Archivi della categoria: Primo piano

Laudato si: giornate per la custodia del creato

L’Arcidiocesi di Siracusa celebra nel mese di ottobre, il mese del Creato. Cinque appuntamenti tra Siracusa e Augusta. “Come ormai tradizione consolidata nell’Arcidiocesi di Siracusa la “Giornata della Custodia del creato” per motivi pastorali è da tempo stata trasferita nelle vicinanze della festa di San Francesco nei primi di ottobre. Quest’anno – ha spiegato don Angelo Saraceno, direttore dell’Ufficio per la Pastorale sociale e lavoro – ricorre la 10° Giornata che ha per tema: “Un umano rinnovato, per abitare la terra”. Siamo grati al nostro Papa per il rinnovato impegno  ed attenzione al Sociale che sta infondendo a tutta la Chiesa e non ultimo con il dono della sua Enciclica “Laudato sì” anche a tutti gli uomini. Ci sentiamo fortemente interpellati dal Vangelo, dal nostro Papa Francesco e dalle nostre coscienze circa la situazione del nostro territorio fortemente compromesso nel campo dell’inquinamento (cf Laudato sì 20) e sentiamo il bisogno come Chiesa di essere più protagonisti nella sua custodia”.

Venerdì 2 ottobre, al Centro Caritas in via Frixa ad Augusta alle ore 18.30, Don Nisi Candido, Direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio di Siracusa, si soffermerà su “Il Vangelo della creazione”. L’incontro, moderato dal prof. Marco Fatuzzo, sarà preceduto da un momento dinamico introduttivo dal titolo “Del Signore è la terra” dell’Équipe Nuovi Stili di Vita. Sabato 3 ottobre in tutte le comunità “Veglia di preghiera”. Presso la Chiesa S. Chiara a Priolo Gargallo, Veglia di preghiera Diocesana alle ore 20.00, dal titolo “Rinnovare l’umano per custodire il creato”.  Guiderà don Maurizio Aliotta, Direttore Ufficio Pastorale della Cultura e le Comunicazioni Sociali. Domenica 4 ottobre in tutte le Messe recita della preghiera del Papa “Laudato sì”. Venerdì 9 ottobre a Palazzolo ore 18.30 presso Palazzo Comunale, “Laudato sì”: “Ambiente e salute” con Santo Fortunato del Servizio di Bioetica Studio Teologico S. Paolo – Catania. Modera il prof. Emanuele Messina.

Lunedì 26 ottobre nel Santuario della Madonnina delle lacrime a Siracusa, alle ore 18.00, presentazione dell’Enciclica “Laudato sì” da parte di Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto e neo Presidente della Pastorale sociale e del lavoro della CEI. L’incontro, dal titolo “Enciclica Laudato si’: quali impegni per la comunità”, sarà moderato da don Angelo Saraceno. L’arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo porterà il saluto iniziale. 
L’iniziativa è proposta dall’Ufficio Pastorale sociale e lavoro, Ufficio per la cultura e le comunicazioni sociali, dall’Istituto San Metodio, dall’Ufficio per l’Ecumenismo, Azione Cattolica, Gruppo Nuovi Stili, Fondazione Emmaus , Focolarini, Progetto Policoro.

