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Mons. Aliotta pro rettore del Santuario

L’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo ha nominato mons. Maurizio Aliotta pro rettore della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa.
E’ stato lo stesso mons. Aliotta a comunicarlo alla comunità di fedeli durante la celebrazione eucaristica. Mons. Aliotta è attualmente preside dello Studio Teologico San Paolo di Catania, del quale è docente di Teologia e di Storia della teologia morale dal 1984. E’ stato membro del Consiglio 
di Presidenza dell’Associazione Teologica Italiana dal 1995 al 2007, e segretario nazionale della stessa Associazione. Sotto il profilo pastorale ha ricoperto il ruolo di Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Siracusa per cinque anni fino al settembre 2014, ed è attualmente direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali e la cultura. E’ stato anche direttore dell’Ufficio catechistico diocesano (dal 1997 al 2014), assistente diocesano dell’Azione Cattolica Italiana, Padre Spirituale nel Seminario diocesano di Siracusa.
L’arcivescovo mons. Pappalardo ha voluto in questo modo dare una guida al Santuario dopo la nomina di don Luca Saraceno alla Chiesa Madre di Solarino.

La Caritas presenta la sua pianificazione

Testimoniare carità, promuovere condivisione” è il titolo dell’incontro della Caritas diocesana con le parrocchie che avuto luogo al Santuario della Madonna delle lacrime.
Tre gli interventi che hanno caratterizzato la giornata: un’introduzione affidata al direttore della Caritas diocesana, Filippo Villaruel; quindi il direttore della Caritas Sicilia, don Enzo Cosentino, si è soffermato sulle funzioni e gli obiettivi della Caritas parrocchiale. Ha concluso don Marco Tarascio, vice direttore della Caritas diocesana, parlando delle nuove attività promozionali all’interno del territorio diocesano.
L’incontro ha voluto dare il via ad un percorso di promozione, pianificazione e progettazione (insieme ai parroci ed alle comunità parrocchiali di riferimento), di azioni strutturate a favore degli ultimi, delle fasce deboli, dei vecchi e nuovi poveri, anche mediante l’acquisizione di un metodo specifico, della creazione di luoghi e strumenti pastorali precipui, finalizzato alla divulgazione di uno “stile Caritas”; un orientamento che trova concreto riscontro nella lettera “Grazia, Misericordia e Pace”, dell’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, scritta in occasione dell’Anno Santo di Misericordia 2015/16.

Una preghiera per i migranti defunti

Una preghiera per tutti i migranti defunti lungo i viaggi della speranza. L’iniziativa, dell’Ufficio Diocesano Pastorale Migrantes, ha avuto luogo nella parrocchia Santa Tecla, a Carlentini. Prima la celebrazione eucaristica, poi la preghiera interreligiosa. 
“Siamo qui questa sera per pregare – ciascuno secondo la propria fede – per tutti i nostri fratelli morti, soprattutto in mare,  lungo le rotte della speranza verso una vita degna di esseri umani. Sono stati tanti, troppi anche in questo anno che sta per terminare, di fedi differenti ma uniti nella tragedia del dolore, della fame, delle guerre che li hanno costretti a lasciare la propria terra per cercare rifugio nella nostra Europa, per tentare di poter continuare a vivere e a vivere una vita degna di tale nome. In molti non ce l’hanno fatta. Erano cristiani, musulmani, animisti, alcuni senza nessuna fede ma tutti figli di Dio, creati dal Suo amore.Vogliamo ricordarli lasciandoci avvolgere dal silenzio, luogo di verità e di speranza, raggiungerli nel loro silenzio non di morte ma di vita nell’eternità, e vogliamo farlo invocando alcuni dei bellissimi nomi di Dio ricordati nel Corano (VII, 180) , il Libro Sacro dei nostri fratelli musulmani, appellativi che anche noi cristiani possiamo condividere”.

Elezioni dei campanellai

Ha avuto luogo, come tradizione, l’elezione dei campanellai per le prossime feste di dicembre e di maggio. Un momento indetto dall’Associazione Santa Lucia fra i falegnami, che apre ufficiosamente il periodo di preparazione alla festa della patrona del 13 dicembre.
Campanellaio per dicembre 2015 è stato eletto Francesco Branciamore. Mentre campanellaio per maggio 2016 sarà Fabio Buccheri. Nel corso della cerimonia, il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, Giuseppe Piccione, ha donato le campanelle di riconoscimento ai campanellai di dicembre 2014, Andrea Chiaramonte, e di maggio 2015 Erasmo Campo.

