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Papa Francesco chiama don Luca
“Buonasera sono Papa Francesco. Lei è don Luca?”. La telefonata dura poco più di un minuto e mezzo. “Ma lei con questo libro mi ha fatto piangere!”. Don Luca è emozionato. Ringrazia. Al Pontefice è stato consegnato qualche giorno fa da mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, il libro che don Luca ha scritto sul rapporto del Pontefice con le lacrime. “Mi sono mancate le parole ma sono momenti che mon si dimenticano”.
Strepitus Silentii … visite notturne alle catacombe
Voci recitanti sono Lorenzo Maria Faletti, Marinella Scognamiglio, Doriana La Fauci, Caterina Pugliese accompagnati dal flauto da Romualdo Trionfante.
Le catacombe sono state definite “i grandi archivi ” della Chiesa. Esse rappresentano la più cospicua testimonianza monumentale della fede cristiana delle origini, e sono il tempio dei primi martiri. “Strepitus Silentii … le notti delle catacombe” è un modo per riscoprire il valore di quell’archivio cristiano, le catacombe, che vuole parlare a gran voce, anche se in un fragoroso silenzio. Le catacombe a Siracusa, seconde per estensione ed importanza solo a quelle di Roma, rivivono nel viaggio notturno.
Anche quest’anno il ricavato di “Strepitus Silentii … le notti delle catacombe”, promosso dall’Ufficio per la Pastorale del Turismo dell’Arcidiocesi di Siracusa e dalla Custodia della Catacomba di San Giovanni, dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Metodio” e con il patrocinio dell’Assessorato regionale all’agricoltura, sarà devoluto in beneficienza.
La forma teatralizzata, rispetto alla visita diurna, consente momenti di riflessione e meditazione sul percorso della vita cristiana all’interno del sito. Una visita alle catacombe con maggior consapevolezza da parte dei visitatori per creare stimoli e domande sul senso della vita cristiana agli albori del cristianesimo.
In Strepitus si armonizza con equilibrio cultura, spettacolo e religione. La primigenia comunità cristiana aveva posto qui non solo la custodia dei propri amati defunti, ma anche alcuni simboli della sua fede nella risurrezione del Cristo. Ogni angolo della Catacomba è un’immersione nella storia. A distanza di secoli, il silenzio profondo di questo luogo “grida” con il suo linguaggio altamente evocativo.
In dieci anni più di 8 mila spettatori hanno partecipato al viaggio notturno: siracusani che hanno riscoperto la Catacomba di San Giovanni, turisti che da più parti d’Italia hanno partecipato alla visita durante le loro vacanze, così come turisti stranieri che preferivano l’atmosfera e la suggestione della visita teatralizzata serale alla fruizione ordinaria della Catacomba nelle ore diurne. Ma soprattutto abbiamo incontrato tante persone con le quali è stato possibile condividere il senso del silenzio, riscoprendo insieme il valore autentico di quell’archivio cristiano che rappresentano le catacombe; un archivio che vuole parlare a gran voce, anche se in un fragoroso silenzio.
LUGLIO
31
AGOSTO 2014
1-2-7-8-9-14-15-16-21-22-23-
Prima visita alle ore 21.00; seconda visita alle ore 22.30 Catacomba di San Giovanni – Siracusa
Campus dei Giovani per un mondo unito
Il musical sulla Madonna delle Lacrime
Il rettore della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime, don Luca Saraceno, ha evidenziato l’importanza di eventi collegati all’arte che raccontano la lacrimazione.
“Lacrime d’Amore”, attraverso l’esperienza di conversione di un giovane turista che fatica a credere ma che ascolterà la testimonianza di un anziano devoto, racconta la storia del miracolo del 1953 passando dal coraggio della scelta di Antonina fino alla visita di Giovanni Paolo II, in occasione della consacrazione della Basilica nel 1994. Vari generi musicali si susseguono, intervallati da intensi dialoghi, per catturare il gusto di varie generazioni, raggiungendo, in alcune canzoni, alte punte di emotività sonora.
Il cast è formato da sei cantanti e due attori, che, con tanti sacrifici e molta preghiera, sotto la grande esperienza di Enzo Firullo (coadiuvato nella regia da Elvira Trombatore), si stanno impegnando affinché il messaggio della lacrimazione giunga al cuore degli spettatori.
Lo spettacolo è arricchito dalle coreografie di Tatiana Bonnici e del suo corpo di ballo che consta di otto ballerini.
Ambasciatore di Israele in visita a Siracusa
L’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, ha incontrato l’ambasciatore di Israele in Italia, Naor Gilon.
Un colloquio privato in Arcivescovado e poi la visita in Cattedrale e alle catacombe di San Giovanni per l’ambasciatore in visita a Siracusa. La necessità di dialogare sempre partendo dalle radici ebraiche del cristianesimo e la situazione in Medio Oriente al centro del colloquio al termine del quale l’ambasciatore ha invitato l’arcivescovo a Roma per le visite guidate alla sinagoga maggiore ed al ghetto che puntano a far conoscere la storia dell’ebraismo in Italia.
