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L'invito di mons. Francesco Lomanto nel discorso dal balcone

“Santa Lucia ci invita a cercare itinerari di non violenza”

Santa Lucia, che pur ha subito il martirio, ha rigettato ogni forma di violenza e di guerra. Stiamo attraversando momenti di crisi, di incertezza e di grande sofferenza a causa della guerra in Ucraina e a causa anche di episodi di violenza che persino giovani e adolescenti perpetrano nella nostra Città. L’esempio di Santa Lucia deve indurci a cercare sempre soluzioni di pace, itinerari di non-violenza, progetti di bene“. Lo ha detto mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa, nel suo discorso dal balcone per la Festa di Santa Lucia del Patrocinio iniziata ieri.
La prima domenica di maggio, Siracusa ricorda il miracolo del 1646 quando i siracusani chiesero aiuto alla patrona Santa Lucia per superare la carestia e si riunirono in preghiera in Cattedrale. Poco dopo una nave carica di grano giunse al porto. A presiedere la celebrazione eucaristica è stato il vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa.
Per la prima volta l’uscita del simulacro dalla Cattedrale è stata rinviata per la pioggia. Ma la processione ha avuto luogo nel pomeriggio. Il simulacro resterà per otto giorni nella chiesa di Santa Lucia alla Badia e domenica prossima tornerà in processione in Cattedrale. “Contemplando la figura e lʼopera di Santa Lucia, nostra patrona, possiamo cogliere un triplice messaggio di verità, di pace e di speranza: la verità del suo amore per Dio e per i poveri; la scelta del bene che ripudia ogni forma di guerra e di violenza; la speranza e la fortezza nella tribolazione” ha detto mons. Lomanto. Ed ha sottolineato come “Santa Lucia ha vissuto nella verità il suo rapporto intimo con Dio, dando tutta se stessa a Lui, e non ha esitato a testimoniare il suo amore per Gesù fino al martirio. Dio è insieme verità e amore. L’autenticità del suo amore a Dio si è concretizzata nella carità verso gli altri, donando i suoi beni ai poveri. Oggi, vogliamo rivolgere la nostra preghiera al Signore, invocando il patrocinio di Santa Lucia sulla nostra Città e sul mondo intero, affinché venga debellata ogni forma di violenza che mortifica la dignità della persona umana e il diritto al bene comune. Nessuna motivazione può mai giustificare la violenza e la guerra: Dio ci ha fatti per l’amore e per la pace. Chiediamo a Santa Lucia – come scrive San Paolo – di essere sempre «lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,12). La speranza sostenga i nostri giorni pur segnati dalla prova della pandemia e ci mantenga forti in Gesù. La vita ci riserva sempre difficoltà e prove di ogni genere. Santa Lucia non si è smarrita, quando ha dovuto affrontare il martirio. Impariamo da Lei a sapere sperare contro ogni speranza, a rimanere forti quando sopraggiunge la prova, perseverando nella fede in Dio“.

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Festa del Patrocinio di Santa Lucia

Mons. La Placa: “Testimoniare vuol dire impegnarsi nella vita sociale, culturale, civile”

