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Solennità del Corpus Domini

Lomanto: “Rigettiamo ogni forma di violenza”

In questi giorni gravi fatti di sangue ‒ ancora una volta – hanno seminato paura e incertezza. Non è accettabile ferire o procurare la morte degli altri. Siamo vicini ai familiari che piangono per la morte dei propri congiunti la cui vita viene spezzata per futili motivi. Gesù ci indica la via del rispetto e dell’accoglienza, della mitezza e della carità, rigettando ogni forma di violenza e offesa verso l’altro“.

E’ uno dei passaggi della riflessione dell’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ieri sera al termine della processione del Corpus Domini. La celebrazione eucaristica ha avuto luogo nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Poi la processione, formata da sacerdoti, religiosi, associazioni e confraternite, fedeli, fino al sagrato della chiesa San Tommaso al Pantheon dove l’arcivescovo ha impartito la benedizione eucaristica.

Nel corso della sua riflessione al Pantheon, mons. Lomanto si è soffermato sull’Eucaristia, “presenza di speranza, di pace e di carità“. Poi ha ricordato: “Non siamo distaccati dalle vicende di questo mondo che ogni giorno ci fanno sperimentare contraddizioni, smarrimenti e sconvolgimenti. La nostra speranza ha i piedi ben piantati in terra, ma lo sguardo fisso in avanti, nell’eternità di Dio. Anche se sperimentiamo contrarietà e resistenze, persecuzioni e guerre, abbiamo certezza che Gesù ha vinto il peccato e la morte. Papa Leone ai vescovi d’Italia ha detto: «Auspico che ogni Diocesi possa promuovere percorsi di educazione alla nonviolenza, iniziative di mediazione nei conflitti locali, progetti di accoglienza che trasformino la paura dell’altro in opportunità di incontro. Ogni comunità diventi una “casa della pace”, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono. La pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione. E che chiede oggi, più che mai, la nostra presenza vigile e generativa» (Id.)”.
Infine l’Eucaristia come presenza di carità: “La presenza di Gesù nell’Eucarestia ci deve impegnare maggiormente nella Carità che è la forza che vince il male e il peccato. La Carità di Gesù deve prendere dimora dentro di noi, nella nostra vita, nella nostra storia e nelle scelte importanti. Ogni nostra azione deve essere motivata e costruita nella Carità di Dio. Non lasciamoci intimorire o paralizzare dai colpi di coda delle opere del male, di chi vuole contrastare il bene. La carità di Gesù può scardinare i cuori più induriti. I nostri Santi e Martiri hanno testimoniato la verità della Parola di Gesù con la loro stessa vita. San Paolo, Santa Lucia, San Sebastiano lo hanno fatto con il sangue. La Madonna lo ha confermato a Siracusa con le sue lacrime. Tutte le nostre scelte, i nostri programmi, le nostre azioni siano sempre guidati dall’Amore di Cristo che si è sacrificato sull’altare della croce e si è fatto Pane di vita. Guardiano a Gesù Eucarestia, professiamo con coraggio la nostra fede e facciamo nostro l’invito di San Paolo che ci ricorda: «Al di sopra di tutto ci sia la carità!» (Col 3,14)”.

 

 

 

 

 

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Si celebra la solennità del Corpus Domini

Domenica 22 giugno si celebra la Solennità del Corpus Domini.

Alle ore 18.30 nella Basilica giubilare della Madonna delle Lacrime, concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto e concelebrata dai sacerdoti di Siracusa. In quest’anno giubilare, la festa del Corpus Domini rappresenta un momento speciale per riflettere e rinnovare la fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucarestia.

Alle ore 19.30 processione Eucaristica dal Santuario verso il sagrato della parrocchia San Tommaso al Pantheon, dove l’arcivescovo impartirà la Benedizione Eucaristica. I presenti potranno applicare per sé, o per un fedele defunto, i benefici dell’Indulgenza plenaria dell’Anno Santo del Giubileo della Speranza. Parteciperanno i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, le religiose, i gruppi religiosi, le confraternite, i ministri della comunione, i ministranti e tutti i fedeli delle parrocchie del Vicariato di Siracusa.

