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Dedicazione della Chiesa di San Giuseppe Innografo

Avrà luogo sabato 8 aprile la solenne dedicazione della Chiesa di San Giuseppe Innografo ad Augusta. Sono trascorsi quasi quattro anni dal giorno della posa della prima pietra, il 17 novembre 2013.
Il Popolo di Dio si radunerà alle ore 17.15 nel piazzale antistante la nuova parrocchia in via Barone Zuppello (Monte Tauro).  “Nei quattordici anni trascorsi qui al Monte nei containers – ha detto padre Giuseppe Mazzotta – la difficoltà oggettiva di dover ottimizzare gli spazi per il normale svolgimento delle molteplici attività parrocchiali è stata vissuta da tutti noi con infinita serenità, fiduciosi che un giorno avremmo potuto gioire di una nuova Chiesa e di nuovi locali idonei all’accoglienza della Comunità e di tutti coloro che potessero averne bisogno per lo svolgimento di iniziative di crescita personale e comunitaria”.
Al termine della cerimonia, presieduta dall’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo, è prevista la visita dei nuovi locali parrocchiali. La nuova Chiesa è stata realizzata su progetto degli architetti Domenico Garsia e Marco Niciforo e grazie ai fondi di Conferenza episcopale italiana, Arcidiocesi di Siracusa e comunità parrocchiale di San Giuseppe Innografo. “Sono veramente felice – conclude il parroco – perché finalmente i residenti del quartiere Monte, sempre più popoloso, potranno usufruire di un adeguato luogo di incontro, confronto e comunione, nell’amore di Dio”.

Via Crucis cittadina

Si terrà venerdì 7 aprile la Via Crucis cittadina al Parco archeologico della Neapolis. Promossa dal Vicariato di Siracusa e curata dalla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime ed in collaborazione con il “Polo Regionale di Siracusa per i Siti e i Musei Archeologici – Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi” e la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Siracusa e della Fondazione INDA.
La Rappresentazione Sacra inizierà alle ore 19.00, con inizio presso il piazzale adiacente la cavea del Teatro Greco e muoverà all’interno dello stesso Parco Archeologico per giungere fino all’Anfiteatro Romano. Sarà l’arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo a guidare le stazioni tradizionali del pio esercizio della Via Crucis, con la presenza dei sacerdoti e dei fedeli della Città.
La scelta di svolgere questo momento molto significativo della pietà cristiana all’interno del Parco Archeologico vuole sottolineare l’importanza della Passione e Morte di Gesù che dà senso e speranza a ogni tragedia umana.
Le meditazioni delle singole stazioni sono state composte da una testimone oculare della Lacrimazione della Madonna a Siracusa nel 1953.
 

“Chiediamo perdono a Dio e alla Terra per come ogni giorno la maltrattiamo”

 “Chiediamo perdono a Dio e alla Terra per come e quanto ogni giorno la maltrattiamo. Ai nostri politici amministratori chiediamo di perseguire sempre il bene autentico con leggi e scelte che rispettino tutti, l’ambiente e gli esseri umani che lo abitano”. Ed ancora “A ciascun cittadino chiediamo di abitare con responsabilità questa porzione di Terra che gli è stata consegnata come casa”.  
Sono alcuni dei passaggi del messaggio che i parroci delle comunità parrocchiali di Lentini, Carlentini e Francofonte stanno leggendo in queste ore durante le messe di domenica. Un invito chiaro a tutti, ognuno con il proprio ruolo, a perseguire il bene comune. Il messaggio è stato condiviso dall’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, che già nella sua Lettera pastorale aveva fornito delle indicazioni precise.
“Nessuno si sottragga al dovere di seguire attivamente la vita politica della propria città così come di informarsi sui fatti perché possa, secondo coscienza, prendere posizione ed essere voce profetica. Accogliendo l’invito di papa Francesco, ci impegniamo ad operare quella conversione ecologica necessaria se non vogliamo continuare a fare del male alla nostra Madre Terra”. Infine un riferimento chiaro alla realizzazione della nuova discarica: “Interpellati e preoccupati per la possibilità della presenza di una nuova discarica nel nostro territorio, mentre non cessiamo di elevare il nostro ringraziamento a Dio per il dono della nostra madre terra, noi parroci insieme alle nostre comunità parrocchiali di Lentini, Carlentini e Francofonte,  sentiamo il dovere di condividere alcuni principi che ci sono particolarmente cari. Innanzitutto chiediamo perdono a Dio e alla Terra per come e quanto ogni giorno la maltrattiamo. Così papa Francesco nella sua Enciclica Laudato sì: «La Terra protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi» (n. 2). Accogliendo l’invito di papa Francesco, ci impegniamo ad operare quella conversione ecologica necessaria se non vogliamo continuare a fare del male alla nostra Madre Terra: «Invito tutti i cristiani ad esplicitare questa dimensione della propria conversione, permettendo che la forza e la luce della grazia ricevuta si estendano anche alla relazione con le altre creature e con il mondo che li circonda, e susciti quella sublime fratellanza con tutto il creato che san Francesco d’Assisi visse in maniera così luminosa» (n. 221). Esprimiamo la nostra vicinanza a chi paga con la malattia i danni che abbiamo causato all’ambiente; assicuriamo ai nostri politici la nostra fattiva collaborazione nel comune intento di migliorare la società in cui viviamo; laudato sì, oltre che la nostra preghiera, esprima anche la speranza di una Terra più pulita e più bella”.

Giornata dei ministranti

Domenica 26 marzo, quarta domenica di Quaresima, nella Basilica Santuario della Madonna delle lacrime, si terrà la “Giornata dei ministranti” dal titolo “State buoni se potete”.
L’incontro sarà incentrato sulla figura di San Filippo Neri, che radunò attorno a sé un gruppo di ragazzi di strada avvicinandoli alle celebrazioni liturgiche, facendoli divertire, cantando e giocando. La giornata inizierà alle 8.30 e si concluderà intorno alle 15. L’incontro, promosso dal Seminario arcivescovile, è pensato per i ministranti dai sei ai quattordici anni.

Mons. Pappalardo festeggia l’anniversario dell’ordinazione episcopale

Doppi auguri per l’arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo. Domenica 5 si è celebrato il XIX anniversario di ordinazione episcopale del Pastore della Chiesa siracusana. “Negli anni del suo ministero episcopale – scrive il vicario generale, mons. Sebastiano Amenta – abbiamo conosciuto ed apprezzato la sua attenzione verso tutti, ma ancora più la paterna delicatezza con la quale è entrato in ogn comunità ecclesiale rispettando e custodendo il ricco patrimonio di fede, pietà e tradizioni che ognuna di queste porta con sè senza mai tralasciare di correggere e guidare laddove necessario”.
S. Agostino ha parlato del ministero sacerdotale come amoris officium come, cioè, compito e dovere di amore pascere il gregge del Signore. “Di questo amore l’arcivescovo ha fatto la cifra del suo ministero. Spetta a noi tradurre nell’ordinaria azione pastorale, ciascuno secondo le proprie competenze, le linee-guida da lui consegnateci all’inizio di quest’anno pastorale con la lettera Partecipi della grazia che mi è stata concessa facendo di ciò un segno di comunione e di partecipazione al suo amoris officium”.
Giorno 18 marzo, si celebra il 72° compleanno di Mons. Pappalardo, al quale sarà dedicato il concerto d’organo che si terrà in Cattedrale alle ore 20.30. 