condividi su

“Grazia, Misericordia e pace” guida del cammino

L’arcivescovo di Siracusa, monsignor Salvatore Pappalardo, ha consegnato alla Diocesi 
nel corso dell’Assemblea Pastorale, la sua Lettera “Grazia, Misericordia e pace”.
Al Santuario della Madonna delle Lacrime è stato il vicario generale, mons. Sebastiano
Amenta, a presentare la lettera nell’Anno Santo della Misericordia.
“Con essa – spiega mons. Amenta – ci chiama a percorrere il cammino dell’Anno Santo della Misericordia indetto da Papa Francesco. 
La lettera è stata chiaramente provocata dall’indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia e traccia il cammino che la nostra Chiesa è chiamata a percorrere lungo l’Anno Santo. L’Arcivescovo muove anzitutto dalla considerazione che l’amore misericordioso e viscerale di Dio verso ogni creatura chiede di essere accolto per poi tradursi nella nostra vita in opere. Quelle che sono dette opere di misericordia, ci viene ricordato, trovano la loro sorgente nel Padre che è grande nell’amore e ricco di misericordia, un Padre che non esige sacrifici rituali, ma che desidera l’offerta del solo sacrificio di un cuore contrito. Per essere misericordiosi com’è misericordioso il Padre nostro che è nei cieli e perché le nostre opere possano qualificarsi come opere di misericordia,
è necessario che ci riconosciamo bisognosi della misericordia divina. Il primo passo allora che 
l’Arcivescovo chiede a tutti noi di compiere è quello della conversione e del perdono. Scrive 
infatti: “Abbiamo bisogno di perdono, di perdonarci e di essere perdonati. Siamo ancora una
Chiesa troppo ripiegata su sé stessa, che vive frammentata al suo interno e in modo autoreferenziale” 
– in questo fa propria un’espressione usata spesso da Papa Francesco – per poi riprendere dicendo 
“desidero che la comunità diocesana viva l’Anno Santo come un tempo privilegiato per ripuntare 
il nostro sguardo su Cristo perché solo con lo sguardo fisso su Gesù e il suo volto misericordioso 
possiamo cogliere l’amore della SS. Trinità”.
Detto questo, allarga il suo sguardo sulla nostra realtà e, traendo ispirazione dall’icona evangelica 
del Buon samaritano, l’Arcivescovo guarda le ferite sanguinanti di tanti nostri fratelli e sorelle: i 
profughi, i disoccupati, i malati, gli anziani soli e sofferenti. Non trascura di soffermarsi sui peccati 
che procurano tante di quelle ferite individuandone qualcuno: un’economia depressa che non conosce 
seri e competenti piani di azione volti a rilanciarla, una mentalità egoistica che non di rado è 
segnata da forme di mafiosità dalle quali non riusciamo ad affrancarci, una sanità spesso incapace 
di fornire un’adeguata assistenza specie ai più poveri, una politica troppo spesso in ostaggio di 
interessi particolari, l’assenza di prospettive per i giovani la gran parte dei quali, anche dopo una 
brillante carriera di studi, resta inoccupata o è costretta ad emigrare. Sono ferite gravi, dice il 
nostro Arcivescovo, ma che possono rimarginarsi e guarire. In questa parte della lettera si concentra
su altrettante ragioni di speranza riferendosi ai tanti uomini e donne di buona volontà che nella 
nostra diocesi operano nei vari campi, da quello del volontariato a quello delle professioni,
apprezzandone la grande dedizione. Vivere l’Anno Santo della misericordia come un momento 
privilegiato di conversione del cuore potrà segnare in profondità la nostra vita, personale, ecclesiale 
e sociale e potrà aiutarci nel superamento di quella crisi etica nella quale siamo immersi da anni 
e che è tra le cause prime del diffuso malessere in cui viviamo. Scrive l’Arcivescovo: “Per questo mi 
rivolgo a tutti gli uomini e le donne di buona volontà della nostra Chiesa siracusana: non lasciamoci 
derubare della speranza, ma lasciamo che la luce della Resurrezione di Cristo allontani le tenebre 
che sembrano prevalere. Come ci esorta il Papa, quest’Anno Giubilare ci renda più aperti al 
dialogo per meglio conoscerci e comprenderci; elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed 
espelli ogni forma di violenza e di discriminazione”. In questo senso diventa particolarmente pregnante 
l’appello che l’Arcivescovo rivolge anche ai non credenti affinché ci si possa incontrare sul terreno 
di alcuni valori condivisi come quello della umana solidarietà e del bene comune. Una lunga sezione 
della lettera è indirizzata ai parroci. In essa l’Arcivescovo chiede loro di valorizzare tutto il bello ed 
il buono che le nostre comunità ecclesiali possiedono, affinché veramente la misericordia possa 
diventare la trama che regge il tessuto della vita delle nostre comunità. Le opere di misericordia 
corporali non possono non essere accompagnate da quelle spirituali: in merito l’Arcivescovo chiede
una rinnovata carità pastorale verso le famiglie in crisi. Tutti noi ben comprendiamo” – continua 
l’Arcivescovo – “le ragioni della scelta del Tempio dedicato alla Madonna delle Lacrime. Il Santuario 
di Siracusa sembra anche richiamare in sé le numerose chiese dedicate alla Vergine nella nostra 
Diocesi e che sono come una costellazione splendente nel nostro cielo. Esse sembrano tracciare 
l’itinerario di un pellegrinaggio che partendo da quello di Adonai di Brucoli, ritenuto il più antico, 
si conclude nella Casa del Pianto di Via degli Orti passando per tutti i paesi della nostra Diocesi. 
Un cammino che attraversa non solo il territorio, ma anche la storia della nostra Chiesa. Le lacrime
di Maria diventano così anche il segno della sua presenza materna accanto a ciascuno di noi, un 
segno concreto della misericordia del Padre che da sempre vuole raggiungere ogni suo figlio attraverso
la carezza della Madre, un richiamo continuo alla nostra conversione”.
A seguire don Aurelio Russo, docente di Sacra scrittura all’Istituto teologico “San Metodio”, 
ha presentato il sussidio pastorale per il nuovo anno dal titolo “Viscere di Misericordia nel 
Vangelo di Luca”. 
condividi su

