi. Non temete! Andate sempre avanti! Proiettate lo sguardo di fede verso la profondità del mistero di Cristo! Ciascuno di voi è unico e irripetibile agli occhi di Dio”.

Ed ha sottolineato: “Se il volto della Chiesa è bello dipende anche da noi e sarà sempre più bello se solo avremo il coraggio di superare la mentalità del mondo e di costruire un futuro da fratelli”.
L’arcivescovo di Siracusa ha invitato i giovani ad aderire pienamente “alla vita cristiana, traducendo la fede in azioni concrete di amore, di servizio, di solidarietà e partecipando attivamente – nella fraternità, nella sinodalità e nella corresponsabilità – al cammino della comunità ecclesiale, per rendere presente Cristo nella vostra vita, testimoniando il Vangelo ed esercitando la carità”.
Infine, mons. Lomanto ha ricordato che il cristianesimo “non è una serie di rigide regole, ma è una libertà che Gesù ci ha donato nell’amore di Dio che si riversa nella nostra vita e chiede di essere ricambiato. Il comandamento dell’amore a Dio al prossimo – che il Signore ci ha lasciato – ci aiuta ad essere pienamente umani e vivere da fratelli, insegnandoci ad accogliere quella verità che disarma, trasforma e rende liberi”. E citando un video messaggio di Papa Leone XIV del giugno scorso ha sottolineato: “Dobbiamo cercare modi per unirci e promuovere un messaggio di speranza. Mentre vi riunite come comunità di fede, mentre offrite la vostra esperienza di gioia, potete capire e scoprire che anche voi siete fari di speranza”.

Mons. Lomanto ha concluso: “Carissimi vivete il Giubileo della Speranza nella Pace. Pace è la parola che ascoltiamo in questi giorni un po’ ovunque e che possiamo declinare nel seguente acronimo: P come Perdono; A come Amore; C come Comunione con tutti; E come Eucarestia, come Entusiasmo composto da “en” (dentro), “theos” (Dio) e “ousia” (essenza): con Dio dentro di sé”.

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Si celebra il 72mo anniversario della Lacrimazione a Siracusa

Le Lacrime della Madonna sono un segno di speranza

“Le Lacrime della Madonna sono un segno di speranza” è il tema scelto per il 72mo anniversario della Lacrimazione della Madonna a Siracusa ed è tratto dalle parole dell’omelia, tenuta a Siracusa lo scorso 1 settembre 2024, dal card. Robert F. Prevost, oggi Papa Leone XIV. Dal 29 agosto al 1 settembre si ricorda il prodigio miracoloso del 1953 quando lacrime umane sgorgarono dal quadretto in gesso del Cuore Immacolato di Maria posto come capezzale nella casa dei coniugi Iannuso in via degli Orti 11.
A concludere le celebrazioni, giorno 1, sarà il cardinale Rolandas Makrickas, Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore. 

Il Giubileo dell’Anno Santo 2025, Pellegrini di Speranza, permette ai fedeli -che raggiungono il Santuario delle Madonna delle Lacrime – di ottenere i benefici dell’Indulgenza Plenaria alle consuete condizioni. 

Nel suo messaggio, l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha ricordato le parole di San Giovanni Paolo II che,  dedicando il Santuario di Siracusa,  vide nelle Lacrime di Maria “quella forza della speranza che permette di guardare oltre il buio della notte. Con Papa Francesco, la speranza ha trovato una voce nuova e vibrante, che invita a guardare alle periferie del mondo, dove si possono trovare segni di speranza. Egli ha portato la Chiesa a soccorrere le lacrime dei più piccoli, per trasformarle in lacrime di speranza attraverso la tenerezza e la solidarietà“. Infine Papa Leone XIV, venendo a Siracusa da Cardinale, ha pregato davanti all’Effige del Cuore Immacolato di Maria, e ha interpretato il pianto della Madonna come “un segno di speranza che si espande e può germogliare nel sociale: «Le lacrime della Madonna sono lacrime di una madre addolorata a causa dei peccati dei suoi figli che rifiutano l’amore di Dio; sono anche lacrime di dolore per quanti soffrono le ingiustizie, la solitudine, la violenza, l’odio, la guerra e l’indifferenza umana. La Madonna fa anche suoi i dolori dei suoi figli. Ma le lacrime di Maria non devono rimanere infeconde… le lacrime della Madonna sono un segno di speranza … perché esse sono una chiamata alla riconciliazione con Dio e con i fratelli» (01.09.2024).
Mentre invito tutti ad accogliere le Lacrime della Madonna per seminare la speranza nella storia di ogni giorno che può germogliare solo in Gesù morto e risorto, di cuore stendo a tutti la benedizione che Papa Leone ha indirizzato a quanti raggiungeranno il nostro Santuario di Siracusa: «Dio benedica tutti i pellegrini che implorano la sua misericordia chiedendo per l’intercessione della Vergine Madre salute, pace e il vero amore»”.

Il segno delle Lacrime della Madonna non si esaurisce con il trascorrere del tempo ma acquista una luce di speranza. La Madre di Dio non ha mai abbandonato i suoi figli. Il segno della Speranza delle Lacrime della Madonna trovano il loro fondamento il fondamento nella vita, nell’amore, nella morte e nella resurrezione di Gesù, unica salvezza del mondo.

