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Una casa ad Augusta destinata ad ospitare i detenuti con le famiglie

Casa Zaccheo, accoglienza e condivisione

Un progetto di accoglienza, condivisione e cura.
Nasce ad Augusta, nel Siracusano “Casa Zaccheo”, un luogo destinato ad accogliere i detenuti in permesso premio con le loro famiglie.
Un’iniziativa dell’Ufficio diocesano di Pastorale Penitenziaria e della Caritas cittadina. Casa Zaccheo, che si trova proprio davanti alla parrocchia Sacro Cuore di Gesù, sarà gestita dai volontari che accoglieranno i detenuti in permesso (solitamente dai tre agli otto giorni) per buona condotta o per il percorso rieducativo intrapreso.
Casa Zaccheo si pone come segno della continuità del lavoro svolto in questi anni dalla Caritas cittadina – ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto . E come segno della sinodalità sociale. Oggi la Chiesa è impegnata a compiere un cammino sinodale come comunità cristiana ma possiamo estendere questi valori a tutta la nostra vita. E’ un segno di grande attenzione alla dignità della persona per costruire innanzitutto relazioni. La casa è il segno delle relazioni, dell’incontro, della crescita, dello scambio, della condivisione e dunque del camminare insieme. Il frutto che speriamo è quello del reinserimento, della rieducazione per vivere un giubileo esteso a tutta la nostra vita”.
La Caritas di Augusta da tanti anni porta avanti il progetto di accoglienza dei detenuti sul territorio. Ma fino ad ora erano detenuti singoli. Adesso l’accoglienza è cambiata. “E’ in continuità con un progetto avviato da tanti anni all’interno delle comunità ecclesiali per accogliere i detenuti in permesso premio – spiega don Helenio Schettini, referente della Caritas cittadina –. Oggi abbiamo trovato una sistemazione più idonea per le esigenze delle famiglie. L’esperienza di accoglienza è consolidata ed è portata avanti dai volontari delle Caritas di Augusta che vivono un cammino insieme nel servizio alla carità. Un’iniziativa forte che ci permette di crescere a servizio dei fratelli ma anche nella comunione tra le realtà ecclesiali di Augusta“.
L’obiettivo è quello di mettere insieme tutte le forze che lavorano sia all’interno del carcere sia all’esterno. Sensibilizzare il territorio affinché si possano avviare progetti di socializzazione di educazione e inserimento. “Oggi è necessario fare rete, dobbiamo andare insieme, dobbiamo costruire insieme, se vogliamo creare qualcosa che possa durare del tempo e che possa produrre molti frutti – spiega don Andrea Zappulla, direttore dell’Ufficio di Pastorale Penitenziaria -. Il nome non l’abbiamo scelto a caso: Zaccheo è un uomo curioso che appena incontra Gesù lo accoglie nella propria casa e ha una grandissima conversione: è il cambiamento di vita, l’incontro con Gesù cambia radicalmente la vita di quest’uomo. Mi auguro che i fratelli detenuti possano fare la stessa esperienza di Zaccheo”.
E poi l’accoglienza come “apertura del cuore, apertura dell’anima. E noi vogliamo fare spazio nella nostra vita ecclesiale a questi fratelli perché possano vivere un momento di rinascita”.
Poi la condivisione “non solo dei beni materiali ma anche del tempo, bene prezioso che abbiamo tutti. I volontari in questi mesi hanno aiutato a far diventare Casa Zaccheo un luogo familiare. Non istituzionale, non una casa fredda, angusta, gelida, ma un luogo in cui ciascuno possa fare esperienza di famiglia. La condivisione del tempo è appunto dei tanti volontari che ruotano attorno alla missione di casa Zaccheo, ma la condivisione degli spazi penso ai detenuti con la loro famiglia. Ma anche del tempo insieme con noi. Quando i fratelli detenuti sono a Casa Zaccheo insieme alle loro famiglie, noi volontari andiamo a trovarli, ci prendiamo il caffè, ascoltiamo le loro storie, raccogliamo le loro lacrime: diventa un modo per essere dono l’uno per l’altro. E infine l’ultimo aspetto della missione è quello della cura: la cura della persona fondamentale in un mondo come il nostro, spersonalizzato. Casa Zaccheo vuole essere anche il luogo in cui attraverso la cura delle relazioni familiari con i detenuti si possa trovare ecco, quell’aspetto importante per ripartire”.
Don Helenio Schettini ha portato un esempio concreto di comunione: ”La sera di Capodanno mi sono sentito suonare in canonica ed era la famiglia che era accolta in casa Zaccheo che mi aveva portato qualcosa da condividere: è stato un gesto bellissimo perché davvero diventa la bellezza di chi crea relazioni vicendevoli e di donazione reciproca. Quella carità concreta che ci rende fratelli in Cristo. Ad Augusta non accogliamo solo presso casa Zaccheo ma anche presso il centro Caritas ancora continua l’accoglienza dei nostri fratelli soprattutto di quelli che sono senza famiglie. E lì c’è un impegno più gravoso: perché se qui le famiglie poi si prendono cura di tanti aspetti lì invece sono le comunità che si prendono cura di assistere i detenuti nei pasti, di tutto ciò che è necessario anche nella compagnia che è necessaria a queste persone sole quando arrivano al centro Caritas”.
Un ringraziamento a padre Angelo Saraceno, pioniere di questa attività in Caritas che ha iniziato tanti anni fa l’accoglienza di detenuti singoli.
Presenti l’assessore alle politiche sociali del comune di Augusta Biagio Tribulato e il comandante della polizia penitenziaria del carcere di Augusta, Dario Maugeri.
La storia di questa Caritas cittadina ha profonde radici – ha detto padre Angelo Saraceno. Dal terremoto del 1990 abbiamo sperimentato che la vera fede è quando impariamo a prenderci cura del più bisognoso. E ci sono state tante persone più bisognose di noi. Persone rimaste senza casa. E poi con il villaggio dei container dove abbiamo sperimentato le varie povertà. Ma la cosa più importante è il cammino fatto insieme. Il dialogo, le relazioni, prendersi cura non solo ognuno della propria parrocchia. E questo ci ha portato a porre un primo gesto che sembrava fosse urgente. Poter creare una mensa per i più poveri. Poi abbiamo scoperto che nel nostro territorio c’era la realtà del carcere che noi conoscevamo come una struttura sulla strada di Brucoli. Ci hanno chiesto se qualcuno era disposto a prendere i parenti dei carcerati, che col pullman si fermano al centro storico, e accompagnarli fino al carcere. Ed è iniziato il primo servizio. Accogliere non è semplicemente dare una casa: è mettere noi stessi al servizio. Il carcere non è espiazione ma è recupero, reinserimento e fiducia“.
È un ambiente diverso rispetto all’istituto e a qualunque altro ambiente – ha detto il vice direttore della casa di reclusione di Augusta, Francesca Fioria -. Per i familiari che vengono da lontano, avere questa opportunità di poter stare qui con la persona detenuta, in un luogo che si presta soprattutto per i figli dei detenuti, protetto, quasi familiare, come nelle loro abitazioni”.
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Giubileo dei portatori del simulacro di Santa Lucia e delle portatrici delle reliquie