Durante la processione la comunità del Seminario aiuterà a pregare, meditare e cantare insieme. Si invitano le Comunità parrocchiali, i gruppi, le associazioni e i movimenti, alla partecipazione rendendo visibile la loro presenza pure con stendardi, labari, insegne e gonfaloni.

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Una preghiera dei ministri della comunione

Una preghiera dei ministri della comunione è stata composta e donata dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto al Giubileo degli operatori di Liturgia. Una preghiera “per aiutarvi a vivere questo ideale e questo particolare servizio” ha spiegato l’arcivescovo rivolgendosi ai ministri della comunione nel corso della celebrazione eucaristica nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Un dono a chi svolge un servizio necessario per la comunità.

Il Giubileo degli operatori di Liturgia: Arte, Musica e Liturgia, ha coinvolto i cori parrocchiali, i ministri straordinari della comunione, i ministranti adulti, i lettori, gli accoliti, i sacristi, gli ingegneri, gli architetti, i professionisti operanti nel settore e i gruppi liturgici delle comunità parrocchiali.

Santa dimora, canto di gioia e comunione nello Spirito sono i temi della celebrazione eucaristica che ci vedono riuniti nel Giubileo degli operatori di liturgia” ha detto mons. Lomanto. “La Basilica Santuario Madonna delle Lacrime, nella quale ci siamo raccolti, è già un messaggio di autocomprensione che la Chiesa siracusana ha di se stessa e che intende promuovere con la sua azione pastorale. La forma architettonica di una grande lacrima di cemento e la pianta circolare dell’aula dell’assemblea liturgica esprimono la particolare devozione alla Madonna delle Lacrime e il mistero di comunione nella Chiesa.

La luce naturale, che dal cielo entra dalle ventidue fenditure verticali come da prisma luminoso e dagli infissi orizzontali della base ‒ oltre ad assicurare rilevanti effetti estetici e appropriati livelli di luminosità funzionale ‒ concorre ad esprimere il mistero di luce e di salvezza che discende dall’alto, da Dio, e nel Verbo Incarnato, vera luce del mondo, si fa visibile per raggiungere la comunità ecclesiale che nella celebrazione eucaristica accoglie lo splendore del Risorto ed eleva il sacrificio di lode con Cristo, luce senza tramonto, nello Spirito al Padre, luce da luce. L’immagine della Madonna delle Lacrime alla sommità della svettante architettura è il segno della singolare volontà salvifica realizzata perfettamente in Maria e al contempo l’indicazione del modello esemplare di vita cristiana per il nostro sì a Dio. Sappiamo vedere nell’arte un mezzo per giungere a Dio, per raggiungere la santità, che è bellezza divina, trasfigurazione in Dio, per offrire vie ancora oggi percorribili per l’annuncio evangelico e la promozione della vera dignità dell’uomo. La bellezza spirituale è invito alla contemplazione della bellezza divina per entrare nel mondo di Dio ed è il farsi presente Dio nello sparire dell’uomo e nella riconsacrazione delle cose a Dio“.

L’arcivescovo ha toccato il secondo tema: il canto di gioia:Cantare per la gloria di Dio vuol dire invocare Dio perché scenda e rinnovi il mistero dell’Incarnazione nel cuore dell’assemblea e consenta al popolo di entrare nel mistero di Dio e di esprimere all’unisono ‒ nella lode, nel ringraziamento e nell’adorazione ‒ il supremo amore per Dio. La musica genera armonia «educando all’ascolto, all’attenzione e allo studio, elevando le emozioni, i sentimenti e i pensieri», aprendo alla contemplazione del mistero di Cristo. Crea comunione nella quale «ciascuno partecipa con le proprie capacità e offre il proprio contributo, suonando o cantando la sua “parte”, e ritrovando così la propria unicità arricchita dalla sinfonia della comunione». Alimenta la gioia, favorendo la partecipazione «oltre che con la voce, anche con la mente e con il cuore alle liturgie», consentendo di vivere «con entusiasmo i contenuti giorno per giorno» nella sempre più alta «elevazione felice del cuore a Dio, che con il suo amore attrae, illumina e trasforma tutto» (Papa Francesco, ai partecipanti al IV Incontro internazionale delle corali, 8.6.24)”.

