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S.Angela Merici struttura d’eccellenza

 “Una pubblica amministrazione attenta solamente a pianificare i servizi partendo dalla preoccupazione di far “quadrare i bilanci”, dimenticando che destinatario del servizio è l’uomo, nella sua dignità di persona, favorisce la crescita del disordine sociale, dei soprusi, e della corruzione tra politici, funzionari e imprese e raggiunge solo l’obiettivo del disservizio. Oserei dire che dove c’è disordine sociale, sopruso, corruzione e violenza alla base ci sta sempre una cultura arrogante e mafiosa”. Mons. Giovanni Accolla, presidente della Fondazione Sant’Angela Merici Onlus, non le manda a dire. Aprendo i lavori dell’incontro sull’opera della Fondazione, realtà d’eccellenza per la riabilitazione in Sicilia, presenta la struttura di via Piazza Armerina a Siracusa. Sono presenti Giovanna Gambino, Garante per i diritti dei disabili della Regione Siciliana, e Marco Saetta, direttore dell’Unità operativa di medicina riabilitativa dell’Asp di Siracusa. I saluti iniziali sono stati dell’arcivescovo di Siracusa, monsignor Salvatore Pappalardo. Ad introdurre i lavori Francesco Rametta, direttore sanitario della Fondazione.
“La giornata di riflessione di oggi nasce dall’esigenza di far conoscere l’opera della Fondazione Sant’Angela Merici, la sua azione nel territorio e nel confronto con la pubblica amministrazione. Un’analisi della domanda e dell’offerta di servizi a favore della persona con fragilità: disabili, anziani e ammalati. Al centro di ogni iniziativa da elaborare, proporre e pianificare ci sono le persone con fragilità, con la loro domanda di servizi ma soprattutto con la loro dignità. E nella certezza che la loro disabilità o debolezza non è un limite, ma una risorsa. L’attività medico sanitaria si fonda su una relazione interpersonale, è un incontro tra una fiducia e una coscienza. La fiducia di un uomo segnato dalla sofferenza e dalla malattia il quale si affida alla coscienza di un altro uomo che può farsi carico del suo bisogno. Questi è un operatore sanitario. La persona deve prevalere oltre qualsiasi preoccupazione economica. In qualsiasi ambiente confondere lo strumento importante dell’economia come se fosse la finalità è una dabbenaggine che genera confusione soprusi e violenze. In questi anni – ha continuato mons. Accolla – abbiamo ristrutturato, riorganizzato i servizi anche con il rinnovo di attrezzature diagnostiche e terapeutiche. Le ristrutturazioni sono state facili, hanno cambiato gli ambienti. Il cambio delle abitudini, delle mentalità, il cambio di cultura è un traguardo ambizioso e difficile. È urgente porre attenzione al coinvolgimento delle famiglie. Alla formazione del personale, attraverso corsi di qualificazione. Evangelizzare è proclamare la buona novella, una buona notizia perché ho bisogno di speranza, perché chi ha bisogno di rimettersi in cammino. Concludo con le parole del cardinale su Suenens, primate del Belgio dal 1961 al 1979: “Sperare è un dovere non un lusso; sperare non è sognare ma è la capacità di trasformare un sogno in realtà. Felici coloro che osano sognare e che sono disposti a pagare il prezzo più alto perché loro sogno prenda corpo nella vita degli uomini”. 
Giovanna Gambino, Garante per i diritti dei disabili della Regione Siciliana, si è soffermata sul progetto individuale di vita: “Una persona di cui si deve valutare la centralità e non solo essere destinatario del suo progetto. Sicuramente nell’ambito della riabilitazione ci sono delle criticità, come la mancanza di un censimento, di dati a livello epidemiologico in Sicilia. C’è una programmazione oggi che non si basa su dati certi. Ad esempio sono sottostimati anche i numeri delle persone che scelgono di andare fuori Sicilia per la riabilitazione”. La Gambino ha evidenziato che compito dell’intervento riabilitativo è  valutare la Persona e realizzare  tutti gli interventi sanitari necessari per consentirle di raggiungere il più alto livello possibile di funzionamento e partecipazione, in relazione alla propria volontà e al contesto, nell’ottica di un reale empowerment. A questo scopo strumenti come il Percorso Assistenziale Integrato e il Progetto Riabilitativo Individuale  sono confermati come elementi essenziali  in questo rinnovato contesto scientifico-culturale. Il progetto individuale deve prevedere il Percorso Riabilitativo Unico Integrato nei vari setting terapeutici della rete riabilitativa  si concretizza nel concetto  di “presa in carico dell’utente” e nell’erogazione  degli interventi secondo definiti programmi  riabilitativi all’interno di uno specifico Percorso  Riabilitativo Individuale. Appropriatezza dei  percorsi, delle risorse professionali e degli strumenti. Appare indispensabile e auspicabile predisporre in tutte le Regioni un’organizzazione dipartimentale del settore riabilitativo. Si riconosce l’esigenza di rispondere ai nuovi spunti e  bisogni attraverso interventi specifici che seguano un approccio nuovo in termini  di cultura, strumenti, metodologie e organizzazione e che guardino alla Persona secondo la sua totalità di bisogni, desideri e relazioni. Dobbiamo avere Ascolto e Accoglienza”. Il dottore Saetta ha cercato di indicare lo stato della riabilitazione a Siracusa segnalando le situazioni che hanno dato risposta al bisogno di salute della persona. In provincia di Siracusa riabilitazione di buon livello e la Fondazione Sant’Angela Merici è lanciata verso nuove frontiere della riabilitazione. In generale c’è ancora tanto da fare per la riabilitazione sociale, nei contatti con quello che da cornice alla disabilità, ovvero le famiglie e le associazioni di volontariato e la concreta realizzazione dei progetti di vita”. Infine sono intervenuti alcuni familiari.
La Fondazione S. Angela Merici Onlus è un Ente ecclesiastico, senza scopo di lucro, che eroga prestazioni riabilitative alle persone con disabilità ed altre attività a beneficio di persone anziane e malati di aids. In atto gestisce l’Istituto Psico-Pedagogico S. Angela Merici, a Siracusa e a Canicattini Bagni, che opera nel settore della riabilitazione di soggetti disabili psichici; il Polo Fisioterapico Riabilitativo, che eroga prestazioni riabilitative libero-professionali; la Casa di Riposo per Anziani, intitolata a Monsignor  Salvatore Gozzo, a Siracusa; la Casa Alloggio “Madonna delle Lacrime” per malati di aids, a Siracusa.

