Lomanto: “Mantenere la cura e il rispetto del creato”

Dal primo settembre al 4 ottobre si celebra il “Mese del creato”. Gli uffici per i problemi sociali ed il lavoro e per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi propongono quattro iniziative.
Il Santo Padre Leone XIV, al termine della recita dell’Angelus del 31 agosto scorso ci ha esortato – con le seguenti parole – a celebrare il “Tempo del creato”: “Dieci anni fa Papa Francesco, in sintonia con il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, istituì per la Chiesa cattolica tale Giornata. Essa è più che mai importante e urgente e quest’anno ha per tema “Semi di pace e di speranza”. Uniti a tutti i cristiani la celebriamo e la prolunghiamo nel “Tempo del Creato” fino al 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi. Nello spirito del Cantico di frate sole, da lui composto 800 anni fa, lodiamo Dio e rinnoviamo l’impegno a non rovinare il suo dono ma a prenderci cura della nostra casa comune”.
“Come più volte sottolineato dal Magistero della Chiesa – scrivono i direttori don Claudio Magro e don Santo Fortunato – , il nesso tra pace e cura del creato è strettissimo, così come è strettissimo il nesso tra guerra e violenza da una parte e degrado della casa comune e spreco di risorse dall’altra. Nel Messaggio della X Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato “Semi di Pace e di Speranza”, Papa Leone XIV esorta tutti a pregare intensamente affinché si creino opportune e utili condizioni per una pace duratura, da costruire insieme, che susciti speranza luminosa e autentica“. Quest’anno ricorre anche il 10° anniversario della pubblicazione della Lettera Enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco sulla cura della Casa comune.
13 SETTEMBRE, ORE 10.00 CONVERSAZIONE TEOLOGICA
Tutto è connesso! Ecologia integrale, giustizia ambientale e pace a 10 anni dalla Laudato si’ nel salone mons. Baranzini, Santuario Madonna delle Lacrime. Intervengono don Santo Fortunato, direttore UDEDI dell’Arcidiocesi di Siracusa e il prof. Luca Novara, docente di Teologia morale all’ISSR “San Metodio” di Siracusa Dott. Pucci Piccione, giurista e già Delegato provinciale del WWF
20 SETTEMBRE, ORE 9.30 PASSEGGIATA IMMERSIVA
Nell’armonia del creato, un solo respiro, echi di pace! alla Baia, Tonnara e Capo Santa Panagia (Siracusa). Escursione guidata da Daniele Valvo, facilitatore di esperienze di “Siracusa Tour
27 SETTEMBRE, ORE 10.00 CONVERSAZIONE ECUMENICA INTERRELIGIOSA
“Custodi della Terra, artigiani di pace” nella sala Ferruzza-Romano del Consorzio Plemmirio (Ortigia). Intervengono mons. Antonino De Maria, Direttore UREDI della Conferenza Episcopale Siciliana e dell’UDEDI dell’Arcidiocesi di Catania; il prof. Francesco Bonanno, docente di Lingua e cultura ebraica biblica presso la “Pontifica Facoltà teologica di Sicilia” e alcuni rappresentanti delle religioni non cristiane.
4 OTTOBRE, ORE 10.00 KICK-OFF MEETING
“Sotto lo stesso sole: le comunità energetiche. Una proposta per le diocesi” nella sala Teatro della Parrocchia “Madre di Dio” di Siracusa. Intervengono mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa; don Giuliano Savina, Direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza Episcopale italiana; don Bruno Bignami, Direttore dell’Ufficio nazionale per il problemi sociali e il lavoro della Conferenza Episcopale Italiana; la prof.ssa Marisa Meli, Docente di Diritto privato dell’Università degli Studi di Catania e l’ing. Andrea Noè, Ufficio per i Beni Culturali e l’edilizia di Culto dell’Arcidiocesi di Siracusa.
“Ogni tanto può capitare che subiamo il fascino di proposte urlate da vari influencers, senza capire le implicazioni dell’una o dell’altra scelta. Ebbene, una persona veramente libera è educata alla ricerca della verità. Questa è operazione che richiede studium, ossia, nella traduzione più propria dal latino, fatica: una fatica culturale, di applicazione, di approfondimento, di ricerca. Non vi fidate delle “verità” a buon mercato: non esistono! Non lasciatevi manipolare da chi ha frotte di followers nei social, si tratta spesso di apoteosi dell’inconsistenza messa in scena sul palcoscenico del nulla“.