Infine il ministero della comunione: “Il ministro della comunione testimonia con la sua vita il mistero che vive nella celebrazione eucaristica, in modo speciale ogni domenica, pasqua della settimana; si lascia informare da una spiritualità eucaristica, che ispira la vita di preghiera, apre al servizio comunitario, rende disponibile ad animare l’adorazione eucaristica parrocchiale e le multiformi iniziative di carità. È chiamato in modo speciale a rimanere con Gesù, a donarsi con lui, a servire con carità i fratelli e le sorelle infermi, a realizzare il mistero di un solo corpo e di un solo spirito nella Chiesa.

Per aiutarvi a vivere questo ideale e questo particolare servizio, consegno a tutti la seguente preghiera dei ministri della comunione:

Signore Gesù,
mirabilmente presente
nel Sacramento dell’Eucaristia,
rimani con noi,
affinché noi possiamo rimanere in te.
Signore Gesù,
che ti sei fatto Pane di vita
e ti sei immolato in un atto di donazione totale,
fa’ che noi possiamo rispondere al tuo sacrificio
col dono di noi stessi agli altri.
Signore Gesù,
che sei farmaco di immortalità,
aiutaci a vivere il mistero della tua presenza,
e portare con fede il tuo Santissimo Corpo
e servirti con carità negli anziani, ammalati e bisognosi.
Signore Gesù,
unito in tutto al Padre e allo Spirito Santo,
fa’ che, nel nostro servizio di ministri della comunione,
possiamo diventare un solo corpo e un solo spirito,
nella pietà di un solo amore. Amen!

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L'arcivescovo al giubileo dei club service

Costruiamo l’unità, la concordia e la pace

Costruiamo l’unità, la concordia e la pace. E’ questo l’invito che l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha rivolto ai rappresentanti dei club service che hanno celebrato il Giubileo della speranza nella Basilica Santuario della Madonna delle lacrime. Presenti anche la comunità di San Sebastiano e Antonio di Padova, della parrocchia Maria di Porto Salvo e le associazioni culturali e religiose. Presenti il Kiwanis; il Rotary; la Fidapa; i Lions; il Soroptimist. l’Inner Wheel.
I brani biblici della festa della Visitazione della Beata Vergine Maria – ha detto l’arcivescovo – ci offrono significativi insegnamenti su tre aspetti fondamentali della vita cristiana e della missione della Chiesa, che illuminano gli scopi umanitari, sociali, culturali e educativi dei club service. Gli scopi umani, i vincoli di amicizia e di comprensione reciproca. Scopi sociali, il bene civico e morale della comunità. Scopri culturali educativi: riflessioni aperte di interesse pubblico, promozione dell’efficienza degli atti valori di etica nelle attività pubbliche e private“.
Prendendo spunto dalla prima lettura, l’arcivescovo ha ricordato che il “Signore è presente in mezzo a noi per rinnovarci con il suo amore. Il credente consacrandosi a Dio nella verità che è Cristo diviene una sola cosa con Lui, vive alla presenza di Gesù, entra nell’intimità del suo amore, realizzo un rapporto personale con Lui, un contatto vero, profondo, reale. (…) Il Signore vuole da noi una fede assoluta, pronta e generosa per donarci a Lui con tutto quello che siamo e che abbiamo. Altrimenti egli non potrà donarsi a noi, non potrà colmarci con il suo amore, non potrà servirsi di noi. Dio si dona a noi nella misura della nostra fede, e la fede ci dona la gioia anche nelle difficoltà e nelle prove, perché con noi è il Signore ed è anche questo il senso delle Beatitudini“.