L’opera della Fondazione Sant’Angela Merici

“La Fondazione è una realtà d’accoglienza, che si occupa di attenzione ai soggetti deboli della società. In particolare ci occuperemo di analisi e prospettive della Fondazione in tema di riabilitazione a Siracusa. Di quello che stiamo facendo e delle nuove attività che intendiamo intraprendere“.
Così il presidente della Fondazione Sant’Angela Merici, mons. Giovanni Accolla, presenta l’incontro dal titolo “L’opera della Fondazione Sant’Angela Merici” che avrà luogo sabato prossimo, 27 giugno, con inizio alle 9.30, nella sala “Carpanzano” della Fondazione Sant’Angela Merici a Siracusa.
Interverrà l'arcivescovo di Siracusa, monsignor Salvatore Pappalardo. Introdurrà i lavori Francesco Rametta, direttore sanitario della Fondazione. Giovanna Gambino, Garante per i diritti dei disabili della Regione Siciliana, parlerà della riabilitazione come progetto di vita per le persone fragili, mentre Marco Saetta, direttore dell'Unità operativa di medicina riabilitativa dell’Asp di Siracusa, si soffermerà sulla riabilitazione nella provincia di Siracusa. Infine ci saranno gli interventi di alcuni familiari.
La Fondazione S. Angela Merici Onlus è un Ente ecclesiastico, senza scopo di lucro, che eroga prestazioni riabilitative alle persone con disabilità ed altre attività a beneficio di persone anziane e malati di aids. In atto gestisce l’Istituto Psico-Pedagogico S. Angela Merici, a Siracusa e a Canicattini Bagni, che opera nel settore della riabilitazione di soggetti disabili psichici; il Polo Fisioterapico Riabilitativo, che eroga prestazioni riabilitative libero-professionali; la Casa di Riposo per Anziani, intitolata a Monsignor Salvatore Gozzo, a Siracusa; la Casa Alloggio “Madonna delle Lacrime" per malati di aids, a Siracusa. 

