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I dati diocesani dell’8 per mille

Il vicario generale dell’arcidiocesi, mons. Maurizio Aliotta, e il responsabile del Servizio per il sostegno economico alla Chiesa, prof Giuseppe Cugnohanno comunicato come sono stati spesi i soldi dell’8 per mille e come si ha intenzione di spenderli in futuro, anche in risposta a una generosa partecipazione che fa del nostro territorio uno dei più attivi verso la donazione alla chiesa cattolica. Sono di più, rispetto alla media nazionale, i contribuenti siracusani che scelgono di destinare l’8 per mille alla chiesa cattolica: su 182 mila 219 dichiarazioni dei redditi, il 93,7% di esse contiene la firma che destina il benefit previsto dalla legge in favore della chiesa cattolica. La media nazionale di contribuenti che operano la stessa scelta è dell’82,9%.
Nel 2012 la diocesi ha ricevuto dalla Cei circa 2 milioni 800 mila euro dai fondi dell’Otto per mille. Una metà è stata impegnata per il sostentamento di parroci e parrocchie. L’altra metà è andata ripartita, più o meno in forme uguali, tra le opere di culto e pastorali (739 mila euro) e le opere di carità (600 mila euro). A queste ultime bisogna aggiungere anche 700 mila euro giunte dalla Caritas nazionale, sempre dai fondi dell’Otto per mille. Grazie a questi fondi sono state realizzate importanti opere: 1 milione e 200 mila euro per la chiesa di San Metodio, in contrada Palazzo; altrettanti per Santa Chiara a Priolo e per l’oratorio di San Filippo Neri a Canicattini. Sempre grazie all’Otto per mille è in costruzione il complesso parrocchiale di San Giuseppe Innografo a Augusta (3 milioni 200 mila euro in totale).
Nell’emergenza sbarchi la diocesi interviene, con i fondi dell’8 per mille, per sopperire a carenze strutturali. “Portiamo – spiega mons. Aliotta – nei centri di prima accoglienza ciò che serve; come viveri e indumenti. Poi sosteniamo la parrocchia di Bosco Minniti, che è un punto di riferimento di accoglienza costante. E non bisogna dimenticare che l’emergenza ha incrementato il fabbisogno delle mense parrocchiali: da 40 persone al giorno siamo passati a 60-70”. Per i progetti che mons. Aliotta chiama “di sistema”, è già attiva la Fondazione Comunità Val di Noto. “Ha lo scopo – spiega – di sostenere una ventina di progetti pensati per produrre occupazione”. Con 650 mila euro dai fondi dell’Otto per mille, quindi, crescono iniziative come “Frutti degli Iblei”, un progetto di produzioni agricole: “Grazie a questi progetti – dice mons. Aliotta – siamo stati in grado di inserire nel lavoro alcuni ex senzatetto ospiti della casa di solidarietà Sara e Abramo, utilizzando le competenze di ciascuno di loro”.

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Migrazioni forzate e accoglienza