Il secondo messaggio è l’invito ad amarci: “Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Abbiamo considerato il rapporto con Dio, consideriamo adesso il rapporto tra noi. La nostra unione con Dio è tanto più vera, tanto più viva, quando si realizza in una comunione d’amore nei fratelli. Cristo è presente laddove c’è uno che ama e che accoglie il suo amore, altrimenti Dio non può abitare in noi. Volerci bene non è soltanto un atteggiamento di amore, di carità verso l’altro, ma è la condizione essenziale, fondamentale, per accogliere Dio nella nostra vita. Portiamo tutto il mondo davanti a Dio e nella carità che non ritiene nulla estraneo a sé. Costruiamo l’unità, la concordia e la pace.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. Camminiamo insieme nell’amore, nella luce e nella verità, per rimanere in Cristo e per consentire a Dio di abitare in noi“.
E infine, il terzo aspetto: la necessità di una Chiesa missionaria, come ha ribadito Papa Leone XIV. “Per essere missionari non bisogna andare nelle terre lontane, anche a casa nostra, nel nostro ambiente, nella nostra città possiamo vivere da missionari, perché tutti siamo mandati. Una Chiesa missionaria capace di raggiungere tutti gli uomini e di offrire l’amore di Dio senza pregiudizi, con la massima apertura. Anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda per persone deboli e poco intelligenti. Sono contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere. Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato o al massimo sopportato o compatito. Eppure proprio per questo sono luoghi in cui urge la missione, perché la mancanza di fede porta spesso con sé drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, le crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco. In tal senso, la vostra testimonianza, la testimonianza dei club service e la vostra missione può portare la luce della fede in un mondo che ha bisogno di speranza e di un senso di unità perché è spesso segnato dalla crisi della famiglia e da tante altre ferite. Il vostro ruolo umanitario, sociale, di testimonianza, l’opera educativa, aiuta certamente a tradurre nella cultura, nella vita delle persone dell’uomo di oggi, I valori fondamentali che hanno la loro radice nel Vangelo“.
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Giornata diocesana del seminario

Sarà celebrata in occasione della Solennità di Pentecoste, domenica 8 giugno, la Giornata diocesana del Seminario. “Questa gioiosa ricorrenza – ha scritto in un messaggio l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ravvivi l’impegno di cura amorevole nei confronti di coloro che si preparano al ministero presbiterale. Mi piace far risuonare in questa occasione le parole che Papa Leone XIV dalla loggia delle benedizioni ha rivolto ai fedeli in occasione del primo Regina Coeli: “Ho la gioia di pregare con voi e con tutto il popolo di Dio per le vocazioni, specialmente per quelle al sacerdozio e alla vita religiosa. La Chiesa ne ha tanto bisogno! Ed è importante che i giovani e le giovani trovino, nelle nostre comunità, accoglienza, ascolto, incoraggiamento nel loro cammino vocazionale e che possano contare su modelli credibili di decisione generosa a Dio e ai fratelli” (Papa Leone XIV, Regina Coeli, 11 maggio 2025)”.
Mons. Lomanto si è augurato che le comunità possano diventare sempre più “luogo di accoglienza, accompagnamento e testimonianza vocazionale”.
Incoraggiamo i nostri giovani in discernimento con forza e tenerezza. Con profondo affetto facciamo nostra l’esortazione con cui nell’occasione sopra richiamata il Santo Padre concludeva il duo discorso: «E ai giovani dico Non abbiate paura accettate l’invito della Chiesa e di Cristo Signore»”. La Vergine Maria Madre della Chiesa e modello di vita cristiana ci accompagni sempre nella sequela di Gesù”.  

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Accogliere gli insegnamenti di San Domenico

Salvezza, verità e pace. Sono le tre parole consegnate dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto che ha presieduto la celebrazione eucaristica nella chiesa di San Domenico alla quale hanno partecipato i sacerdoti e diaconi di Augusta, una Fraternità domenicana di Malta, la Fraternità francescana cappuccina della Città, le Confraternite, il Comitato San Domenico.
L’arcivescovo ha evidenziato che la salvezza del genere umano, che San Domenico ha ardentemente desiderato, non è solo una liberazione dal peccato per vivere la nostra comunione con Dio, ma anche dai condizionamenti o limiti della nostra natura, per essere trasformati in Cristo e divenire un solo Cristo.
Inoltre San Domenico ha insegnato che la verità è Cristo che vive in noi e noi non siamo mai soli. È la nostra speranza perché già vive in noi e suscita un desiderio sempre più grande di stare con lui.
La pace del Risorto è la sua presenza che va oltre la contingenza o l’apparenza, ci apre alla vita che viene dalla risurrezione, ci rende «concittadini dei santi e familiari di Dio» (cf. Ef 2,14-19).
Ha invitato pertanto tutti ad accogliere gli insegnamenti di San Domenico, per vivere con umiltà, pazienza e amore l’autenticità della vita cristiana e per annunciare la salvezza, proclamare la verità e portare la pace nei cuori, nelle famiglie e nella società.
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L'arcivescovo inaugura la casa di riposo "Villa San Giuseppe"