Riscoprire la gioia attraverso i Pink Floyd

Parlare della gioia tra riflessioni, musica e arti visive, nel quarantesimo anniversario del leggendario album dei Pink Floyd Wish you were here. Un’operazione non certo facile quella di don Nisi Candido, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze religiose “San Metodio”, a conclusione dell’anno accademico che il San Metodio ha voluto dedicare in tutte le sue attività collaterali al tema della gioia.
“La gioia – spiega don Nisi Candido – può essere pensata come la propria realizzazione individuale, o come la soddisfazione dei soli bisogni primari, o come il rapporto pacificato con gli altri e con l’ambiente circostante, o come la comprensione dei misteri più profondi della vita, come un dono dall’alto e così via”. Nella suggestiva location del cortile San Metodio di via della Conciliazione, la serata evento intitolata “La nostalgia di una gioia perduta”, con la collaborazione tecnica di Mariangela Maresca e Fabio Fortuna, ha riscosso un incredibile successo. La gioia riguarda ogni essere umano, credente o non credente e può essere affrontata da diverse prospettive. Wish you were here è frutto anche della nostalgia dei componenti della band 
per il drammatico allontanamento del primo leader. La gioia diventa così il frutto maturo, ma anche inatteso, di un percorso di vita problematico e misterioso, ma anche esaltante e duraturo. 
“Quando nella stanza intima della coscienza si formula la domanda «Sono veramente felice?», si attivano una serie di facoltà che contribuiscono alla risposta: la memoria, il realismo, la speranza, il coraggio. La scommessa – spiega don Nisi – è provare ad attivare queste facoltà ed altre ancora, camminando a piedi nudi sul tappeto offerto dalla musica dei Pink Floyd: la musica, più che le parole. Come è tipico della band la preferenza delle evocazioni suggerite dai suoni alle spiegazioni imposte dalle parole. Note che schiudono mondi anzi universi, e abbattono le barriere – il muro, direbbero i Pink Floyd – che ciascuno eleva intorno a sé impedendogli di comunicare e in definitiva di essere felice. Una musica universale nel senso di capace allargare gli orizzonti fino ai confini dell’universo, e totalizzante nel senso di coinvolgente dell’intera persona. La musica serve da ambiente per riflettere sul tema esistenziale della gioia: un ambiente familiare e stimolante come quello di questo cortile, il cui tetto è scoperchiato sull’universo per farci riflettere sul cielo stellato lassù come sulla nostra interiorità quaggiù”. 
La storia dei Pink Floyd inizia alla fine degli anni Sessanta in Inghilterra. “Tutto si può far iniziare nel 1966. Roger Waters, Richard Wright e Nick Mason sono tre giovani studenti della Facoltà di Architettura del Politecnico di Londra. A Waters, Wright e Mason si aggiunge presto Roger Keith “Syd” Barret, uno studente della Facoltà di Arte.Con Barrett la band cambia subito nome e prende quello di Pink Floyd, dai nomi di due musicisti americani Pink Anderson e Floyd Council”.
Don Nisi fa ascoltare “Atom heart mother suite” (ovvero la gioia come evoluzione). Poi “Echoes” (ovvero la gioia come armonia delle complessità): una piccola, “ma istruttiva lezione di vita, non c’è gioia senza l’armonia tra il senso dell’infinito e l’obbedienza al particolare; senza una rinuncia al consenso a tutti costi; senza il rischio di essere se stessi; senza il coraggio di cambiare ritmo”. 
Quindi è il turno di “Have a cigar” (ovvero la gioia di essere se stessi). “The dark side of the moon è stato definito “l’album perfetto”: nessuna traccia è sotto la linea della Arcidiocesi di Siracusa perfezione. Raggiunge il secondo posto nella classifiche inglesi e il primo in quelle americane dove resterà tra i primi cento per i successivi quindici anni. Un successo planetario che coincide con la consacrazione definitiva del gruppo. Ma la gioia vera è lontana dal venire. Potremmo dire così: la felicità non è un episodio, ma uno stato. La gioia vera deve fare i conti con lo sforzo di renderla una condizione radicata e stabile. Qui la gioia è la capacità di smascherare le lusinghe del mondo – soprattutto a quelle del denaro – e di non rimanere soffocati dalle aspettative malsane, per non rinunciare ad essere semplicemente se stessi”. 
E poi “Wish you were here” (ovvero la gioia come elaborazione dell’assenza). Quindi “Shine on you crazy diamond” (part VI – IX): “il “diamante impazzito” non può non far pensare a Barrett. Qui la gerarchia delle priorità sembra rovesciata: la musica non deve stimolare a correre, ma deve convincere a fermarsi. Solo così si può godere del fruscio del vento, della vista della luna, dello scorrere delle nubi, delle luci della città, delle montagne e delle valli, dei boschi e dei campi di grano, di un vulcano in eruzione, dei lapilli e del magma, dei pesci che sfiorano la barriera corallina e delle isole lontane, dei fiumi e delle cascate, del sole che sorge e tramonta dietro il mare. Aria, terra, fuoco e acqua. Qui la gioia passa attraverso la meditazione sulla bellezza del creato”. Infine “Shine on you crazy diamond” (part I- V). “Questa è la vera gioia: arrivare in alto e rimanerci, anzi provare a salire ancora. Non accontentarsi delle vette raggiunte; provare a rendere l’ascesa non una conquista occasionale, ma un atteggiamento stabile. Imparare a cambiare postura: dall’essere reclinati verso il basso, al guardare sempre in alto. Passare dall’esercizio muscolare della corsa in orizzontale, alla condizione sapienziale del silenzio profondo. Qui la gioia – se di gioia si può ancora parlare – è una condizione raggiunta a caro prezzo, sulle ceneri di un dolore che diventano fertilizzante. Una gioia che non è più nel diamante di cui avere nostalgia, ma nellavisione di un futuro nuovo. Forse anche la fede più che dei realisti è dei coraggiosi e dei visionari. E vengono in mente le parole della Lettera agli Ebrei: «La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede» (Eb 11,1)”.

