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NUOVA SEDE PER LA “CASA DI SARA E ABRAMO”

Nuova sede per la ‘Casa di Sara e Abramo’, la struttura dell’Arcidiocesi di Siracusa che accoglie i senzatetto.
Domani, mercoledì 30 ottobre, alle ore 12,00, sarà inaugurata la nuova sede della “Casa di Sara e Abramo”, in via Monte Renna 25, nel quartiere Epipoli. Interverranno l’Arcivescovo, Mons. Salvatore Pappalardo, ed il Prefetto, dott. Armando Gradone. La ‘Casa di Sara e Abramo’, voluta da Mons. Pappalardo per accogliere i tanti senza tetto della città ma anche gli immigrati che non hanno un posto dove dormire, è stata istituita in un momento di emergenza: prima si trovava nella Casa della Carità, successivamente in un alcuni locali in via Monte Genuardo. Da domani finalmente troverà la migliore sistemazione nei locali Caritas di via Monte Renna, che possono accogliere fino a trenta persone. Responsabile della Casa è Marcello Munafò.
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ORDINAZIONE DIACONALE

Venerdì 18 ottobre, alle ore 18.00, nella parrocchia Sant’ Antonio di Padova a Siracusa, nel giorno della festa di San Luca Evangelista, l’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo ordinerà Diacono l’accolito Marco Ramondetta.
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SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA DI BASE “GIOVANNI XXIII”