Un’opera di carità che esprime il senso della fede

Papa Francesco ci ha invitato a guardare agli anziani, a risollevarli, a rialzarli e ad accompagnarli quotidianamente con due elementi: professionalità e spirito di sacrificio. Ed è quello che vogliamo mettere in campo in questo servizio prezioso. Ricordo le parole che il Santo Padre Francesco ci ha rivolto: non risparmiatevi di esercitare con passione con chi è più fragile, in queste persone c’è Gesù“. Con queste parole don Alfio Li Noce, presidente della Fondazione Sant’Angela Merici ha inaugurato la casa di riposo “Villa San Giuseppe“, che si trova in via Luigi Spagna. Erano presenti tra gli altri il presidente del Consiglio comunale Alessandro Di Mauro e l’assessore Giuseppe Gibilisco.

A benedire la casa è stato l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto: “La Fondazione Sant’Angela Merici esercita la carità verso le persone più indifese, bisognose. Ed esprime la carità di Cristo nella dimensione umana. Le lacrime della Madonna, sono lacrime di misericordia che trovano spazio nella Fondazione per portare avanti quest’opera di carità nei confronti dei nostri fratelli e sorelle bisognose. Papa Leone ci ha ricordati nella preghiera composta per la Madonna delle Lacrime “donaci la grazia di amare per servire Cristo nei fratelli più piccoli nei quali egli si è identificato”. Con questo voglio sottolineare l’importanza del servizio che non è semplicemente un ‘opera sociale: è un’opera umana di carità che esprime il senso della fede e l’amore stesso di Cristo Signore per i fratelli. E in questa compartecipazione di tutti nel servizio dei fratelli bisognosi che si esprime, si manifesta l’amore stesso del Signore Gesù“.

La struttura della Fondazione Sant’Angela Merici potrà accogliere 25 ospiti.

Perché un’altra casa di riposo? Abbiamo una bassissima percentuale di natalità a Siracusa e per conseguenza un innalzamento degli over 65, quasi il 27 percento della popolazione di Siracusa – ha detto don Alfio Li Noce –. È un servizio che nasce qui, che si sviluppa insieme all’altra casa di riposo che abbiamo in via Peppino Impastato. Qui, siamo in piena Balza Acradina. In questa casa nasce e si sviluppa l’opera delle figlie di San Giuseppe, le suore dei bambini, le suore dei paramenti, le ultime suore che ricamavano e credevano tanto nella liturgia. Quella che noi vediamo oggi è una piccola oasi. Siamo al centro di Siracusa, spazi e ambienti aperti per coltivare e restituire qualità di vita. Crediamo nella qualità degli ambienti e dei servizi. All’interno della casa troviamo i quadri che sono opera dei ragazzi del Centro di riabilitazione. La finalità è servire la vita. L’obiettivo della Fondazione è vivere sempre come Chiesa. Siamo Chiesa all’opera. L’obiettivo non è il profitto. Abbiamo pensato diversamente: conosciamo gli anziani, conosciamo le persone con disabilità così come i fratelli immigrati. Quindi un servizio che nasce come una sorta di vestito cucito addosso alla persona“.

 

 

 

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Messaggio inviato all'Arcidiocesi per l’elezione di Papa Leone XIV

Lomanto: per una Chiesa che «costruisce i ponti» ed è pronta ad accogliere tutti

«Senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti». Con le parole di Papa Leone XIV, l’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto ha indirizzato un messaggio alla Diocesi dopo l’elezione del Santo Padre.