La nostalgia di una gioia perduta

Domenica 14 giugno, con inizio alle ore 21, nel cortile San Metodio di via della Conciliazione 6 a Siracusa, avrà luogo una serata evento intitolata “La nostalgia di una gioia perduta – a quarant’anni da Wish you were here”.
Un incontro a cura di don Nisi Candido, direttore dell’ISSR San Metodio, con un chiaro riferimento ai Pink Floyd ma nell’ambito del tema della gioia scelto quest’anno dal San Metodio.
 
 

Matrimonio a San Giovannello dopo 100 anni

L’ultimo matrimonio risaliva al 1915. A distanza di cento anni, la chiesa di San Giovanni Battista, alla Giudecca, cuore del centro storico di Ortigia, riapre ai matrimoni.
“Preparate le vie al Signore raddrizzate i suoi sentieri (Lc 3,4)” è il benvenuto che il parroco, don Flavio Cappuccio, ha voluto dare a tutti i residenti del rione, che hanno preso parte in maniera attiva alla riapertura della chiesa. In particolare si sono occupati della sistemazione dell’area presbiteriale. “Gli abitanti della Giudecca – ha detto don Flavio – si sono veramente impossessati della chiesa: hanno collaborato tutti, falegnami, operai, per sistemare l’area presbiteriale. La chiesa sarà adesso destinata in maniera permanente al culto”. 
Nel periodo estivo celebrazione eucaristica ogni sabato pomeriggio alle ore 19.00.

Umanizzare la politica

Venerdì 5 giugno alle ore 18.30, nella sala consiliare del Comune di Lentini, nell’ambito degli appuntamenti organizzati in vista del 5 Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, avrà luogo un incontro con il prof. Luigi D’Andrea del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’università di Messina su “Umanizzare la politica”.

Giornata del ministri straordinari

Avrà luogo martedì 2 giugno, presso la cripta della Basilica Santuario “Madonna delle Lacrime”, la tradizionale giornata diocesana dei Ministri Straordinari della Santa Comunione.  
Il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Massimo Di Natale, ha reso noto che l’incontro seguirà il seguente programma: alle ore 9.15 l’accoglienza dei partecipanti; alle ore 9.30 celebrazione dell’ora media; alle ore 11.30 celebrazione Eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo e riflessione su Eucaristia e servizio della carità tenuta da mons. Sebastiano Amenta, vicario generale dell’Arcidiocesi. Seguirà l’adorazione Eucaristica silenziosa; ed il conferimento del mandato ai nuovi ministri straordinari della Santa Comunione.

Le parrocchie in cammino verso il Santuario

 Venerdì 29 maggio alle ore 20.00 le parrocchie della città in cammino verso il Santuario.
Tre i raduni: in via degli Orti, alla balza di Acradina (via Politi Laudien) ed alla parrocchia Madre di Dio (viale Santa Panagia). Alle ore 20.45 avrà luogo la preghiera mariana presieduta dall’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo.

Giornata pro seminario

 Celebrata l’annuale Giornata pro Seminario.
“Gesù che passa e invita ad andare dietro a Lui – ha scritto l’arcivescovo mons. Salvatore Pappaalrdo -. Guardare al volto del Signore vuol dire trovare in Lui il coraggio di seguirlo senza timori e compromessi per diventare testimoni del suo Vangelo con gesti concreti di accoglienza, di amore e di perdono. Con la nostra preghiera quotidiana dobbiamo chiedere al Signore che i giovani che formano la comunità del Seminario sappiano essere suoi amici, si lascino sempre più attrarre dallo splendore del suo volto, si immergano in esso per fare esperienza dell’infinita misericordia di Dio. La comunità diocesana si faccia carico, con la preghiera e con la generosità delle opere, di coloro che in un cammino quotidiano di preghiera, studio, vita fraterna all’interno del nostro Seminario, si sforzano di cercare il volto del Signore e di fissare lo sguardo su di Lui. Sicuro del vostro sostegno, affido il cammino del nostro Seminario e di tutta la Chiesa che è in Siracusa all’intercessione della Beata Vergine Maria, il cui volto noi veneriamo rigato dalle Lacrime”.
 

Raduno delle Confraternite

Primo raduno delle Confraternite della Diocesi di Siracusa. 
Un incontro voluto dall’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo, iniziato nella Casa del pianto di via degli Orti. Dopo una preghiera il corteo si è diretto al Santuario della Madonna delle Lacrime, dove ha avuto luogo una meditazione di don Ildebrando Scicolone Osp. Infine l’arcivescovo ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica.