La Sicilia in pellegrinaggio ad Assisi per l’offerta dell’olio che alimenterà nel corso dell’anno la lampada alla tomba di San Francesco. Pellegrini sono arrivati da tutta la Sicilia per donare l’olio. Mons. Domenico Sorrentino, arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, ha accolto i vescovi siciliani, tra cui mons Francesco Lomanto, al Santuario della Spogliazione rappresenta un momento di comunione tra le Chiese.
Nel segno dell’umiltà, si rinnova l’impegno della Chiesa universale nel cammino di fede e servizio, radicato nei valori di Francesco d’Assisi e del Beato Carlo Acutis, dove in questo santuario riposano le sue spoglie.
Nel giorno del Transito di San Francesco, ha avuto ufficialmente inizio “La Sicilia ad Assisi”, le iniziative legate ai festeggiamenti in onore del Poverello che hanno fatto essere in Umbria oltre cinquemila pellegrini da tutta la Sicilia, ai quali si aggiungono i molti che hanno raggiunto Assisi in autonomia o, comunque, senza una organizzazione legata alle diocesi.
Ad Assisi, il Custode della Porziuncola Fr. Massimo Travascio ha accolto gli ospiti nel Refettorietto del Convento di Santa Maria degli Angeli. Fr. Massimo ha poi rivolto un messaggio di benvenuto a tutti i convenuti nella sala e alle numerose autorità presenti: mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, e il ministro provinciale di Umbria e Sardegna Fr. Francesco Piloni. Presenti anche mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, il Ministro Provinciale dei Frati Minori di Sicilia, fr. Antonino Catalfamo che ha appena concluso nei giorni scorsi la predicazione del Triduo in attesa della Solennità di San Francesco.
Uno dei momenti più attesi della giornata del Transito è la presentazione del riconoscimento “Frate Jacopa – Rosa d’Argento 2024”, giunta quest’anno alla sua 17° edizione. La Rosa d’Argento è attribuita ad una donna del nostro tempo testimone di fede, speranza e carità. viene consegnata ad una donna proveniente dalla Regione che offre l’olio per la tomba del Santo: la Sicilia. Il riconoscimento dell’anno 2024 è stato assegnato a suor Alfonsa Fileti, della diocesi di Acireale e proveniente da Trapani. “Non amo parlare di me stessa, ma accetto questo riconoscimento con gratitudine. Ringrazio tutti coloro che si adoperano con me per il bene degli ultimi. Questo premio è per loro” ha detto. Suor Alfonsa è originaria di Xitta, in Provincia di Trapani, e dopo la sua giovanissima consacrazione tra le Salesiane Oblate del Sacro Cuore, è stata inizialmente missionaria tra le difficili e complesse realtà della Calabria e poi direttrice di progetti di solidarietà per la Caritas di Reggio Calabria. Dopo essersi occupata dei malati di A.I.D.S. di Acireale, si è dedicata per più di 30 anni all’accoglienza di ragazze madri e famiglie in difficoltà alle quali si riesce a far riacquistare la fiducia perduta nonché speranza e gioia di vivere.
La consegna ufficiale è avvenuta durante la Celebrazione di apertura del Transito da parte del Custode della Porziuncola. Per mons. Antonio Raspanti, vescovo di Acireale e Presidente della CESi “La testimonianza di Suor Alfonsina , insieme alla Comunità Madonna della Tenda e alla collaboratrice Suor Rosalba ci ricorda che l’amore è prima di tutto presenza per l’altro. Dio, ancora una volta, sceglie la semplicità per manifestare la grandezza del suo amore“. Il riconoscimento “Frate Jacopa, Rosa d’argento 2024” a Suor Alfonsina Fileti, della diocesi di Acireale, consegnato ad Assisi in occasione delle celebrazioni per San Francesco, patrono d’Italia, rappresenta un tributo significativo al valore dell’impegno sociale nella nostra società. La presenza dei vescovi siciliani, guidati dal presidente della CESi mons. Antonino Raspanti, e delle autorità civili umbre e isolane, sottolinea l’importanza della collaborazione tra istituzioni nell’affrontare sfide sociali complesse: il messaggio che emerge è quello di un impegno collettivo per il bene comune, radicato nei valori di solidarietà e giustizia. La motivazione è stata letta dal Custode Fr. Massimo Travascio.