Ripensare le migrazioni. L’invito arriva da Augusta (Siracusa) dove si è tenuto il convegno dell’Ufficio regionale per le Migrazioni e dell’Ufficio regionale per la carità della Cesi.  Ripensare le migrazioni per la necessità di ripensare la strategia dell’accoglienza. Caritas e Fondazione Migrantes propongono di andare a prelevare i rifugiati direttamente nei luoghi limitrofi ai conflitti o garantire loro la possibilità di chiedere asilo politico presso le ambasciate senza bisogno di arrivare in Italia. Una realtà lontana, troppo lontana. Della quale veniamo a conoscenza dai racconti drammatici: “Ha solo sedici anni – spiega Simona Cascio di AccoglieRete – ma è segnata da torture e abusi. Una ragazza nigeriana si è ritrovata sola nel 2012, quando una bomba in chiesa ha ucciso entrambi i genitori. E’ durato alcuni anni il suo viaggio fino alla Libia e poi in Italia.  Mesi terribili che non sarà facile farle dimenticare. E sono tantissimi i casi di torture con le scosse elettriche. La violenza, soprattutto sui più piccoli ed indifesi, sta aumentando perché manca un controllo. Un giovane eritreo è partito con tutta la famiglia, erano in cinque. E’ stato un lento sterminio. E’ arrivato in Sicilia da solo”.
La Sicilia vive un momento difficile. Fa autocritica l’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo: “Dobbiamo riconoscere che pur in presenza di tanta generosità da parte dei singoli e di gruppi impegnati , le nostre comunità non mostrano di essere, nel loro complesso sensibili a relazionarsi con la realtà drammatica della migrazione. Diffidenza e paure inconfessate, difficoltà di aprirsi a ciò che è nuovo, costituiscono un barriera difficile da superare. Occorrono passi perché le nostre Chiese non si ritrovino dalla parte opposta a quella nella quale si trova Dio”. Le criticità comuni alle diocesi di Agrigento, Palermo, Piana degli albanesi, Ragusa e Siracusa riguardano lo scarso preavviso, la mancanza di chiarezza relativa alla durata della permanenza degli ospiti nelle strutture di accoglienza, la pianificazione dei servizi, la lentezza burocratica nel rilascio dei documenti.
Nella due giorni siracusana sono stati forniti numeri, dati, raccontate testimonianze di chi vive quotidianamente l’accoglienza. Kabà, senegalese, ringrazia padre Angelo per l’abbraccio che lo ha fatto sentire in famiglia, a casa. Vive nella parrocchia Santa Lucia ad Augusta: la comunità si prende cura del vitto, alloggio e studio di tre ragazzi. C’è padre Carlo, da anni punto di riferimento di centinaia di migranti, e sempre ad Augusta padre Giuseppe. A Priolo, una comunità parrocchiale è pronta ad accogliere quattro ragazzi. Forme di affido. Quelle veramente tali sono una quindicina. Ma esistono i tutor, circa 60 per oltre 200 minori. Sono stati la risposta all’arrivo in massa dei minori non accompagnati. Coppie e famiglie che hanno sentito il bisogno di accogliere.

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Si presentano i dati dell’8 per mille

Giorno 4 giugno, alle ore 10.30, nei saloni dell’ex Museo diocesano in Arcivescovado, piazza Duomo 5 a Siracusa, avrà luogo la conferenza stampa di presentazione dei dati relativi all’8 per mille nella Diocesi di Siracusa.
Saranno presenti il vicario generale dell’Arcidiocesi, mons. Maurizio Aliotta, ed il responsabile del Servizio per il sostegno economico alla Chiesa, prof. Giuseppe Cugno.
Nel corso dell’incontro saranno forniti i numeri relativi alle somme spese in Diocesi, grazie ai siracusani che hanno donato in dichiarazione l’8 per mille alla Chiesa Cattolica. E saranno anche presentati gli spot realizzati a livello diocesano. Ogni firma è un segno che racchiude un significato profondo: è la capacità di pensare agli altri, anche a chi è lontano. Una scelta che va confermata tutti gli anni. La firma sulla dichiarazione non costa nulla ed è un segno della partecipazione attiva e consapevole alla vita e alla missione della Chiesa.

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Si conclude la Festa di Santa Lucia

Quasi terminato l’Ottavario è tutto pronto per la processione che riporterà il simulacro della patrona Santa Lucia in Cattedrale concludendo così la Festa del Patrocinio di Santa Lucia. 
Domenica 11 maggio, alle ore 11.30, celebrazione nella chiesa di Santa Lucia alla Badia presieduta dal parroco della Cattedrale, mons. Salvatore Marino. Alle ore 19,00 processione delle Reliquie e del Simulacro della Santa Patrona attraverso il percorso storico per le vie di Ortigia. Alle ore 21,30, ingresso delle reliquie e del simulacro in Cattedrale e chiusura della nicchia della Cappella. 
Per gli eventi collaterali sabato alle ore 21,00 in Cattedrale: Concerto “Dedicato a Lucia” con Olga Romanko e Irina Loskova promosso dalla Chiesa Cattedrale in collaborazione con Kairòs e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio di Siracusa.