Ridare dignità al malato

Ridare dignità al malato. E’ uno degli obiettivi del corso di formazione in etica e salute fisica e spirituale dal titolo “Il Malato al centro” promosso dall’Ufficio per la pastorale della salute dell’Arcidiocesi di Siracusa e dall’Azienda sanitaria provinciale di Siracusa. Quattro appuntamenti, il primo giorno 2 marzo, dalle ore 18.30 al centro congressi del Santuario della Madonna delle Lacrime. Poi si continua il 29 marzo, il 26 aprile e il 24 maggio.
“Il rischio è quello di restare isolati – ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo -. Il corso ci deve aiutare a evidenziare la dignità del malato che vive una condizione esistenziale di sofferenza. La nostra fede è questa: Gesù Cristo si fa uomo per noi uomini, per la dignità di ogni uomo.  L’attenzione all’uomo è doverosa. L’uomo, sano o malato, buono o peccatore, viene posto al centro da Gesù.  Penso alle parole della Gaudium et spes: le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di ogni uomo sono dei discepoli di Cristo. Chi è discepolo di Cristo deve farsi come Gesù, che ci ha dato l’esempio, solidale con la condizione di ogni uomo e di quest’uomo che vive la sua vita così come è. Papa Francesco ci esorta a guardare l’uomo e a farci compagno di ogni uomo per aiutarlo a vivere in pienezza la sua dignità. L’uomo più sofferente ha bisogno di questa testimonianza”.
Il corso è destinato a medici, farmacisti, biologi, psicologi, infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali, ma anche rappresentanti di associazioni di volontariato, insegnanti e quanti sono nel campo e sensibili alla cura e alla qualità di vita degli ammalati.
“Sono particolarmente entusiasta per questa iniziativa pensata dall’Arcidiocesi di Siracusa e da me accolta immediatamente – sottolinea il direttore generale dell’Asp di Siracusa, Salvatore Brugaletta – che conferma l’importanza della qualità di vita dei pazienti durante la malattia, che sono al centro del sistema salute. La fragilità degli ammalati, che vivono un particolare momento della loro vita in cui hanno bisogno di cure e di attenzioni, impone ogni sforzo da parte degli operatori sanitari e di quanti sono a loro diretto contatto, affinché siano garantite non soltanto le più adeguate cure sanitarie ma anche e soprattutto il migliore benessere psicofisico nel rispetto del valore e dell’unicità della persona. Sono grato all’Arcivescovo di Siracusa e al rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime per avere coinvolto in questa iniziativa tutte le istituzioni e, considerata l’importanza e l’utilità di questo evento, esorto tutte le figure professionali che a vario titolo sono vicine agli ammalati, alle associazioni di volontariato, ai medici di famiglia, a frequentare il corso in tutte e quattro le sue edizioni, che porterà certamente un notevole arricchimento alle qualità già presenti di ognuno di loro sia in termini professionali che umane. Un particolare ringraziamento desidero esprimerlo anche nei confronti delle dottoresse Antonina Franco, Concita Catalano e Maria Rita Venusino che si sono occupate egregiamente della organizzazione di questo evento del quale auspico la migliore riuscita”.
Domani, nel primo incontro, il tema sarà “Curare l’Ammalato: una responsabilità di tutti!”. “Al centro dobbiamo mettere la persona. Il bene più prezioso del Creato, che è l’uomo, anche per chi non ha fede – ha detto don Aurelio Russo, rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime –. Il corso nasce dal voler dare attenzione alla persona umana che è unica e irripetibile. L’inviolabilità della natura umana è la ricchezza di ogni persona. Il Papa ha voluto mettere al centro il malato per il quale necessitano cure fisiche e spirituali. Il Papa si è accorto delle tante forze ed energie e dei tanti volontari che sono a servizio dell’ammalato. Ribadendo il concetto di Giovanni Paolo II che volle 25 anni fa la Giornata dell’Ammalato. Questo corso, in sinergia con l’Asp, ci deve aiutare a riflettere e a trovare soluzioni a cercare con la carità come poter essere accanto ad ogni ammalato. Non solo quelli in ospedale, ma anche quelli nelle case. Questo è un richiamo che il Papa fa a ciascuno di noi: perché nell’ammalato troviamo Cristo”.