“Santa Lucia è il simbolo della nostra Chiesa”

Santa Lucia è il simbolo della nostra Chiesa“, la personificazione “della Chiesa di Siracusa“. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che ha presieduto la celebrazione eucaristica nella chiesa Cattedrale in occasione della festa delle reliquie.
Una giornata nel corso della quale è stato esposto il simulacro argenteo di Santa Lucia custodito nella sua nicchia nella cappella in Cattedrale e si è celebrato il Giubileo dei portatori del simulacro di Santa Lucia e delle portatrici delle reliquie.

Mons. Lomanto ha ricordato il messaggio di santità di Lucia alla Chiesa, “in particolare alla nostra Chiesa: vivere e portare a tutti la gioia del Vangelo. L’ascolto e la messa in pratica della parola di Dio ci impone di vivere in Cristo e di operare quello che la parola richiede. La vocazione di Lucia è volta anche a una santità operosa, sobria nelle forme, animata da uno spirito di carità universale.
“Compiamo gesti concreti di carità e di misericordia per entrare nell’intimità dell’amore di Dio e per imparare ad amare da come Egli ci ama. Accogliamo la grazia del Giubileo e ravviviamo il nostro cammino di fede con il triplice messaggio di santità di Lucia alla nostra Chiesa. Il Signore ci ha immessi nel solco di una storia ricca di doni, di grazie e di benedizioni e noi ne siamo responsabili. Incarniamo la fede nella vita di ogni giorno – ha concluso l’arcivescovo Lomanto – con l’originalità del nostro essere, con la peculiarità della nostra vita, con la particolarità del nostro ruolo, con la specificità delle nostre capacità, con lo stile delle nostre qualità“.
Prima della celebrazione l’apertura della nicchia con mons. Salvatore Marino, parroco della Cattedrale, e tutti i componenti della Deputazione della Cappella di Santa Lucia ed i tanti volontari che hanno preso parte alla visita del corpo di Lucia da Venezia.

Poi il saluto alla professoressa Cettina Oliveri, collaboratrice della Deputazione, che diversi anni fa è stata la prima componente donna della Deputazione, che ha coordinato sin dalla sua nascita i foulard verdi, le portatrici delle reliquie. Alla professoressa Oliveri, che ha preferito lasciare dopo tanti anni, la Deputazione ha rivolto un ringraziamento di cuore per l’attività svolta e la dedizione nel portare avanti il difficile compito.

