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L’educazione per tirar fuori il meglio che c’è in ogni uomo

L’educazione è un ministero delicatissimo che porta a e-ducere, cioè tirar fuori il meglio che c’è in ogni uomo“. Lo scrive l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che ha inviato un messaggio al mondo della scuola all’inizio dell’anno scolastico.
Mons. Lomanto si è rivolto a studenti, personale docente e non docente e dirigenti delle scuola di ogni ordine e grado.  “Nel particolare frangente socio politico in cui viviamo, la Scuola deve essere riconosciuta quale istanza particolarmente centrale della società, ove progetti e sogni della stessa germinano, si organizzano e prendono corpo. In particolare, occorre ripensare alla centralità della Scuola in un tempo in cui la pandemia ci ha fatto prendere coscienza della nostra reciproca interdipendenza e la guerra in Ucraina ci ammonisce nel senso che se non si vive la fraternità globale, la sopraffazione fratricida e la brutale violenza omicida delle armi incombe. La cultura è un potentissimo strumento di crescita personale e sociale che, in un mondo caratterizzato da sperequazioni economiche che aumentano sempre di più il divario fra ricchi e poveri pone al centro l’essere e non l’avere e che richiama la società dominata dall’edonismo a far leva non sull’apparire ma sull’essere”.
Mons. Lomanto si è rivolto ai ragazzi e agli adulti impegnati nel mondo della Scuola, invitandoli a non cedere “alla seduzione dell’autoreferenzialità, dell’egoismo, dell’individualismo, esercitatevi a uscire da voi stessi per andare verso l’altro e verso l’Alto, a vivere quella fraternità e amicizia sociale di cui parla Papa Francesco e che ci abilita a sperimentare il valore autentico della vita, perché «la vita sussiste dove c’è legame, comunione, fratellanza; ed è una vita più forte della morte quando è costruita su relazioni vere e legami di fedeltà. Al contrario non c’è vita dove si ha la pretesa di appartenere solo a sé stessi e di vivere come isole: in questi atteggiamenti prevale la morte» (Francesco, Angelus – 10 novembre 2019): L’Osservatore Romano, 11-12 novembre 2019, p.8). Buon inizio di attività: sia un anno intenso, animato dalla speranza nel bene, proiettato alla crescita persona e comunitaria“.

Messaggio inviato ai candidati per le elezioni del 25 settembre

Elezioni regionali, i vescovi di Sicilia: “Dare voce ai più fragili”

Il prossimo Governo della Regione dovrà occuparsi di molte questioni ma dovrà farlo dando voce a chi non ha voce e senza lasciare indietro i più fragili. C’è un profondo rinnovamento che ci attende affinché la nostra terra torni ad essere una comunità di vita, di orizzonti, di speranze. E’ una responsabilità che condividiamo tutti. Noi, come Vescovi della Sicilia, possiamo solo consegnare a voi l’immagine che per primi ci interpella. L’immagine di un povero Uomo crocifisso ingiustamente, che con la sua vita, con la sua morte e risurrezione ci ha rivelato il senso ultimo e alto della politica: non crocifiggere l’altro con ingiuste leggi e prendersi cura di tutti i crocifissi della storia“. E’ uno dei passaggi del messaggio che i vescovi di Sicilia hanno inviato ai candidati alla guida della Regione Siciliana e a tutti i siciliani in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre. Una serie di riflessioni consegnate a “quanti, come voi, saranno chiamati ad agire per la rinascita della speranza nella nostra amata Isola“. I vescovi hanno ribadito la necessità di “sentirci sempre più corresponsabili della cosa pubblica, di essere cittadini interessati profondamente alla Sicilia, alla sua storia e al suo futuro. A voi, cari Candidati, spetta il compito – e lo sapete bene – di avere una chiara progettualità, di coinvolgere tutti, di far sì che ognuno possa apportare il proprio contributo ideale, il proprio sforzo operativo, semplicemente il proprio mattone“. 

Dal nostro punto di vista, restando in ascolto del Vangelo che ci giudica e ci guida, c’è una sola strada perchè questo sguardo converga nella stessa direzione: la strada di una solidarietà fattiva, congiunta ad una responsabile sussidiarietà, sempre aperta agli altri, al mondo, al futuro. (…) Dalla pandemia e dalla guerra impariamo che siamo tutti fratelli, immersi nella stessa storia, accomunati dagli stessi pericoli, chiamati a correggere insieme le stesse distorsioni, per ritrovare le vie della pace, della giustizia, della libertà, della crescita sostenibile, della cura dell’ambiente. (…). Solo rimanendo dalla parte delle famiglie e dei più deboli si costruisce un futuro per tutti. Solo un progetto politico che includa gli ultimi può accomunare tutti“.

I vescovi di Sicilia hanno poi elencato le priorità: “Il prossimo Governo della Regione dovrà occuparsi di molte questioni ma dovrà farlo dando voce a chi non ha voce e senza lasciare indietro i più fragili. I fondi del PNRR sono un’opportunità eccezionale, probabilmente irripetibile. Sentiamo di dover condividere con voi la preoccupazione perché queste risorse non vengano sprecate ma siano impiegate per la rinascita e lo sviluppo della nostra terra, a cominciare dalle infrastrutture viarie e dai trasporti, dell’agricoltura e delle energie rinnovabili. Servano per una sanità giusta, per un’istruzione dignitosa e diffusa. Servano concretamente per andare incontro alle famiglie che hanno un solo reddito, alla disperazione di chi è rimasto senza casa, all’angoscia dei lavoratori precari, alle incertezze degli artigiani e dei professionisti, alla solitudine degli anziani e dei disabili, al disorientamento dei bambini e degli adolescenti, alla stanchezza e alla disillusione dei giovani. La gioventù è diventata in Sicilia, in questi decenni, una forma della povertà. E questo rattrista i cuori di tutti noi, che ci prendiamo cura del futuro della Polis. Constatiamo infatti con dolore che essere giovani nella nostra terra ha coinciso e oggi ancor più coincide con una cocente mancanza di diritti: il diritto allo studio, il diritto al lavoro, il diritto a restare in Sicilia senza essere costretti ad andar via. Questa è per tutti noi una chiamata storica, e lo è anzitutto per voi, per la nostra politica: diamo ai nostri giovani opportunità e motivi per restare qui, scommettendo sulle loro energie, sulle loro capacità, sul loro modo coraggioso di impegnarsi nel mondo per la cura delle nostre città e dei nostri territori. Sosteniamo il loro anelito ad un’ecologia integrale. Impegniamoci a dare soluzione definitiva al grave problema della gestione dei rifiuti che sta pregiudicando la qualità della vita della nostra terra. Incrementiamo gli strumenti che possano garantire alla nostra Isola la valorizzazione dei beni culturali mediante il turismo. Programmiamo la valorizzazione e la fruizione sostenibile del prezioso, diffuso ed eterogeneo patrimonio culturale, materiale e immateriale“.

Infine l’immagine del Crocifisso e l’immagine della Madonna “che il nostro popolo chiama “a Bedda Matri”. Al di là di ogni fede, quanta passione, quanto rispetto per la donna e per la madre, quanta vitalità c’è in questa espressione potente! Guardiamo a lei e a tutte le donne. Un governo è umano se si fa guidare dall’attenzione alle donne (e ai loro bambini). Impareremo così che cosa significa dare la vita e non toglierla, essere per l’altro e non contro di lui, avere pietà e non disprezzo, amare in ogni caso e ad ogni costo e non pensare che ci sia qualcosa di diverso dell’intelligenza e dell’energia del cuore che possa ridare speranza al mondo e alla nostra Sicilia“.

 

In allegato il messaggio integrale


Farsi prossimo è il richiamo che ci proviene dalle lacrime

Senza solidarietà e partecipazione, non solo emotiva ma anche fattiva, difficilmente riusciremo a risalire la china di questa tormentata stagione di crisi. Farsi prossimo, sporcarsi le mani con chi è nel bisogno è il richiamo che ci proviene dalle lacrime della Beata Vergine”. Il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, parla delle lacrime di Maria, quelle che sgorgarono 69 anni fa da un quadretto in gesso del Cuore Immacolato di Maria. Un‘immagine, che si trovava nell’abitazione dei coniugi Iannuso, che pianse lacrime umane per quattro giorni, dal 29 agosto al 1 settembre del 1953. Il cardinale Bassetti presiede al Santuario della Madonna delle Lacrime la solenne celebrazione eucaristica, con gli arcivescovi emeriti di Siracusa Giuseppe Costanzo e Salvatore Pappalardo, che conclude i festeggiamenti prima che l’arcivescovo Francesco Lomanto affidi l’Arcidiocesi di Siracusa alla Madonna delle Lacrime.

La Vergine ci insegna a riflettere sulle lacrime versate in ogni angolo della terra. Condividere le vicende del nostro tempo vuol dire farsi carico delle tante situazioni di precarietà e di malessere sociale fortemente presenti oggi nel nostro Paese e in particolar modo in questa cara terra di Sicilia. Penso alle famiglie in difficoltà economica in tutta Italia, ai giovani senza lavoro, agli anziani soli, agli operai licenziati, alle imprese che falliscono, agli immigrati che sbarcano esausti su queste coste in cerca di una vita migliore, ai continui aumenti dei costi della vita, insostenibili per la povera gente”. Bassetti ha ricordato la “drammatica situazione causata dalla pandemia da Covid-19. Quante lacrime versate in tutto il mondo! Con centinaia di migliaia di morti dovuti a questa immensa tragedia. E, come se non bastasse, in questi mesi si è scatenata una nuova, terribile, guerra in Europa. Anche oggi, sono centinaia di morti in Ucraina, mentre donne e bambini sono costretti alla fuga, alla povertà e alla fame. Sostenuti dalla forza della fede, uniamo stasera, alle lacrime di Maria, quelle degli uomini e delle donne di tutto il mondo. Le lacrime della Vergine sintetizzano quelle del mondo intero, e lasciano trasparire in modo forse più evidente ma altrettanto dignitoso il pianto di Gesù, che intensamente ha voluto partecipare alle vicende umane, specie le più dolorose”.

Bassetti ha parlato delle lacrime di Maria come “un dono. Il suo è il pianto dell’amore che si dona e porta frutto. Sono lacrime di gioia e di sapienza quelle di colei che lascia andare il Figlio verso Dio e si lascia guidare come discepola da colui che è nato dal suo grembo”. Numerosi pellegrinaggi hanno caratterizzato i festeggiamenti iniziati con la benedizione del cotone. “Il Pianto di Maria significa la sua partecipazione alle nostre sofferenze. La Madonna fa sue le nostre lacrime, anzi piange con le Lacrime umane; ci consola, ci sostiene e ci incoraggia. Con la sua materna presenza ci assiste, intercede per noi, prega per noi, ci protegge, ci offre il suo amore di Madre. (…) Il Pianto è segno di rinnovamento” ha detto Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa.

Così l'arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto

Il pianto di Maria è la sua partecipazione alle nostre sofferenze

Chiediamo a voi tutti, che soffrite, di sostenerci. Proprio a voi, che siete deboli, chiediamo che diventiate una sorgente di forza per la Chiesa (per la nostra Chiesa di Siracusa) e per l’umanità“. Così l’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto, lunedì scorso nel primo giorno dei festeggiamenti per il 69mo anniversario della Lacrimazione della Madonna a Siracusa. “Le lacrime di Maria sono un riflesso delle lacrime di Gesù” (papa Francesco 23 aprile 2022) è il tema scelto quest’anno per ricordare l’evento prodigioso del 1953 quando per quattro giorni, dal 29 agosto al 1 settembre, un quadretto in gesso del Cuore immacolato di Maria pianse lacrime umane. La prima giornata si è aperta con il pellegrinaggio dalla Casa del Pianto al Santuario della Madonna delle Lacrime, dove è stato rivolto alla Vergine Maria l’Atto di affidamento degli ammalati e degli operatori della salute e la celebrazione presieduta dall’arcivescovo di Siracusa. “Accompagniamo con la nostra preghiera quanti vivono le prove della vita, le difficoltà dell’esistenza, le sofferenze, i dolori, le emarginazioni, consapevoli che in unione con Cristo essi costituiscono la capacità del nostro amore e diventano la forza che salva il mondo” ha detto Francesco Lomanto. “Il pianto di Maria significa per noi la sua partecipazione alle nostre sofferenze. La Madonna fa sue le nostre lacrime, piange con le lacrime umane e ci consola, ci sostiene, ci incoraggia. Con la sua presenza materna ci assiste, intercede per noi, prega per noi. Ci offre il suo cuore di madre: dà tutto per noi. E noi sappiamo che «alle tue sante lacrime, Gesù nulla rifiuta». Maria guida il nostro cammino; ci indica la via. Il pianto è segno di superamento, di rinnovamento e di nuova direzione”.
Ieri pomeriggio la solenne celebrazione è stata presieduta da Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito di Siracusa. Domani sarà invece Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa. Giovedì 1 settembre sarà il cardinale Gualtiero Bassetti, già presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo emerito di Perugia Città della Pieve a concludere i festeggiamenti. Per accogliere i pellegrini è stata posizionata una pedana sull’altare maggiore, che facilita la preghiera davanti al quadrettomiracoloso della Madonna delle Lacrime. I fedeli potranno organizzarsi percorrendo cammini penitenziali verso la Basilica del Santuario per ottenere i benefici dell’indulgenza plenaria.

Festa di Maria Ss.ma Assunta

Si celebra lunedì 15 agosto la festa in onore della vergine Maria Ss.ma Assunta.
La messa sarà celebrata alle ore 18.00 e alle ore 19.00 è prevista l’uscita del simulacro dalla chiesa di San Filippo Apostolo, alla Giudecca in Ortigia.
La processione percorrerà le vie del centro storico passando da via Roma, piazza Minerva, piazza Duomo, via Landolina, via Amalfitania, via Ruggero Settimo e largo Porta Marina. Dopo le operazioni di imbarco del simulacro sul rimorchiatore, intorno alle ore 20.00, inizierà la processione in mare all’interno del porto grande di Siracusa. Al largo avverrà la tradizionale benedizione del mare, il lancio della corona d’alloro e la preghiera per i caduti in mare.
Alle ore 21 il rientro sulla terraferma ed il ritorno sempre in processione fino alla chiesa di San Filippo.
I festeggiamenti, organizzati dal parroco della chiesa di San Filippo apostolo, don Flavio Cappuccio, prevedono per la giornata di domenica 14, alle ore 18.30 i solenni primi vespri nella solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.

Mons. Antonio Staglianò nominato Presidente della Pontificia Accademia di Teologia

Il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò, è stato nominato dal Santo Padre Presidente della Pontificia Accademia di Teologia. La comunicazione è avvenuta stamane alle 12 all’interno della Cattedrale di Noto dove i fedeli riuniti hanno applaudito a lungo il vescovo Antonio per questo incarico così importante.

La Pontificia Accademia di Teologia fu fondata a Roma e ricevette i suoi primi Statuti da Clemente XI, nel 1718. Creata come sede delle scienze sacre al fine di formare dei teologi ben preparati, l’Accademia ha la missione di promuovere il dialogo fra la fede e la ragione, per presentare il messaggio cristiano in modo che corrisponda alle esigenze del nostro tempo.

Monsignor Staglianò è stato eletto alla sede vescovile di Noto il 22 gennaio 2009, consacrato vescovo il 19 marzo 2009 e ha iniziato il suo servizio episcopale in diocesi il 2 aprile dello stesso anno. Ha insegnato Teologia sistematica all’Istituto Teologico Calabro e tenuto corsi di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana. Dal 1997 è stato teologo consulente del servizio nazionale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) per il progetto culturale. Ha saputo coniugare l’impegno per la ricerca teologica e l’animazione pastorale: è stato parroco a Le Castella nella diocesi di Crotone-Santa Severina. È membro del Coincat (Consiglio Internazionale per la Catechesi) e della Commissione CEI per la Cultura e le Comunicazioni Sociali. In seno alla Conferenza Episcopale Siciliana è delegato per i Migranti. È autore di numerose pubblicazioni e poesie. In questi anni di servizio pastorale a Noto, monsignor Staglianò ha tenacemente promosso un progetto comunicativo teologico, pastorale e culturale che prende il nome di Pop-Theology, per dare più decisivi impulsi all’annuncio del Vangelo, sulla scia della “Chiesa in uscita” auspicata da Papa Francesco, offrendosi come via efficace per meglio dinamizzare la fede del popolo di Dio, ponendosi come opera di “carità intellettuale”, a servizio della Chiesa.

Monsignor Angelo Giurdanella nominato Vescovo di Mazara del Vallo

Monsignor Angelo Giurdanella, Vicario Generale della Diocesi di Noto, è stato nominato da Papa Francesco Vescovo di Mazara del Vallo. La nomina arriva dopo le dimissioni presentate per raggiunti limiti di età da mons.. Domenico Mogavero che ha guidato la Chiesa mazarese dal 2007. L’Arcivescovo di Siracusa, Mons. Francesco Lomanto, augura a mons. Giurdanella un servizio fecondo nell’annuncio del Vangelo: “Lo accogliamo con gioia e con affetto e gli assicuriamo uno speciale ricorso nella preghiera per la missione che il Signore gli affida. Perchè in semplicità di cuore sia strumento di Cristo, unico Pastore“.

 

S.E. Mons Angelo Giurdanella – note biografiche

S.E. Mons. Angelo Giurdanella è nato il 24 febbraio 1956 a Modica. Dopo aver svolto gli studi nel Seminario minore di Noto, ha frequentato lo Studio teologico San Paolo di Catania concludendo la sua formazione in Filosofia e Teologia. È stato ordinato sacerdote il 27 dicembre 1983, incardinandosi nella Diocesi di Noto. Ha ricoperto i seguenti Uffici: Vice Rettore del Seminario Diocesano (1982-1984); Vicario Parrocchiale dell’Ecce Homo al Pantheon a Noto (1983-1984); Vicario Parrocchiale del Sacro Cuore (1984-1988) e di San Giovanni Battista e San Paolo ad Avola (1988-1989); Parroco di San Giovanni Battista e San Paolo ad Avola (1989-2010); Membro del Consiglio Presbiterale Diocesano (dal 2008); dal 2008, Membro del Collegio dei Consultori e Assistente unitario diocesano dell’Azione Cattolica Italiana; Vicario Episcopale per il Clero (2009-2010); dal 2010, Vicario Generale della Diocesi e Rettore della Basilica Cattedrale di San Nicolò; dal 2011 è Cappellano di Sua Santità e, dal 2019, Direttore della Caritas Diocesana.

IN ALLEGATO:

Alla festa di San Paolo il segretario CEI Giuseppe Baturi

Sarà l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della CEI, mons. Giuseppe Baturi, a presiedere la messa pontificale di domenica 7 agosto per la festa di San Paolo a Solarino. Diffuso il programma dei festeggiamenti con la presenza di mons. Baturi per la solenne celebrazione delle ore 19.00 nel giorno della festa. Alle 20.30 seguirà la solenne processione del simulacro di san Paolo posto sul carro trionfale accompagnata dalle bande musicali Città di Floridia e Città di Solarino per le vie del paese. Alle ore 24 in piazza del Plebiscito l’arrivo del fercolo del Santo patrono salutato da uno spettacolo pirotecnico. Poi il rientro del simulacro nella Chiesa Madre, la traslazione, e la chiusura della cappella.


Domenica 7, la giornata sarà aperta alle ore 7.00 dall’alborata (lo sparo di 21 colpi di cannone e lo scampanio festoso); alle ore 8.30 giro di gala del corpo bandistico per le vie cittadine; alle ore 10.30 la messa solenne cantata presieduta dal parroco don Luca Saraceno. Alle ore 12.00 la trionfale uscita del simulacro portato a spalla dai devoti e la processione per le vie Ruggero Settimo, Sella, Palestro, piazza del Plebiscito. Durante la processione offerta dei bambini nati durante l’anno.
I festeggiamenti prenderanno il via domenica 31 luglio con la solenne apertura della cappella di San Paolo e la traslazione all’altare maggiore. Per tutta la settimana momenti di preghiera e di riflessione e spettacoli musicali.

 

La fragilità dell’anima per Siracusa Sacra

La fragilità dell’anima è il tema di Siracusa Sacra – frammenti d’anima, iniziativa del Parco culturale ecclesiale “Terre dell’invisibile” e della società Kairos, che quest’anno si ripresenta in una nuova veste: l’apertura straordinaria di alcune chiese in orario serale, le esposizioni d’arte contemporanea e le visite guidate.
Dal 21 luglio al 4 settembre, alcune chiese a Siracusa potranno essere visitate in orario serale, dalle ore 20.00 alle ore 22.00 (visite guidate ore 20.30 e ore 21.30): il giovedì, venerdì e sabato, gli artisti esporranno ciascuno le loro opere. Ognuno di loro con la propria arte ha avuto modo di toccare con mano la fragilità dell’anima. Si tratta degli ospiti dell’Istituto Sant’Angela Merici, la fotografa Stefania Anzelmo e lo scultore Carmelo Lorefice.
In particolare il giovedì sarà aperta la Chiesa di San Giovanni Evangelista e la Cripta di San Marciano dove saranno esposti i lavori realizzati degli ospiti dell’Istituto sant’Angela Merici; il venerdì la Chiesa di San Martino e la Chiesa di San Benedetto dove verranno esposte le fotografie della fotografa siracusana Stefania Anzelmo e le sculture dell’artista modicano Carmelo Lorefice; il sabato percorso Secreta Palatii che comprende la Cappella Sveva, il Carcere Vescovile, e la Biblioteca Alagoniana.
Dopo la pandemia che in questi due anni ha cambiato a chi di più a chi di meno la vita, ora abbiamo tutti voglia di raccogliere e mettere insieme i pezzi della nostra vita, come frammenti d’anima spezzati dalla sofferenza e ripartire.

Le opere mostrate e inserite nei luoghi di Siracusa Sacra ci svelano diversi tipi di anime spezzate. Gli artisti, ognuno con esperienze diverse, hanno in qualche modo saputo cogliere l’essenza di queste anime rappresentandole attraverso linguaggi totalmente differenti, a noi tocca, ognuno secondo le proprie sensibilità, riconoscere questi frammenti recuperarli e metterli apposto.

Una scultura di Carmelo Lorefice

Il tema scelto è la fragilità dell’anima. Siamo stati coinvolti con alcune opere da mettere in mostra – ha detto don Alfio Li Noce, presidente della Fondazione Sant’Angela Merici -. Sono alcune sculture per le quali i nostri ragazzi hanno utilizzato la pietra di Noto e alcune opere pittoriche. Ed una immagine della Madonna molto particolare. Il risultato del lavoro fatto con i maestri d’arte che non è solo lavoro creativo ma è il frutto di un percorso dell’equipe riabilitativa. Nelle opere ammiriamo la vitalità e la creatività dei ragazzi. La gioia della condivisione“.

Le opere che sono esposte nella Basilica di San Giovanni e nella Cripta di San Marciano sono state realizzate dagli ospiti dell’Istituto Sant’Angela Merici di Canicattini e Siracusa. Ospiti con problemi motori o psichici, che affrontano quotidianamente la fatica di riabilitarsi. Ogni opera è composta e realizzata con frammenti: colori frammentati, immagini tagliati in riquadri e mosaici con barattoli di colore colato. I volti sono realizzati da linee spezzate nette mostrando tutta la severità e l’inquietudine umana.

I volti in terracotta esposti nella chiesa di San Martino sono dello scultore Carmelo Lorefice, sono maschere rugose, deformate, sono caricature di un pensiero umano che trasmettono vibrazioni, sentimenti, espressioni dell’animo sottolineati attraverso i tratti somatici. Sono sensazioni, stimoli, stati d’animo che la natura impone all’uomo frammentando e smantellando la visione unitaria che l’uomo ha della vita.