‘Possa quest’anno di studi, contribuire a formare cristiani, come dice papa Francesco, non attratti da un cristianesimo da pasticceria: vogliamo sporcarci le mani lavando i piedi, volgiamo credere a un amore che, nei sacramenti, mi raggiunge e mi cambia, muta il mio modo di pregare e mi fa vivere, e non solo, dire, che sono figlio di Dio’. Queste le parole utilizzate da don Salvatore Spataro, direttore della Scuola di Formazione Teologica di Base ‘Beato Giovanni XIII’, nella prima lezione del secondo anno ciclico della Scuola. Una Scuola Teologica Diocesana voluta dall’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo per approfondire la formazione teologica degli operatori pastorali. ‘Vogliamo cogliere il pressante invito dell’illuminato magistero di papa Francesco – ha continuato don Spataro -, a rivalutare la natura pastorale della teologia, impegnandoci, come Chiesa, nello studio delle verità rivelate per una autentica testimonianza di vita e di servizio all’uomo del nostro tempo. Così iniziamo comunitariamente questo cammino di crescita, per un qualificato servizio pastorale, da rendere con evidente competenza e indispensabile passione, la passione che anima il cuore dei discepoli che voglio conoscere sempre meglio il loro Maestro, per saperlo sempre più annunciare ad un mondo ormai troppo spesso distratto, e mancante di autentiche e rispettose verità’. Quest’anno sarà trattato il tema ‘Celebrare la fede’, proseguendo il cammino iniziato con l’aspetto della ‘proclamazione della fede’. ‘La fede va anche celebrata e ogni celebrazione della fede muove la fede, non solo la presuppone, ma la nutre e la cura, la fa crescere e la irrobustisce, la rafforza e la rinvigorisce. Dal mistero di amore della morte e risurrezione del Cristo per far evincere che ogni sacramento scaturisce da esso e ad esso conduce. In quella che è stata definita l’ultima enciclica di Benedetto XVI e la prima di papa Francesco, la Lumen fidei, troviamo proprio il significato di quello che ci proponiamo di approfondire quest’anno: la fede in Gesù è luce, e questa luce illumina il senso di ogni vita umana. Solo una fede autenticamente celebrata può incidere nella vita delle persone: questa è la fede che nasce dall’incontro col Dio vivente, non da un precetto sempre meno domenicale, che abbiamo ridotto a mezz’ora di impegno, se va bene settimanale. La celebrazione autentica della fede, dunque, ci viene insegnata e diventa compito di ciascun credente, urgenza in termini di annuncio e di testimonianza. In questo inscindibile legame tra fede e sacramenti, allora, è la scommessa educativa che la Scuola di Formazione Teologica di Base vuole cogliere per contribuire a formare cristiani autentici, battezzati che vivono la vita nuova come vita teologale. Studieremo insieme che la santità non è opera umana, ma dello Spirito di Dio. Ci impegneremo a significare ecclesialmente il servizio fraterno dei discepoli a immagine del servizio di Cristo al quale il discepolo è unito sacramentalmente, ‘un servizio da schiavo’. Si, perché colui che agisce così è chiamato a rinunciare a se stesso a vantaggio dell’altro divenuto suo padrone, suo punto di riferimento, sua ragion d’essere. Questo ci insegna Gesù lavando i piedi ai suoi apostoli. Il servizio di amore che nasce dalla fede celebrata, quella fede che noi volgiamo maturare e approfondire, è la novità stessa del comandamento dell’amore: suo fondamento è l’amore stesso del Figlio nel quale anche noi siamo figli. La fede che celebriamo è, dunque, quella della lavanda dei piedi, servizio da schiavo, annuncio del dono della vita sulla croce. In Gesù, Signore e Maestro, infine, l’amore di Dio si costituisce metro di paragone e luogo sorgivo dell’amore dei fratelli. Come discepoli siamo invitati a servire i fratelli secondo la radicalità di Gesù, attingendo all’identico amore di cui ci nutriamo nei sacramenti, specialmente nell’Eucarestia’. Dopo l’introduzione del direttore, l’Arcivescovo Salvatore Pappalardo ha presieduto la Celebrazione Eucaristica. ‘Questa nostra iniziativa, sebbene non sia certamente l’unica e, forse, neppure quella prioritaria per risvegliare la fede del popolo di Dio, si pone tuttavia come un’attività di qualificato spessore pastorale per conseguire le suddette finalità indicate dal Papa. Papa Francesco nella Lettera enciclica Lumen fidei scrive che «fa parte della teologia l’umiltà che si lascia ‘toccare’ da Dio, riconosce i suoi limiti di fronte al Mistero e si spinge ad esplorare, con la disciplina propria della ragione, le insondabili ricchezze di questo Mistero» (36). L’atteggiamento fondamentale, dunque, con il quale ci si deve accostare allo studio della teologia è l’umiltà. Questa virtù, mentre da una parte ci fa riconoscere i nostri limiti ‘costituzionali’ di fronte al Mistero di Dio, il quale trascende l’umana comprensione, dall’altra però, a motivo della rivelazione stessa da parte di Dio, ci impegna ‘ad esplorare, con la disciplina propria della ragione, le insondabili ricchezze di questo Mistero’. L’umiltà vera poi apre il nostro spirito alla preghiera. Sapendo, infatti, di ‘dover esplorare le insondabili ricchezze del Mistero di Dio’, ci è necessario, e perciò doveroso, chiedere la luce dall’alto. Noi stasera vogliamo invocare lo Spirito Santo, con i suoi sette doni – sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza e timore di Dio – perché, mentre ci accostiamo allo studio e all’approfondimento delle verità che sono oggetto della scienza teologica, possiamo godere della luce e della forza del medesimo Spirito in maniera tale che la nostra fede progredisca sempre nella conoscenza del mistero di Dio e la nostra vita spirituale riceva più abbondante il nutrimento di quella grazia che ci introduce alla comunione con Dio e alla contemplazione del suo volto. Lo studio della teologia allora vi stimoli ad essere fedeli alla grazia della santificazione e della comunione in Cristo, vi renda più capaci di dare efficace testimonianza della vostra fede, responsabilmente professata, celebrata e coerentemente vissuta. Vi aiuti lo studio della teologia a maturare la vostra vocazione ministeriale all’interno della comunità ecclesiale e, soprattutto, renda più forti le ragioni della vostra speranza perché dinnanzi agli uomini siate autentici testimoni di quella civiltà dell’amore che è preludio all’avvento del regno di Dio’. La Scuola Teologica di Base è articolata in tre distinti anni di corso al termine dei quali sarà rilasciato, a seguito di una verifica finale, un attestato di merito. La frequenza ai corsi è obbligatoria ed abilita, se non viene superata la soglia massima di 1/3 di assenze, all’esame conclusivo. In ogni Vicariato dell’Arcidiocesi è costituita una équipe di docenti coordinata da un Direttore diocesano. Le lezioni si svolgeranno di lunedì dalle 18.30 alle 20.00 Siracusa: SS. Salvatore, San Metodio (Vicariato di Siracusa) Augusta: Cappuccini, Santa Lucia; Melilli: Chiesa Madre (Vicariato di Augusta) Lentini: Cristo Re; Carlentini: Santa Tecla (Vicariato di Lentini) Canicattini Bagni: Oratorio parrocchiale; Palazzolo: Sant’Antonio (Vicariato di Palazzolo).
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AL VIA LA SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA DI BASE