Al termine della messa, nella chiesa Santa Maria della Concezione, distribuzione dei tesserini di servizio ai volontari.

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Lomanto: “Viviamo fuori dai condizionamenti”

Oggi, più che mai, occorre presentare alle nuove generazioni il cristianesimo nella sua profonda realtà, cioè come un rapporto mistico con Cristo, come un incontro personale con Dio. Esso, infatti, non è essenzialmente un ordinamento morale o un sistema etico, un insieme di prescrizioni e di divieti, ma una vita mistica, ossia di relazione personale con il Signore, dal quale scaturisce anche la vita buona del credente”. Così l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che ha presieduto la celebrazione per la Dedicazione della chiesa Cattedrale. Una ricorrenza che rappresenta un momento particolarmente significativo per la vita della Diocesi: è la festa della comunità diocesana che riconosce nella chiesa Cattedrale il segno dell’unità e della comunione col Vescovo.
La chiesa era gremita di fedeli che, nella stessa giornata, hanno preso parte anche all’inizio della Scuola di formazione teologica di Base Giovanni XXIII e hanno vissuto il Giubileo Diocesano dei laici.

Prima della celebrazione è stato fra’ Gaetano La Speme ofm capp a tenere la prolusione per l’inaugurazione del nuovo percorso della Scuola di Formazione Teologica guidata da don Alessandro Genovese. “L’uomo cammina e può camminare verso Dio perchè Dio sì è messo in cammino verso l’umanità prima del tempo… ha fatto il primo passo e non si è mai fermato, non ha più smesso di venirci incontro – ha detto fra’ Gaetano La Speme –. I cristiani sono per antonomasia pellegrini, pellegrini di speranza. La Speranza è quella forma di intelligenza che sa riconoscere il bene potenziale e attiva la corresponsabilità per coltivarlo. La speranza non è ottimismo. La speranza è la capacità di riconoscere un cammino dove nessuno lo vede. Possiamo osservare la speranza da molteplici punti di vita: essa è una forma di conoscenza, di contemplazione del bene anche quando il bene non è in superficie, come il seme è nella terra pronto a germogliare. Osservata da un’altra prospettiva la speranza è anche esperienza di amore“.

La scuola di formazione teologica di base

La scuola di teologia di base propone un accompagnamento didattico e un metodo che è comunitario, partecipativo, semplice.
Perché studiamo il testo biblico? Per amore al testo stesso mediante il quale Dio ci parla come ad amici. Nella meditazione della parola sperimentiamo che l’educazione, la catechesi, non è questione di nozioni o di imperativi che vengono dall’esterno: è una questione  del cuore, amore per il bello. La Bibbia è scritta come un testo di speranza per l’oggi. E’ un testo che vuole essere significativo oggi, per questo popolo; non è cronaca e non è indicazioni senza tempo e senza luogo. E’ un testo per il presente, un testo per dare speranza oggi. Un testo che annuncia che la speranza cristiana ha ricevuto una risposta: il dono del regno di Dio: un dono, grande e bello“.
Infine ricordando Papa Francesco nella bolla Spes non confundit, fra La Speme ha evidenziato che “la speranza cristiana, ci trasporta al di là delle prove, ci dà l’intelligenza che sa riconoscere grandezza di un seme, che sa vedere un cammino dove nessuno lo vede, che ci esorta a camminare senza perdere di vista la grandezza della meta. Quella meta desiderata alla quale siamo chiamati e verso la quale, come pellegrini di speranza, siamo in cammino: il Paradiso: la piena comunione dei santi nella Santissima Trinità”.

 

Dedicazione della chiesa Cattedrale

Nel corso della sua omelia l’arcivescovo Lomanto ha invece sottolineato come la Dedicazione della Chiesa è “il segno della nostra consacrazione a Dio: il vero tempio di Dio è l’uomo. Il mistero della Dedicazione del Tempio è l’offerta del nostro essere, del nostro spirito umano a Dio, affinché Egli ne faccia la sua dimora. La nostra vita è proprio questa dedicazione, questa consacrazione a Dio, questo sentirci presi, posseduti e abitati dal Signore. Essere cristiano vuol dire essere trasferito nel Regno di Dio, vivere già al di fuori dei condizionamenti terrestri”.

E sulla Scuola di Formazione Teologica di Base: “Ha lo scopo di offrire una formazione cristiana come educazione al rapporto con Dio, per consentire di incontrare realmente il Signore, lasciarsi abitare da Lui e vivere alla sua presenza”.