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Il vescovo Gisana alla festa di Santa Lucia

 “Il modo migliore per accogliere con fede le spoglie mortali di Santa Lucia nel prossimo dicembre è seminare nella vita di ogni giorno quegli stessi semi di fede, di speranza e carità che hanno reso vigorosa la testimonianza della nostra patrona Santa Lucia, tanto che è diventata la Santa della Luce di Gesù Cristo in tutto il mondo”. Così l’arcivescovo di Siracusa, Mons. Salvatore Pappalardo conclude la sua riflessione dal balcone dell’Arcivescovado davanti ad una piazza Duomo in festa che circonda il simulacro di Santa Lucia.
“Anche se i problemi, le preoccupazioni, e le sofferenze oggi sono così pesanti, Dio è più grande, il suo amore è più potente. Quando tutto sembra perduto, Lui è capace di ifare cose belle e nuove. Non smarriamo mai la nostra speranza in Dio. I Santi e i martiri con la loro vita ci danno una prova reale e tangibile della presenza di Dio, soprattutto quando le difficoltà sembrano prendere il sopravvento. La loro testimonianza ci garantisce che Dio è più grande di tutte le avversità. Domenica scorsa, Papa Francesco ci ha presentati Papa Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII come modelli da imitare. La Resurrezione può diventare visibile anche oggi nel nostro modo di vivere la carità: vincendo il male con il bene, soccorrendo chi è nel bisogno, vivendo nella legalità, cercando di compiere la volontà di Dio, una volontà di pace e di amore per tutti”.
A presiedere la solenne celebrazione eucaristica nella festa del patrocinio della martire siracusana è stato il vescovo di Piazza Armerina, mons. Rosario Gisana. In Cattedrale anche una rappresentanza di fedeli da Monopoli. Il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, avv. Giuseppe Piccione, ha accolto il sindaco Giancarlo Garozzo, il prefetto Armando Gradone, il vicepresidente della Regione Siciliana Patrizia Valenti, e le autorità civili e militari.
“Il senso vero della fede nasce da Dio che in Gesù ha proclamato la vittoria sulla morte – ha detto mons. Gisana -. Una proposta di fede che ci viene in un giorno così bello, nel quale celebriamo una testimone della fede. Il senso della vita oggi può trascinarci nel vuoto: viviamo angosce ed inquietudini, sogni non realizzati. Ma noi credenti, nonostante le condizioni difficili, il lavoro che non c’è, le situazioni di sofferenza, non possiamo dire che la vita non ha senso. Eppure stentiamo a vivere in anticipo il mistero della nostra vita credente. Entriamo nel percorso di maturazione della fede! Noi dobbiamo dare testimonianza tutti i giorni della Resurrezione: è un atto di fede per vivere in maniera diversa la quotidianità. Ed invece noi volgiamo lo sguardo altrove, a degli idoli che adoriamo. Nei momenti di scoramento apriamo le Scritture. Ed ancora impariamo a riconoscere il corpo del Signore nei fratelli e nelle sorelle. È una celebrazione che continua nei poveri e nei deboli”.
In piazza Duomo il tradizionale lancio delle quaglie ha salutato Santa Lucia, che è stata portata in spalla dai berretti verdi nella chiesa di Santa Lucia alla Badia dove resterà per l’Ottavario.

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Festa del patrocinio di Santa Lucia