Lunedì 14, alle ore 18,00 nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime, avrà luogo l’inaugurazione della Scuola di Formazione Teologica. Prevista una introduzione a cura del direttore, don Salvatore Spataro, e alle ore 19.00 la Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Salvatore Pappalardo.
La scuola Teologica “Beato Giovanni XXIII” è un servizio pastorale dell’Arcidiocesi volto a promuovere maggiormente la formazione teologica dei fedeli.
Tutti i laici e i religiosi, soprattutto gli operatori pastorali impegnati nelle nostre comunità, sono invitati ad approfondire, con gli strumenti propri della scienza teologica, la conoscenza della dottrina cristiana in vista di un arricchimento personale e di un qualificato servizio ecclesiale.
La Scuola Teologica di Base è articolata in tre distinti anni di corso al termine dei quali sarà rilasciato, a seguito di una verifica finale, un attestato di merito. La frequenza ai corsi è obbligatoria ed abilita, se non viene superata la soglia massima di 1/3 di assenze, all’esame
conclusivo. In ogni Vicariato dell’Arcidiocesi è costituita una équipe di docenti coordinata da un Direttore diocesano.
Le lezioni si svolgeranno di lunedì dalle 18.30 alle 20.00
Siracusa: SS. Salvatore, San Metodio (Vicariato di Siracusa)
Augusta: Cappuccini, Santa Lucia; Melilli: Chiesa Madre (Vicariato di Augusta)
Lentini: Cristo Re; Carlentini: Santa Tecla (Vicariato di Lentini)
Canicattini Bagni: Oratorio parrocchiale; Palazzolo: Sant’Antonio (Vicariato di Palazzolo)
 
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MESSAGGIO DEI VESCOVI DI SICILIA RIUNITI A SIRACUSA

Riuniti per la consueta sessione autunnale a Siracusa nel 60° anniversario della lacrimazione della Beata Vergine Maria, noi, Vescovi di Sicilia, abbiamo trattato i temi concernenti la vita delle nostre Chiese. Da un lato, abbiamo avuto presente la catastrofe sconvolgente dei naufraghi nelle acque di Lampedusa e, dall’altro, i giovani che abbiamo incontrato in un’esperienza di fraternità e di comunione. In questa città è stato immediato riandare con la memoria all’apostolo Paolo, qui approdato da Malta e rimasto per tre giorni (cfr At 28,11-12), e rivivere con lui, attraverso il racconto del libro degli Atti degli Apostoli, la forte tensione drammatica delle sciagure in mare con gravissimi e ripetuti rischi per la vita. Ci siamo lasciati interrogare dalle migliaia di persone morte nel nostro mare Mediterraneo, provocati dai gesti e dalle parole di Papa Francesco nel corso della sua visita a Lampedusa dell’8 luglio scorso. Il Papa continua a riproporci l’interrogativo: ‘Dov’è tuo fratello?’ e torna a metterci in guardia dalla ‘globalizzazione dell’indifferenza che ci rende tutti «innominati», responsabili senza nome e senza volto’. E di fronte a tanti morti non ci siamo sottratti alla nostra responsabilità pastorale per rivolgere una parola accorata ai fedeli e alle persone di buona volontà.
Questi morti, e le migliaia che negli anni sono stati travolti in queste acque, chiedono verità, giustizia e solidarietà. È ora di abbandonare l’ipocrisia di chi continua a pensare che il fenomeno migratorio sia un’emergenza che si auspica ancora di breve durata. La consapevolezza che spregiudicati criminali speculano sul dolore di persone in fuga dalle persecuzioni e dalle guerre non può far pagare a questi ultimi la malvagità dei mercanti di morte. Il grido di aiuto e la domanda di soccorso non possono lasciare freddi o indifferenti noi e quanti, per cultura e per sensibilità, sentiamo forte a partire dal Vangelo il senso dell’accoglienza e del dialogo.
 