La giustizia riparativa di Gherardo Colombo

 Il rapporto tra giustizia e perdono. Il perdono responsabile o la cosiddetta “giustizia riparativa”, che propone percorsi concreti di riconciliazione anche per persone che si sono rese colpevoli di crimini gravi. Questo il tema della prolusione tenuta da Gherardo Colombo, magistrato, protagonista della stagione di Tangentopoli, con l’inchiesta Mani Pulite, ma anche di altre inchieste celebri che hanno segnato la storia contemporanea d’Italia, all’inaugurazione dell’anno accademico  2015/16 dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Metodio”. Prima la concelebrazione Eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo, poi la prolusione di Gherardo Colombo alla quale è seguita la presentazione dell’anno accademico da parte del direttore dell’ISSR don Nisi Candido. 
Colombo, che dal 2007 ha lasciato la magistratura, si dedica alla sensibilizzazione civile su temi etici come la legalità, la responsabilità civile, i valori della Costituzione, la democrazia. “L’ISSR San Metodio – ha spiegato il direttore dell’ISSR don Nisi Candido – dedica questo anno accademico al tema “pensare il perdono”. La scelta si pone in sintonia con l’indizione dell’imminente Anno giubilare della Misericordia da parte di Papa Francesco. Il perdono è un tema tipicamente evangelico e religioso, ma ha anche una ricaduta laica, sociale, antropologica”. 
“Premesso che chi è pericoloso deve stare da un’altra parte, non in mezzo alla società civile – ha affermato Gherardo Colombo – è comunque interesse della cittadinanza che le persone che abbiano commesso un reato vengano recuperate piuttosto che escluse. Ma questo, oggi, non succede. Si può educare al bene attraverso il male? Quali sono le alternative alla punizione e alle pene tradizionali?”. Queste le domande che hanno guidato Colombo. Che ha continuato: “È un metodo sbagliato cercare di educare una persona facendole del male – ha esordito Colombo -. Il nostro sistema detentivo non permette di recuperare nella società chi ha commesso dei crimini, ma fa maturare, con le privazioni che infligge, sentimenti di aggressività verso gli altri esseri umani, che portano il 68% dei carcerati a ricommettere un reato una volta ottenuta la libertà: questo va anche a discapito dei cittadini che non si sentono sicuri una volta che questa gente esce di prigione. La giustizia è una parola ambigua: perché significa amministrazione della giustizia ma è anche un punto di riferimento, un valore. Il perdono è una disponibilità a recuperare le relazioni in generale. Purtroppo noi pensiamo che il male si affronta attraverso la restituzione del male. Ma il male si ferma proprio quando non lo restituiamo”.
Chi è affidato ai servizi sociali torna a delinquere una volta su cinque. In Italia ci sono 56 mila detenuti. E la condizione è di 4 persone in una cella di 12 metri quadrati. “Prima delle leggi e delle regole viene la cultura – ha detto Colombo -. La Costituzione ci parla di un modello educativo diverso da quello che usa grandemente la punizione come strumento di correzione, quello dell’educazione all’obbedienza. La Carta invece richiede un’educazione alla responsabilità. Ma se il male non serve per correggere il male, e se tutte le persone hanno uguale dignità in quanto esseri umani, a prescindere dagli atti che commettono, allora occorre trovare una soluzione alternativa per combattere il male, occorre combattere il male con il bene, garantendo la sicurezza dei cittadina senza ledere la dignità del reo. Una soluzione possibile – ha concluso Colombo – è la pena riparativa, che mette a confronto la vittima con il condannato, nella ricerca di possibili soluzioni agli effetti dell’illecito e nell’impegno concreto per la riparazione delle sue conseguenze. In tal modo la vittima si vede riconosciuta e riesce ad avere un risarcimento morale, mentre il reo prende atto delle sue responsabilità e pone in essere le azioni necessarie a ricomporre il confitto e a rafforzare il senso di sicurezza collettivo. Purtroppo l’Italia ha ancora molto lavoro da fare in questo campo, ma sono fiducioso che con il tempo si potrà applicare».

Convegno regionale dei Presbiteri

Si terrà dal 23 al 26 novembre a Cefalù, il IV Convegno regionale dei presbiteri. I vescovi delle diciotto Diocesi siciliane hanno inviato un messaggio a tutti i sacerdoti che svolgono il loro ministero nell’isola. Tema dell’appuntamento, in programma all’Hotel Costa Verde, è “Ordinati al Presbiterio per una Chiesa in uscita. A 50 anni dalla Presbyterorum Ordinis“. 