L’arcivescovo ricorda che la scuola “che guarda al passato per vivere il presente proiettandolo realisticamente nel domani, educa al rispetto della dignità della persona, alla vera umanità alle relazioni, alla cultura della pace e del bene di tutti”.
Mons. Lomanto ha sottolineato che la società “ha bisogno di giovani ben preparati che vivano i valori della vita, della pace e dell’armonia fra i popoli, della custodia del creato, per guardare oltre, in alto e lontano da noi“. E poi ha richiamato l’omelia del Santo Padre durante la messa di canonizzazione dei due giovani Santi, Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis: «Sono un invito rivolto a tutti noi, soprattutto ai giovani, a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro».
E l’arcivescovo Lomanto ricordando le parole di Carlo Acutis ha detto: “Non lasciatevi influenzare da algoritmi che vi propinano ciò a cui dovreste attenervi per essere “alla moda”: ritenete, piuttosto, un tesoro prezioso la vostra originalità e formatevi, nella relazione con i compagni, i docenti e tutto il mondo della scuola, a una socialità feconda di progresso quotidiano e autentico“.
Un invito a crescere nella cultura e nel senso civico, e parallelamente nella formazione spirituale e nel dialogo con il Signore: “Pier Giorgio Frassati, puntando sempre verso l’alto, viveva la fede come un faro di luce, di speranza viva e di coraggio creativo in mezzo alla vita universitaria e alla realtà di ogni giorno, per arricchire di senso ogni gesto di carità, ogni rapporto di amicizia e ogni sacrificio di lode“.
E Lomanto ha concluso citando ancora papa Leone e l’incontro con i giovani a Torvergata, parafrasando Sant’Agostino: “Noi tutti «aspiriamo continuamente a un “di più” che nessuna realtà creata ci può dare; sentiamo una sete grande e bruciante a tal punto, che nessuna bevanda di questo mondo la può estinguere. Di fronte ad essa, non inganniamo il nostro cuore, cercando di spegnerla con surrogati inefficaci! Ascoltiamola, piuttosto! Facciamone uno sgabello su cui salire per affacciarci, come bambini, in punta di piedi, alla finestra dell’incontro con Dio. Ci troveremo di fronte a Lui, che ci aspetta, anzi che bussa gentilmente al vetro della nostra anima (cfr Ap 3,20). Ed è bello […] spalancargli il cuore, permettergli di entrare, per poi avventurarci con Lui verso gli spazi eterni dell’infinito».
La parola di Dio, la preghiera e la premura per i poveri e gli ultimi. Queste le linee direttrici che hanno caratterizzato l’azione pastorale dell’arcivescovo emerito di Siracusa Giuseppe Costanzo, scomparso due giorni fa all’età di 92 anni. Un episcopato contraddistinto dal suo motto “Enarrare mirabilia Dei” che lo ha portato da subito a svolgere il servizio dell’annuncio della parola di Dio. L’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto, presiede la messa esequiale nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa. Sono presenti il cardinale Paolo Romeo, il vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale Siciliana Antonino Raspanti, i vescovi di Sicilia ed anche il vicario generale di Nola, che rappresenta il vescovo Francesco Marino che ha inviato un messaggio di “devota gratitudine”.
Ad aprire la messa sono state le parole del cardinale Pietro Parolin: “Il Santo Padre Papa Leone XIV nel ricordare il solerte servizio alla Chiesa implora per intercessione della Madonna delle Lacrime il premio eterno promesso ai fedeli servitori del Vangelo”. Poi le parole del segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, Giuseppe Baturi, che ha ricordato l’incarico di vicepresidente Cei dell’arcivescovo emerito. Ed infine la presenza dell’Azione cattolica, con l’ex presidente Franco Miano e l’assistente nazionale giovani don Michele Martinelli. Ed il cordoglio dell’Istituto buddista italiano. Migliaia le persone presenti nel tempio, siracusani, ma anche fedeli provenienti da Acireale (sua città natale), da Nola (dove era stato vescovo) e da altre parti d’Italia.
Nel corso della sua omelia, il Pastore della chiesa siracusana ha ricordato come l’arcivescovo Costanzo “vivesse e proponesse l’esercizio delle opere di giustizia e del precetto cristiano dell’amore. Ricordiamo la sua vicinanza ai lavoratori, alla realtà della vasta area del Polo industriale siracusano, alle aziende di produzione agricola e metalmeccanica: mons. Costanzo si adoperò per una capillare pastorale del lavoro raggiungendo operai e dirigenti sul posto di lavoro. E poi portò a compimento la costruzione del Santuario per la Madonna delle Lacrime, che il 6 novembre 1994 fu consacrato da San Giovanni Paolo II”.