Si è dimesso l’arcivescovo di Messina

Il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi metropolitana di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, presentata da mons. Calogero La Piana, per motivi di salute, in conformità al can. 401 del Codice di Diritto Canonico. 
Il Santo Padre Francesco ha nominato Mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale, Amministratore Apostolico dell’Arcidiocesi di Messina Lipari Santa Lucia del Mela.
condividi su

Assemblea pastorale diocesana

L‘arcivescovo di Siracusa monsignor Salvatore Pappalardo ha convocato l’Assemblea Pastorale Diocesana per oggi, giovedì 24 settembre alle ore 18.00, nella cripta del Santuario della Madonna delle Lacrime. 
Sarà il vicario generale dell’Arcidiocesi, monsignor Sebastiano Amenta, a presentare la lettera pastorale dell’arcivescovo dal titolo “Grazia, Misericordia e pace”. L’arcivescovo ci chiama a percorrere il cammino dell’Anno Santo della Misericordia indetto da Papa Francesco. La lettera traccia il cammino che la nostra Chiesa è chiamata a percorrere lungo l’Anno Santo. Ci invita ad essere concreti nella vita della nostra Chiesa attraverso i gesti che compiamo, soprattutto nei confronti delle persone povere e di quelle emarginate, malate e sofferenti, affinché i segni che poniamo siano sempre all’insegna della misericordia.
A seguire don Aurelio Russo, docente di Sacra scrittura all’Istituto teologico “San Metodio”, presenterà il sussidio pastorale per il nuovo anno dal titolo “Viscere di Misericordia nel Vangelo di Luca”. 
 

condividi su

Ogni bambino abbandonato è un grido che sale a Dio

“Nessun bambino sceglie per contro suo di vivere in strada”: così il Papa, nell’udienza ai partecipanti al Simposio internazionale sulla Pastorale della strada, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Migranti e gli itineranti. Dal Pontefice anche la condanna della tratta e della corruzione, che aggravano le ingiustizie contro i più deboli, e l’esortazione a tutelare e promuovere la dignità di donne e bambini di strada. “I bambini e le donne della strada non sono numeri, non sono “pacchi” da scambiare: sono esseri umani con un proprio nome e un proprio volto, con un’identità donata da Dio a ciascuno di loro. Sono figli di Dio come noi, uguali a noi, con gli stessi nostri diritti”. Papa Francesco ricorda i “tanti bambini che vengono derubati della loro infanzia, dei loro diritti, del loro futuro”, e punta il dito contro “la carenza di leggi e strutture adeguate” che “contribuisce ad aggravare il loro stato di privazione”, così che essi “mancano di una vera famiglia, dell’educazione, dell’assistenza sanitaria. Ogni bambino abbandonato o costretto a vivere nella strada, diventato preda delle organizzazioni criminali, è un grido che sale a Dio, il Quale ha creato l’uomo e la donna a sua immagine; è un grido di d’accusa contro un sistema sociale che da decenni critichiamo ma che facciamo fatica a cambiare secondo criteri di giustizia”.
Il 
Pontefice esprime preoccupazione che l’aumento di giovani ragazze e donne “costrette a guadagnarsi da vivere sulla strada, vendendo il proprio corpo, sfruttate da organizzazioni criminali e, a volte, da parenti e familiari”: “Tale realtà è una vergogna delle nostre società che si vantano di essere moderne e di aver raggiunto alti livelli di cultura e di sviluppo. La corruzione diffusa e la ricerca del guadagno a tutti i costi privano gli innocenti e i più deboli delle possibilità di una vita dignitosa, alimentano la criminalità della tratta e le altre ingiustizie che gravano sulle loro spalle. Nessuno può rimanere inerte di fronte all’urgente necessità di salvaguardare la dignità della donna, minacciata da fattori culturali ed economici! La Chiesa non può tacere, le istituzioni ecclesiali non possono chiudere gli occhi di fronte al nefasto fenomeno dei bambini e delle donne della strada. (…) Noi non possiamo mai evitare di portare a tutti, in modo particolare ai più deboli e svantaggiati, la bontà e la tenerezza di Dio Padre misericordioso. La misericordia è l’atto supremo con il quale Dio ci viene incontro, è la via che apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre”.