Mons. Lomanto ha prima sottolineato il ministero di Papa Francesco “caratterizzato dal nuovo impulso alla semplicità evangelica, alla fraternità ecclesiale, alla prossimità verso tutti, al dialogo aperto con il mondo contemporaneo, alla pace e alla cura del creato” e poi ha chiesto di accogliere “con gioia il nuovo successore di Pietro, il Papa Leone XIV. Con la sua guida pastorale, lasciamoci guidare dallo Spirito Santo nel cammino di fede nel Cristo Crocifisso e Risorto, per realizzare in noi la Chiesa che vive il mistero di un solo corpo e di un solo spirito, che porta la speranza, la carità e la gioia del Vangelo, che «costruisce i ponti, il dialogo» ed è «sempre aperta» e pronta ad accogliere tutti, per divenire «sempre più città posta sul monte (cfr Ap 21,10), arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo». Papa Leone XIV, sin dall’inizio del suo pontificato ci indica di incarnare la fede nel mondo di oggi per esserne trasformati nel compimento della missione e per «portare a tutti la Buona Notizia». «La promessa di un destino eterno» e «un modello di umanità santa» costituiscono «il dono di Dio e il cammino da percorrere per lasciarsene trasformare, dimensioni inscindibili della salvezza, affidate alla Chiesa perché le annunci per il bene del genere umano»”.

L’arcivescovo Lomanto ha citato il primo discorso dalla loggia di San Pietro: Papa Leone XIV “ci ha offerto «la pace del Cristo Risorto» e, nella prima omelia della messa nella Cappella Sistina, ci ha confermato la confessione di fede espressa da Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). La pace del Risorto, che riceviamo nella fede, deve raggiungere la vita concreta di tutti, attraverso il ruolo e il compito di ciascuno di noi, per tradurla in pace sociale: nel vissuto di ogni giorno, nella famiglia, nella società, nelle nazioni e nel mondo intero. L’unione a Cristo e tra di noi è il fondamento della missione evangelica e della testimonianza dell’amore perfetto. «Gesù Cristo, pontefice sommo», pieno di compassione per noi, è il centro stabile, perenne e unificante su cui costruire i ponti dell’umanità. Papa Leone XIV ci incoraggia: «Pertanto, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della sua luce. L’umanità necessita di Lui come il ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore. Aiutateci anche voi, poi gli uni gli altri a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace»”.
Inoltre il richiamo all’importanza del cammino sinodale della Chiesa: “Questo conferma la necessità e l’impegno di portare avanti l’itinerario sinodale nel cammino della Chiesa universale, delle Chiese in Italia e delle Chiese locali: «Vogliamo essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono». Non si può prescindere dall’ascolto, dalla partecipazione, dalla comunione, dalla corresponsabilità e dall’impegno di tutti a ricostruire un mondo più umano e più giusto, se si vogliono costruire ponti stabili e duraturi di pace nella carità di Cristo. Papa Leone XIV ‒ nel «giorno della supplica alla Madonna di Pompei» ‒ ha affidato il suo ministero petrino all’intercessione di Maria Madre della Chiesa, nella certezza che la «Nostra Madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione, il suo amore»”.

Infine Mons. Lomanto ha ricordato come lo scorso anno, 1 settembre 2024, “abbiamo avuto la provvidenza e il privilegio di accogliere a Siracusa l’allora Cardinale Robert Francis Prevost, oggi Papa Leone XIV, il quale venne per celebrare il 71° anniversario della Lacrimazione. In quell’occasione ci ha detto che «le lacrime della Madonna sono le lacrime di una madre addolorata a causa dei peccati dei suoi figli che rifiutano l’amore di Dio; sono anche lacrime di dolore per quanti soffrono le ingiustizie, la solitudine, la violenza, l’odio, la guerra e l’indifferenza umana. […]. La comprensione di quelle lacrime che gli uomini sono chiamati a fare è una vera conversione, un ritorno all’amore di Dio che si manifesta nella riconciliazione con Lui e nella carità con gli altri, nella vera compassione, cioè, nel condividere le sofferenze altrui e dando sollievo a chi ne ha bisogno. In questo modo, le Lacrime della Madonna sono un segno di speranza.» (Omelia, 1 settembre 2024). Con la preghiera che ‒ l’1 settembre 2024 ‒ Egli volle indirizzare alla Madonna delle Lacrime, affidiamo alla Vergine Santa la sua missione petrina, il nostro cammino di fede, l’avvenire della Chiesa, il dialogo con le altre Chiese e il mondo contemporaneo, la promozione della giustizia sociale, della fraternità universale e della «pace disarmata e disarmante, umile e perseverante».

