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Via Crucis cittadina al teatro greco

Lacrime e Speranza nella Croce di Gesù” è il tema della Via Crucis cittadina che si terrà venerdì 11 aprile alle ore 19.30 al Teatro Greco di Siracusa.

La direzione del Parco Archeologico e paesaggistico di Siracusa-Eloro-Villa del Tellaro-Akrai ha accolto l’iniziativa delle Parrocchie del Vicariato di Siracusa di organizzare il percorso doloroso di Gesù Cristo che si avvia alla crocifissione all’interno della zona archeologica.

Quest’anno i fedeli avranno la possibilità di vivere il cammino con Gesù, pregare e meditare all’interno dell’antica cavea. Grazie alla collaborazione con gli allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico della Fondazione Inda sarà possibile vivere un momento unico e suggestivo all’interno del Teatro Greco che sarà scenario delle stazioni della Via Crucis.

L’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che guiderà la preghiera, ha scritto: «Le quindici Stazioni della Via Crucis vengono scandite dal dolore e dalla speranza, dalle nostre lacrime di pentimento e dalla prospettiva di redenzione. Gesù si è identificato con chi soffre ingiustamente. E il nostro pensiero corre nell’attualità dei maltrattamenti di chi viene umiliato, violentato, vilipeso, torturato, calpestato nella sua dignità umana».

A tutti i partecipanti sarà donato il libretto contenente preghiere, commenti, canti della Via Crucis arricchita dalle immagini esposte nel Parco della Basilica~Santuario della Madonna delle Lacrime, opera dell’artista Giorgio Orefice.

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La pellicola del 1953 trasformata in digitale

“Rivive” il filmato della Lacrimazione di Maria

L’inconfutabile prova filmica interroga ancora oggi la scienza che ha verificato il formarsi prodigioso del liquido sugli occhi della Madonnina e ha confermato con l’analisi scientifica la natura umana di quelle lacrime. La lacrimazione del quadretto, pur non aggiungendo nulla di nuovo alla fede, tuttavia tiene aperto l’importante dialogo con chi è alla ricerca della verità: Tutti possiamo vedere e scrutare il fenomeno del pianto del quadretto del Cuore Immacolato di Maria”. L’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, è il custode di quelle lacrime umane che dal 29 agosto al 1 settembre 1953 sgorgarono dall’effigie in gesso del Cuore Immacolato di Maria, posta a capo del letto nell’abitazione di due giovani coniugi, Angelo Iannuso e Antonina Lucia Giusto in via degli Orti di San Giorgio alla Borgata a Siracusa.
Il secondo giorno, domenica 30 agosto 1953, il testimone oculare Nicola Guarino registrò con la sua cinepresa da 9,5mm eccezionali particolari della Madonna che stava piangendo.

Quel video originale è stato proiettato nella sala Vittorini dell’hotel Lanterne Magiche in versione digitale grazie alla Cineteca dello Stretto, realtà siracusana impegnata nella preservazione, digitalizzazione e diffusione del patrimonio audiovisivo, alla presenza delle autorità civili e militari.

Il filmato rappresenta una prova filmica straordinaria – ha spiegato il rettore del Santuario Madonna delle Lacrime don Aurelio Russo. E’ una grandissima sensazione: ci viene consegnato un video che ha fatto la storia, una testimonianza importante. Dai testimoni oculari alle foto, quella della ripresa filmica è un documento straordinario e oggi viene espresso con una definizione alta e bella che dà una grande sensazione”.

La Cineteca dello Stretto è impegnata nella preservazione, digitalizzazione e diffusione del patrimonio audiovisivo, nella promozione della cultura cinematografica e delle arti visive in tutte le loro forme. “Per noi è stato un onore – ha spiegato Maurilio Forestieri. Abbiamo ispezionato la pellicola a fondo per capire se potesse essere digitalizzata. Il nostro archivio è attivo dal 2023 ed è dotato di un laboratorio di restauro cinematografico all’avanguardia. Grazie a passa-film e scanner professionali di ultima generazione, la Cineteca è in grado di digitalizzare e restaurare pellicole cinematografiche con i più elevati standard di qualità. La conservazione delle pellicole avviene in ambienti climatizzati con temperatura e umidità controllate“.