condividi su

Azioni di sistema contro le povertà

Il territorio su cui opera la Fondazione di Comunità Val di Noto è, luogo di sperimentazione e monitoraggio del programma “Azioni di sistema contro la povertà”. La Fondazione di Comunità Val di Noto, con i suoi progetti, figura tra le iniziative innovative supportate dal programma di Caritas Italiana. Graziano Assenza, segretario della Fondazione di Comunità Val di Noto, ha presentato i progetti sostenuti nell’ambito di “Azioni di sistema contro la povertà”, dando voce anche ai protagonisti con la proiezione del video “Ripensarci città a misura di sguardo”. 
Nella progettazione della Fondazione di Comunità Val di Noto (nata nel 2014 dal raccordo tra attività del terzo settore e diocesi di Noto e Siracusa con il supporto di Fondazione con il Sud, Caritas Italiana e con a fianco una precisa identità delle Caritas diocesane) una linea tracciata è quella delle cosiddette “ripartenze” delle persone, che si realizzano puntando su relazione e lavoro di rete: in questo ambito uno dei progetti è “Carcere aperto” ad Augusta.  L’accoglienza e l’ospitalità dei detenuti e dei loro familiari che usufruiscono di permessi premio e che non avrebbero altro modo di fruirne in quanto non residenti o stranieri, apre percorsi inclusivi che aiutano a comprendere come le pene debbano essere riparative. 
Altre linee tracciate dalla Fondazione di Comunità Val di Noto riguardano l’avvio di forme di economia sociale e  solidale che valorizzino le potenzialità e le risorse del territorio e siano concreta speranza per i giovani e i poveri. Il progetto “Frutti degli Iblei”, con fattoria sociale e commercializzazione di piante aromatiche promosse dalla cooperativa “L’Arcolaio” di Siracusa, permette il riscatto, oltre che di detenuti, di donne immigrate che nel percorso verso le nostre terre hanno subito violenze.
Infine la prospettiva del ripensare la città a partire dalle sue periferie per ritrovarne l’anima: da qui l’esperienza dei cantieri educativi, realtà in grado di offrire occasioni di interazione concreta fra scuole, famiglie e territorio, con cui si abitano le periferie ricreando coesione sociale, senso della città, incontro tra le generazioni. Crisci ranni, cantiere educativo di Modica, ha permesso a un’area abbandonata di rivivere e alla città di riscoprirsi comunità. I giovani volontari delle scuole superiori svolgono attività di doposcuola per i più piccoli; ci sono poi laboratori, sport, gruppo adolescenti, gruppo mamme, feste, orti sociali. 
condividi su