Una fotografia di Stefania Anzelmo

 

Nelle fotografie di Stefania Anzelmo scattate all’interno del carcere Borbonico di Siracusa, inserite negli altari laterali della chiesa di San Benedetto, si coglie la disperazione di anime sospese tra la solitudine e la rabbia, immerse nel buio squarciato da lame di luce sottili che si fa strada attraverso le grate. E tra il degrado e le mura che si sfogliano come sottili veli fa mostra di se una Madonna o ciò che resta di essa, e di fronte ad essa la fotografa percepire i pensieri dei condannati che molte volte l’avranno chiamata, invocata e anche bestemmiata, cercando di raccogliere attorno a Lei i frammenti di un’anima persa.

Il 69esimo anniversario della Lacrimazione a Siracusa

Le lacrime di Maria riflesso delle lacrime di Gesù

Le parole di Papa Francesco, «Le lacrime di Maria sono un riflesso delle lacrime di Gesù», guideranno la riflessione del 69mo anniversario della Lacrimazione della Madonna a Siracusa.
Papa Francesco, nel suo discorso al pellegrinaggio della Comunità Pastorale “Madonna delle Lacrime” di Treviglio, il cui Santuario è gemellato con il nostro Santuario di Siracusa, ha anche detto che “Le lacrime di Maria sono anche segno del pianto di Dio per le vittime della guerra che sta distruggendo l’Ucraina. Al suo Cuore immacolato abbiamo affidato la nostra supplica, e siamo certi che la Madre l’ha accolta e intercede per la pace, lei che è la Regina della Pace” (23 aprile 2022).
Il programma dell’anniversario culminerà nella celebrazione eucaristica dell’1 settembre presieduta dal Card. Gualtiero Bassetti, già Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e con l’Atto di Affidamento e di Consacrazione della Città e della Diocesi di Siracusa al Cuore Immacolato di Maria da parte dell’arcivescovo, mons. Francesco Lomanto.

E nel suo messaggio l’arcivescovo Lomanto ha ricordato: “Le Lacrime della Madonna accompagnano il cammino della Chiesa e rafforzano la nostra fede nel Signore. Esse non sono segno di debolezza o di resa, sono piuttosto la nostra forza e la nostra speranza perché – come ha detto Papa Francesco – «Le Lacrime di Maria sono un riflesso delle Lacrime di Gesù» (23.04.2022)Le Lacrime di Maria, quale riflesso delle Lacrime di Gesù sono la certezza che non siamo soli: Dio è con noi e mai abbandona i suoi figli nella sofferenza e nelle fatiche della vita. «Se Dio ha pianto – afferma il Papa – anch’io posso piangere sapendo di essere compreso» (05.05.2016).
Le Lacrime della Madonna riflettono le Lacrime di Gesù e sono la rivelazione dell’Amore di Dio che piange con noi, suscitando in noi la «grazia di saper piangere» per i nostri peccati, per le sofferenze dei fratelli, per la crudeltà della guerra fratricida e per l’insensatezza della violenza. Le Lacrime della Madonna donino occhi nuovi per guardare col cuore di Dio la nostra storia e poter agire con vera carità verso i fratelli poveri e sofferenti”.

Venerdì 26 agosto è previsto un incontro con i testimoni oculari della Lacrimazione della Madonna nel 1953 e la presentazione dei libri-testimonianza di Franco Cirillo. Sabato 27, al termine della celebrazione eucaristica delle ore 19.00, presieduta da mons. Francesco Lomanto, sarà celebrato il tradizionale rito della benedizione del cotone, che sarà distribuito ai fedeli al termine delle Sante Messe del sabato e della domenica.
Il 29 agosto la celebrazione eucaristica delle ore 19.00 sarà presieduta da mons. Francesco Lomanto, il 30 agosto da mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito di Siracusa, il 31 agosto da mons. Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa.
Confermata l’installazione della pedana sull’Altare maggiore, che facilita la preghiera al cospetto del Quadretto miracoloso della Madonna delle Lacrime, dal 14 agosto al 2 settembre 2022.