Ma è stato anche il momento per celebrare il Giubileo Diocesano dei laici: “Occorre anzitutto garantire alcune disposizioni affinché la grazia sia efficace in noi: la prima disposizione immediata è la nostra fede, cioè credere che Dio è particolarmente pronto, in questo tempo, a concederci la grazia; la seconda è il bisogno del perdono divino, il senso del nostro peccato, cioè sentire il bisogno di questa grazia; e infine il senso della nostra corresponsabilità per la grandezza della nostra santificazione e della nostra missione, perciò l’implorazione a Dio, perché questa grazia discenda, perché Dio ci perdoni, perché Dio ci rinnovi, perché Dio veramente ci faccia santi”.

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Giovedì 9 si celebra il Giubileo dei laici

Dedicazione della Chiesa Cattedrale

Giovedì prossimo 9 gennaio, si celebra la festa della Dedicazione della Chiesa Cattedrale. L’arcivescovo mons. Francesco Lomanto, alle ore 19.00, presiederà la concelebrazione Eucaristica nel Giubileo diocesano dei Laici. Una ricorrenza che rappresenta un momento particolarmente significativo per la vita della Diocesi: è la festa della comunità diocesana che riconosce nella chiesa Cattedrale il segno dell’unità e della comunione col Vescovo.

La messa sarà preceduta alle ore 18.00 dalla Prolusione tenuta da fra’ Gaetano La Speme ofm capp per l’inaugurazione del nuovo percorso annuale della Scuola di Formazione Teologica di Base Giovanni XXIII.

Sono invitate, in particolare, tutte le aggregazioni laicali che nell’occasione potranno celebrare il Giubileo.

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Si è conclusa la peregrinatio del corpo di Santa Lucia

Mons. Lomanto: “Incarniamo nella nostra vita quello che abbiamo ricevuto”

Ci resta l’immagine dei tanti pellegrini che sono accorsi per pregare, per ringraziare Santa Lucia. Adesso si tratta di continuare, di incarnare nella nostra vita quello che abbiamo ricevuto in emozioni, suggestioni, pensieri. Il modo più bello, semplice, vero, autentico e grande per poter ringraziare il Signore, e Santa Lucia per la sua presenza tra noi, è quello di mettere in pratica nella nostra vita, quanto abbiamo ricevuto, dare una continuità reale, visibile e concreta“.

L’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, è all’aeroporto di Sigonella per la ripartenza dell’insigne reliquia del corpo di Santa Lucia. Si è conclusa la peregrinazione del Corpo di Santa Lucia in Sicilia, nelle Chiese di Siracusa, Catania e Acireale. Prima della partenza la celebrazione eucaristica nella cappella della Base dell’Aeronautica militare di Sigonella: “Torniamo alla vita ordinaria, perché bisogna garantire, l’ordine, il servizio, la pace, la giustizia. Così anche nella vita cristiana bisogna discendere dal monte dal Tabor, per tornare nella propria vita giornaliera e costruire con pazienza, con forza, con prudenza il nostro avvenire, per tendere sempre più nella originalità della nostra vita, nella concretezza e nell’ordinarietà e costruire il di più al quale siamo chiamati” ha detto mons. Lomanto. “Gli eventi si concludono, si alternano, si susseguono ma ciò che conta è la continuità nella nostra vita“.

L’arrivo del corpo, custodito nel Santuario di Lucia a Venezia, il 14 dicembre scorso a Siracusa: poi la messa nel Santuario della Madonna delle Lacrime, e la processione fino alla Basilica di Santa Lucia al Sepolcro dove il corpo e il simulacro sono rimasti per l’Ottavario. Migliaia i devoti e i pellegrini che si sono recati in chiesa per rendere omaggio. Giorno 21 la processione di rientro nella chiesa Cattedrale e poi le celebrazioni con l’apertura dell’Anno Santo nel giorno di Natale. Dal 26 la peregrinatio prima a Carlentini, poi a Belpasso, Acicatena ed infine Catania con lo storico incontro con Sant’Agata.

Abbiamo ricevuto la grazia della visita del corpo di Lucia – ha detto l’arcivescovo Luigi Renna. La speranza cristiana ci viene offerta dai martiri. Quella fragile donna è divenuta una colonna della fede in Cristo. Guardando Santa Lucia diveniamo tutti colonne nella fede. Giunti, e non colonne, siamo noi quando manchiamo di rispetto al nostro prossimo viviamo nell’illegalità trascuriamo l’educazione dei figli frequentiamo maghi e fattucchiere. Voi genitori date esempio di una vita cristiana. La fede si trasmette con il buon esempio”.