Baldisseri: sono lacrime di tenerezza

“Le lacrime della Madonna sono conforto e sicura speranza. Non sono lacrime di disperazione, è il pianto di chi accoglie in sé il dolore dell’altro e attraverso questa accoglienza lo apre alla speranza”. Lo ha detto il cardinale Lorenzo Baldissero, segretario del Sinodo dei Vescovi chiudendo al Santuario della Madonna delle Lacrime i festeggiamenti per il 62 anniversario della Lacrimazione di Maria. 
Al termine della messa solenne, nel corso della quale è stato festeggiato anche il 60 anniversario di ordinazione sacerdotale di mons. Giuseppe Costanzo, Arcivescovo emerito di Siracusa, l’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo ha letto l’atto di affidamento della Diocesi al Cuore Immacolato di Maria. 
“Mi rivolgo ai giovani per dir loro di non aver paura di formare una famiglia. Le difficoltà sono tante, ma non scoraggiatevi, abbiate fiducia nel Signore che accompagna ed è sempre presente. E’ un’avventura, formare una famiglia! Sì, è un’avventura, una bella avventura che vale la pena intraprendere con forza e determinazione. Non ci sono sconti per nessuno. Non crediate che i vostri genitori o nonni non abbiano avuto difficoltà e problemi come voi li avete oggi. Loro hanno creduto nella famiglia e voi ne siete il frutto, i beneficiati. Loro hanno scommesso nel futuro e sulle persone che hanno incontrato e soprattutto hanno creduto in Dio che vede al di là dei confini e dei limiti umani.  Le lacrime di Maria sono anche segno di dolcezza e di tenerezza. Forse non si sente dire: ho pianto di gioia nel rivedere mio figlio che credevo perduto? Le lacrime di Maria nell’immagine del capezzale del letto della giovane coppia in attesa del primo figlio non è forse l’amorosa partecipazione di Maria alla gioia della nascita di una nuova vita? Il suo volto rigato da lacrime di dolcezza e di tenerezza non è forse un segno premuroso della Madre di Dio per tutti i coniugi cristiani che, accogliendo la grazia del Signore, vivono con letizia l’esperienza del loro matrimonio?”. 
Ed ancora. “Maria è nostra Madre: siamo invitati tutti ad ascoltarla e ad accogliere i suoi insegnamenti. Il testo citato precisa pure che questi insegnamenti debbono essere fissati nel cuore, affinché diventino la radice da cui germoglia il comportamento sano e corretto, e aggiunge che devono appesi al collo, perché si veda – attraverso le nostre azioni – il frutto che essi producono nella nostra vita. Ciascuno potrà riflettere e prendere le proprie decisioni guardando alla tenerezza di Maria che continua a lacrimare per tutti noi, quale segno di profondo amore e di compassione come Gesù in croce, e come Dio misericordioso che risponde al dolore e al peccato con l’offerta del suo Figlio”.
condividi su

Il card. Baldisseri chiude le celebrazioni

Sarà il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, a presiedere stasera alle ore 19.00 la celebrazione eucaristica nell’ultimo giorno dei festeggiamenti per il 62. anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa. Una celebrazione nel corso della quale si ricorderà anche il 60° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di monsignor Giuseppe Costanzo, arcivescovo emerito dell’arcidiocesi di Siracusa. Al termine della celebrazione eucaristica Mons. Salvatore Pappalardo affiderà l’Arcidiocesi al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria.
La celebrazione sarà trasmessa in diretta sull’emittente
TelePace (canale 515). 
Ieri presente a Siracusa mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca che ha sottolineato: “Nel mutato contesto sociale e culturale dovremmo chiederci: quale valore hanno le lacrime di Maria in una situazione di “degrado” o addirittura di “disastro antropologico” (card. Angelo Bagnasco), nel quale alcune recenti decisioni referendarie e giuridiche sono da considerare «non una sconfitta dei principi cristiani, ma una sconfitta per l’umanità» (card. Pietro Parolin)? Ed ancora: Quale significato hanno le lacrime della Vergine nell’immenso scenario di dolore di tanti immigrati che vedono morire i loro parenti mentre sono risucchiati dalle onde del mare senza poter nemmeno piangere davanti ai loro corpi martoriati dalla fame, dagli stenti e dalla paura? Ed infine: Noi, uomini del terzo millennio, conserviamo ancora quella “pietas” che dovrebbe spingerci a commuoverci e a versare lacrime di fronte al dolore di altri uomini costretti ad affrontare “esodi impossibili” pur di salvare la loro vita, quella dei loro figli e familiari e mantenere la loro dignità di uomini? Siamo forse diventati sordi ai lamenti? Abbiamo indurito il nostro cuore? Non sappiamo commuoverci di fronte a un mare che ogni giorno di più diventa un cimitero a cielo aperto, in preda a uomini senza scrupoli, avidi solo di guadagno? Dovremmo forse definire il Mediterraneo un “mare senza lacrime” o un “mare pieno di lacrime”? Appare ormai evidente che la crisi attuale non è solo economica e finanziaria, ma è anche e soprattutto un radicale cambiamento dell’idea di uomo e dei fondamenti dell’ethos che regge la convivenza sociale e civile. Il V Convegno ecclesiale di Firenze intende riflettere sulla questione antropologica avendo come modello esemplare l’umanità di Cristo. Ed è all’interno di questa particolare emergenza culturale che dobbiamo rileggere il segno delle lacrime della Madonna. Esse svelano il senso più profondo dell’essere umano (aspetto antropologico) sulla base del suo ineliminabile riferimento a Cristo e a Dio (aspetto cristologico e teologico). Il miracolo di Siracusa evidenzia che il pianto della Madonna contiene un messaggio di consolazione e di speranza. Le lacrime della Vergine sono un “collirio” per la memoria e un “effluvio” di speranza. Esse attestano la compassione e la tenerezza di Dio e svelano che egli considera con grande attenzione «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini». Le lacrime intrise di fede, speranza e carità, si aprono così alla consolazione e sono la fonte del rinnovamento dell’uomo, della Chiesa e della società”. 
Ieri sera, sul sagrato del Santuario, veglia da titolo «Lacrime del creato» in preparazione alla 10. Giornata per la custodia del creato (1 settembre) in collaborazione con l’equipe Nuovi Stili di Vita dell’Arcidiocesi di Siracusa.
condividi su