Le celebrazioni del 72mo Anniversario della Lacrimazione saranno preparate da una serie di attività a cui i fedeli e pellegrini potranno partecipare a partire dal 10 agosto, quando sarà allestita una pedana che consentirà a tutti di pregare al cospetto della Madonna delle Lacrime. 

Domenica 24 agosto alle ore 17.30 in Basilica Santa Messa e Benedizione del Cotone che sarà distribuito a tutti i presenti.
Martedì 26 agosto un giro in bicicletta tra i luoghi della lacrimazione.Appuntamento alle ore 20.00 davanti alla scalinata del Santuario (a tutti i partecipanti che si iscriveranno all’attività sarà donata una maglietta commemorativa).
L’indomani, mercoledì 27, la Banda Musicale di Siracusa in Concerto per la Madonnaalle ore 20.00, davanti alla scalinata del Santuario.
Giovedì 28 recital “Speranza di Pace nelle lacrime di conversione”. Alle ore 19.30 in Basilica l’associazione Santa Maria Goretti di Avola presenterà il recital della storia di Santa Maria Goretti e delle lacrime di conversione del suo uccisore.
In serata la Lunga Notte del Santuario: davanti al quadretto dalle ore 21.00 alle ore 22.00 veglia a cura dei Gruppi del Santuario, dalle ore 22.00 alla mezzanotte staffetta del Santo Rosario. Nella Casa del Pianto (in via degli Orti 11) dalla mezzanotte alle ore 6.00 staffetta del Santo Rosario. Alle ore 8.00: Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo di Siracusa.

Venerdì 29, l’anniversario si aprirà ufficialmente con la celebrazione alle ore 7.30 pregando con il Santo Rosario e la Santa Messa in via degli Orti. Parteciperanno i giovani della Diocesi che – giungendo a piedi da Belvedere – celebreranno il loro Giubileo.
Una solenne processione partirà alle ore 18.00 dalla Parrocchia del Pantheon, passando dalla Casa del Pianto di via degli Orti, da piazza Euripide, per raggiungere il Santuario dove l’Arcivescovo mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo Metropolita di Siracusa, presiederà la Solenne Celebrazione Eucaristica con la partecipazione e l’organizzazione delle Parrocchie del Vicariato di Augusta, insieme alle associazioni di volontariato e degli ammalati, ai quali è dedicato il primo giorno dell’anniversario.

Sabato 30,
secondo giorno dell’anniversario, è dedicato al Dono della Vita con l’Atto di consacrazione e di affidamento delle donne in gravidanza e delle mamme alla Madonna delle Lacrime, prima della Santa Messa che sarà celebrata alle ore 19.00 da mons. Salvatore Rumeo, Vescovo di Noto, con la partecipazione e l’organizzazione delle Parrocchie del Vicariato di Palazzolo Acreide.

Domenica 31, terzo giorno dell’anniversario, è dedicato alla Consolazione, durante il quale i fedeli e i pellegrini si affideranno alla tenerezza delle Lacrime della Madonna. Alle ore 19.00, la Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa, con la partecipazione e l’organizzazione delle Parrocchie del Vicariato di Lentini.

Lunedì 1 settembre, quarto giorno dell’anniversario, è dedicato alla Famiglia, con l’organizzazione delle Parrocchie del Vicariato di Siracusa. Il Card. Prevost – oggi Papa Leone XIV, nella sua omelia dell’1 settembre 2024 – ebbe a sottolineare che conviene non dimenticare il contesto famigliare che la Madonna ha scelto per il segno delle sue Lacrime di speranza. Il Solenne Pontificale delle ore 19.00 sarà presieduto dal Cardinale Rolandas Makrickas, Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore, che custodisce le spoglie mortali di Papa Francesco.
Al termine della celebrazione, l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto pregherà con l’Atto di affidamento e di consacrazione al Cuore Immacolato della Madonna delle Lacrime per la Città e l’Arcidiocesi di Siracusa. 

Nel segno della Divina Provvidenza che ha voluto Papa Leone XIV a Siracusa, da Cardinale lo scorso 1 settembre 2024, il Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa, dedicherà il giorno 8 di ogni mese alla preghiera per il Santo Padre, con le parole dell’orazione che l’Arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha composto lo scorso 8 giugno 2025. 

Madonna delle Lacrime,
affidiamo alla tua materna protezione
il nostro Papa Leone XIV
che da Cardinale è venuto a Siracusa
per unirsi in preghiera
al tuo pianto di misericordia
e di speranza per il mondo.
Ti preghiamo di custodirlo,
di illuminarlo e di sostenerlo
nel suo ministero petrino,
affinché possa guidare la Chiesa,
con la sapienza della fede
e il coraggio dell’amore di Dio,
confermandola nella testimonianza
di Gesù Cristo crocifisso, morto e Risorto.

O Vergine Maria,
dona al Santo Padre la gioia
di sperimentare l’assistenza dello Spirito:
per sentirsi confortato davanti a Dio
nell’adozione di scelte creative e lungimiranti;
per farci apprezzare sempre più
il dono inestimabile di essere figli di Dio Padre
e per aiutarci a testimoniare al mondo
la verità del Vangelo;
per contribuire a costruire
con la nostra fraternità ecclesiale
una pace disarmata e disarmante,
promuovendo il bene di tutti
nella concordia, nella giustizia
e nel vero amore. Amen!

 † Francesco Lomanto
Arcivescovo di Siracusa

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