Accoglienza in piazza Santa Lucia, ad Acicatena, dove il vescovo di Acireale Antonino Raspanti ha presieduto la celebrazione eucaristica: “E’ una festa scomoda – ha detto –. Noi ricordiamo una vicenda drammatica. Quello che accaduto a Lucia capita ai perseguitati. Ci insegna a come dovremmo operare con lealtà con rispetto. Oggi emarginiamo chi vuole compiere fino in fondo il proprio dovere. Guardiamo alla testimonianza che dobbiamo rendere nella nostra vita. Dobbiamo avere più coraggio”. Una visita storica, quella del corpo di Lucia, che ha unito le Chiese di Siracusa e Catania, e poi Acireale e Venezia. I fedeli hanno accolto e pregato insieme a santa Lucia.

Si è realizzata una comunione tra le diverse Chiese attorno alla Santa – ha detto don Gianmatteo Caputo, rettore del Santuario di Lucia a Venezia -. Questa visita può lasciare a tutti, anche alla chiesa di Venezia, la possibilità di vivere più profondamente la propria fede nella testimonianza di coloro che ci hanno preceduto nella fede e che ci hanno dato un vero esempio. La Deputazione in maniera instancabile ha seguito ogni fase di questo viaggio siciliano. Lo dico con profonda sincerità di cuore e anche con profonda gratitudine“.

Il prof. Salvatore Sparatore, tesoriere della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, sottolinea: “Proprio don Caputo ci ha fatto commuovere: quando eravamo da soli dentro la cappella di Sigonella, con la voce rotta dalla commozione, ci ha salutato e ci ha ringraziato per ciò che abbiamo fatto. Devo dire che è stata una splendida avventura. E’ stato un grandissimo privilegio poter accompagnare Santa Lucia in questo suo ritorno a casa in Sicilia. La commozione alla fine ha avuto il sopravvento anche nel momento in cui abbiamo caricato la cassa, perché veramente l’abbiamo sentita con il cuore. Ed è un’avventura che se fisicamente finisce, spiritualmente continua. Mi piace ricordare i volontari che hanno scortato il corpo per tutta la peregrinato: Emanuele Lo Giudice, Salvo Buccheri, Concetto Amenta, Massimo Rizza, Paolo Costa, Fabio Amato, Valerio Flaccomio, Piero Cavallaro, il maestro di Cappella Alessandro Zanghì ed il coordinatore tecnico l’ing. Andrea Noè“.

I componenti della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, Elena Artale e Francesca Patti, sono presenti a Sigonella: “Oggi potremmo dire che potrebbe essere il giorno più triste, in realtà non è così – spiega Elena Artale -: i nostri cuori devono essere pieni di gioia perché lei ci ha lasciato tanto. Dobbiamo essere felici, perché il suo passaggio non deve lasciarci indifferenti. Io sono convinta che i frutti, li vedremo, saranno subito evidenti e potremmo coglierli, perché la gioia che Lei ci ha dato in questi giorni è stata immensa. Noi non possiamo fare altro che esserle grati. Grati per ogni giorno trascorso con lei e anche di questo momento di tristezza, ma che tristezza non è. È solo gratitudine: l’abbraccio di Belpasso, di Acicatena, di Carlentini è stato veramente importante. Lei è voluta stare con noi e ci ha voluto lasciare qualcosa che ci porteremo per sempre. Dobbiamo essere eredi e testimoni del suo messaggio. La cosa che ha accumulato tutti è stata la gioia nel vederla arrivare e gli occhi pieni di lacrime ogni volta che è partita da un posto che lei ha visitato: non ha lasciato indifferenti nessuno, anche quelli che forse credono un po’ meno. Dovremmo fare tesoro di questa esperienza per costruire qualcosa di nuovo“.

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L'arcivescovo Lomanto ha aperto l'Anno Giubilare

“Con Lucia scegliamo il mistero di amore di Cristo”

Oggi, iniziamo l’Anno giubilare per la nostra Chiesa di Siracusa, «una ricca esperienza di grazia e di misericordia». Il Giubileo è un cammino interiore, un pellegrinaggio che dovrà portarci ad accogliere e ad incontrare nella fede Dio che in questo tempo ci concede la grazia del suo amore e della sua misericordia”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, presiedendo ieri la solenne celebrazione nel giorno di Natale nella chiesa Cattedrale alla presenza della reliquia del corpo di Santa Lucia.
Un momento storico per la Chiesa di Siracusa: grazie al privilegio concesso da Papa Francesco, l’arcivescovo Lomanto ha aperto l’Anno Santo nella Chiesa siracusana. Lomanto ha evidenziato che in questo Natale del Signore siamo invitati ad accogliere e a vivere un triplice pellegrinaggio: la venuta di Dio tra di noi, la visita di Santa Lucia da Venezia a Siracusa, l’avvio del Giubileo che ci vuole “Pellegrini di speranza”.
Il pellegrinaggio del Giubileo sia «una ricca esperienza di grazia e di misericordia».
Il Giubileo deve farci prendere coscienza della necessità del perdono di Dio, a livello personale e comunitario. Perciò è necessaria l’implorazione a Dio, la nostra preghiera, perché la grazia di Dio discenda, ci perdoni, ci rinnovi e ci faccia veramente santi”  ha detto l’arcivescovo.