Le lacrime materne di Maria ci accolgono

 “La nostra Arcidiocesi vorrà invitare ogni pellegrino che giungerà entro le mura accoglienti del Santuario a celebrare l’anno giubilare della misericordia lasciandosi attrarre e condurre dalle lacrime materne di Maria”. Così mons. Salvatore Pappalardo questa mattina in via degli Orti di San Giorgio nel corso della celebrazione nel primo giorno della Lacrimazione di Maria a Siracusa. Sono trascorsi 62 anni da quell’evento prodigioso, da quelle lacrime sgorgate dal quadretto in gesso dei coniugi Iannuso nell’abitazione alla Borgata. “Un evento straordinario che segnò la vita di una famiglia di questa città e che aprì  una pagina nuova della storia religiosa di Siracusa. Le lacrime di Maria diventano per noi accorato appello a lasciarci raggiungere e invadere dalla misericordia del Signore. Le lacrime della Madre ci introducono, quest’anno alla fruttuosa celebrazione del Giubileo Straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco. Siamo certi che Ella, la Madre della misericordia, ci guiderà ad attraversare la Porta Santa, quella vera che è Cristo Signore”.
Mons. Pappalardo ha invitato a riflettere sul linguaggio silenzioso delle lacrime di Maria che “continua ancor oggi a risuonare nella Chiesa e a scuotere le nostre coscienze. Cosa ci manifesta la Madonna con il suo pianto e cosa chiede a noi attraverso questo segno? La comunità ecclesiale non ha cessato in questi anni di interrogarsi e di suggerire delle piste di riflessione sul messaggio che la Madonna ha voluto affidarci con il segno silenzioso ma altrettanto eloquente delle sue lacrime. Così l’Arcivescovo Baranzini, nel suo primo pronunciamento ufficiale dopo i giorni della lacrimazione, in occasione del trasferimento del quadretto da via degli Orti in piazza Euripide, offrì questa prima lettura della lacrimazione: Egli disse, sono«lacrime ammonitrici di un sincero e profondo mutamento dei nostri cuori, dei nostri costumi… lacrime consolatrici, perché significa che la Madonna non ci ha abbandonato, né ci vuole abbandonare». Pio XII, nel suo messaggio parla delle lacrime di Maria sotto la croce qualificandole come lacrime di compatimento per il suo Gesù e di tristezza per i peccati del mondo: la lacrimazione avvenuta a Siracusa va letta, pertanto, anch’essa, in questa luce. Il Papa san Giovanni Paolo II, nell’omelia in occasione della Dedicazione del Santuario, nel 1994, parlò in maniera più esaustiva delle lacrime di Maria e ci disse che sono lacrime di dolore, lacrime di preghiera, lacrime di speranza, offrendo per ciascuna connotazione le plausibili ragioni teologiche e pastorali. La più recente interpretazione del messaggio della lacrimazione è quella che Papa Francesco ci ha dato proprio nella ricorrenza del 60° anniversario, la domenica 1 settembre del 2013:«le lacrime della Madonna – Egli ci disse – ci rivelano la tenerezza di Dio». Personalmente trovo molto interessante questa pista di lettura: Maria santissima, nella pienezza della gloria e della visione di Dio, non può che rivelarci il mistero di cui Ella stessa è partecipe. E poiché – come scrive l’apostolo Giovanni –«Dio è amore» (1 Gv4,8.16), la Madonna ci rivela appunto la pienezza e la verità dell’amore di Dio. Le sue lacrime, espressione visibile dei sentimenti più profondi del suo cuore, ci rivelano dunque la tenerezza di Dio, cioè la sua infinita Misericordia”. Alle ore 19.00 Mons. Guy André Marie De Kérimel, Vescovo di Grenoble-Vienne, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica. Saranno presenti le dame, i barellieri e gli amici dell’Unitalsi e il gruppo diocesano Movimento Apostolico Ciechi. Alle ore 21.00 raduno ai piedi della scalinata della Basilica per «Pedalando nella storia con Maria».
condividi su