La gente di Lampedusa, alla quale va la nostra gratitudine e la nostra ammirazione per l’instancabile apertura di cuore nei confronti di quanti hanno cercato approdo tra loro, ha mostrato al mondo il valore e l’efficacia dei gesti semplici e significativi del quotidiano: la vicinanza, il soccorso, il pianto, la collera, la pazienza. E nello stesso tempo ha dimostrato l’inutilità controproducente di talune risposte istituzionali che non hanno contribuito a risolvere il problema, ma anzi hanno moltiplicato il numero delle vittime.
 
Di fronte a tanto dolore, che sembra non aver fine, occorre cambiare atteggiamento a partire dalle nostre comunità e coinvolgendo quanti si sentono interrogati da questa sfida umanitaria. A tal proposito invitiamo a vivere il prossimo Avvento come tempo di fraternità e di condivisione nella luce del mistero dell’incarnazione. Solo facendoci prossimi ai nostri fratelli ultimi, infatti, potremo dare un senso alla celebrazione liturgica del Figlio di Dio fatto uomo. Sarà un’occasione propizia per approfondire la conoscenza del fenomeno migratorio, liberandosi da pregiudizi e luoghi comuni; per studiare forme possibili di aiuto e di solidarietà verso gli immigrati; per sollecitare interventi politici ai diversi livelli che contribuiscano ad affrontare realisticamente il problema e a elaborare soluzioni efficaci.
 
Gli innumerevoli morti (uomini, donne, bambini), che sono seppelliti nel Mediterraneo con la loro speranza di vita e di libertà, scuotono le nostre coscienze con il loro grido di giustizia. Che il nostro silenzio e la nostra inerzia non vanifichino il loro sacrificio.
 
Ai nostri giovani, per primi, abbiamo affidato questo messaggio e questa consegna, certi che sapranno dare voce e cuore alla speranza. A loro ci rivolgiamo con le parole dei padri conciliari nel cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II perché saranno loro a raccogliere il meglio dell’esempio e dell’insegnamento dei genitori e dei maestri per formare la società di domani: ‘Costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!’.
 
 
 
    Siracusa, 12 ottobre 2013
 
 
 
                                                  I Vescovi delle Chiese di Sicilia
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IN TRE MILA A SIRACUSA PER LA GIORNATA REGIONALE DEI GIOVANI