Seguendo Santa Lucia

Poi il richiamo a Santa Lucia che indica il modo proprio di seguire il Signore: “Santa Lucia ci insegna ad entrare nell’intimità dell’amore di Dio e a rimanere uniti a lui nella comunione di un solo Spirito. Lucia testimonia il suo modo semplice e profondo di vita cristiana, la sua compartecipazione all’amore di Cristo, lo stile della tua risposta pronta e decisa al disegno di Dio.
Santa Lucia ci invita con la sua vita a entrare nel mistero di amore di Cristo, a scegliere la via della santità e della carità attraverso il dono di sé.
Stringersi attorno a una Santa […] significa avere visto la vita manifestarsi e scegliere ormai la parte della luce», che vuol dire: essere trasparenti, creare rapporti di vera comunione, cercare il bene dell’altro, costruire la pace intima e trasfonderla nella pace sociale, offrire al mondo un cammino di civiltà e di progresso fondato sulla giustizia e sulla verità del Vangelo. (…) Invochiamo lo Spirito Santo, affinché ci sostenga come Santa Lucia nel cammino della vita, ci doni di corrispondere pienamente al Signore, per costruire l’avvenire della Chiesa e il regno di giustizia, di verità e di pace
“.Domani mattina, giovedì 26, sarà celebrata una messa alle ore 8.00 e subito dopo il corpo partirà per Carlentini, da dove inizierà la peregrinatio nei centri siciliani: alle ore 11.30 l’arcivescovo Francesco Lomanto presiederà la celebrazione eucaristica in chiesa Madre.

Anno Santo

Papa Francesco nella bolla “Spes non confundit” ha stabilito che l’anno giubilare si aprisse il 24 dicembre con l’apertura della porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano. La domenica successiva il 29, festa della Santa famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, si celebrerà l’apertura del giubileo nelle altre chiese. Con una concessione straordinaria, proprio per la presenza del corpo di Santa Lucia a Siracusa, il Santo Padre ha permesso che l’anno giubilare si aprisse per la chiesa di Siracusa nel giorno di Natale.
Il segno peculiare della solenne apertura dell’anno è stato il pellegrinaggio con l’ingresso processionale dietro la croce: prima il raduno nella chiesa di Santa Lucia alla Badia in piazza Duomo seguito dal pellegrinaggio e dall’ingresso in Cattedrale.
Il pellegrinaggio è il segno del cammino di speranza del popolo dietro la croce di Cristo.
L’ingresso del popolo di Dio è avvenuto attraverso la porta principale sulla soglia e l’arcivescovo ha innalzato la croce, rivolto verso il popolo. Quindi si è diretto al fonte battesimale dal quale ha presieduto il rito della memoria del battesimo. L’aspersione con l’acqua è memoria viva del battesimo. La celebrazione della messa è stato il vertice del rito di apertura dell’anno giubilare.

La lapide in memoria di Santa Lucia

Al termine della celebrazione eucaristica è stata inaugurata una lapide su piazza Duomo, non per ricordare il passaggio di una eroina ma come segno e memoria che tutti i siracusani potranno leggere quando passeranno: un monumento che ricorda la presenza spirituale perenne di Lucia a Siracusa. Ad inaugurarla l’arcivescovo Lomanto ed il sindaco Francesco Italia con il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, Pucci Piccione.

Sulla lapide un passo preso da una preghiera composta dall’arcivescovo rivolta a Santa Lucia. Una lapide non per celebrare un evento ma un richiamo affinchè possiamo imitare le virtù dei santi.

Il pane donato da Ucsi e Assostampa

In occasione del Natale, ormai come tradizione da diversi anni, l’UCSI (Unione cattolica stampa italiana) e l’Assostampa hanno deciso di compiere un gesto concreto di solidarietà. Il segretario nazionale dell’UCSI, Salvatore Di Salvo, e il presidente dell’UCSI Siracusa, Alberto Lo Passo, hanno donato un quantitativo di pane destinato alle famiglie in difficoltà assistite dalla Caritas della chiesa Madre di Carlentini.

Le dirette a Carlentini

Il 26 dicembre, il Centro Televisivo diocesano trasmetterà in diretta (sulle pagine You Tube e Facebook di Arcidiocesi di Siracusa e Deputazione della Cappella di Santa Lucia) l’arrivo dell’insigne reliquia del corpo di santa Lucia a Carlentini (Siracusa). La diretta inizierà dalle ore 11.00 circa e terminerà dopo la celebrazione eucaristica in chiesa Madre, presieduta dall’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto.