Inoltre ha promosso “la diffusa devozione del popolo siracusano alla patrona Santa Lucia, recandosi fino in Argentina, dove portò agli emigrati siracusani le reliquie della Santa e nel 2004 in occasione del 1700 anniversario del martirio di Santa Lucia indisse un anno Luciano per il quale chiese ottenne dal patriarca di Venezia il ritorno del corpo della martire Siracusana, anche se solo per pochi giorni. È stato un evento storico per tutta la Chiesa”. Ed ancora nel 2005 l’anno vocazionale “per sensibilizzare il popolo alla preghiera” e nel 2007 “un anno dedicato a San Paolo, l’apostolo delle genti”. Ha istituito la Scuola della Parola per avvicinare i giovani il sabato sera e ha promosso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio. L’arcivescovo Costanzo ha “guidato la sua Chiesa con la luce della parola attraverso lettere pastorali, meditazioni, esercizi spirituali, i messaggi natalizi al Tribunale di Siracusa e i discorsi dal balcone dell’arcivescovado rivolti alla città durante le feste di Santa Lucia: ha coniugato l’evangelizzazione con la promozione della dignità dell’uomo”. La salma esce dalla Basilica portata a spalla dai sacerdoti che lui ha ordinato.
Domani mattina la messa in suffragio nella Chiesa Cattedrale. E subito dopo la tumulazione nella cappella del Crocifisso.
“Era un uomo innamorato della Parola di Dio. Nel suo cammino emerge la centralità di Cristo. Mi piace indicare tre dimensioni della sua vita: l’amore per Dio, l’amore per la Chiesa, l’amore per la città“. Lo ha detto mons. Francesco Lomanto ricordando l’arcivescovo emerito mons. Giuseppe Costanzo.
“L’amore per Dio sta a fondamento della sua vita e del suo cammino. Meditava la Parola. Stava lungamente davanti al Santissimo“. E poi “l’attenzione ai fratelli e alla comunità. Tornano i tanti gesti compiuti da mons. Costanzo. La sua opera di formazione rivolta a tutti. Un amore grande per la Chiesa. E come non ricordare i suoi discorsi alla città: proprio per far giungere anche ai non credenti la Parola di Dio. Secondo il suo motto “Enarrare mirabilia Dei”. Un attenzione rivolta ai poveri, ai lavoratori. Portiamo nel nostro cuore il suo insegnamento“.
Dopo l’omaggio nella cappella della Fondazione Sant’Angela Merici da parte di tanti fedeli e la veglia di preghiera, la salma oggi è esposta alla venerazione dei fedeli, presso la Basilica Santuario Madonna delle Lacrime. Oggi pomeriggio alle ore 16.00 la messa esequiale presieduta da mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa, alla quale prenderanno parte i vescovi di Sicilia. Dopo la messa seguirà la traslazione in Cattedrale.
Venerdì 5, alle ore 10.00, in Cattedrale, sarà celebrata una Santa Messa in suffragio dell’Arcivescovo.
L’Arcidiocesi di Siracusa ha disposto la diretta streaming dei funerali dell’arcivescovo emerito di Siracusa monsignor Giuseppe Costanzo. La diretta sarà alle ore 15.50 sul canale YouTube e sulla pagina Facebook dell’Arcidiocesi. La Diocesi ringrazia le emittenti televisive Tris (canale 85) e Sestarete Tv (canale 81) che ritrasmetteranno il segnale e on line Siracusa News, Siracusa Oggi, Siracusa Post, Siracusa Press, Lacrimedamore, Wltv, Video 66, Radio Una Voce Vicina, Siracusa2000, WebMarte.
“La notizia della morte di Mons. Giuseppe Costanzo ci riempie di dolore e, insieme, di profonda riconoscenza – ha detto mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della CESi –. È stato un pastore colto, instancabile e generoso, che ha amato la Chiesa e il popolo di Dio con totale dedizione. Mons. Costanzo ha lasciato una traccia indelebile di amore per il Vangelo e di fedeltà alla Chiesa. Come figlio della nostra terra acese, ha portato con sé l’identità e la sensibilità della nostra gente, facendone dono alle comunità che ha servito. Ci uniamo nella preghiera, certi che il Signore saprà ricompensarlo per il bene seminato“.