“La Chiesa ha bisogno di vicinanza e prossimità”

“La riforma sarà efficace solo con uomini rinnovati: un rinnovo spirituale, umano e professionale. Il cambiamento si attua con la riforma delle persone. Lo stesso Papa Francesco ci ha dato la sua visione: “Io vedo la chiesa come un ospedale da campo dopo la battaglia. La cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità”. Lo ha detto mons. Marcello Semeraro, vescovo della diocesi di Albano, nel suo intervento ieri pomeriggio nel salone “Giovanni Paolo II” del Santuario della Madonna delle Lacrime all’incontro promosso dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Metodio”. 
Ad introdurre mons. Semeraro, segretario del cosiddetto “G9″, ovvero il gruppo di nove cardinali 
che sta coadiuvando il Santo Padre nella riforma della Chiesa, è stato il direttore dell’ISSR “San 
Metodio”, don Nisi Candido, alla presenza dell’arcivescovo emerito di Siracusa, mons. Giuseppe 
Costanzo. 
“Mons. Semeraro – ha detto don Nisi – è un testimone qualificato ed un protagonista di questa
stagione della Chiesa in cui papa Francesco continua ad offrire stimoli per un cambio di paradigma: 
per una Chiesa che sia più vicina alle singole persone, accompagnandole con amore e pazienza 
per lenire le sofferenze e far fare esperienza della gioia del Vangelo. In questo senso, non basta 
però la riforma interiore e spirituale: questa deve diventare anche una riforma delle strutture ecclesiali, 
perché siano sempre più a servizio della persona e al passo con i tempi”. 
Il vescovo di Albano ha chiarito subito: “Io preferisco distinguere tre corsie attraverso le quali cammina
la riforma nella chiesa: la visione ecclesiologia. Cioè quale volto di Chiesa noi vogliamo vivere in 
questo nostro tempo. Poi c’è il livello spirituale. Nel discorso che il Papa ha fatto il 22 dicembre scorso 
ha detto che la riforma non ha bisogno di cambiamenti di uomini ma di uomini cambiati dentro, 
di uomini rinnovati. La riforma deve essere animata da convinzioni interiori. L’esortazione apostolica
Evangelii gaudium è in qualche modo programmatica del Papa. Il punto di partenza è la conversione 
interiore: solo da una scelta di come vivere la Chiesa nascono le riforme”.
Ed ancora le scelte quotidiane: “Attorno al progetto famiglia ci sono diverse realtà: quelle che 
maggiormente rispecchiano la volontà del Signore e quelle che le rispecchiano con maggiore fragilità. 
I divorziati risposati in Amoris laetitia non esistono, ma esistono persone che si trovano in situazioni
differenziate anche sotto il profilo del venire da un matrimonio fallito ed essersi impegnati in un 
secondo matrimonio civile. Amoris laetitia mi chiede di vedere i germi di bene che ci sono dappertutto
perché Dio non ha abbandonato alla perdizione questo mondo. Quindi anche in questa condizione di
famiglia abbiamo il dovere di riconoscere i germi di bene che ci sono ovvero è stato il coraggio di 
ricostruire dopo un fallimento, l’impegno ad assumersi pubblicamente delle responsabilità e quindi 
portare avanti una realtà familiare. Sono germi di bene che dobbiamo fruttificare anche se non è il 
modello”.
In merito alla riforma della Curia romana, mons. Semeraro ha spiegato che “come ogni corpo umano
anche la Curia è esposta alle malattie al malfunzionamento, all’infermità”. Quindi ancora una volta un
riferimento alla quotidianità: “Papa Francesco dice che nella vita concreta non esiste bene allo stato
puro ed il male allo stato puro ma c’è una gamma tra questi due poli e noi dobbiamo prenderci cura
di qualsivoglia realtà possa crescere ed andare avanti. La comunità cristiana non è soltanto il corpo 
mistico di Cristo ma anche il corpo dove convivono la cattiva erba con il buon grano. Una comunità
di puri può essere solo di fantasia. Dietro la parvenza di bene può nascondersi il male e lo possiamo 
vedere anche per tante cose che si manifestano dentro e fuori la Chiesa: in strutture che si presentano
come portatrici di solidarietà si nascondono interessi peggiori possibili”.
Quindi un invito: “La Chiesa è in perenne riforma. La riforma è una chiamata alla quale tutti dobbiamo
cercare di rispondere. Le Istituzioni sono composte da uomini. Ma io vedo che il Papa è circondato da
tanta solidarietà della gente semplice che si vede compresa e quindi si muove nella stessa lunghezza 
d’onda che Egli ci promuove: e questo per me è motivo di speranza”.