“Guardando al suo luminoso esempio siamo chiamati a risvegliare in noi il grande desiderio di essere come i santi: felici di vivere vicini a Dio, nella sua luce, nella fedeltà a lui, proprio come ha fatto Santa Lucia. Con la sua testimonianza, con la sua vita, Lucia è stata e continua ad essere faro luminoso per tutti noi, luce vicina, dimostrando che è possibile rispondere alla vocazione alla santità
con una vita autenticamente cristiana”. Lo ha detto mons. Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa, che stamane ha presieduto la celebrazione eucaristica nella chiesa Cattedrale peer la festa del Patrocinio di Santa Lucia. Una festa “rovinata” in parte dalla pioggia che non ha permesso l’uscita alle ore 12. Tutto rinviato alle ore 18 secondo quanto stabilito dalla Deputazione della Cappella di Santa Lucia. Purtroppo non potrà avvenire il tradizionale il volo dei colombi. In piazza Duomo, ad attendere Lucia, c’era migliaia di devoti e fedeli sotto la pioggia.
“Probabilmente a nessuno di noi sarà chiesto come a Lucia di testimoniare la propria fede con il martirio – ha detto mons. La Placa – , ma nessuno di noi è escluso dalla chiamata alla santità, a vivere in misura alta l’esistenza cristiana, a vivere una vita “differente” per fare della nostra vita quella “differenza” che feconda l’intera umanità, che fa giungere a fioritura i germogli di bene che sono nel cuore di ogni uomo, che libera tutta la forza della vita perché la vita dell’uomo e quella del mondo giungano alla loro pienezza, nonostante le troppe zone buie della nostra esistenza e del mondo in cui viviamo, troppo spesso attraversati da sofferenza e dolore, sconfitte e ingiustizie, povertà e miseria. Proprio questo ci insegna Santa Lucia e proprio questo ci ottiene con la sua intercessione: che anche nei momenti della prova, rimaniamo fedeli al Signore, sapendo che Lui, nostro Padre, non ci abbandona mai in balìa del male, né ci fa mancare il suo aiuto. È la luce della fede in questo Padre, carissimi fratelli e sorelle, che rimette in moto la vita. Che fa ripartire la speranza, proprio dove essa sembra messa in discussione. È la luce della fede che dirada i nostri dubbi e ci dà la certezza che anche per noi ci sarà una “colomba” che arriverà a dirci che la salvezza è vicina, che c’è sempre una via d’uscita in ogni situazione difficile nella quale possiamo venire a trovarci”.
Secondo mons. La Placa “la forza della speranza deve animare la vita del cristiano. Certo, tutti avvertiamo la fatica della speranza. Perché se è vero che con la risurrezione di Cristo la morte non ha più potere sull’uomo, tuttavia rimangono ancora tanti, troppi segni del suo vecchio dominio: come non pensare all’esodo senza fine di migliaia di persone che fuggono dalla guerra o dalla povertà; come dimenticare il dramma della disoccupazione con le conseguenze anche devastanti sul piano dell’unione stessa dei coniugi, della stabilità della famiglia e della carenza di autostima di cui ogni persona ha bisogno per guardare al futuro con speranza; come non pensare ai nostri giovani, costretti a lasciare la propria terra alla ricerca di un futuro migliore?”
Ma “se Cristo è risorto” allora “è possibile una nuova civiltà segnata non dalla morte, ma dalla vita; non dal conflitto, ma dalla pace; non dall’egoismo, ma dalla solidarietà; non dalla falsità e dalla menzogna, ma dalla luce della verità. È possibile lottare contro ogni forma di ingiustizia, mettendo al primo posto il bene comune piuttosto che l’interesse privato e il profitto personale; è possibile operare per un mondo dove ogni persona sia accolta, amata e rispettata dal primo istante al suo naturale tramonto; è possibile ristabilire un rapporto di amore distrutto ed eroso dal tempo e operare il miracolo del perdono che vince il rancore, l’odio e la vendetta”.
Ed è proprio in questo tempo che “testimoniare la propria fede vuol dire venire allo scoperto, impegnarsi nella vita sociale, culturale, civile per animare cristianamente la società, senza paure, senza ipocrisia, ma con il coraggio e la forza che vengono dallo Spirito di Dio. Dalla barca piena di grano arrivò la salvezza per il popolo di Siracusa, dalla barca di Pietro deve arrivare la salvezza del mondo. E in questa barca, nella barca della Chiesa, ci siamo tutti noi, carissimi fratelli e sorelle, con i nostri dubbi come Tommaso, con le nostre infedeltà, le nostre paure, le nostre ambizioni e le nostre convinzioni. Ma proprio a noi, nonostante le nostre fragilità e incertezze, il Signore chiede il coraggio della testimonianza per tirare fuori gli uomini dalle onde impetuose dalle quali rischiano di venire sopraffatti, sommersi, per tirare fuori dalle onde del male questa umanità che rischia di venire inghiottita dalla violenza, dagli odi, dalle guerre e dalla corruzione morale sempre più dilagante. È questa la consegna che il Signore oggi ci mette nel cuore: produrre con i fatti le prove della nostra fede”.