Cordoglio è stato espresso anche dalla Deputazione della Cappella di Santa Lucia e da tutti i devoti di Santa Lucia: “Raccolti nella tristezza e nel dolore per la morte del carissimo mons. Giuseppe Costanzo” siamo “grati all’Arcivescovo Emerito di Siracusa per avere profuso al culto di Santa Lucia grande parte del suo impegno pastorale per la Chiesa Siracusana. L’indizione dell’Anno Luciano e la traslazione del corpo di Santa Lucia da Venezia sono solo alcuni dei segni attraverso i quali mons. Costanzo ha vivificato la fede della Chiesa siracusana per Lucia. Il Signore non manca mai di manifestare la Sua presenza attraverso i segni che ci indicano che Egli è vivo e cammina con noi; con questa certezza affidiamo mons. Costanzo all’amore del Padre ed alla Nostra Santa Patrona, da Lui tanto amata“.
Il Signore ha chiamato a sé Mons. Giuseppe Costanzo, 92 anni, Arcivescovo emerito di Siracusa. Lo affidiamo all’abbraccio materno della Vergine Maria da lui tanto teneramente amata.
Mons. Costanzo il 7 dicembre 1989 venne nominato da San Giovanni Paolo II Arcivescovo Metropolita di Siracusa.
Ha lasciato la guida pastorale della Diocesi per raggiunti limiti di età nel 2008.
Mercoledì 3 settembre, la salma di Mons. Giuseppe Costanzo, Arcivescovo emerito di Siracusa, sarà traslata nella Cappella della Fondazione S. Angela Merici, dove dalle ore 11.00 sarà possibile rendergli omaggio.
Giovedì 4 settembre, alle ore 10.00, la salma sarà esposta alla venerazione dei fedeli, presso la Basilica Santuario Madonna delle Lacrime, dove, alle ore 16.00, sarà celebrata la Messa esequiale, cui seguirà la traslazione in Cattedrale.
Venerdì 5 settembre, alle ore 10.00, in Cattedrale, sarà celebrata una Santa Messa in suffragio dell’Arcivescovo. Uniamoci tutti nella preghiera, grati per il fecondo Ministero dell’amato Pastore. L’Arcivescovo mons. Giuseppe Costanzo ha servito la Chiesa siracusana dal 1989 al 2008.
Mons. Giuseppe Costanzo è nato a Carruba di Riposto, diocesi di Acireale, il 2 gennaio 1933; ordinato presbitero il 15 agosto 1955; professore di Esegesi e Lingue bibliche; eletto alla Chiesa titolare di Mazaca e Vescovo Ausiliare di Acireale il 21 febbraio 1976; già Rettore del Seminario di Acireale; ordinato Vescovo il 4 aprile 1976; Assistente Generale dell’ACI dal 1978 al 1982. Nel 1982 Giovanni Paolo II lo nominò Vescovo di Nola, dove rimase per sette anni, fino alla sua promozione ad Arcivescovo Metropolita di Siracusa il 7 dicembre 1989. Già Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana è stato anche Vicepresidente del Convegno Nazionale delle Chiese d’Italia a Palermo. Attualmente è Vicepresidente della Conferenza Episcopale Siciliana. Mons. Costanzo ha realizzato il completamento della costruzione del Santuario della Madonna delle Lacrime, consacrato da Papa Giovanni Paolo II il 6 novembre del 1994.
Ha incoraggiato la devozione alla Madonna delle Lacrime ed ha indetto, nel 2003, un ‘Anno mariano’ in occasione del 50° anniversario della lacrimazione della Madonna a Siracusa. Ha promosso il culto a Santa Lucia, Patrona di Siracusa. Nel 2004 ha indetto un ‘Anno luciano’ in occasione del 1700° anniversario del martirio di Santa Lucia. In questo stesso anno ha chiesto ed ottenuto dal Patriarca di Venezia la concessione del corpo di Santa Lucia per alcuni giorni in occasione della festa di dicembre. Nel 2005, in occasione del suo 50° giubileo sacerdotale, ha indetto, unitamente all’ ‘Anno Eucaristico’, un ‘Anno vocazionale’.
Molto apprezzata e partecipata è la ‘Scuola della Parola’, che l’Arcivescovo ha proposto per anni a tutti i fedeli. Ha indetto anche un “Anno Paolino” nel 2006. Lascia la guida pastorale della diocesi per raggiunti limiti di età. Mons. Giuseppe Costanzo è l’87° vescovo di Siracusa. Il 12 settembre 2008 gli succede Mons. Salvatore Pappalardo, oggi Arcivescovo emerito di Siracusa.