La pellicola originale della Lacrimazione, in formato 9.5mm, è stata sottoposta a un’attenta ispezione preliminare per verificare l’integrità del supporto e prepararla alla digitalizzazione nelle migliori condizioni possibili. Per proteggere il film da polvere e microrganismi e garantirne un passaggio sicuro nello scanner, sono state applicate code di conservazione all’inizio e alla fine della pellicola. Il film è stato acquisito fotogramma per fotogramma alla massima risoluzione possibile (4K+), con un over-scan che ha catturato l’intera area del fotogramma, comprese le perforazioni, assicurando una riproduzione fedele e completa del materiale originale.

Prima di assistere alla visione del filmato storico gli studenti del liceo scientifico “Luigi Einaudi” di Siracusa hanno presentato un video sui quattro giorni della Lacrimazione della Madonna a Siracusa, realizzato partendo dal fumetto della Lacrimazione. Come ha spiegato la studentessa Emma Carla Messina il progetto “Siracusa e l’evento storico-scientifico-culturale della Lacrimazione della Madonna” ha coinvolto gli studenti delle classi V AS e V C che, partendo dalla storia dell’Evento, hanno effettuato un’analisi del contesto cittadino, dei protagonisti, degli atti processuali, contenenti le testimonianze di quanti assistettero. Hanno incontrato il testimone oculare Antonio Davì e approfondito il video del documentario storico. Infine hanno realizzato il doppiaggio del fumetto storico della Lacrimazione.
Abbiamo avuto anche l’opportunità di visionare da vicino l’effigie – ha detto la studentessa Messina –. Nel nostro viaggio a tappe ci siamo raccolti in momenti di riflessioni che trascendono la religiosità. Da siracusani ci siamo resi conti che conosciamo poco della Madonna delle Lacrime. Abbiamo compreso che la sua grandezza sta proprio nella sua piccolezza“.

La Madonna ha voluto dare a tutti i figli di Dio, credenti e non, un segno inequivocabile del suo amore – ha concluso mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa –. La Madre di Dio che ai piedi della Croce ha accettato la vocazione di essere Madre dell’umanità, con le sue lacrime ha confermato la sua materna premura nella storia travagliata dell’umanità e nel cammino profetico della Chiesa“.

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Il video della Lacrimazione in versione digitale

Il video originale che riprende la lacrimazione di Maria a Siracusa proiettato in versione digitale.
Sarà presentato lunedì 24 marzo, alle ore 16.45, nella sala Vittorini dell’hotel Lanterne Magiche in via Alagona 51 a Siracusa, il progetto che ha visto il passaggio del filmato storico dalla pellicola al digitale.

La Lacrimazione della Madonna è avvenuta a Siracusa, dal 29 agosto all’1 settembre 1953. Il secondo giorno, domenica 30 agosto 1953, il testimone oculare Nicola Guarino registrò con la sua cinepresa da 9,5mm eccezionali particolari della Madonna che stava piangendo.
La Basilica Santuario Madonna delle Lacrime nel corso degli anni ha custodito quella pellicola, riportandola nel documentario che milioni di pellegrini in oltre 70 anni hanno avuto la possibilità di vedere.
Grazie alla Cineteca dello Stretto, realtà siracusana impegnata nella preservazione, digitalizzazione e diffusione del patrimonio audiovisivo e nella promozione della cultura cinematografica e delle arti visive in tutte le sue forme, il filmato è stato portato in hd.
Alla proiezione sarà presente l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto.
Il filmato rappresenta una prova filmica straordinaria, che per la prima volta verrà proiettata integralmente così come è stata registrata dal cineamatore Guarino – ha spiegato il rettore del Santuario Madonna delle Lacrime don Aurelio Russo -. Questo passaggio ha fatto acquistare alle immagini maggiore nitidezza e qualità. E sarà fondamentale per la conservazione negli anni”.