Sarà il neo vescovo di Piazza Armerina, mons. Rosario Gisana, a presiedere la solenne concelebrazione eucaristica domenica 4 maggio, Festa del Patrocinio di Santa Lucia. Sabato 3, l’apertura della nicchia in Cattedrale che custodisce il simulacro della Patrona e subito dopo la traslazione sull’altare. Domenica la celebrazione eucaristica e poi la processione che porterà il simulacro nella chiesa di Santa Lucia alla Badia per l’Ottavario. In piazza Duomo avrà luogo il tradizionale lancio delle colombe. Durante l’Ottavario il Venerato Simulacro di S. Lucia resterà esposto dalle ore 8,00 alle ore 21,30.
Domenica 11 maggio, alle ore 11.30, celebrazione a Santa Lucia alla Badia presieduta dal parroco della Cattedrale, mons. Salvatore Marino. Alle ore 19,00 processione delle Reliquie e del  Simulacro della Santa Patrona attraverso il percorso storico per le vie di Ortigia. Alle ore 21,30, ingresso delle Reliquie e del Simulacro in Cattedrale e chiusura della nicchia della Cappella che custodisce il Simulacro.
“Si rinnova dal 1647 il rapporto di amore tra Santa Lucia e la città di Siracusa – ha detto l’avv. Giuseppe Piccione, presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia –. Nei momenti di bisogno la città ha sempre invocato la sua patrona che ha sempre risposto. Una festa che ha una particolare importanza perché è in preparazione all’evento di dicembre che vedrà le spoglie d Santa Lucia per la seconda volta a Siracusa”.
Tanti gli eventi collaterali alla festa. Mercoledì 7 maggio alle ore 19,00 a Santa Lucia alla Badia, la messa animata dal Movimento Apostolico Ciechi di Siracusa. Alle ore 20,00 la conferenza su Agata e Lucia: “Storia e culto alle Sante Martiri nella città di Catania”, a cura della dott.ssa Marina Cafà della Fondazione Puglisi Cosentino di Catania in collaborazione con l’Associazione Cultur’Arte Santa Lucia di Siracusa. Giovedì 8 dalle ore 9,00 alle 13,00 alla Cittadella dello Sport: “Festa a Lucia”, incontro sportivo organizzato dalla associazione Cultur’Arte Santa Lucia in collaborazione con l’Assessorato Politiche Sportive del Comune di Siracusa, il Centro Sportivo Italiano. Alle ore 19,45, itinerario guidato alla mostra “Arma Christi” allestita presso la Cappella Sveva e promossa dalla Chiesa Cattedrale in collaborazione con Kairòs Turismo Cultura Eventi. Venerdì 9 alle ore 19,45, itinerario guidato delle Edicole votive di Santa Lucia in Ortigia in collaborazione con Kairòs e con partenza dal sagrato della Cattedrale. Sabato 10 alle ore 21,00 in Cattedrale: Concerto “Dedicato a Lucia” con Olga Romanko e Irina Loskova in collaborazione con Kairòs e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio di Siracusa.
La festa del Patrocinio di Santa Lucia, più comunemente definita come Santa Lucia delle quaglie (appellativo per definire i colombi), si svolge le prime due domeniche di maggio per ricordare il miracolo avvenuto nel maggio 1646 quando nella città di Siracusa divampava la carestia e improvvisamente giunsero nel porto aretuseo delle navi cariche di grano e di altro cibo. Una colomba entrò nel Duomo comunicando così alla popolazione il miracolo.

 

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L’origine è nel Mistero Pasquale

Nella Chiesa Cattedrale, l’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo ha conferito l’ordinazione presbiterale al diacono don Marco Ramondetta della comunità parrocchiale Sant’Antonio di Padova a Siracusa e l’ordinazione diaconale all’accolito Antonio Bianca della comunità parrocchiale San Giovanni Battista all’Immacolata a Siracusa.
“Tutta la liturgia del tempo pasquale, carissimi fratelli e sorelle, è un itinerario mistagogico che ci conduce a vivere in pienezza il mistero di Cristo Crocifisso e Risorto, di cui siamo resi partecipi mediante la fede e i sacramenti. Facciamo perciò tesoro di ogni singola celebrazione – ha detto l’arcivescovo – ; nutriamo il nostro spirito di quella ricchezza dottrinale che ci offrono i testi liturgici; impariamo soprattutto a riconoscere il Signore, presente nella sua Parola, nell’Eucaristia, nella comunità ecclesiale. E’ da questa sorgente, la celebrazione liturgica, che trae origine e si sviluppa l’autentica spiritualità cristiana. Una spiritualità che non si esaurisce nella sfera religiosa; viceversa, attingendo al ricco patrimonio della fede, è una spiritualità che ci rende capaci di vivere più intensamente la nostra vita quotidiana e ci permette di riconoscere i segni della presenza del Signore Risorto negli eventi e, soprattutto, nella storia e nel volto degli uomini e delle donne che intersecano le strade della nostra esistenza.   Il ministero sacro al quale voi, carissimi Marco e Antonio, venite ora promossi, rispettivamente all’Ordine del Presbiterato e del Diaconato, ha nel Mistero pasquale la sua origine”.
 

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Ordinazione sacerdotale

Venerdì prossimo, 25 aprile, alle ore 19.00, nella Chiesa Cattedrale, l’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo presiederà la messa e conferirà l’ordinazione presbiterale al diacono don Marco Ramondetta della comunità parrocchiale Sant’Antonio di Padova a Siracusa e l’ordinazione diaconale all’accolito Antonio Bianca della comunità parrocchiale San Giovanni Battista all’Immacolata a Siracusa.
Marco Ramondetta, 31 anni, ordinato diacono lo scorso 18 ottobre, ha terminato gli studi in sacra Teologia a febbraio. Ha vissuto il suo sesto anno di cammino al sacerdozio conciliando lo studio per la tesi, gli impegni della vita comunitaria in Seminario e il servizio di assistenza all’Arcivescovo impegnato nella Visita pastorale, occasione che gli ha permesso di conoscere meglio le diverse realtà parrocchiali della Diocesi.
Antonio Bianca, ammesso tra i candidati all’Ordine sacro del diaconato lo scorso 4 novembre, ha ora terminato il cammino per i diaconi permanenti, seguito da mons. Salvatore Marino.
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“Il mio pensiero va agli immigrati”

“In questo momento il mio pensiero va ai tanti immigrati sbarcati ad Augusta con tutte le problematiche connesse a questo fenomeno. E ai tanti volontari che offrono il loro servizio riuscendo a coprire tante situazioni di emergenza e di mancanza di risorse necessarie”. Perchè sia una Pasqua di speranza bisogna partire dalle situazioni che ci circondano. L’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo, incontrando questa mattina gli operatori dei mezzi di comunicazione, ha voluto dare il suo significato alla Pasqua come “passaggio dalla morte alla vita di Nostro Signore. Nella liturgia è la Vita nuova che Dio dona al Figlio ed in lui a tutti gli uomini. La Pasqua è la festa della vita nuova e della speranza. Ma deve esserlo veramente per tutti!”.

Il Pastore della chiesa siracusana ha ricordato le parole di Papa Francesco: “Cristo risorto e glorioso è la sorgente profonda della nostra speranza”. Ed ha sottolineato: “Questo pensiero ci deve accompagnare. Il Papa ci ricorda la gioia del Vangelo. Si parla di gioia quando l’uomo trova una pienezza di senso nella propria vita. E’ Cristo che da speranza. Per questo ci deve essere un’apertura in maniera nuova alla vita. Per questo il mio pensiero va ai tanti immigrati sbarcati ad Augusta. Le autorità civili preposte a questo servizio si stanno spendendo per dare la migliore accoglienza in assenza totale delle strutture e di una normativa che preveda come meglio potere accogliere queste persone che chiedono aiuto. Ci si sta scommettendo al meglio di fronte al fenomeno. Il prefetto, che coordina, e le autorità militari. Io sono rimasto bene impressionato da come stanno affrontando il fenomeno delle migrazioni con tutte le problematiche. Penso ai tanti volontari che offrono il loro servizio, e la loro opera riesce a coprire tante situazioni di emergenza. E la speranza cristiana che ci deve accompagnare. E se c’è questa apertura alla vita, c’è anche il rispetto della dignità della persona. E’ un modo per far crescere il bene nel cuore di ogni uomo”. E rivolgendosi ai giornalisti: “A voi che narrate i fatti della cronaca, dovete ricordare di narrarli nella maniera obiettiva. Ma si possono mettere in evidenza questi segni di speranza. Segni di speranza che ci proiettano verso situazioni nuove che si presentano. A voi che siete impegnati in questo servizio auguro una carica di speranza vera, in modo che narrando i fatti della cronaca possiate narrarli evidenziando il bene che non è poco così nel cuore di ogni uomo potrà crescere fiducia e speranza fraterna”.

Presente il consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Santo Gallo, è stato il segretario provinciale dell’Assostampa, Aldo Mantineo, ha sottolineare: “Noi raccontiamo la cronaca e i nostri territori e cerchiamo di farlo al meglio delle nostre capacità, pur con tutti i limiti. Ma ad esempio nel fenomeno dei flussi migratori siamo passati dall’emergenza ad una presenza costante”. Mantineo, insieme al presidente provinciale dell’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana), Salvatore Di Salvo, ha donato all’arcivescovo una forma di pane, in segno simbolico del gesto di solidarietà di Assostampa ed Ucsi che hanno regalato il pane per il giorno di Pasqua all’Istituto delle Suore francescane missionarie di Maria che assistono migranti, minori, ma anche diverse famiglie siracusane. “Il nostro obiettivo – ha concluso Di Salvo – deve essere mettere al centro l’uomo che ha bisogno di essere valorizzato e non calpestato”.

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Gli auguri di Pasqua di mons. Pappalardo

Sabato prossimo, 19 aprile, alle ore 10.00, in Arcivescovado (piazza Duomo 5 a Siracusa) avrà luogo il tradizionale scambio di auguri alla vigilia della Santa Pasqua.
L’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, ha il piacere di incontrare i giornalisti e gli operatori della comunicazione per una riflessione sul significato della Pasqua di Resurrezione.

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