I vescovi di Sicilia hanno consegnato il mandato missionario ai giovani di Sicilia. Oltre tre mila, provenienti da tutta la Regione, riuniti nel Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa. Si è conclusa con la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo, la “Giornata Regionale dei Giovani”, dal titolo “Se credi puoi’! – La fede sfida il futuro, il futuro sfida la fede”. Presenti i diciotto vescovi di Sicilia che nella giornata di sabato hanno animato la catechesi. “Ogni vescovo si è confrontato con un gruppo di giovani appartenente ad un’altra diocesi – ha spiegato don Dario Mostaccio, direttore regionale dell’Ufficio di pastorale giovanile -. Domande libere, risposte chiare da parte dei vescovi per cercare di aiutare i giovani nel loro cammino di fede”.
Ed i giovani sono rimasti entusiasti della catechesi, nel corso della quale si è parlato anche di immigrazione, e di Papa Francesco: “Ci parla al cuore – dice Luca della Diocesi di Siracusa -. E’ un Papa che sa comunicare con noi in maniera diretta e sa farsi comprendere”. La tragedia di Lampedusa in primo piano: “Mi piacerebbe poter fare qualcosa – dice Emanuela della Diocesi di Caltanissetta -. Purtroppo molte leggi oggi limitano anche certe azioni, fosse per me li accoglierei tutti”. “E’ un accoglienza continua – spiega Monica della Diocesi di Agrigento -. Noi come diocesi siamo stati particolarmente interessati al fenomeno: ci adoperiamo continuamente per aiutarli, ma ci rendiamo conto che non è facile ed ogni vita persa in mare e una sconfitta da ricordare”.
Ieri sera in piazza Santa Lucia, la Festa annuncio introdotta dal sindaco Giancarlo Garozzo e dall’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo: canti, balli e la messa in scena del musical su Maria ‘Eccomi, son qui’ a cura dell’associazione culturale ‘Metanoeite’ di Caltanissetta. Stamane la celebrazione Eucaristica in Santuario. “La fede in Gesù Cristo ci mette in movimento, ci indica un cammino da seguire – ha detto il card. Romeo nel corso della sua omelia -. Anche quando esso sembra un cammino in comprensibile o apparentemente inutile ma è durante il cammino nel corso di questo fiducioso abbandono che la fede si trova e porta il suo frutto. Il nostro rapporto con Dio deve andare bene al di là delle cose che chiediamo, dalla fede alla gratitudine per ciò che nasce dalla Fede: questa è salvezza. In questo “cuore mariano” della nostra bella Sicilia non possiamo non guardare a Maria che prima di tutto è modello della fede. La fede di Maria la rende discepola, la fa camminare dietro al figlio Gesù. Da Maria impariamo che nella sede possiamo muoverci. Maria è modello di un’accoglienza fiduciosa dei piani di Dio. La vergine Maria e anche modello di fedeltà. La fedeltà al progetto di Dio si misura nella sfida del quotidiano e Maria prova il dramma di questa sfida nel suo cuore nella sua umanità. Maria ci insegna quella fedeltà quotidiana al nostro dovere che si esprime nella responsabilità che da uomini e donne abbiamo di fronte a questa società. Maria e anche madre che piange lacrime di compassione per la famiglia umana segnata da tante ferite di odio discriminazione povertà perversione violenza. Sono lacrime che indicano lo sbocco della fede: lavorare per l’unità della famiglia umana vivendo la carità. Il compimento del nostro credere, ritrovarci insieme a condividere il cammino nelle difficoltà. È il forte messaggio lanciato da Papa Francesco nella recente visita a Lampedusa quest’estate: “siamo una società che ha dimenticato l’esperienza del piangere: domandiamo al Signore la grazia di piangere sulla nostra indifferenza”. Saper piangere sulle povertà dell’uomo, sui drammi sociali, sulle difficoltà del cammino comune con la consapevolezza che nessun fratello ci è estraneo e la nostra fede non ci garantisce un quieto vivere di egoismo ma diventa impegno d’amore, servizio per il bene dell’altro il bene comune”.
 
Per la Giornata, Papa Francesco ha inviato il seguente telegramma:
‘Il santo padre Francesco rivolge il suo affettuoso saluto ai giovani della Sicilia, riuniti a Siracusa presso il Santuario della Madonna delle Lacrime insieme con tutti i Vescovi delle Diocesi siciliane. Sua Santità esorta a vivere sempre alla luce della fede in Cristo, camminando gioiosamente alla sua sequela e testimoniando ovunque il suo amore, attraverso un generoso impegno di promozione umana nella condivisione con le persone più deboli e, mentre chiede di pregare per lui e per il suo ministero, invia di cuore la benedizione apostolica, quale incoraggiamento a portare a tutti il messaggio di speranza del signore risorto’.
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“IL PIANTO DI MARIA A SIRACUSA” SU TELEPACE

Domenica 13 ottobre alle ore 12.50 andrà in onda su Telepace il secondo numero speciale di “Lacrime di speranza – Il pianto di Maria a Siracusa”, una produzione della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime, curata dal giornalista Gianfranco Monterosso. Lo speciale verrà trasmesso in replica martedì 15 ottobre alle ore 15.00 e venerdì 18 ottobre alle ore 9.50.
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IN TRE MILA A SIRACUSA PER LA GIORNATA REGIONALE DEI GIOVANI