La visione della pellicola sarà introdotta dai docenti e dai giovani studenti del liceo scientifico “Luigi Einaudi” di Siracusa, che presenteranno un video sui quattro giorni della Lacrimazione della Madonna a Siracusa, prodotto in collaborazione con la Basilica Santuario Madonna delle Lacrime.

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La Scuola della Parola in Cattedrale

Sabato 15, alle ore 21.00 nella Chiesa Cattedrale, l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto terrà la Scuola della Parola.
L’iniziativa promossa dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio in collaborazione con il Seminario arcivescovile di Siracusa e l’Ufficio diocesano per la Pastorale giovanile, sul tema “Questo è il mio corpo” (Mt 26,26).
La Scuola della Parola è un momento che si rivolge soprattutto ai più giovani voluto fortemente dall’arcivescovo.

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Assemblea sinodale della Chiesa di Siracusa

Assemblea sinodale della Chiesa di Siracusa a conclusione del cammino intrapreso negli ultimi mesi.

Giovedì 13 marzo, alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa, alle ore 18.30, la comunità diocesana si ritrova attorno al Pastore, mons. Francesco Lomanto, per “ridire il nostro sì e rendere concrete le scelte possibili, individuate in virtù del discernimento comunitario compiuto negli ultimi mesi”.
Verrà richiesto a ciascuno dei soggetti coinvolti (parrocchie, Consiglio pastorale diocesano, Consiglio presbiterale.) di offrire una frase, una parola, che possa simboleggiare il cammino e la riflessione compiuti, in modo da rendere visibile la comunione tra le diverse realtà”. 

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Messaggio per il Tempo di Quaresima

L’arcivescovo Lomanto: “Camminiamo insieme nella speranza”

Trasmettiamo la speranza agli altri – specialmente agli ultimi, ai poveri e ai bisognosi – con un atteggiamento cordiale e accogliente, con una parola efficace di luce e di sostegno, con un incontro reale e profondo, con un abbraccio sincero e fraterno. Un atto di carità, unito all’opera di Cristo, assume un peso immenso nella storia, perché trasmette l’amore di Dio e semina speranza di vita e gioia di salvezza“.
E’ l’invito che l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, rivolge ai fedeli della Chiesa di Siracusa per il tempo di Quaresima.
Nel messaggio inviato ai presbiteri, ai diaconi, ai religiosi, ai seminaristi ed all’intera comunità, l’arcivescovo evidenzia l’importanza del cammino quaresimale che “ci conduce alla celebrazione del mistero pasquale del Crocifisso Risorto che è l’autore della nostra fede e il garante della nostra speranza“. Gesù è “la luce che ci sorprende ogni qual volta attraverso le nostre povertà, le nostre fragilità e le nostre fatiche raggiunge gli altri per ravvivare anche in loro la gioia della speranza“.
Mons. Lomanto ha ricordato i tre segni del cammino quaresimale: preghiera, digiuno e carità: “La speranza è la forza del cammino, la fede è la condizione per entrare in questo santo viaggio, la carità è la pace dell’incontro con Dio. La speranza è la virtù che ci fa progredire. Senza la speranza non si cammina, perché la speranza ci muove verso un bene più alto che è ancora da raggiungere. In questo cammino l’uomo vive il suo rapporto con Dio che si accompagna a noi nella via come forza vitale e come sostegno continuo al nostro progresso verso di Lui“.
L’arcivescovo di Siracusa ha sottolineato: “La speranza implica la povertà e apre al vero senso della preghiera. Si spera per quello che non si possiede. La speranza umana si fonda su quello di cui si dispone. La speranza cristiana non si sostiene su quello che si ha, ma sulle promesse di Dio”.
Ed ancora: “Finché la speranza dell’uomo non trova un fondamento sicuro al di fuori di sé rimane vuota, cieca, senza ragione. Ma la speranza cristiana ha un linguaggio: la preghiera. La preghiera è l’atto della speranza, perché la preghiera è l’unico atto attraverso cui l’uomo entra in rapporto vero con Dio e si slancia verso Colui che dona stabilità, pace e felicità alla sua vita. E la preghiera accresce il vuoto dell’uomo per prepararlo ad accogliere pienamente Dio. La speranza deve animare il nostro essere, la nostra vita, le nostre azioni, donando forza, gioia e pace al nostro cuore, per intraprendere con fiducia e serenità il cammino di ogni giorno, affrontando le avversità, i problemi e ogni situazione critica“.
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Sarà guidato dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto

Rosario per Papa Francesco in Santuario

Venerdì 28 febbraio alle ore 18.00 l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto presiederà nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime la concelebrazione eucaristica. Alle ore 19.00, al termine della messa, guiderà la recita del santo rosario per invocare il dono della salute per il Santo Padre Francesco al cospetto dell’Effige
miracolosa della Madonna dalle Lacrime.

La Comunità diocesana si unisce in preghiera in comunione con l’Arcivescovo per papa Francesco.
L’arcivescovo invita tutte le parrocchie, le comunità religiose, le associazioni e i fedeli tutti, fatta salva la scelta di partecipare in Santuario, a riunirsi nei singoli centri dell’Arcidiocesi per vivere insieme questo momento di preghiera e di intercessione. 

Oggi giovedì 27, alle ore 19.00 si terrà una veglia di preghiera mariana presso la Casa del Pianto di via degli Orti n.11, a Siracusa. Si pregherà per il dono della pace e per la salute del Santo Padre Francesco, invocando dalla Madonna delle Lacrime salute, consolazione e speranza.

 

In allegato lo schema di adorazione eucaristica e del rosario predisposto per l’occasione dalla Conferenza Episcopale Italiana

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La speranza ci sostiene

La speranza non delude perchè abbiamo ricevuto l’amore di Dio dallo Spirito Santo. La Parola di Dio ci invita a cambiare il nostro intimo per entrare nell’intimità dell’amore di Dio”. Lo ha detto mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa, che ha presieduto la celebrazione eucaristica nella Basilica Santuario Madonna delle Lacrime per il Giubileo del Malato, alla presenza delle realtà del mondo sanitario, le varie associazioni di volontariato, tra queste l’Unitalsi.
E rivolgendosi ai “nostri fratelli ammalati” ha detto: “La speranza ci sostiene. Anche in una situazione di sofferenza la gioia è data dalla presenza dell’amore di Dio. Anche coloro che sono perseguitati sono beati, non per la condizione che vivono ma perchè con loro c’è il Signore. Preghiamo perchè il Signore possa alleviare le nostre sofferenze. Sappiamole vedere con gli occhi di Dio. Anche il vostro patire è una missione per la Chiesa“.
L’arcivescovo ha invitato ammalati, medici, infermieri, volontari ad accogliere il tema della XXXIII Giornata: “La speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori” (Rm 5,5). Ha ringraziato i volontari di tutte la associazioni per il loro prezioso servizio, per l’attenzione alla dignità della persona e per il sostegno ai malati nel corpo e nello spirito.
La speranza non delude è rivolta anche a tutti coloro che si prendono cura del malato. Anche in loro è presente lo Spirito che anima e sostiene – ha detto mons. Francesco Lomanto -. Le associazioni che si dedicano al servizio del malato compiono un ministero di attenzione alla persona, alla dignità della persona. Mettono in relazione i malati. Per incontrarci, vederci, stare assieme e camminare assieme. L’impegno a camminare insieme, a guardare verso l’alto. Abbiamo tutti una vocazione universale: camminare verso Dio. Tutti abbiamo la vocazione di rendere santo il mondo che è sacro. Solo Dio può cambiare il mio cuore per costruire vere e sane relazioni“.
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L’arcivescovo Lomanto: “Trasmettere la vita richiede a volte fatica, dono di sé, sacrificio”