 

Don Marco Tarascio nominato direttore della Caritas

Don Marco Tarascio è stato nominato direttore della Caritas diocesana. L’Arcivescovo, Mons. Salvatore Pappalardo, ha nominato il nuovo Consiglio della Caritas diocesana, affiancando a don Marco il diacono Sebastiano Pisasale, nella veste di vice direttore, e il diacono Antonio Bianca come segretario e tesoriere. 
Fanno parte inoltre del consiglio Marcello Munafò (Vicariato di Siracusa); Giuseppe Allanni (Vicariato di Augusta); Anna Lisa Martello (Vicariato di Lentini); Stefania Pappalardo (Vicariato di Palazzolo).  
“Ringrazio il diacono Filippo Villaruel al quale sono stato accanto negli ultimi due anni come suo vice – ha commentato don Marco Tarascio -. Lo  ringrazio per il suo lavoro: prima cinque anni come vice direttore e poi due anni come direttore hanno impresso un nuovo corso alla Caritas diocesana soprattutto nell’impegno sul territorio”. Il nuovo consiglio resterà in carica tre anni. 
“Come Caritas siamo impegnati quotidianamente – ha detto don Marco Tarascio – su diversi fronti. In questo momento stiamo portando avanti il progetto “Housing first”, che prevede convenzioni con i comuni. Le abbiamo già firmate con Siracusa, Priolo, Floridia, mentre le firmeremo a breve con Canicattini Bagni e Solarino”. Il programma è caratterizzato dall’immediata proposta di ingresso dell’utente in un alloggio. L’obiettivo è fornire una risposta, per quanto possibile, alla dilagante e dirompente questione dei senza dimora, nel tentativo di individuare efficaci forme di intervento per contrastare il fenomeno della marginalità sociale. “Famiglie colme di incertezze, famiglie che sembrano essere senza speranza, scoraggiate, private dell’identità che il lavoro conferisce ad ogni persona – ha detto ancora don Marco -: a queste è stata rivolta l’attenzione della Caritas Diocesana di Siracusa che ha applicato Housing First nel tentativo di alleviare la situazione di instabilità in cui si vive. Abbiamo fornito alloggi ad diversi nuclei familiari, gravati da sfratto esecutivo”.
Diversi i progetti in atto, dedicati agli anziani o al mondo delle carceri.

 

La Riforma della Chiesa di mons. Semeraro

Una Chiesa che sia più vicina alle singole persone, accompagnandole con amore e pazienza per lenire le sofferenze e far fare esperienza della gioia del Vangelo. E’ la direzione indicata da Papa Francesco nella sua riforma della Chiesa. E sarà proprio questo il tema di cui si occuperà mons. Marcello Semeraro venerdì 17, alle ore 18.30, presso il centro convegni del Santuario della Madonna delle Lacrime.
L’incontro è promosso dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio che prosegue il suo percorso di riflessione sulla riforma, che lo sta vedendo impegnato in questo anno accademico. Il pensiero è rivolto alla via che papa Francesco sta indicando non solo ai credenti e ai cattolici in particolare.
Mons. Semeraro è vescovo della diocesi di Albano, e segretario del cosiddetto “G9″, ovvero il gruppo di nove cardinali che sta coadiuvando il Santo Padre nella riforma della Chiesa. Il Consiglio del G9 ha iniziato a lavorare già pochi mesi dopo l’elezione di Bergoglio: si tratta di un lavoro che richiede tenacia e saggezza allo stesso tempo. Le materie su cui si intende intervenire sono diverse e delicate: i laici, la famiglia, la vita, ma anche la formazione del futuro clero, le conferenze episcopoali nazionali. Queste singole questioni, messe insieme, mostrano la volontà di una revisione complessiva della Chiesa per renderla sempre più fedele al Vangelo in un mondo che cambia.
In questo senso, non basta però la riforma interiore e spirituale: questa deve diventare anche una riforma delle strutture ecclesiali, perché siano sempre più a servizio della persona e al passo con i tempi. In questo senso, Mons. Semeraro riprenderà quindi con chiarezza le parole di papa Francesco sulla “Chiesa in uscita”: «La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di “uscita” e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia».
 