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L’uso delle mascherine raccomandato in chiesa

L’uso delle mascherine resta, a rigore, raccomandato in tutte le attività che prevedono la partecipazione di persone in spazi al chiuso come le celebrazioni e le catechesi“. E’ la raccomandazione che la Conferenza Episcopale Italiana ha inviato a tutte le Diocesi circa l’uso delle mascherine in chiesa a partire dal 1 maggio quanto entrerà in vigore il nuovo decreto relativo al contrasto dell’emergenza pandemica.
«Il Ministro della Salute ha emanato una nuova ordinanza sull’utilizzo delle mascherine al chiuso che recepisce le modifiche apportate, in corso di conversione, al decreto legge 24 marzo 2022, 24, recante Disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza. L’andamento dei contagi risulta costante da qualche settimana e tale dato porta a confermare le indicazioni della Presidenza contenute nella comunicazione dello scorso 25 marzo facendo tuttavia presente che l’uso delle mascherine resta, a rigore, raccomandato in tutte le attività che prevedono la partecipazione di persone in spazi al chiuso come le celebrazioni e le catechesi, mentre resta obbligatorio l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo Ffp2 per gli eventi aperti al pubblico che si svolgono al chiuso in locali assimilabili a sale cinematografiche, sale da concerto e sale teatrali. Si segnala, tra l’altro, che a partire dal 1 maggio 2022 non è più necessario il green pass per le attività organizzate dalle Parrocchie. Parimenti non è necessario il green pass per l’accesso ai luoghi di lavoro dei lavoratori e dei volontari che collaborano».

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Festa del Patrocinio di Santa Lucia

In cammino con Lucia per la pace

Torna la festa di Santa Lucia. Le restrizioni politiche sono un po allentate e possiamo dire che si torna quasi alla normalità“. Così il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, l’avv. Pucci Piccione, apre la presentazione della Festa del patrocinio di Santa Lucia (1-8 maggio). Insieme al tesoriere della Deputazione, prof. Salvatore Sparatore, è stato illustrato il programma della festa che si apre sabato prossimo, 30 aprile, con la cerimonia di apertura della nicchia della cappella che custodisce il simulacro. Il titolo della festa quest’anno è “in cammino con Lucia per la pace”.
Sarà mons. Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa, a presiedere la solenne concelebrazione eucaristica domenica 1 maggio alle ore 10.00.
Intanto si scende in piazza, si scende nelle strade accanto a Santa Lucia ed è l’elemento più importante – ha spiegato l’avv. Piccione -. Dopo due anni, finalmente, e viviamo queste stesse emozioni che non dico avevamo dimenticato, ma che avevamo messo da parte nella nostra memoria. E’ chiaro che ci saranno delle piccole restrizioni. La processione verrà fatta con la mascherina. Abbiamo anticipato di un’ora l’inizio dell’ottava dell’8 maggio proprio per permettere di fare più pause. In chiesa si resterà con la mascherina, non ci sono più le limitazioni di posti, quindi potremmo essere anche tanti e riempire come tradizione la Cattedrale.
Poi c’è un’altra novità: una scelta che abbiamo fatto. Abbiamo deciso di non fare i fuochi d’artificio. Quest’anno abbiamo ripreso l’indicazione della Conferenza episcopale italiana per la processione di Pasqua. Perché abbiamo visto che le stesse condizioni di venti giorni fa sono rimaste. C’era la guerra, e c’è la guerra. In questo momento i botti ci ricollegano ai bombardamenti, alle case abbandonate e distrutte, ai morti e ai bambini. E quindi abbiamo deciso di non fare i fuochi d’artificio in questa festa e di destinare le somme alla Caritas per l’accoglienza ai profughi dell’Ucraina e alla nave ResQ che è qui a Siracusa. Tant’è vero che un giorno ci sarà l’incontro con l’equipaggio della ResQ e con Cecilia Strada“.
L’avv. Piccione ha ricordato i tanti momenti nei quali si articola la festa: “Ci saranno momenti culturali. Lucia Trigilia parlerà della festa, Loredana Pitruzzello parlerà del quadro del Guinaccia che è ritornato sull’altare ora che il Caravaggio si trova nella sua sede originaria. Con don Rosario Lo Bello e Camilla Fortunati dell’Ortygia Business School parleremo di economia. La scelta di Lucia è di dare tutto ai poveri. È una scelta di mera utopia o ha un significato economico?
Parleremo del Parco culturale ecclesiale, una nuova struttura dell’Arcidiocesi legata ai beni ecclesiali. Parleremo di suor Chiara Di Mauro. Una lettura cristallizzata tra una storia di santità antica come Santa Lucia e un’altra come quella di suor Chiara, che speriamo possa diventare presto santa. E poi ci saranno anche gli elementi musicali: il 5. raduno bandistico con tre bande, il concerto dedicato alla Santa Lucia per la pace della Banda di Siracusa, e il concerto degli studenti del Gargallo.
In questa festa ricominciamo, ritorniamo. Ritorniamo a gustare la bellezza di Santa Lucia e la forza di Santa Lucia. E poi c’è un altro elemento di novità: tutto il simulacro di Santa Lucia è composto da tanti ex voto. Gli artisti Pietro Marchese e Carlo Izzo doneranno una medaglia scultorea di Santa Lucia. E ci sarà una mostra al parlatorio di Santa Lucia alla Badia. Un gesto antico che viene riproposto. Quindi c’è tutto in questa festa, la tradizione e il legame. E la novità è il linguaggio della contemporaneità, in una festa che è sempre unica, è sempre bella con i colombi che non diventano solamente il ricordo del miracolo di Santa Lucia, ma in questo momento diventano anche messaggeri di pace“. All’incontro hanno partecipato la professoressa Rita Patania del liceo classico “Tommaso Gargallo” e il maestro orafo Carlo Izzo.