“Le lacrime non sono forse un linguaggio di estremo impatto emotivo che trasmettono con immediatezza la capacità di umanità profonda di chi le versa? Maria, Gesù, i Santi sono capaci di piangere. La domanda: lo siamo anche noi?”. Se lo è chiesto il cardinale Rolandas Makrickas, arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore, che ha presieduto la celebrazione eucaristica nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime nell’ultimo giorno dell’anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa. Concelebrano gli arcivescovi di Siracusa e Catania, mons. Francesco Lomanto e Luigi Renna; l’arcivescovo emerito di Palermo, cardinale Paolo Romeo e l’arcivescovo emerito di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo.
Dal 29 agosto al 1 settembre del 1953, da un quadretto in gesso del Cuore Immacolato di Maria, posto come capezzale in un’abitazione in via degli Orti, sgorgarono lacrime umane. Un evento prodigioso che fu accertato anche da una commissione scientifica.
“La mariofania avvenuta qui a Siracusa è una storia di popolo. I destinatari del messaggio delle lacrime sono stati tutti i cittadini di Siracusa, un’intera città. Tutti hanno potuto vedere e asciugare il volto in pianto di Maria”. Il cardinale Makrickas ha spiegato: “A tutti apparve chiaro non solo che quel liquido fossero lacrime umane ma che quelle fossero anche le lacrime di Maria e che quel linguaggio così misterioso a tutti chiedesse qualcosa di importante. Come ci chiedesse un cammino di conversione e di preghiera, come il sentimento di compassione verso la sofferenza altrui, come il riconoscimento dell’importanza della famiglia e dell’accoglienza della vita nascente, come la gioia di appartenere a una comunità cittadina destinataria dell’evento miracoloso”. Il cardinale ha ricordato lo scorso maggio, quando papa Leone ha visitato il santuario di Genazzano “ribadendo la sua fiducia alla Madonna del Buon Consiglio con le parole del Vangelo «Qualsiasi cosa vi dica fatela». Questo è il suggerimento saggio e sapiente di Maria: realizzare e mettere in pratica la parola di Gesù. Maria piange con tutti i suoi figli che nella storia soffrono, amano, credono e sperano. Il suo pianto è un messaggio di vicinanza e di consolazione. Come non pensare che le lacrime di Maria siano state da Lei versate per portare un refrigerio di speranza e di amore”.
Ieri la conclusione di giornate molto intense, organizzate dal rettore don Aurelio Russo, ricche di pellegrinaggi (in particolare quello dei giovani), momenti di preghiera, le messe al mattino in via degli Orti e nel tempio mariano. Tutto è iniziato con la celebrazione per la benedizione del cotone, e l’apertura della teca che custodisce la sacra immagine: “Il cotone non ha tanto il significato che a qualunque costo deve risolvere i nostri problemi – ha detto l’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto -. Il cotone deve assumere il significato di essere uniti con Maria alla Passione di Gesù: viviamo con intensità il mistero del dono della Passione per compiere il mistero della sua volontà nella nostra vita”.
Poi un invito a tutte le comunità ecclesiali “a costruire con Maria il volto bello della Chiesa superando la mentalità del mondo e costruendo un futuro da fratelli. Viviamo in profondità il mistero della Chiesa, traducendo la fede in azioni concrete di amore, di servizio e di solidarietà e partecipando nella fraternità, nella sinodalità, nella corresponsabilità al cammino della comunità diocesana per sostenerci gli uni gli altri”. Durante l’anniversario hanno celebrato la messa il vescovo della diocesi di Bauchi (Nigeria) Hilary Nanman Dachelem, e poi i vescovi di Noto e Ragusa, Salvatore Rumeo e Giuseppe La Placa.
“A tutte le comunità ecclesiali rivolgo l’invito a costruire con Maria il volto bello della Chiesa superando la mentalità del mondo e costruendo un futuro da fratelli. Viviamo in profondità il mistero della Chiesa, traducendo la fede in azioni concrete di amore, di servizio e di solidarietà e partecipando attivamente nella fraternità, nella sinodalità, nella corresponsabilità al cammino della comunità diocesana per sostenerci gli uni gli altri e insieme rendere presente Cristo e testimoniare con amore il Vangelo“. Un invito alla fratellanza, alla comunione, quello rivolto dall’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto durante la celebrazione eucaristica nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime nel 72esimo anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa.