Circa tre mila giovani sono attesi a Siracusa provenienti da tutta la Sicilia. Sabato e domenica i giovani di Sicilia, insieme ai loro Vescovi, si ritroveranno ai piedi del quadretto della Madonna delle Lacrime. Siracusa ospita la ‘Giornata Regionale dei Giovani’, in occasione del Sessantesimo Anniversario della Lacrimazione di Maria. Il programma sarà articolato in tre momenti: l’incontro-dialogo dei giovani con i Vescovi; la Festa annuncio di sabato sera in piazza Santa Lucia e la celebrazione Eucaristica di domenica nel Santuario della Madonna delle lacrime e al termine il conferimento del ‘Mandato missionario ai giovani di Sicilia’. Il titolo dell’incontro è ‘Se credi puoi’! – La fede sfida il futuro, il futuro sfida la fede’.
Questa mattina la conferenza stampa di presentazione dell’evento alla quale hanno preso parte il Cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo; mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone e delegato dalla CESi per i giovani e la famiglia; il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo; don Dario Mostaccio, Direttore Ufficio regionale per i giovani; don Claudio Magro, Direttore dell’Ufficio di Pastorale giovanile della Diocesi di Siracusa.
‘Sono contento di poter accogliere questi giovani – ha detto il sindaco Giancarlo Garozzo – che al di là dei numeri porteranno sicuramente un entusiasmo nell’affrontare la vita. Dovremmo fermarci più spesso e interrogarci invece che farci travolgere dalla quotidianità’.
Il vescovo delegato, mons. Calogero Peri, ha spiegato che l’incontro a Siracusa rappresenta una continuazione ideale della Giornata mondiale della Gioventù di Rio alla quale molti giovani, vista la distanza, non hanno potuto partecipare. ‘Il tema è chiaro: molti giovani oggi non si pongono il problema della fede. Vuole essere un richiamo ed al tempo stesso un interrogativo. I giovani hanno la speranza di risorgere, sono linfa nuova in questa terra’.
Don Dario Mostaccio è entrato nei dettagli della due giorni: ‘I giovani troveranno ospitalità nelle parrocchie. Il vescovo incontrerà i giovani di un’altra diocesi per un momento di catechesi, ma anche di confronto e dialogo. I vescovi proveranno a dare risposte alle domande importanti. In piazza Santa Lucia, sabato sera, vivremo una festa, con canti e riflessioni ed un musical sulla vita di Maria’. ‘Naturalmente è un evento aperto a tutta la città – ha aggiunto don Claudio Magro -. Mi auguro che i giovani possano veramente trovare risposta ai loro dubbi. Saremo in piazza Santa Lucia, e la giovane martire siracusana è un primo esempio da seguire’.
Infine il cardinale Paolo Romeo: ‘Siamo pronti ad accogliere le domande dei giovani che si ritrovano insieme riscoprendo l’amore del Signore, condividendo le pesantezze di ognuno. In questo anno di fede, nel sessantesimo anniversario della Lacrimazione, tutte le diocesi di Sicilia sono state pellegrine a Siracusa: vogliamo lasciarci interpellare dalle lacrime di una madre. La situazione nel mondo oggi non è tanto migliore di quella del passato. Accogliamo la sfida di queste lacrime oggi. I giovani sono alla ricerca. E’ un’occasione per ritrovarci insieme e vivere il mandato che Papa Francesco ha dato ai giovani ad essere testimoni con la loro vita. Giovanni Paolo II ha invitato i giovani ad essere sentinelle, attraverso la loro vita. La sentinella vede, è sempre allerta. Noi non vogliamo solo parlare ai giovani ma anche ascoltarli. Vogliamo conoscere le problematiche ma anche le cose belle. Vogliamo sapere quello che si aspettano. Il giovane vuole una comunità cristiana più trasparente, più viva. Il giovane oggi vuole la fedeltà di un amore. Noi vogliamo proporre Cristo, il Vangelo, autenticamente. Come Papa Francesco ci invita a mettere sul tavolo la nostra vita cristiana. Dobbiamo mostrare il vero volto della Chiesa. Siamo a Siracusa per guidarli’.
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GIORNATA PER LA SALVAGUARDIA DEL CREATO