La messa delle ore 19.30 sarà trasmessa sul canale You Tube di Radio Una voce vicina.
Venerdì 27, alle ore 12.00, la messa sarà trasmessa sul canale You Tube di Radio Una voce vicina
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Messaggio di auguri per il Natale 2024 dell'arcivescovo di Siracusa

Mons. Lomanto: “Alimentiamo il dono della corresponsabilità”

“Il Natale del Signore porti a tutti serenità, pace, gioia, salute. E alimenti in tutti il senso vivo del dono di sé, della partecipazione, della collaborazione e della corresponsabilità”. E’ uno dei passaggi del messaggio scritto per il Natale 2024 da mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa. “La celebrazione del Natale del Signore – ha scritto mons. Lomanto – ci doni la gioia di accogliere Gesù luce vera che illumina ogni uomo e tutta la nostra esistenza e orienta il nostro cammino nel tempo.
Questo è il mistero del Natale: una presenza che non ci abbandona: ovunque noi siamo egli è con noi. E noi diveniamo presenza viva del suo amore per “illuminare tutti i rapporti sociali”, per vedere in ogni uomo una benedizione per noi, per scorgere la luce del volto di Dio che ci illumina attraverso il volto del fratello”

 

Ecco il messaggio integrale di auguri per il Natale 2024 inviato da mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa
“La celebrazione del Natale del Signore ci doni la gioia di accogliere Gesù luce vera che illumina ogni uomo e tutta la nostra esistenza e orienta il nostro cammino nel tempo.
Nella lettera che Papa Francesco ha inviato alla nostra Arcidiocesi, in occasione del “pellegrinaggio” del corpo di Santa Lucia da Venezia a Siracusa, ci ha indicato a “stare dalla parte della luce”, per sperimentare “il nucleo incandescente di ogni vocazione, la risposta personale alla chiamata” di Dio, per essere “lievito e luce nella cultura e nella convivenza” umana, per vivere “l’intensa esperienza di popolo”, includendo gli ultimi, “i migranti, i profughi, i poveri”.
Questo è il mistero del Natale: una presenza che non ci abbandona: ovunque noi siamo egli è con noi.
E noi diveniamo presenza viva del suo amore per “illuminare tutti i rapporti sociali”, per vedere in ogni uomo una benedizione per noi, per scorgere la luce del volto di Dio che ci illumina attraverso il volto del fratello.
Il Natale del Signore porti a tutti serenità, pace, gioia, salute. E alimenti in tutti il senso vivo del dono di sé, della partecipazione, della collaborazione e della corresponsabilità.
Auguro di cuore ogni bene a tutti, alle vostre famiglie a tutti i vostri cari. Buon Natale a tutti!”.

 

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Il Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi nella chiesa Cattedrale

Il cardinale Semeraro: “Santa Lucia ci chiede di fare il primo passo”

La proposta che ci arriva è essere uomini e donne del primo passo. Santa Lucia viene da voi perché voi stessi siate uomini e donne del primo passo. Non aspettare che gli altri vengano da noi. Fare il primo passo per incontrarsi. (…) Papa Francesco domanda di incarnare questa parola“. Lo ha detto il cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, a Siracusa per presiedere la celebrazione eucaristica nella Chiesa Cattedrale alla presenza del corpo di Santa Lucia.

Il cardinale ha evidenziato che oggi: “a dispetto di uno sviluppo crescente dei mezzi e dei modi di comunicazione l’incontrarsi e il comunicare è davvero in grave crisi. La superficialità e l’anonimato della comunicazione stessa, infatti, stanno portando paradossalmente all’annullamento delle relazioni interpersonali vere e sta invece favorendo l’individualismo e l’isolamento In tale contesto diventa davvero urgente fare crescere la cultura dell’incontro di cui spesso parla anche il Papa“.

Il prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi è arrivato all’indomani dell’Ottava di Santa Lucia. Una lunga processione che ha riportato il simulacro di Santa Lucia ed anche il corpo, custodito a Venezia e traslato in Sicilia lo scorso 14 dicembre, dalla Basilica del Sepolcro alla Cattedrale. Migliaia le persone che hanno accompagnato le reliquie lungo tutto il percorso durato oltre nove ore. A mezzanotte Cattedrale gremita di fedeli per assistere alla reposizione del simulacro nella sua nicchia. Il corpo della martire resterà in cattedrale fino al giorno di Natale, quando l’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto aprirà l’Anno Santo. L’indomani partirà per la peregrinato in Sicilia tra Carlentini (Siracusa), Belpasso (Catania), Acicatena (Catania) e Catania.