L’avv. Giuseppe Piccione e il prof. Salvatore Sparatore

Diverse celebrazioni e momenti di preghiera saranno visibili in diretta streaming sui profili social: le pagine facebook della Deputazione e dell’Arcidiocesi di Siracusa ed il canale You tube dell’Arcidiocesi di Siracusa.  Si ringraziano l’emittente televisiva Teleuno Tris che ritrasmetterà il segnale sul canale 85 del digitale terrestre e l’emittente Video 66 che ritrasmetterà il segnale sulla piattaforma digitale Twich.
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Gli auguri dell'arcivescovo Francesco Lomanto

La gioia nasce dal sentirci fratelli

Auguro di cuore a tutti una Santa Pasqua di pace, di bene e di gioia.
Di pace, accogliendo il dono del Risorto, che è la pace. Gesù risorto dice ai discepoli “Pace a voi” e la pace è Gesù, è risorto, e vive dentro di noi. Una Santa Pasqua di pace e di bene.
Il Bene impegna anche noi nel dono, nel servizio, nell’amore, nella costruzione del bene comune. Pace, bene e gioia. La gioia nasce dall’essere insieme, dal sentirci fratelli. E allora auguro di cuore a ciascuno, a tutti, di scoprire il senso forte e grande della fratellanza per essere davvero tutti fratelli.
Sostenerci per mano e affrontare con fiducia, con speranza l’avvenire, nonostante le difficoltà e le tribolazioni che possono presentarsi. Guardiamo con fiducia, con speranza, con animo lieto, il nostro cammino, il nostro avvenire. Sostenuti dalla forza e dalla presenza del Signore risorto che è con noi, cammina con noi, rimane con noi.
Buona Pasqua a tutti di cuore.

Mons. Francesco Lomanto

 

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Pasqua 2022, Mons. Lomanto: “Il nostro compito è di divenire pienamente umani”

“Dinanzi alla situazione difficile che tutti noi stiamo vivendo come portare il messaggio pasquale? Attraverso la nostra vita. Se noi incarniamo il mistero dell’amore di Dio sarà un linguaggio comprensibile da parte di tutti. Da chi crede e da chi non crede. Perché andiamo a toccare la sensibilità dell’uomo. Il nostro compito e quello di divenire pienamente umani”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto, che è anche delegato Episcopale per le Comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Siciliana, questa mattina ai giornalisti e agli operatori della comunicazione di Siracusa in occasione dell’incontro che si è svolto in arcivescovado per il tradizionale scambio di auguri per la Pasqua. All’incontro, organizzato dall’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi, oltre ai giornalisti delle testate cartacee, web e radio, hanno partecipato il tesoriere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Salvatore Di Salvo, che è anche Segretario nazionale Ucsi; il segretario provinciale di Assostampa Siracusa, Prospero Dente; il presidente provinciale dell’Ucsi Siracusa, Alberto Lo Passo; il direttore del settimanale Cammino, Orazio Mezzio.

Il nostro compito e quello di divenire pienamente umani. Se siamo pienamente umani ci avviciniamo a Dio perché siamo a immagine di Dio. Siamo chiamati a impegnarci a costruire la pace nel cuore e nella vita. Siamo chiamati a manifestare la presenza dell’amore di Dio nella nostra vita. Qualunque persona si sentirà incoraggiato da una persona che ama e vuole il bene dell’altro che è quello che ci ricorda Papa Francesco nella Fratelli tutti: noi abbiamo il coraggio di costruire il bene. Se ci muoviamo in questa linea saremo costruttivi”.

Mons. Lomanto ha ricordato i due anni di crisi pandemica e le conseguenze che avremo per tanto tempo: “La mancanza della pace anzi la presenza della guerra, delle guerre, e dei vari tipi di guerra. Non solo quella terribile dell’Ucraina a cui assistiamo, che sta scuotendo il mondo. Ma ci sono altre guerre, quelle che non vediamo. Intime, nascoste che riguardano la vita e la morale. Penso al cardinale Carlo Maria Martini che diceva che “La Pasqua è la vicenda di una vita passata attraverso la sofferenza e la morte, di un’esistenza ridonata a chi l’aveva perduta”. Penso che quello che stiamo vivendo dovrà farci guardare con fiducia l’avvenire, a unirci di più tra noi. Trasmettiamo agli altri il messaggio di una vita che non tramonta mai. Auguro una Pasqua di pace, bene e serenità”.

L’Ucsi Siracusa e l’Assostampa Siracusa hanno donato, a nome dei giornalisti, cinquanta chilogrammi di pane destinato alle famiglie in difficoltà della città. Quest’anno il pane è stato destinato alla Caritas della parrocchia Sacra Famiglia di Siracusa, guidata dal parroco don Claudio Magro.

Il Covid 19  ha  messo in difficoltà tantissime  famiglie che prima di questa pandemia vivevano una vita serena – ha detto il tesoriere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Salvatore Di Salvo -. La crisi editoriale che stiamo vivendo ha portato ad un impoverimento del territorio con la chiusura di due redazioni di importanti giornali regionali. Bisogna affrontare la crisi con un nuovo modo di pensare la professione. Oggi intanto bisogna fare piccoli passi di carità  che si concretizzano nel sentirci prima di tutto chiamati a compiere ogni giorno piccoli gesti d’amore verso le persone che incontriamo cercando di diventare attenti e sensibili soprattutto ai poveri silenziosi, cioè a coloro che spesso incontriamo nella nostra quotidianità ma che all’apparenza, per la loro dignità, cercano di nascondere le sofferenze e i disagi che stanno vivendo e capire come agire per aiutarli con i nostri strumenti di comunicazioni cercando di essere “ascoltatori” del grido che arriva dalle periferie”.