Trasmettere la vita richiede a volte fatica, dono di sé, sacrificio. Solo se abbiamo uno sguardo di eternità possiamo scorgere, come attraverso una fenditura, il mistero della vita che rimarrà per sempre“. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che ha preso parte alla 47esima Giornata Nazionale per la Vita per riflettere sul valore della vita umana, dal titolo “Trasmettere la vita, speranza per il mondo” “Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita”. (Sap 11, 26).
Nella chiesa Cattedrale si sono susseguiti una serie di interventi e testimonianze. Prima l’introduzione di mons. Salvatore Marino, parroco della Cattedrale di Siracusa e referente dell’Ufficio per la Pastorale della famiglia.
Poi di Antonio Alì, già presidente facente funzione del Tribunale di Siracusa: “Oggi è importante dare una testimonianza anche da parte di chi si occupa delle questioni sul diritto alla vita, sotto il profilo professionale tecnico e giuridico. I giudici se ne occupano e sono alle prese con una disciplina variegata nazionale e sovranazionale, che da un lato tutela nominalmente il diritto alla vita ma che poi non ha strumenti pratici per attuarla. Mi piace sottolineare che sotto il profilo internazionale noi abbiamo un organo fondamentale che è la Corte Europea dei diritti dell’uomo, che è l’unico organo giurisdizionale che consente di garantire il diritto alla vita condannando gli Stati che violano questo diritto. Come è accaduto proprio tre giorni fa per l’Italia per la vicenda a tutti nota della Terra dei fuochi. Dobbiamo augurarci che questi strumenti funzionino, perché il diritto alla vita che la nostra Costituzione non cita espressamente ma è alla base di tutti gli altri diritti fondamentali e inviolabili dell’uomo, deve essere sempre tutelato in tutti i modi possibili“.
Quindi Salvo Sorbello, presidente del Forum delle famiglie della provincia di Siracusa ha evidenziato: “Anche Siracusa sta andando verso un suicidio demografico. Nel 2024 è stato registrato purtroppo il record negativo delle nascite: è una tendenza che va frenata e possibilmente invertita, altrimenti ci troveremo presto ad avere una città abitata soltanto da turisti e da pensionati“.
Significativa la testimonianza dei coniugi Barbara, infermiera presso la Fondazione Sant’Angela Merici, e Stefano Siringo, medico ginecologo all’ospedale Umberto I di Siracusa: “In una giornata così importante siamo stati invitati con piacere a testimoniare la nostra esperienza di vita con la piccola Beatrice. E la scelta che ci ha portati ad averla, a tenerla con noi, nonostante la paura e le difficoltà che una diagnosi prenatale possa comportare in una giovane coppia“.
Infine l’arcivescovo Francesco Lomanto: “Celebriamo la 47esima giornata nazionale per la vita. La vita va trasmessa in una dimensione integrale dell’uomo, della persona, in una dimensione collettiva, sociale, in una dimensione di vita eterna di eternità. In una dimensione integrale della persona che è chiamata a offrire, a donare la vita. Non solo la donna a trasmettere la vita per i figli, ma anche a coltivare il senso della vita nelle relazioni, nella società, nel rapporto con ogni cosa che è opera della creazione di Dio. Trasmettere la vita anche in una dimensione sociale, collettiva, nel sensibilizzare al senso vero e profondo della vita di ogni cosa, nel rispetto del diritto alla vita. E anche in una dimensione di eternità. Per capire che trasmettere la vita significa anche donare, offrire se stesso. Solo in una prospettiva di eternità – ha concluso l’arcivescovo – possiamo cogliere come in una fenditura che si apre al cielo a Dio, cogliere il mistero della vita che ci abita da sempre, che incontreremo pienamente nel Signore Gesù“.
La giornata si è conclusa con la celebrazione Eucaristica, presieduta da mons. Lomanto, iniziata con il rito della benedizione delle candele, richiamando la luce di Cristo che illumina ogni esistenza e rafforzando il messaggio della giornata: promuovere e difendere la vita in tutte le sue forme e fasi.
Di fronte a tragedie come guerre, migrazioni, povertà e aborto, drammi che spingono molti giovani a perdere fiducia nella vita e nel valore di trasmetterla, siamo chiamati a riscoprire la forza della speranza – spiegano i referenti dell’Ufficio per la Pastorale della famiglia, i coniugi Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro -. Nel sacramento del matrimonio e nella comunione di vita familiare, la Chiesa promuove un’alleanza sociale «inclusiva e non ideologica», per sostenere la natalità, le famiglie e le donne in difficoltà“. La Giornata, promossa dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della Famiglia, si inserisce nel contesto del Giubileo della Speranza, offrendo un’occasione speciale per meditare sul dono della vita alla luce della fede e delle sfide del nostro tempo.
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Una casa ad Augusta destinata ad ospitare i detenuti con le famiglie

