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Barbie Santa Lucia: provocazione sciocca

“Una provocazione inutile, sciocca, ed offensiva del sentimento di molte persone ad opera di artisti che non hanno nulla da dire”. Così il Presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, avv. Giuseppe Piccione, commenta la nuova trovata molto pubblicitaria di due artisti argentini, Pool Paolini e Marianela Perelli.
Dopo la Barbie ballerina e quella con i costumi del mondo, per la bambola più famosa del mondo arriva la versione religion kit. E così ecco la Barbie Vergine Maria e dea Kalì. Ma anche la Vergine di Lourdes e quella di Fatima. E per concludere Santa Lucia, la martire siracusana. 33 esemplari dell’esposizione “Barbie, The Plastic Religion”.
“Non so se le bambole arriveranno nei negozi, mi auguro proprio di no, in quanto la “religione non è plastica” e l’iniziativa è di cattivo gusto” sottolinea Piccione che ha già raccolto le segnalazioni di tantissimi devoti in rivolta per l’ennesima provocazione. “Si rischia di banalizzare e fare diventare solo un gioco la testimonianza di chi, come Lucia, è stata coerente al Vangelo. Per quanto ci riguarda attediamo con ansia l’arrivo delle spoglie da Venezia a dicembre per i festeggiamenti della nostra patrona. Preghiera e devozione popolare. Dieci anni fa migliaia di persone accolsero le spoglie e penso che quest’anno vedremo in processione molti più fedeli. Sono queste le notizie che dovremmo commentare”.

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Assemblea pastorale diocesana

Si terrà venerdì 26 settembre, alle ore 18.00, nei saloni delle opere pastorali del Santuario della Madonna delle Lacrime, l’Assemblea diocesana per presentare gli orientamenti pastorali 2014-2015 ed il calendario delle attività programmate.
Sarà mons. Maurizio Aliotta a parlare delle linee programmatiche nel solco della Lumen Gentium. L’assemblea è rivolta ai presbiteri e ai diaconi, ma anche agli operatori pastorali ed ai responsabili delle organizzazioni laicali.

 

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Mons. Amenta nominato vicario generale

L’Arcivescovo di Siracusa, Monsignor Salvatore Pappalardo, ha nominato il nuovo vicario generale dell’Arcidiocesi.
Mons. Sebastiano Amenta prende il posto di mons. Maurizio Aliotta, Docente stabile dello Studio Teologico “San Paolo” di Catania, che stato nominato Preside dell’Istituzione accademica etnea.
Mons. Amenta, ordinato nel dicembre del 2000, attualmente è direttore dell’ufficio amministrativo diocesano e direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale del turismo e dello sport. E’ delegato per l’Ente Cattedrale e recentemente è stato nominato dall’arcivescovo delegato per la Visita delle Sacre spoglie di Santa Lucia a Siracusa.

“Il Gran Cancelliere della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia – scrive l’arcivescovo alla comunità diocesana –, ha nominato Preside dello Studio Teologico “San Paolo” di Catania il nostro carissimo don Maurizio. Con tale nomina sono state riconosciute la preparazione culturale nonché le doti umane e spirituali di don Maurizio. Perciò, mentre ci congratuliamo con lui, gli formuliamo i migliori auguri per questo nuovo incarico ecclesiale: ne saranno beneficiari i seminaristi allievi del “San Paolo” ma anche le Comunità diocesane. Non essendo compatibile il nuovo ufficio di Preside con quello di Vicario Generale dell’Arcidiocesi, ho accettato le dimissioni da questo incarico di don Maurizio, manifestandogli nel contempo i miei personali sentimenti di gratitudine per la sua piena e schietta collaborazione prestatami in questi primi anni del mio episcopato a Siracusa. Ho chiesto al Signore di illuminarmi per scegliere un’altra persona. La scelta è caduta sul carissimo mons. Sebastiano Amenta, che con gioia presento a voi e per il quale chiedo a tutti di accoglierlo cordialmente e di sostenerlo nel suo ministero con la vostra perseverante preghiera”.
L’arcivescovo Mons. Pappalardo ha nominato anche i quattro Vicari Foranei. Si tratta di mons. Salvatore Marino (Siracusa), padre Salvatore Vinci (Augusta-Melilli),
padre Salvatore Siena (Lentini), e mons. Salvatore Garro (Palazzolo).