Lacrimazione: al via le celebrazioni

 La veglia mariana notturna animata dai gruppi del Santuario sarà l’ultimo momento che precederà domani il via alle celebrazioni per il 62esimo anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa. Veglia dalle ore 21 alle ore 24, poi fino alle ore 6, il Santuario resterà aperto per la preghiera personale. Alle 6 sarà celebrata l’Eucarestia in Basilica.
Domani, giornata della testimonianza e del volontariato, alle ore 8.00 nell’Oratorio di via degli Orti celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa. Alle ore 12, in Santuario, celebrazione eucaristica in suffragio dei coniugi Antonina e Angelo Iannuso. Alle ore 18.00 in via degli Orti, raduno dei fedeli delle comunità parrocchiali del Vicariato di Palazzolo e processione con il Reliquiario verso il Santuario dove alle ore 19.00 Mons. Guy André Marie De Kérimel, Vescovo di Grenoble-Vienne, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica. Saranno presenti le dame, i barellieri e gli amici dell’Unitalsi e il gruppo diocesano Movimento Apostolico Ciechi. Alle ore 21.30 raduno ai piedi della scalinata della Basilica a partire dalle 21.00 per «Pedalando nella storia con Maria». 
Intanto a causa di una prolungata laringite la cantante Antonella Ruggiero rinvia il concerto-preghiera Mater Lacrimarum, in collaborazione con Francesco Buzzurro previsto per domenica 30 Agosto sul sagrato del Santuario. L’artista, scusandosi per l’imprevisto inatteso e da lei certamente non voluto, ha dichiarato: “Non potrò essere con voi domenica sera a causa di una laringite non ancora risolta come speravo. Ci vedremo comunque il 10 settembre in questo bellissimo Santuario, insieme a Francesco Buzzurro e con il programma stabilito. Mando un saluto a tutti voi e a prestissimo nella città di Siracusa». Pertanto Mater Lacrimarum dà appuntamento a giovedì 10 settembre ore 21 sul sagrato del Santuario per vivere insieme una serata di intensa spiritualità mariana. 
E ieri sera sulla scalinata del Santuario della Madonna delle Lacrime ha avuto luogo “Piantidiversi” – Il silenzio delle lacrime nel suono delle parole. Le donne della Misericordia. Una serata tra riflessioni, arte e testimonianze che ha affrontato il pianto nelle sue “diversità”, i diversi pianti, così come i pianti di/nei versi della Sacra Scrittura e nella letteratura. Pianti diversi, giunta quest’anno alla terza edizione, è una produzione della Kairos. 
Protagoniste le donne della misericordia, che attraverso i loro racconti di dolore e riconciliazione, hanno dispiegato il segno delle lacrime di Maria nel senso della misericordia di Dio. L’ascolto della lettura di alcuni brani e delle melodie mediterranee hanno favorito l’interiorizzazione delle parole in pianto che queste madri, ad immagine della Madre, ci hanno consegnato. Due i dialoghi in scena: il rettore don Luca Saraceno ha posto delle domande a Carolina Porcaro, di Monza, che ha perdonato l’assassino del figlio Lorenzo, ucciso da un coetaneo dell’Ecuador. La donna ha letto le parole scritte per i funerali del figlio nel 2011. Don Luca ha rivolto domande sul senso del perdono e sulla forza di perdonare. Il giornalista Gaspare Urso ha dialogato con la collega Laura Battaglia, che si occupa soprattutto di esteri ed ha raccontato quando e come ha incontrato la misericordia ed il suo rapporto personale con le lacrime. La struttura drammaturgica ha visto la presenza di alcuni testimoni: la voce e la musica di Elisa Nocita e le voce recitante di Giorgia D’Acquisto, e le performance di Daniela Campione. 
Nei giorni 29 agosto–1 settembre in Cripta verrà ripetutamente proiettato il documentario della lacrimazione. Nei giorni 29 agosto–1 settembre l’Oratorio resterà aperto: 7.30-12.30; 15.00-18,30; 20,30-22,00.  Fino al 31 agosto il Santuario resterà aperto dalle ore 7.00 alle ore 24.00.
condividi su