Casa Zaccheo, accoglienza e condivisione

Un progetto di accoglienza, condivisione e cura.
Nasce ad Augusta, nel Siracusano “Casa Zaccheo”, un luogo destinato ad accogliere i detenuti in permesso premio con le loro famiglie.
Un’iniziativa dell’Ufficio diocesano di Pastorale Penitenziaria e della Caritas cittadina. Casa Zaccheo, che si trova proprio davanti alla parrocchia Sacro Cuore di Gesù, sarà gestita dai volontari che accoglieranno i detenuti in permesso (solitamente dai tre agli otto giorni) per buona condotta o per il percorso rieducativo intrapreso.
Casa Zaccheo si pone come segno della continuità del lavoro svolto in questi anni dalla Caritas cittadina – ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto . E come segno della sinodalità sociale. Oggi la Chiesa è impegnata a compiere un cammino sinodale come comunità cristiana ma possiamo estendere questi valori a tutta la nostra vita. E’ un segno di grande attenzione alla dignità della persona per costruire innanzitutto relazioni. La casa è il segno delle relazioni, dell’incontro, della crescita, dello scambio, della condivisione e dunque del camminare insieme. Il frutto che speriamo è quello del reinserimento, della rieducazione per vivere un giubileo esteso a tutta la nostra vita”.
La Caritas di Augusta da tanti anni porta avanti il progetto di accoglienza dei detenuti sul territorio. Ma fino ad ora erano detenuti singoli. Adesso l’accoglienza è cambiata. “E’ in continuità con un progetto avviato da tanti anni all’interno delle comunità ecclesiali per accogliere i detenuti in permesso premio – spiega don Helenio Schettini, referente della Caritas cittadina –. Oggi abbiamo trovato una sistemazione più idonea per le esigenze delle famiglie. L’esperienza di accoglienza è consolidata ed è portata avanti dai volontari delle Caritas di Augusta che vivono un cammino insieme nel servizio alla carità. Un’iniziativa forte che ci permette di crescere a servizio dei fratelli ma anche nella comunione tra le realtà ecclesiali di Augusta“.
L’obiettivo è quello di mettere insieme tutte le forze che lavorano sia all’interno del carcere sia all’esterno. Sensibilizzare il territorio affinché si possano avviare progetti di socializzazione di educazione e inserimento. “Oggi è necessario fare rete, dobbiamo andare insieme, dobbiamo costruire insieme, se vogliamo creare qualcosa che possa durare del tempo e che possa produrre molti frutti – spiega don Andrea Zappulla, direttore dell’Ufficio di Pastorale Penitenziaria -. Il nome non l’abbiamo scelto a caso: Zaccheo è un uomo curioso che appena incontra Gesù lo accoglie nella propria casa e ha una grandissima conversione: è il cambiamento di vita, l’incontro con Gesù cambia radicalmente la vita di quest’uomo. Mi auguro che i fratelli detenuti possano fare la stessa esperienza di Zaccheo”.
E poi l’accoglienza come “apertura del cuore, apertura dell’anima. E noi vogliamo fare spazio nella nostra vita ecclesiale a questi fratelli perché possano vivere un momento di rinascita”.