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” …. Aspettando Santa Lucia”

Si intitola “ … Aspettando Santa Lucia” la lettera che l’Arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, ha scritto alla comunità diocesana in preparazione alla festa della patrona Santa Lucia del prossimo 13 dicembre e soprattutto in attesa dell’arrivo delle Reliquie del Corpo della Vergine siracusana (14-20 dicembre) custodite a Venezia e concesse dal Patriarca di Venezia nel decennale della storica visita del dicembre 2004, in occasione del diciassettesimo centenario del martirio della santa.
Mons. Pappalardo ha invitato a seguire l’esempio della patrona e mettere in pratica oggi quella testimonianza unica.
Questa nuova visita, che possiamo certamente considerare senz’altro come un evento straordinario, la vivremo certamente con grande gioia e auspico anche con vivo fervore spirituale – scrive l’arcivescovo –. La permanenza tra di noi delle Sacre spoglie di Santa Lucia, concittadina illustre per la sua straordinaria testimonianza di fedeltà e amore a Cristo Signore, deve suscitare nel nostro animo di cristiani analoghi sentimenti di amore fedele al Signore Gesù e propositi di vita santa. “Confortati  dalla sua testimonianza, siamo spronati anche noi ad affrontare il buon combattimento della fede per condividere con lei la stessa corona di gloria” (cfr. Prefazio dei Santi I). “Voi onorerete me per grazia del Signore Nostro Gesù Cristo osservando di cuore i suoi comandamenti”. Queste parole profetiche pronunciava Santa Lucia dinanzi ai persecutori nell’atto di affrontare il martirio. Tornando ora nella sua città, a noi, suoi devoti, Ella non può che ripetere la stessa esortazione ad osservare i comandamenti di Dio. Ed al prefetto Pascasio, che cercava di distoglierla dal proposito di servire il Signore, Ella con fermezza d’animo replicava: “Io giorno e notte medito la legge del mio Dio … giammai potrai smuovermi dal mio proposito e farmi acconsentire al peccato” (Codice Papadopulo). Saremo dunque veri devoti di Santa Lucia, carissimi fratelli e sorelle, se ci impegniamo ad osservare seriamente i comandamenti del Signore. L’esempio della nostra Santa e la sua intercessione ci facciano maturare propositi di autentica vita cristiana: sarà questo il frutto migliore della visita delle sue Reliquie nella nostra città”.

 

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Al via il laboratorio AvoLab

“La Sicilia è tra le Regioni del Meridione più all’avanguardia sul tema dell’economia civile; date a un Siciliano la possibilità di smontare le cose e fategli intravedere dei percorsi alternativi: mostrerà grande passione, creatività, inventiva, intelligenza. I Siciliani sono un popolo che sa cogliere le occasioni e trarne il meglio, se ne hanno a disposizione”. Così Stefano Zamagni, docente di Economia presso l’Università di Bologna e la John Hopkins University, presenta la terza Edizione della Summer School di Economia Civile.
Quattro giorni intensi dall’11 al 14 settembre presso l’Istituto San Metodio in Ortigia, Siracusa, sul tema “L’impresa civile: natura, motivazioni e prospettive per lo sviluppo di un nuovo welfare state”. La Summer School sarà anche un momento di scambio e dialogo con il territorio, le sue associazioni, i cittadini interessati al tema dell’economia civile. “Occorre ritrovare il valore positivo della finanza- aggiunge Zamagni-. Alla sua nascita, nel 1400, essa era l’arte di ciò che ha un fine e tale fine era il bene comune. Il degrado negli anni l’ha ridotta a un elemento pericoloso quando non nocivo. Occorre invertire la rotta. E’ possibile farlo attraverso una prospettiva comune, che rappresenta l’unica via d’uscita all’attuale crisi. Sapete quanto ci è costata la crisi del 2008? Trecento trilioni di dollari! Se ne arrivasse un’altra simile non avremmo in questo momento le risorse necessarie per uscirne fuori”.
Due i momenti aperti al grande pubblico: la presentazione del libro di Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica, “Il valore di soldi. Banche, finanza ed etica oltre il mito della crescita” edito da San Paolo, prevista per giovedì 11 settembre alle 21 presso la Chiesa dei Cavalieri di Malta, a cui parteciperà Stefano Zamagni; il secondo momento invece si svolgerà domenica 14 settembre alle 9 presso il salone Borsellino di Palazzo Vermexio con la lectio di Luigino Bruni su “Rigenerare relazioni ed economia nei territori”.
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Anteprima nazionale del film “Terra di Maria”