In occasione dell’ottava ‘Giornata per la salvaguardia del creato’, la fondazione ‘Centro Biblico Emmaus – mons. Vincenzo Migliorisi’ e l’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso, hanno promosso un convegno che si svolgerà oggi, alle ore 17, nel salone ‘Giovanni Paolo II’ della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Sarà presentato il libro ‘Per una ecologia dell’uomo’ di Maria Milvia Morciano, archeologa, autrice e collaboratrice della Libreria Editrice Vaticana. Si tratta di un’antologia degli scritti e dei discorsi di Benedetto XVI con elemento conduttore l’ecologia umana. Seguirà l’intervento di don Nisi Candido, direttore dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso, su ‘La famiglia umana custode del creato’.
Nel corso del convegno sarà anche ricordata l’opera e la testimonianza di mons. Vincenzo Migliorisi, il quale trovava nel Salmo 8 un punto fermo per la sua vita personale, pastorale e teologica: amore per Dio, amore per l’uomo, amore per il creato hanno caratterizzato tutto il suo pensiero.
 
 
 
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MONS. PAPPALARDO AL LICEO SCIENTIFICO E ALL’ISTITUTO D’ARTE

Ha dialogato con gli studenti chiedendo loro anche consigli e suggerimenti per il suo ministero. L’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, in Visita Pastorale alla parrocchia Maria SS. Addolorata di Grottasanta a Siracusa, questa mattina si è recato in due istituti superiori del territorio, il liceo scientifico “Einaudi” e l’istituto d’arte “Gagini”. La Visita Pastorale permette di conoscere le varie realtà ecclesiali, ma anche i luoghi pubblici del territorio come scuole e uffici comunali. Accompagnato da padre Felice, parroco di Grottasanta, l’arcivescovo è stato accolto al liceo scientifico dalla dirigente Teresella Celesti e da diversi insegnanti, come la prof.ssa Francesca Fichera ed il prof. Lombardi. In aula magna erano presenti i rappresentanti di tutte le classi. Calorosa l’accoglienza degli alunni con canti di gruppo, ma anche esibizioni musicali con pianoforte, flauto, clarinetto, violoncello intervallate da letture dalla Divina Commedia e non solo. “Per me è una bella occasione per incontrare tanti giovani – ha detto mons. Pappalardo -. Sento quasi il bisogno di ritrovarmi con voi, ascoltare quello che avete da dirmi. Poniamo in voi la speranza. Ringrazio i docenti che vi seguono, perchè a scuola si studia, e ci si forma per la vita”.
All’istituto “Gagini”, mons. Pappalardo è stato accolto dal vicepreside Massimo Capodieci e da diversi insegnanti, tra cui i docenti di religione don Massimo Di Natale e la prof.ssa Mirella Roccasalva. “Sono felice di incontrarvi – ha detto mons. Pappalardo agli studenti delle quinte classi riuniti in aula magna -. Da voi riceviamo gli stimoli: non state con le braccia conserte, non aspettate che altri costruiscano per voi il vostro futuro. Ognuno di noi deve offrire il proprio contributo alla società. In voi ci deve essere la voglia di fare”. L’arcivescovo ha risposto alle tante curiosità, soprattutto sulla figura di Papa Francesco. “Bisogna essere sempre se stessi. Come Papa Francesco, che è un uomo libero. Ho avuto modo di incontrarlo nel maggio scorso. Ha preso a cuore i problemi della Sicilia. La stessa cosa per il dramma dell’immigrazione: è arrivato a Lampedusa per dare la sua parola di conforto. Ha scelto di non nascondersi, di non fingere come un attore, ma di essere se stesso”.
L’incontro si è concluso con la visita al laboratorio di restauro della scuola.
 
 
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