“Il prossimo 7 dicembre – scrivono i vescovi – ricorderemo il 50 della promulgazione del Decreto conciliare Presbyterorum Ordinis, sul ministero e la vita dei presbiteri, i quali “in virtù dell’Ordinazione e della missione che ricevono dai Vescovi, sono promossi al servizio di Cristo maestro, sacerdote e re. Essi partecipano al Suo ministero, per il quale la Chiesa qui in terra è incessantemente edificata in popolo di Dio, corpo di Cristo e tempio vivo dello Spirito Santo” (Proemio). Volendo commemorare quel felice anniversario, è stato avviato un percorso di riflessione e di studio del documento promosso dalla Commissione Presbiterale Siciliana durante l’anno pastorale in corso. Attingendo anche alla nostra tradizione convegnistica, si è scelto di svolgere cinque seminari di studio nelle Metropolie della nostra Regione Ecclesiastica, con il coinvolgimento dei Consigli presbiterali. Così facendo si è voluta tracciare una pista condivisa, allo scopo di facilitare il cammino sinodale, per giungere alla celebrazione del IV Convegno Regionale dei Presbiteri di Sicilia. Siamo consapevoli della grave responsabilità che incombe su di noi in ordine al cammino di santità da percorrere nelle Chiese affidate alle nostre cure pastorali, in particolar modo insieme con i nostri presbiteri, “saggi collaboratori dell’Ordine episcopale” (LG 28), con i quali formiamo l’unico presbiterio. Infatti è evidente che “nessun presbitero è in condizione di realizzare a fondo la propria missione se agisce da solo e per proprio conto, senza unire le proprie forze a quelle degli altri presbiteri sotto la guida di coloro che governano la Chiesa” (PO 7). L’amore paterno e la volontà di servire con gioia le persone che sono state affidate alla nostra cura pastorale ci spinge a essere attenti, docili, vigili, umili, disponibili a motivare con entusiasmo e generosità il nostro ministero”.

 
 
 

Don Luca Saraceno parroco della chiesa madre di Solarino

L’arcivescovo di Siracusa, monsignor Salvatore Pappalardo, ha nominato il nuovo parroco della Chiesa Madre di Solarino, San Paolo Apostolo.
Si tratta di don Luca Saraceno, fino ad ora rettore della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa. Don Saraceno prende il posto di don Luigi Corciulo nominato parroco della chiesa del Santissimo Salvatore al posto di monsignor Giuseppe Benintende che aveva presentato dimissioni per raggiunti limiti di età.

Commemorazione dei fedeli defunti

In occasione della commemorazione dei fedeli defunti, l’Arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo domenica 1 novembre celebrerà una santa messa alle ore 15,30 al cimitero di Siracusa.
Lunedì, 2 novembre, alle ore 11,00 mons. Pappalardo celebrerà al cimitero di Nicolosi.
 

Gherardo Colombo al San Metodio

Sarà Gherardo Colombo a tenere la prolusione all’inaugurazione dell’anno accademico 2015/16 dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Metodio” di Siracusa.
L’appuntamento è per giovedì 5 novembre al Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa. Il programma prevede alle ore 18.00, nella Cripta del tempio mariano, la concelebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo. Alle ore 19.00 al Centro Convegni, la prolusione di Gherardo Colombo su Giustizia e perdono. Seguirà la presentazione dell’a.a. da parte del direttore dell’ISSR, don Nisi Candido.

La parrocchia Madre di Dio disponibile ad accogliere

La Parrocchia Madre di Dio di Siracusa ha sempre manifestato la disponibilità ad accogliere i bimbi nel cammino di Iniziazione cristiana proprio perché si tratta di un percorso di fede. 
Non corrisponde a verità quindi il rifiuto di iscrivere un bimbo al catechismo per una difficoltà legata al modulo predisposto. Il modulo di iscrizione al catechismo, oggetto di contestazione, non vìola ma rispetta integralmente ogni prescrizione di legge civile e canonica. Pur di favorire l’iscrizione del bambino al catechismo e rispettare il desiderio dei genitori, il parroco ha assicurato che il bimbo non sarebbe stato fotografato e quindi nessuna fotografia sarebbe stata pubblicata sul sito web o sul profilo facebook della parrocchia.
La mamma del bimbo è già stata ricevuta dall’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, che ha subito manifestato ampia disponibilità per la risoluzione della vicenda anche in considerazione delle rassicurazioni ricevute dal parroco il quale ha riferito di aver anche tenuto conto di una serie 
di ulteriori limiti apposti dalla madre del bimbo su altri aspetti riguardanti le attività di catechismo circa le modalità e la frequenza del figlio.
È utile precisare che è compito e dovere di ogni parroco, nel pieno rispetto dell’ordinamento giuridico Civile e Canonico e senza ledere i diritti di alcuno, assicurare le condizioni necessarie per regolamentare le attività della Comunità parrocchiale garantendo il bene di tutti.