Preghiera alla
Madonna delle Lacrime
O Madre addolorata,
che ai piedi della croce fosti affidata
come Madre della Chiesa,
continua a guardare il dolore dei tuoi figli
che soffrono nel corpo e nello spirito
le conseguenze del peccato.
Asciuga le lacrime dei sofferenti,
degli abbandonati, delle vittime dell’odio
e della guerra.
Fa’ che non rimaniamo indifferenti
alle tue lacrime versate per noi,
e concedici la grazia di vivere
sempre uniti al Tuo Figlio
amandolo e soccorrendolo
nei fratelli più piccoli
con i quali Egli si è identificato.
Amen.

PREVOST Card. Robert Francis, O.S.A.
Papa Leone XIV, dall’8 maggio 2025

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L'arcivescovo al pontificale dei Santi Alfio, Filadelfo e Cirino a Lentini

Lomanto: portare la luce del Vangelo al mondo

La devozione ai tre santi martiri alimenti in noi la fede nel Risorto, l’intimità e la comunione di tutti con Dio, l’impegno di portare la luce del vangelo, la speranza del Risorto e la carità di Dio al mondo per costruire ponti tra noi e per l’umanità, per promuovere tra noi e per il nostro mondo la giustizia sociale, la fraternità universale e la vera pace e il vero amore“. Così l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che ha presieduto il solenne Pontificale dei Santi Alfio, Filadelfo e Cirino a Lentini.
Il presule ha trattato tre aspetti della vita cristiana e della missione della Chiesa. Innanzitutto “il nesso intimo di comunione tra Gesù Buon pastore e il gregge. «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna… nessuno può strapparle dalla mano del Padre» (Gv 10,27-29). I Tre Santi Martiri, attestano con la loro vita e con il dono di se stessi che la fede non è un ricordo storico, non è un’idea, l’esito di una speculazione filosofica, scientifica, teologica, ma è una persona che ha dato la vita per noi e per la nostra salvezza.
Consacrandosi nella verità a Dio, i Santi Martiri divengono una cosa sola con Cristo, vivono alla presenza di Gesù, entrano nell’intimità del suo amore, realizzano un rapporto personale con lui, un contatto reale con lui, un incontro mistico di fede. Consento a Dio di iniziare in loro una storia, la storia dell’incontro di Dio con noi, della sua presenza nella nostra vita, del rimanere in me ed io in voi”.
L’arcivescovo ha evidenziato “la piena intimità e la comunione di tutti con Dio“. “L’atto della moltitudine immensa di stare davanti a Dio e l’azione dell’Agnello di stendere la sua tenda nei confronti dei suoi eletti esprime la piena intimità e la comunione di tutti con Dio. (..) Non si può prescindere dall’ascolto, dalla partecipazione, dalla comunione, dalla corresponsabilità e dall’impegno di tutti a ricostruire un mondo più umano e più giusto, se si vogliono costruire ponti stabili e duraturi di pace nella carità di Cristo“.
Infine il terzo aspetto: “Portare la luce del vangelo, la speranza del Risorto e la carità di Dio al mondo“.
Camminiamo nella fede in Cristo Risorto, per realizzare in noi la Chiesa che vive il mistero di un solo corpo e di un solo spirito, che porta la speranza, la carità e la gioia del Vangelo che ‒ come ci ha ricordato papa Leone ‒ «costruisce i ponti, il dialogo» ed è «sempre aperta» e pronta ad accogliere tutti, per divenire «sempre più città posta sul monte (cfr Ap 21,10), arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo»”.
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Festa del Patrocinio di Santa Lucia 2025