Anteprima italiana venerdì 12 settembre alle ore 19.30 al Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa, del film “Terra di Maria” con la partecipazione e l‘intervento del regista spagnolo Juan Manuel Cotelo.
La proiezione, in un importante santuario mariano, è una cosa a cui il regista, fondatore della casa di produzione Infinito+1, tiene particolarmente, per “mettere sotto la protezione di Maria, l’intero progetto”. Dopo l’anteprima al Santuario della Madonna delle Lacrime, il film di Cotelo dovrebbe essere proiettato, per la prima ufficiale, il 16 settembre al cinema Odeon di Firenze. Si tratta della storia di un agente segreto, nome in codice “Avvocato del diavolo” a cui è stata affidata la  missione di scoprire in cosa credono davvero i cristiani e con chi parlano quando raccontano di rivolgersi a  Dio o alla Vergine Maria. Juan Manuel Cotelo — che si ri­serva anche il ruolo, ironico e diver­tente, dell’Avvocato — è il regista de L’ultima cima, testimonianza corale sul sacerdote Pablo Domínguez Prie­to, tragicamente scomparso in alta montagna nel 2009.
Come scrive il quotidiano Avvenire: “Terra di Maria in tre mesi ha su­perato i 60.000 spettatori raggiun­gendo cento città, affidandosi a un nuovo sistema di distribuzione, che si vorrebbe replicare anche in Italia: de­legare agli spettatori l’iniziativa di chiedere la proiezione del film acce­dendo al sito terradimaria.it.
«La Bibbia – racconta Cotelo ad Avvenire – è un racconto perfetto, che nessun altro racconto può uguaglia­re né soppiantare. La sua perfezione non si radica nel suo valore letterario ma nel miracolo che la rende un libro vivo. Leggendo la Bibbia, possiamo conoscere in modo intimo e perso­nale quello che Dio vuole che noi fac­ciamo, ognuno di noi. Attraverso la sua
lettura, Dio parla a ciascuno di noi, oggi. Questo, nessun altro libro lo può uguagliare. È Dio che traduce e at­tualizza le pa­role della Bibbia per ciascun lettore, in maniera intima, superando una lettura superficiale, che rimane al li­vello letterario. Per questo, nel rap­presentare le scene bibliche in un film, come ho fatto io, non pretende­vo di sostituirmi alla
Bibbia. Ho sol­tanto preso qualche licenza artistica, come spesso hanno fatto i pittori. In ogni caso, nessuno può soppiantare il vero volto di Cristo, di Maria, del Pa­dre, che conosceremo tra poco, arri­vando in Cielo. Fino a quel momen­to, ce li immaginiamo». 
«Ho cercato perso­ne che avessero spe­rimentato nella loro vi­ta il potere trasformante di Dio oggi. Non cercavo teorici della fede ma esperti della fede. Persone che hanno capito la differenza tra vi­vere con Dio e vivere senza Dio. Tra le decine di storie ascoltate, abbia­mo scelto queste poche, mostrando come ognuno sia amato e atteso da Dio. Tutti hanno parlato con libertà totale sulla realtà della loro vita. Co­me ad esempio quella dell’america­no John Bruchalski, medico abortista fin dal 1994 che confessa di aver trat­tato le donne “come oggetti” e di a­ver capito che doveva curarle in mo­do completamente diverso dopo a­ver sentito, durante una visita come turista alla Basilica di Nostra Signo­ra di Guadalupe a Città del Messico, una voce femminile forte e diretta che domandava: “Perché mi ferisci?”. O quella della splendida modella co­lombiana Amanda Rosa Pérez, che proprio dopo una serie di aborti, sco­pre in un mare di dolore il potere del Rosario e della preghiera. E ancora del panamense padre Francisco Ve­rar che fonda in mezzo alla selva un centro di accoglienza dove si pratica la “Cristo-terapia” per aiutare ragaz­ze che hanno subito ogni tipo di a­buso». 

 

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Per comprendere e amare il Mediterraneo