Il Santo Padre ci invita quest’anno ad ascoltare di più – ha detto il segretario provinciale di Assostampa Siracusa, Prospero Dente -. Forse noi giornalisti lo facciamo ma non siamo stati bravi a farci ascoltare. C’è una categoria professionale, cosciente del compito sociale che ha, che vuole andare avanti. Nonostante la crisi di questo settore. Abbiamo oggi uno stimolo ad essere coraggiosi di fronte ad un passaggio. Speriamo ci sia un dopo per la nostra categoria ma anche per il nostro territorio”.

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Chiamati a vivere oggi una missione ecclesiale

Noi siamo chiamati a vivere oggi una missione ecclesiale. Non solo la missione di essere uniti sempre più alla Chiesa visibile, ma di renderla anche particolarmente visibile in noi. Le proprietà per le quali la Chiesa si rende visibile al mondo come sacramento di Dio, debbono distinguere la nostra medesima vita, nellʼunità con Dio e con tutta lʼumanità, in ogni luogo, in ogni tempo“. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto che ha presieduto la messa crismale nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Concelebrano gli arcivescovi emeriti mons. Giuseppe Costanzo e Salvatore Pappalardo.
Accogliamo con animo grato gli oli che provengono dal Giardino della memoria delle stragi di Capaci, a trenta anni da quello evento criminale, e dalla munificenza dei produttori della Coldiretti che anche questʼanno rinnovano il loro dono” ha sottolineato l’arcivescovo che poi ha evidenziato il senso della celebrazione nel corso della quale i sacerdoti rinnovano gli impegni dell’ordinazione.

La messa crismale – che il vescovo celebra con i presbiteri della diocesi e durante la quale consacra il crisma e benedice gli oli – è una delle principali manifestazioni della pienezza del sacerdozio del vescovo e un segno della stretta unione dei presbiteri con lui. Per questo motivo nella celebrazione i presbiteri rinnovano gli impegni assunti nel giorno dell’ordinazione, consolidando così il vincolo della fraternità sacramentale che li lega gli uni agli altri, nella consapevolezza che solo dalla costante e intima comunione con Cristo Risorto può scaturire la grazia che feconda il ministero sacerdotale. Questo rito rende visibile il mistero della Chiesa, sacramento di Cristo, che nello Spirito santifica ogni situazione della vita con la grazia dei sacramenti” ha detto mons. Lomanto.

Alla luce di questi significati, desidero evidenziare tre nessi profondi della messa crismale: il fondamento cristologico della benedizione degli oli, cioè il suo rapporto fondativo con Cristo, lʼUnto del Signore, intronizzato come re nella sua morte in croce; lʼunità con lo Spirito e la comunione con la Chiesa e con tutti gli uomini; il rapporto con il sacerdozio ministeriale“.

Cristo è lʼunità, ma è lo Spirito che opera lʼunità. Così Cristo è la verità, ma è lo Spirito che realizza la verità; il volto di Cristo è la bellezza e il suo corpo risorto è la gloria, ma è lo Spirito che rivela la bellezza e la gloria. Nello Spirito Santo, che è lo Spirito del Cristo, ognuno vive la vita di tutti e tutti vivono la vita di ognuno. La nostra unità non dipende dal fatto che amiamo gli altri, piuttosto il nostro amore dipende dallʼunità che lo Spirito Santo ha compiuto in Cristo per tutti gli uomini. Nello Spirito Santo viviamo una comunione di amore: non solo con Dio, ma anche con tutti gli uomini e con gli uomini di tutti i tempi. Lo Spirito Santo realizza lʼunità. E noi, vivendo il mistero dello Spirito, rendiamo visibile questa comunione immensa di amore che ci fa una sola cosa con tutti: una sola cosa con Dio nella santità; una sola cosa con gli uomini di tutti i tempi nellʼapostolicità, che è lʼunità del tempo; una sola cosa con gli uomini nella cattolicità, che è lʼunità dello spazio“.