Arcivescovo Lomanto: torniamo ad educare contro la violenza 

Migliaia di persone hanno affollato piazza Duomo questa mattina per la festa del Patrocinio di Santa Lucia, patrona di Siracusa. La prima domenica di maggio si ricorda il miracolo del 1646 quando a Siracusa imperversava una carestia ed i siracusani chiesero aiuto alla patrona: dal mare arrivarono navi cariche di grano ed una colomba avvertì i fedeli riuniti in preghiera in Cattedrale.
“In un mondo dove la sopraffazione, la violenza e il bullismo sembrano prendere il sopravvento, dobbiamo ritornare a seminare quei valori che non tramontano mai e che papa Francesco ci ha indicato guardando al martirio di Santa Lucia: «Il martirio di Santa Lucia ci educhi al pianto, alla compassione e alla tenerezza: sono virtù confermate dalle Lacrime della Madonna a Siracusa. Sono virtù non solo cristiane, ma anche politiche. Rappresentano la vera forza che edifica la città»” ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, nel tradizionale discorso dal balcone. Mons. Lomanto ha fatto riferimento agli episodi di violenza accaduti nelle ultime settimane soprattutto a Siracusa.
“Il dolore e la vergogna, per quanto sta accadendo tra le nostre case, le nostre strade e le nostre città, deve portarci a reagire per il bene, stando tutti insieme, con Santa Lucia, dalla parte della Luce! Oggi, in una quotidianità contraddistinta da brutture, dobbiamo guardare a Lucia. Anche piccoli gesti, come un sorriso o una parola di conforto, possono fare una grande differenza per chi si sente emarginato. È necessario, è urgente ed è imprescindibile ritornare ad educare. Lucia è un esempio radioso di coraggio e di determinazione. Il suo esempio, la sua intercessione e la sua vicinanza possono aiutarci ad affrontare insieme e vincere ogni forma di bullismo. Non può esistere nessuna autentica forma di comunità se non alimentiamo lo spirito della carità, della solidarietà e della fratellanza. Promuovere una cultura di solidarietà è essenziale per prevenire e sconfiggere ogni forma di male e di cattiveria. Lo spirito di Santa Lucia ci ricorda che, anche nei momenti più oscuri, possiamo essere una luce di speranza e di cambiamento. Combattere il male richiede uno sforzo collettivo e continuo, perché solo stando uniti possiamo costruire un mondo più gentile, più giusto e più inclusivo per tutti”.
Lomanto ha chiesto di pregare “tutti insieme per il nuovo Papa: per intercessione di Santa Lucia, chiediamo al Signore che ci doni un Papa buono come lo è stato Francesco, un Papa che confermi la Chiesa Universale nella fede di Gesù morto e risorto, un Papa che sia luce e speranza per il mondo. Non stiamo aspettando semplicemente il successore di Francesco, ma il successore di San Pietro a cui Gesù volle affidare la Chiesa Universale e che inviò San Marciano, primo Vescovo di Siracusa per l’annuncio del Vangelo nella nostra terra”.
Il solenne pontificale nella chiesa Cattedrale è stato presieduto da mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito di Siracusa: “Santa Lucia visse in maniera straordinaria la sua fedeltà a Cristo. Ella andò maturando la sua fedeltà al Signore: nella preghiera, nella carità verso i fratelli più bisognosi, nella fedeltà ai precetti del Signore, nel proposito di lasciarsi sedurre dalle proposte disoneste dei suoi persecutori, nella testimonianza coraggiosa della sua fede in Cristo. A lei ci rivolgiamo con fiducia perché ci ottenga dal Signore quelle grazie necessarie per vivere con gioia e dedizione la nostra vocazione cristiana alla santità. Camminiamo ferventi nella fede, lieti nella speranza, operosi nella carità”.
Dopo la messa la processione del simulacro e delle reliquie in piazza Duomo con il tradizionale lancio delle colombe. Poi il simulacro è stato portato nella chiesa di Santa Lucia alla Badia dove resterà per l’Ottavario. 
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