“Un festival che, se da un lato è voluto consistere in una presa di posizione radicalmente inclusiva e pluralistica nei confronti delle questioni che il Mediterraneo pone, dall’altro è stato un tentativo di traduzione dei valori che sono alla base della Fondazione stessa. Sono molto soddisfatto per la partecipazione del pubblico, sia in termini numerici che affettivi. L’attenzione è stata tanta, la sfida che abbiamo proposto è stata vinta, insieme”. Con queste parole il direttore artistico Marco Napolitano ha commentato Oltremare, il festival organizzato dalla Fondazione di Comunità Val di Noto, con il sostegno di Fondazione con il Sud e Caritas Italiana, in partenariato con Borderline Sicilia Onlus, la cooperativa sociale “Don Giuseppe Puglisi” di Modica, la cooperativa sociale “L’Arcolaio” di Siracusa, Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, la rivista di geopolitica “Limes” del Gruppo Espresso, l’agenzia “Bioturismo” di Siracusa, la rete di associazioni “A Misura di Sguardo”, Siracusa d’Amare, e con il patrocinio del Comune di Pozzallo e del Comune di Siracusa.
Il ciclo di conferenze proposto il 5 settembre a Siracusa e il 6 settembre a Pozzallo ha consegnato al pubblico la possibilità di acquisire una più ampia e consapevole visione del panorama storico, istituzionale, giuridico ed economico relativo al Mediterraneo e ha permesso di avviare una comprensione critica delle dinamiche geopolitiche mediterranee da cui dipendono fenomeni a noi vicini. Tra questi, in particolare, il riversarsi sulle coste italiane di un numero sempre maggiore di migranti, con i tragici naufragi che ne conseguono, e le sfide identitarie portate dalla responsabilità di accogliere e capire l’altro, la sua storia, le sue ragioni.
Mattia Toaldo, policy fellow presso lo European Council on Foreign Relations di Londra e consigliere scientifico della rivista di geopolitica “Limes” del Gruppo Espresso ha parlato di “Alfabeto Mediterraneo. Piccola guida geopolitica dopo le rivolte arabe”. Toaldo ha parlato di opportunità,  minacce, miti e paure da sfatare, oltre che degli interessi in campo e delle nostre possibili risposte. Gianluca Solera, attivista e scrittore, già coordinatore della Fondazione Euromediterranea Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture, ha portato la sua esperienza diretta di quanto accaduto nelle piazze mediterranee a partire dalle Primavere Arabe. “Perché ciò è accaduto proprio nel Mediterraneo? Per la sua storia, fatta della sovrapposizione di più civiltà, per i valori comuni che i suoi popoli incarnano (il senso della comunità, la famiglia, il gusto per le cose belle, il legame con il territorio ed il cibo, la spiritualità, il culto dell’ospitalità, l’inventività e l’operosità, la coesistenza con l’altro). Il Mediterraneo, fulcro della resistenza civile contro capitalismo selvaggio, mancanza di democrazia e banalizzazione culturale, potrebbe diventare il luogo del prossimo Rinascimento, se vi fosse un soggetto portatore di un progetto cittadino transnazionale, radicato tra la sua gente” – ha affermato Solera. L’intervento di Paola Ottaviano, avvocato membro fondatore di Borderline Sicilia Onlus, che lavora per la difesa dei diritti dei migranti, ha riportato l’attenzione su contraddizioni, effetti distorsivi di leggi ingiuste, violazioni di diritti e ipocrisie. Luigino Bruni, ordinario di Economia politica presso l’Università di Roma Lumsa, ha parlato di una nuova sfida per l’economia che riparta dai valori mediterranei.  Carmelo Chiaramonte, Cuciniere Errante, con i suoi interventi “Magna Siracusa…senza cacio e senz’altro untume” a Siracusa e “Felicità Mediterranea, la tavola iblea” a Pozzallo, ha condotto gli spettatori attraverso un percorso tra usi, consuetudini, gioie culinarie e piatti dimenticati della cucina greca e romana di Siracusa e arabismi gastronomici nella cucina del Val di Noto.
“Il senso di queste serate non si ferma alle serate stesse – ha affermato Don Maurizio Aliotta, vice presidente della Fondazione di Comunità Val di Noto – una riflessione sul Mediterraneo è assolutamente necessaria affinché si abbiano ricadute sul territorio”.
“La Fondazione di Comunità permette nel tempo a questo territorio di avere segni concreti di comunità per costruire con creatività relazioni, economie – ha sottolineato il presidente Maurilio Assenza – il collegamento tra le tragiche morti di migranti e questo Festival è il progetto “A misura di sguardo”, che in questi mesi ha permesso ai fratelli migranti di avere qualcuno accanto e che in autunno diventerà Cantiere educativo. Il Festival vuole essere opportunità di respirare in grande: occasione che ci diamo in queste serate è che La Pira riviva”.
Oltremare è stato caratterizzato anche da significativi momenti di convivialità. I percorsi gastronomici serali sono stati preparati dal laboratorio “Casa Don Puglisi” di Modica e dalla cooperativa sociale “L’Arcolaio” di Siracusa e curati e presentati dallo chef Carmelo Chiaramonte. Le degustazioni di pietanze della Sicilia greca e romana a Siracusa e di pietanze storiche, arabe e ispaniche di Sicilia a Pozzallo, da un lato hanno comunicato al pubblico del festival i valori e le idealità fondanti di queste realtà solidali già fortemente radicate nel territorio, e, dall’altro, hanno favorito -una volta conclusi i cicli di conferenze- l’elaborazione, il dialogo e l’incontro. Le serate, occasione di ascolto, incontro e condivisione, si sono concluse con tre intensi momenti musicali.
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“E’ una storia che ci appartiene”