Il cammino del credente verso Dio, nellʼadesione a Cristo e nellʼabbandono allo Spirito, è un cammino di successive consacrazioni che implicano una coscienza sempre più piena di quello che importa il battesimo stesso. Dopo la consacrazione battesimale, infatti, viene quella della confermazione: anche questa è una consacrazione, perché anche nella cresima ci viene dato di nuovo lo Spirito, che con i suoi doni agisce sulle nostre potenze – intelletto, volontà – rendendole più docili a un’azione soprannaturale. In seguito, a parte i sacramenti, avviene un’altra consacrazione: la conversione, non tanto dal peccato alla grazia, ma da una vita di fede tradizionale o ricevuta passivamente a una vita che implica un rapporto personale col Dio vivente, un rapporto del figlio col Padre. Un prete che prega rimane, alla radice, un cristiano che ha compreso fino in fondo il dono ricevuto nel battesimo. Un prete che prega è un figlio che fa continuamente memoria di essere figlio e di avere un Padre che lo ama. Un prete che prega è un figlio che si fa vicino al Signore.

Inoltre, vi chiedo di pregare per i presbiteri che questʼanno celebrano le ricorrenze speciali della loro ordinazione sacerdotale. Il 50esimo anniversario: Mons. Michele Giansiracusa, Mons. Salvatore Marino, Sac. Sebastiano Gulinello. Il 25esimo anniversario: P. Pietro Giarracca, ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia religiosa di Siracusa; i Sacerdoti Vincenzo Cafra, Dionisio Candido, Luigi Corciulo, Alfio Li Noce, Mons. Salvatore Garro. Preghiamo anche per i sacerdoti e i diaconi che non hanno potuto partecipare a questa celebrazione, perché anziani o impediti dalla malattia, per chi sta soffrendo e offrendo il proprio ministero nel martirio della carità. Il Signore conceda loro unʼabbondante effusione del suo Spirito di consolazione e di fortezza. Un ricordo particolare va ai sacerdoti che sono stati chiamati alla casa del Padre: Sebastiano Teodoro, Francesco Maria Grazia Sortino, Cesare Vaccaro, Fra Vittorio Midolo. Accogliamo con viva gratitudine le manifestazioni di affetto e di preghiera verso il presbiterio che in questo Giovedì Santo mi sono pervenute dai tre Monasteri di clausura presenti nella Diocesi“.

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Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore

Celebrare una giornata di preghiera e di raccolta di offerte in favore dell’università Cattolica del Sacro Cuore. E’ l’invito che l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha rivolto ai parroci in vista della 98esima Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore che si celebra domenica 1 maggio, all’indomani della beatificazione, nel Duomo di Milano, di Armida Barelli, cofondatrice con padre Agostino Gemelli dell’Ateneo dei Cattolici italiani.
I Vescovi nel loro messaggio annuale, hanno dato alla Giornata il titolo “Con cuore di donna” per ricordare questa grande figura “senza la quale nulla sarebbe stato possibile“, come ebbe a dire padre Agostino Gemelli.
Maria Sticco –
scrive l’arcivescovo Lomanto – nel suo libro Una donna tra due secoli dice che Armida Barelli nacque quando i lumi funzionavano a petrolio, le carrozze erano trainate dai cavalli, le ragazze non uscivano sole da casa, non studiavano in scuole maschili e non partecipavano alla vita pubblica. Quando Armida muore nel 1952, l’Italia, nata da un’Assemblea Costituente, vive il miracolo economico ed ella vi partecipa attivamente, dando un decisivo contributo. Convinta dell’importanza dell’istruzione e della formazione delle donne, promosse e sostenne iniziative in un tempo in cui si riservava loro un ruolo marginale e non era neppure riconosciuto il diritto di votare. Ella capì che l’Università Cattolica, sognata da Giuseppe Toniolo il conte Lombardo, Ludovico Necchi, Agostino Gemelli e Francesco Olgiati, se voleva essere libera, doveva essere economicamente indipendente, per questo chiese con insistenza a papa Pio XI l’istituzione della “Giornata per l’Università Cattolica”. Comprese che era necessario creare una rete capillare di persone amiche dell’Ateneo che chiamò “Amici dell’Università Cattolica”, fiduciosi nel Sacro Cuore di Gesù, a cui ella volle intitolata l’Università Cattolica. Questi “Amici” ci sono ancora e auspico che crescano sempre più di numero e di interesse“.