I simboli della GMG in Diocesi
Tantissimi i giovani che hanno preso parte ai diversi momenti: prima a Lentini, poi ad Augusta, infine a Siracusa, tra il Santuario della Madonna delle Lacrime ed Ortigia. la celebrazione eucaristica in Cattedrale presieduta dall’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo ha concluso la visita. L’ufficio diocesano per la pastorale giovanile ha distribuito una immaginetta ricordo con la preghiera della GMG. Infine la consegna dei due simboli ai giovani della Diocesi di Noto.
Inno del Giubileo della Misericordia
L’inno si apre con le parole “Misericordes sicut Pater”, ovvero il motto del Giubileo, “Misericordiosi come il Padre”, tratto dal Vangelo di Luca (6,36). Gli autori della musica, Paul Inwood, e del testo, il padre gesuita Eugenio Costa, hanno donato ogni diritto di sfruttamento di questa opera al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione al fine di facilitare la diffusione dell’Inno in tutta la Chiesa. La registrazione è stata eseguita dalla Cappella Musicale Pontificia, diretta dal Maestro mons. Massimo Palombella, a cura della Radio Vaticana.
Riapre la basilica di San Sebastiano a Ferla
La cerimonia di dedicazione dell’altare sabato 18 alle ore 18.30 da parte dell’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo, alla presenza del parroco, don Roberto Garro.
Venerdì cerimonia solenne di riapertura delle porte e la statua di San Sebastiano è stata riposizionata. Un momento commovente al quale hanno preso parte migliaia di fedeli. Per permettere a tutti di partecipare stasera, il Comune ha disposto l’installazione di un maxi schermo in piazza.
Domenica processione alle 21 con la reliquia del santo. I fedeli hanno contribuito ad acquistare gli arredi della chiesa.
Missione del reliquiario della Madonna delle Lacrime
Giorni intensi soprattutto per la qualità di eventi vissuti: l’incontro con la comunità ecclesiale di Sarajevo (i cristiano-cattolici sfiorano appena il 10 per cento della popolazione); la preghiera dentro alla più antica sinagoga di Sarajevo, costruita nel 1581; l’incontro con l’Imam della prima moschea della città (1526), la preghiera con lui e l’ingresso nel luogo di culto; la struggente visita nel memoriale di Srebrenica, laddove fu compiuto il più atroce dei genocidi dopo la seconda guerra mondiale: 8372 uomini trucidati dalle truppe serbo-bosniache in soli due giorni.
«Fare la pace è un lavoro artigianale: richiede passione, pazienza, esperienza, tenacia. Beati sono coloro che seminano pace con le loro azioni quotidiane, con atteggiamenti e gesti di servizio, di fraternità, di dialogo, di misericordia…». Questo è un passaggio – ha spiegato don Luca – tratto dall’omelia di papa Francesco dettata nello stadio “Kosevo” di Sarajevo, lo scorso sabato 6 giugno davanti a 65 mila fedeli. Parole molto forti, pronunciate da papa Francesco in una terra, come quella di Bosnia-Herzegovina, teatro nella prima metà degli anni ‘90 di una terribile e sanguinosa guerra fratricida, che ha registrato un totale (che, ahimè, resterà sempre provvisorio!) di quasi 105.000 vittime. Sono stati giorni intensissimi per una missione che resterà nella storia della comunità del Santuario e dell’intera città di Siracusa. Non ho alcun dubbio nell’affermare che sono pellegrinaggi come quello di Sarajevo a derubricare il misterioso segno delle lacrime di Maria nei rivoli di luce della solidarietà, della cura e della prossimità della Madre di Dio e Madre dell’umanità, la cui «materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata» (Lumen gentium, 62)”.
Particolarmente struggente la visita nel memoriale di Srebrenica: “Vedere il reliquiario attraversare e sostare su quella distesa silente di assenza di vita è stata una delle più graffianti esperienze che abbia mai vissuto e che difficilmente potrò dimenticare. In quella occasione il cardinale Pulic ha sottolineato l’importanza della presenza del reliquiario proprio nell’occasione della memoria dei 20 anni dal genocidio ed esattamente presente in quello spazio di lacrime e dolore per un messaggio di speranza e solidarnosc, solidarietà di una donna e madre che ha mescolato il suo pianto con quello di centinaia di donne e uomini. Degna di memoria è la brevissima sosta del reliquiario nel paese di Medjugorie, luogo di grazia, di conversione e penitenza. E poi ancora l’incontro con il monaco ortodosso Daniel della comunità di Mostar e con lui la preghiera dentro alla chiesa (1566), circondati da luminosissime icone evangeliche, sotto lo sguardo della Teotokos”.
«Sono lacrime di misericordia», ha risposto immediatamente il sacerdote Daniel alla domanda per lui sul significato delle lacrime di Maria. E l’importanza delle lacrime viene confermata anche dall’Imam di Sarajevo che raccontava della storia dell’angelo Melek che «pianse, e le sue lacrime di pentimento, deposte in settemila anni di pianto ininterrotto in sette anfore, hanno estinto le vampe dell’inferno». Per ultimo, l’incontro con gli operatori aeroportuali di Mostar che, chiedendo di vedere il reliquiario, non solo per il doveroso controllo ma anche per un breve momento di preghiera, hanno vissuto in religioso silenzio e con occhi lucidi un momento significativo davanti alle lacrime di Maria.