Canti e testimonianze per la Giornata della tratta

Una veglia di preghiera ed una riflessione contro la tratta di persone. Sono le iniziative organizzate in occasione della Giornata mondiale contro la tratta e della Giornata Mondiale del Migrantes e del Rifugiato. 
A Siracusa, domenica 5 febbraio, l’Ufficio per la pastorale delle migrazioni, l’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia diocesi di Siracusa) e il CISM (Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori diocesi di Siracusa) promuovono l’incontro da titolo “Sono bambini! Non schiavi” (Papa Francesco) a partire dalle ore 16.30 nella parrocchia SS.mo Salvatore in via Necropoli Grotticelle, 60. 
Nel corso dell’incontro ci saranno le testimonianze di alcuni migranti minori ospiti delle comunità a Carlentini, e alcune ragazze ospiti delle suore del Cenacolo. Guiderà la preghiera padre Gaetano La Speme, presidente provinciale dei frati cappuccini. Si alterneranno nei canti diverse comunità e associazioni diocesane. Interverrà anche l’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo. 

Don Luigi Corciulo, direttore Ufficio Pastorale Migrantes della Diocesi di Siracusa, suor Mary Anne Nwiboko, delegata USMI e padre Angelo Lipari, delegato CISM, hanno ricordato i numeri spaventosi: ogni due minuti, una bambina o bambino è vittima dello sfruttamento sessuale. Nel mondo, più di 200 milioni di minori lavorano, di cui 73 milioni hanno meno di 10 anni. Di questi piccoli, ogni anno ne muoiono 22 mila a causa di incidenti di lavoro. Negli ultimi trent’anni, si calcola che sono stati circa 30 milioni i bambini coinvolti nella tratta. Parte da questi drammatici dati, la terza giornata Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che sarà celebrata giorno 8 febbraio. L’evento, che viene celebrato nel giorno in cui si ricorda la memoria Liturgica di Santa Bakhita, che conobbe nella sua vita le sofferenze della schiavitù, è promosso da Talitha Kum, la Rete Internazionale della Vita Consacrata contro la tratta di persone, in coordinamento con il Dicastero per la Vita Consacrata, il Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace, il Pontificio Consiglio dei Migranti e Popoli Itineranti, l’Accademia delle Scienze Vaticane, Caritas Internationalis, l’Unione Internazionale delle Associazioni Femminili Cattoliche e il gruppo di lavoro contro la tratta della Commissione giustizia e pace delle Unione Internazionali delle Superiore e dei Superiori Generali (UISG/USG).
Papa Francesco ha ricordato: “Incoraggio quanti sono impegnati ad aiutare uomini, donne e bambini schiavizzati, sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere e spesso torturati e mutilati. Auspico che quanti hanno responsabilità di governo si adoperino con decisione a rimuovere le cause di questa vergognosa piaga, una piaga indegna di una società civile. Ognuno di noi si senta impegnato ad essere voce di questi nostri fratelli e sorelle, umiliati nella loro dignità. Preghiamo tutti insieme”. Nel mondo la percentuale di bambini tra le vittime della tratta è in crescita. Secondo gli ultimi dati ufficiali delle Nazioni Unite, una vittima su tre è un minore. L’Africa con il 68 per cento di vittime, è purtroppo il continente con le percentuali più alte. Nel mondo i piccoli sono trafficati per sfruttamento sessuale, servitù domestica, matrimoni forzati, adozioni illegali, lavori forzati, traffico di organi, accattonaggio, pratiche criminali, stregoneria, pratiche criminali (bambini soldato, traffico di droga).