In serata, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, la celebrazione dei primi vespri nel “Transito di San Francesco”, presieduti da mons. Corrado Lorefice, arcivescovo metropolita di Palermo e vicepresidente della Conferenza episcopale siciliana. “Francesco si consegna prima al mondo come fratello, poi, nella sua morte, a Dio come creatura fragile, nuda e consapevole della propria appartenenza al Creatore. Il Transito, atto di restituzione finale al ‘Padre dei cieli’, diventa annuncio di una vita trasformata dalla fede. Il suo esempio ci invita a riscoprire la nostra condizione di creature mortali, chiamate a vivere in fraternità e in armonia con la Casa comune, la Terra, promuovendo pace e amore“.
Il testo completo dell’omelia di mons. Corrado Lorefice per i Primi vespri nel Transito di San Francesco
Nel pomeriggio, i vescovi di Sicilia sono stati in pellegrinaggio al Santuario della Spogliazione. “Cari confratelli della Sicilia è con grandissima gioia, con grande fraternità che vi do il saluto di questa nostra chiesa particolare e qui in questo Santuario perché come avete potuto subito vedere il Signore sta facendo grandi cose, molto più grandi di quello che io avrei potuto immaginare”, ha detto loro monsignor Domenico Sorrentino.
I vescovi siciliani al Santuario, monsignor Sorrentino: “Qui il Signore sta facendo grandi cose” (approfondimento e foto)
A concludere la giornata, la veglia di preghiera che ha visto la partecipazione dei giovani proveniente dalle diciotto diocesi dell’isola. A presiedere mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani e delegato CESi per i Giovani. Così il presule: “La Chiesa, oggi più che ami, deve mettersi in ascolto delle nuove generazioni. I giovani non cercano risposte preconfezionate, ma un cammino condiviso, uno spazio dove possono esplorare le loro domande esistenziali. Ascoltare, dunque, significa dare spazio al loro desiderio di autenticità e alle loro inquietudini, e far sì che il dialogo con loro non sia unidirezionale. Quando si parla della necessità che ‘i giovani devono crescere e noi dobbiamo diminuire’, si tocca un concetto evangelico profondo. Come Giovanni Battista ha affermato di dovere diminuire affinché Cristo crescesse, così noi siamo chiamati a favorire la crescita delle nuove generazioni, lasciando che la nostra esperienza sia un dono di accompagnamento. Questo non vuol dire abdicare al nostro ruolo, ma permettere che la novità e la freschezza dello Spirito fioriscano attraverso di loro. Gesù, nella sua missione redentiva, ci introduce in una prospettiva che supera il successo umano per entrare nel mistero della salvezza. Questo è anche il cammino di Francesco d’Assisi, un giovane che ha conosciuto il fallimento, ma ha trasformato quel fallimento in una ricerca di senso che ha irradiato la luce della santità. Ed è lo stesso cammino che possiamo offrire ai giovani di oggi: non una vita di successo, ma un cammino di accompagnamento, dove la crisi e le domande diventano porte verso una vita più piena. Infine, chiediamo il “miracolo della Santità per i giovani” che significa invocare un dono di luce e trasformazione. Maria, nella sua intercessione, ci mostra che la vera svolta della vita non è nei cambiamenti esteriori, ma in una trasformazione interiore, dove la nostra esistenza diventa sempre più conforme al progetto di Dio. Questo è il cammino verso la santità: lasciare che Dio trasformi il nostro cuore”.