Una giornata iniziata al mattino con la celebrazione eucaristica in suffragio di Angelo e Antonina Iannuso, insieme ai fedeli e ai giovani che, accompagnati dai responsabili dell’Ufficio di Pastorale Giovanile Diocesano, hanno raggiunto via degli Orti al termine del pellegrinaggio al termine del Giubileo Diocesano dei Giovani. I giovani seguendo il tema “Il coraggio delle lacrime”, hanno dato vita a laboratori; e momenti di Festa. Poi il pellegrinaggio che ha preso il via alle 5 del mattino fino alla Casa del Pianto.
Nel pomeriggio il pellegrinaggio dalla chiesa del Pantheon al Santuario della Madonna delle Lacrime dove l’arcivescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica dedicata agli ammalati e agli operatori della salute. Ha concelebrato il vescovo della diocesi di Bauchi (Nigeria) il P. Hilary Nanman Dachelem, C.M.F. Presenti le dame, i barellieri, l’Unitalsi, il gruppo diocesano movimento apostolico ciechi, i ministri straordinari della comunione e i gruppi di volontariato della pastorale della salute.
“Oggi la nostra attenzione si volge in particolare agli ammalati, a coloro che soffrono e alle associazioni che si prendono cura delle persone che soffrono. Vorrei consegnarvi brevemente tre brevi pensieri. Il primo: le lacrime di Maria sono segno della sua presenza materna per chi soffre. Con il dono delle sue lacrime Maria manifesta la sua unità a tutti noi e in particolare a coloro che soffrono come rimase sempre unita a Gesù e ai sofferenti ai piedi della croce di Cristo. Lo scorso anno, Papa Leone XIV, allora cardinale Robert Prevost, nell’omelia del primo settembre ci ricordato che proprio nel dolore la madre è vicina ai suoi figli. E perciò quando un cristiano soffre o esperimenta la croce non è mai solo è proprio lì quando la Madonna manifesta il suo essere madre condividendo i suoi dolori, accompagnandolo, proteggendolo con la sua tenerezza e intercedendo per lui davanti al suo figlio. Nell’abisso del dolore si sprigiona un’energia infinita, Maria manifesta la sua vicinanza“.
E poi rivolgendosi agli ammalati: “rivolgetevi a Maria, presentatele le vostre angosce, le vostre preoccupazioni e i vostri dolori e la Vergine Santa con la sua materna protezione vi darà sollievo e vi consolerà come solo lei sa farlo con amore e con il dono totale di sé.
Il secondo pensiero lo rivolgo alle associazioni di volontariato: le lacrime di Maria sono segno di condivisione alle sofferenze dei figli e quindi sono sostegno alle associazioni che si prendono cura degli altri, dei bisognosi, dei poveri, dei sofferenti. Le lacrime di Maria esprimono la vicinanza della madre e il prendersi cura dei suoi figli. Nella stessa omelia del primo settembre 2024, Papa Leone XIV ci ha ricordato: “la comprensione di quelle lacrime che gli uomini sono chiamati a fare comporta una vera conversione, un ritorno all’amore di Dio che si manifesta nella riconciliazione con Lui e nella carità con gli altri, nella vera compassione cioè nel condividere le sofferenze altrui dando sollievo a chi ne ha bisogno”. In questo modo le lacrime della Madonna sono un segno di speranza, come già annunciava il profeta nella prima lettura che abbiamo ascoltato perché esse sono una chiamata alla riconciliazione con Dio e con i fratelli. Le numerose associazioni di volontariato che si prendono cura del malato possano trasmettervi sempre più l’afflato umano, il conforto e la consolazione e anche la gioia della loro fede e la carità del loro servizio“.
Mons. Lomanto ha ricordato a tutta la diocesi che “Le lacrime di Maria sono segno di unità per la Chiesa.
Accogliamo carissimi la presenza materna di Maria e il suo appello alla conversione e alla crescita nella fede. Seguiamo con la preghiera e con generosa dedizione quanti vivono il mistero della sofferenza. Sono dicevo il tesoro della Chiesa, una grazia per tutti noi perché contemplano il mistero di Dio e lo traducono con la loro vita. Sosteniamo quanti operano in associazioni, volontariati perché possono alleviare le sofferenze dei fratelli e delle nostre sorelle. Insieme costruiamo con spirito di fede e di amore una società di fratelli e camminiamo nella carità per edificare sempre più nella chiesa il mistero della vera comunione che ci unisce a Dio e ci rende partecipi della missione di salvezza per il mondo“.