“Siracusa ancora un volta è stata terra di incontro e segno di unità: il messaggio della lacrime umane di Maria, conosciuto e raccontato dai pastori invitati alle celebrazioni, è ancora di straordinaria e storica attualità per le immani tragedie umane che colpiscono diversi luoghi della nostra terra”. Il rettore della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime, don Luca Saraceno, ringrazia tutti i volontari che hanno accolto le migliaia di pellegrini giunti a Siracusa per partecipare al 61° anniversario della Lacrimazione di Maria.
La città aretusea è stata meta di fedeli che hanno voluto ricordare i quattro giorni di quell’evento storico che ha segnato non solo Siracusa. Tantissimi i siracusani che sono entrati in Santuario per una preghiera, per partecipare alla celebrazione, o che hanno scelto l’Oratorio di via degli Orti per rendere omaggio alla Madonnina delle Lacrime.
“Devo registrare un’accresciuta consapevolezza da parte della comunità cittadina di Siracusa dell’immenso valore e pregnante significato dell’evento storico della lacrimazione di Maria – ha detto don Luca –: il rischio è che l’anniversario possa essere vissuto come uno sbiadito e sfocato ricordo. Compito della comunità diocesana tutta e del Santuario in particolare è tenere sempre viva la memoria vicina di un evento di grazia che ha toccato profondamente la coscienza ecclesiale e sociale di questa nostra città e verso il quale tutti abbiamo un inestinguibile debito: questa è una storia che ci appartiene intimamente”. Il rettore ha voluto ricordare le diverse manifestazioni esterne del programma che hanno caratterizzato l’anniversario: dalla sera di riflessione e di spettacolo sul sagrato della Chiesa Cattedrale con Tosca, Sebastiano Lo Monaco e Salvo La Rosa alla bicifestazione lungo le strade della città, dalla riflessione con Pianti di-versi alla serata ricordo in piazza Euripide e alla messa in opera de La bottega dell’orefice di Karol Wojtyla. Per concludere con la presentazione della mostra fotografica Matres-Le donne dell’esodo all’incontro coi bambini attraverso la rappresentazione de La fabbrica delle Lacrime.
“Da Siracusa è stato inviato un messaggio di speranza e di pace in tutto il mondo: assai significativo il fatto che nei giorni dell’anniversario siano stati contemporaneamente presenti in Santuario il vescovo di Fatima, il patriarca latino di Gerusalemme e il cardinale Kasper, presidente emerito della Congregazione per l’unità dei cristiani. Non dimentichiamo la visita di Mons. Guido Marini e di Sua Ecc.za il vescovo Marcello Semeraro, entrambi particolarmente vicini, anche se a titolo diverso, alla figura di Papa Francesco. La veglia di preghiera per la pace, con la testimonianza straordinaria di Sua Beatitudine Foad Twal, ha rappresentato uno dei momenti più alti dell’anniversario. Le lacrime di Maria invocano pace tra i figli divisi in un mondo lacerato da lotte e discordie”.
Infine un ringraziamento anche ai tanti mezzi di comunicazione che hanno seguito l’anniversario: “E’ un momento sempre più atteso e sentito. Ha colpito per questo la presenza di due emittenti televisive religiose come TV2000 e Telepace che hanno raccontato la manifestazione mariana di Siracusa e presentato diversi momenti delle celebrazioni, e mi piace ricordare anche il quotidiano Avvenire, la Rai regionale o Radio Vaticana. Il mio grazie naturalmente è a tutti i giornalisti siracusani che da anni raccontano l’evento prodigioso. Il lavoro di progettazione da parte dei volontari del Santuario è realmente impegnativo e lo si fa con estrema gioia, competenza e amore. A questo speriamo corrisponda sempre di più un’attenzione da parte di tutti in termini di partecipazione e atteggiamento propositivo, lasciando da parte quegli sterili disfattismi di cui purtroppo siamo particolarmente avvezzi e che spesso non consentono al Santuario di Siracusa, custode del segno delle lacrime di Maria, di liberare tutte le sue ancora inespresse potenzialità”.

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