Poi la condivisione “non solo dei beni materiali ma anche del tempo, bene prezioso che abbiamo tutti. I volontari in questi mesi hanno aiutato a far diventare Casa Zaccheo un luogo familiare. Non istituzionale, non una casa fredda, angusta, gelida, ma un luogo in cui ciascuno possa fare esperienza di famiglia. La condivisione del tempo è appunto dei tanti volontari che ruotano attorno alla missione di casa Zaccheo, ma la condivisione degli spazi penso ai detenuti con la loro famiglia. Ma anche del tempo insieme con noi. Quando i fratelli detenuti sono a Casa Zaccheo insieme alle loro famiglie, noi volontari andiamo a trovarli, ci prendiamo il caffè, ascoltiamo le loro storie, raccogliamo le loro lacrime: diventa un modo per essere dono l’uno per l’altro. E infine l’ultimo aspetto della missione è quello della cura: la cura della persona fondamentale in un mondo come il nostro, spersonalizzato. Casa Zaccheo vuole essere anche il luogo in cui attraverso la cura delle relazioni familiari con i detenuti si possa trovare ecco, quell’aspetto importante per ripartire”.
Don Helenio Schettini ha portato un esempio concreto di comunione: ”La sera di Capodanno mi sono sentito suonare in canonica ed era la famiglia che era accolta in casa Zaccheo che mi aveva portato qualcosa da condividere: è stato un gesto bellissimo perché davvero diventa la bellezza di chi crea relazioni vicendevoli e di donazione reciproca. Quella carità concreta che ci rende fratelli in Cristo. Ad Augusta non accogliamo solo presso casa Zaccheo ma anche presso il centro Caritas ancora continua l’accoglienza dei nostri fratelli soprattutto di quelli che sono senza famiglie. E lì c’è un impegno più gravoso: perché se qui le famiglie poi si prendono cura di tanti aspetti lì invece sono le comunità che si prendono cura di assistere i detenuti nei pasti, di tutto ciò che è necessario anche nella compagnia che è necessaria a queste persone sole quando arrivano al centro Caritas”.
Un ringraziamento a padre Angelo Saraceno, pioniere di questa attività in Caritas che ha iniziato tanti anni fa l’accoglienza di detenuti singoli.
Presenti l’assessore alle politiche sociali del comune di Augusta Biagio Tribulato e il comandante della polizia penitenziaria del carcere di Augusta, Dario Maugeri.
La storia di questa Caritas cittadina ha profonde radici – ha detto padre Angelo Saraceno. Dal terremoto del 1990 abbiamo sperimentato che la vera fede è quando impariamo a prenderci cura del più bisognoso. E ci sono state tante persone più bisognose di noi. Persone rimaste senza casa. E poi con il villaggio dei container dove abbiamo sperimentato le varie povertà. Ma la cosa più importante è il cammino fatto insieme. Il dialogo, le relazioni, prendersi cura non solo ognuno della propria parrocchia. E questo ci ha portato a porre un primo gesto che sembrava fosse urgente. Poter creare una mensa per i più poveri. Poi abbiamo scoperto che nel nostro territorio c’era la realtà del carcere che noi conoscevamo come una struttura sulla strada di Brucoli. Ci hanno chiesto se qualcuno era disposto a prendere i parenti dei carcerati, che col pullman si fermano al centro storico, e accompagnarli fino al carcere. Ed è iniziato il primo servizio. Accogliere non è semplicemente dare una casa: è mettere noi stessi al servizio. Il carcere non è espiazione ma è recupero, reinserimento e fiducia“.
È un ambiente diverso rispetto all’istituto e a qualunque altro ambiente – ha detto il vice direttore della casa di reclusione di Augusta, Francesca Fioria -. Per i familiari che vengono da lontano, avere questa opportunità di poter stare qui con la persona detenuta, in un luogo che si presta soprattutto per i figli dei detenuti, protetto, quasi familiare, come nelle loro abitazioni”.
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