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Sii pace: l’arcivescovo Lomanto incontra gli studenti

L’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, incontra gli studenti delle scuole secondarie superiori.
Si intitola “Sii pace” l’incontro che avrà luogo martedì 12 con inizio alle ore 9.30 nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa.
Interverranno anche Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire; Francesco Priolo, rettore dell’Università degli studi di Catania; Oliviero Forti, responsabile politiche migratorie della Caritas Italiana; MakSym Ryabukha, direttore della Casa salesiana “Maria Ausiliatrice” di Kiev.
Si tratta del primo evento che promuoviamo da quando abbiamo superato le limitazioni dovute all’emergenza sanitaria – spiega don Santo Fortunato, direttore dell’Ufficio per la Pastorale giovanile -. L‘arcivescovo Lomanto ha espresso il desiderio di incontrare gli studenti in prossimità della Pasqua ed è nato questo appuntamento che inevitabilmente sarà caratterizzato anche dal difficile momento che stiamo vivendo. Siamo contenti perchè tutti gli istituti scolastici hanno confermato la loro adesione, ma compatibilmente con la capienza del tempio mariano, alcune scuole si collegheranno in diretta streaming per poter seguire l’evento“.
L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming sul canale You Tube dell’Arcidiocesi di Siracusa e sulle pagine facebook di Arcidiocesi di Siracusa e Pastorale Giovanile Siracusa.
Siamo contenti per i quattro ospiti che dialogheranno con gli studenti – conclude don Santo Fortunato -. Saranno testimonianze importanti che sono convinto faranno riflettere i giovani. Avremo un collegamento da Kiev e poi dalla Caritas di Roma. Ma prima porremmo delle domande al direttore di Avvenire e al rettore dell’università di Catania. Al termine dell’incontro sarà distribuito un segnalibro sul quale abbiamo stampato la preghiera del giovane composta per l’occasione dal nostro arcivescovo”.
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La Via Crucis: una sconfitta che diventa speranza dell’amore

Migliaia di fedeli hanno preso parte ieri sera alla Via Crucis Cittadina promossa dal Vicariato delle parrocchie di Siracusa e organizzata dalla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime presso l’Anfiteatro romano del Parco Archeologico della Neapolis a Siracusa.

Ritrovarci qui ci ricorda come la nostra fede, il cristianesimo, rimanendo fedele al Vangelo assume un volto nella vita e nella storia. Ricordiamo la grandezza dell’amore di Dio che condivide la nostra umanità sia le debolezze e la miseria umana e dall’altra parte guardiamo alla presenza di Maria presso la croce che segue il suo figlio Gesù: è per noi motivo di consolazione e speranza perchè Gesù nulla rifiuta alle sue sante lacrime” ha detto mons. Lomanto all’inizio della preghiera del Pio esercizio della Via Crucis in ricordo di tutte le vittime del Covid-19 e di chi sta subendo la dolorosa croce nell’orrore della guerra.
L’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha guidato il momento di preghiera. A tutti i partecipanti è stato donato il libretto “La Passione di Gesù nel silenzioso Pianto della Madre”, con le meditazioni della Via Crucis scritte dal compianto mons. Pio Vittorio Vigo, arcivescovo emerito di Acireale, che lo scorso anno ha terminato il suo pellegrinaggio terreno.

Dio non è insensibile al nostro pianto: conosce la nostra sofferenza, ascolta il nostro grido e si pone accanto soprattutto nel momento del dolore e dello smarrimento. La Via della Croce non è il vicolo cieco del dramma dell’umanità schiacciata sotto la pesante pietra del sepolcro. Quella che sembrava una sconfitta senza possibilità di replica, diventa la speranza dell’amore che vince sempre: la Passione di Cristo decreta la definitiva sconfitta della morte e del peccato” ha concluso mons. Lomanto. 

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