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Preghiera di apertura dell’Anno Giubilare

Il cammino giubilare nella Chiesa siracusana avrà iniziò con la celebrazione eucaristica di apertura dell’Anno Santo presieduta dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto giorno 25 dicembre alle ore 11.00 nella Chiesa Cattedrale.
Considerata la solennità, l’arcivescovo ha chiesto a ciascun parroco di invitare il Popolo di Dio a partecipare, nella propria parrocchia, ad un momento di preghiera all’inizio di una Santa Messa del giorno di Natale. Esprimeremo in tal modo, uniti spiritualmente al nostro Vescovo Francesco, la comunione di Popolo pellegrino nella storia radunato attorno a Cristo unico pastore e sacerdote.

L’Ufficio Liturgico Diocesano ha predisposto uno schema per la preghiera di apertura dell’Anno Giubilare. Un rito molto breve da celebrare nelle nostre parrocchie all’inizio di una Santa Messa che prevede anche la recita della Preghiera del Giubileo dopo la Comunione.
La ricorrenza non permette, per ragioni pastorali, la convocazione del Presbiterio in Cattedrale, ma ciò non ci impedirà di vivere questo importante momento in comunione di intenti e di preghiera. Il rito propone quattro brani tratti dalla Bolla di Indizione Spes non confundit (i numeri 1 – 3 – 7 – 25).

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Lettera dell'arcivescovo, Francesco Lomanto, per l'Avvento

Accogliamo Gesù e viviamo i giorni della presenza del corpo di Lucia

Iniziamo il tempo forte dell’Avvento per prepararci ad accogliere Gesù che porta al mondo la luce di Dio e disponiamoci a vivere contestualmente, con intensa spiritualità, i giorni della presenza del Corpo di Santa Lucia a Siracusa che segnerà la conclusione dell’Anno luciano e il passaggio al tempo di grazia del Giubileo Santo dell’Anno 2025“.
Inizia così la Lettera per l’Avvento che l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha scritto alla Chiesa Siracusana, evidenziando il periodo che i fedeli si apprestano a vivere con “la venuta di Gesù, vera luce del mondo, e la visita del Corpo di Santa Lucia“.

Mons. Lomanto ricorda che la “celebrazione del Natale non è un semplice ricordo della venuta storica del Signore Gesù nato dalla Vergine Maria, ma è, soprattutto, il memoriale del mistero della sua presenza tra noi. Il credente partecipa del mistero ineffabile della continua venuta del Signore, accogliendo e incontrando l’Infinito che si rivela nella luce della notte di Natale. Papa Francesco ha scritto: «Ciò che si comunica nella Chiesa, ciò che si trasmette nella sua Tradizione vivente, è la luce nuova che nasce dall’incontro con il Dio vivo, una luce che tocca la persona nel suo centro, nel cuore, coinvolgendo la sua mente, il suo volere e la sua affettività, aprendola a relazioni vive nella comunione con Dio e con gli altri» (Lumen fidei, 35). Santa Lucia, corroborata dallo Spirito Santo, ha accolto la Parola incarnata che è Gesù, lasciandosi trasformare in luce che illumina di speranza il cammino della Chiesa“.

La presenza del corpo di Lucia

L’arcivescovo di Siracusa evidenzia che “la presenza del Corpo di Santa Lucia ‒ che porta nel suo nome il segno della luce di Gesù ‒ sostiene il nostro cammino di fede, consolida l’impegno della santità e della carità, facendoci testimoni veraci della morte e della risurrezione del Signore“.

E quindi “come Santa Lucia aneliamo alla santità per essere, innanzitutto, discepoli del Signore, trasparenza viva della sua presenza. Inseriamoci pienamente in Cristo per crescere nella santità di vita e per illuminare la vita degli altri con la luce divina che dà senso e valore, che indica la giusta direzione del cammino, che ravviva la speranza nel cuore dei credenti“.

La Madonna delle Lacrime e Santa Lucia

Due i punti di riferimento: “La Madonna delle Lacrime, a cui abbiamo dedicato un Anno mariano (2023), e Santa Lucia, che accoglieremo nelle sacre reliquie del suo Corpo, a conclusione dell’Anno luciano (2024), ci hanno accompagnato introducendoci nel Giubileo Santo del 2025 che celebreremo in comunione con tutta la Chiesa, a partire dal 25 dicembre 2024, giorno della nascita di nostro Signore Gesù Cristo. Questi eventi che segnano il cammino della Chiesa ci vedano impegnati, prima di tutto e al di sopra di tutto, a crescere nella luce della fede e nelle altre virtù della nostra Santa Patrona, per realizzare la conformità a Cristo nella quotidianità, l’ascolto e la messa in pratica della Parola di Dio, la testimonianza nella carità fraterna, il carisma dell’amore perfetto, e così crescere nella santità di vita ed essere profeti di speranza e costruttori della civiltà dell’amore“.

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