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Successo per i presepi del Sant’Angela Merici
Alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime, all’interno di una cappella del tempio superiore, si può ammirare il Presepe di pietra: un’opera realizzata dagli utenti dell’Istituto Sant’Angela Merici di Canicattini bagni, frutto di un lungo percorso abilitativo sviluppato all’interno del laboratorio artistico del maestro Angelo Moncada. La tecnica utilizzata è essenziale: tingendo con un colore scuro il maestro segna sulla pietra le parti da eliminare e calibra, sulla base delle caratteristiche dell’assistito, il tipo di attrezzo da utilizzare per realizzare la scultura. Nel corso degli anni molti artisti si sono avvicendati nel laboratorio di scultura, mettendo a frutto il proprio talento personale: Seby Calafiore, Luca Corso, Alessandro Di Mauro, Andrea Fazzino, Pinella Fazzino, Giovanni Fusca, Enzo Gigliuto, Franco Gurciullo, Valentina La Bruna, Pippo La Terra, Christian e Vincenzo Lauretta, Carmelo Licata, Salvo Liistro, Salvatore Lombardo, Lucia Matera, Nunzio Miceli, Luigi Occhipinti, Marcella Palazzolo, Salvatore Peluso, Giovanna Raeli, Tiziana Scatà, Salvatore Tivisini, Massimo Velasco, Antonio Vinci. Questa esperienza rientra nel programma di attività abilitative e riabilitative della Fondazione, presieduta da mons. Giovanni Accolla.
Ed ancora per qualche giorno saranno esposti, nei diversi spazi dell’Istituto in via Ada Meli a Siracusa, anche i presepi provenienti da vari Stati del mondo Bolivia, Colombia, Cile, Perù, Turchia, Giordania, Germania, Nigeria e Italia, realizzati con svariati materiali: conchiglie, vetro di Murano, corallo di Trapani, legno del Cadore, madreperla della Terra Santa, legno d’ulivo della Palestina, terracotta dipinta e ceramica di Caltagirone, cartapesta e “carta e stoffa” dell’Alto Adige e dell’Austria. L’esposizione di presepi è stata allestita alla Fondazione Sant’Angela Merici. Sarà possibile ammirare presepi, montati in monoblocco, con un’ambientazione realizzata con materiali poveri e di scarto appositamente recuperati, modellati e adattati. In biblioteca numerosi presepi di tutti i continenti, di varie dimensioni (anche piccolissimi) e di svariati materiali dalla terracotta all’argento. Particolari anche i presepi dell’Inghilterra e quelli in ceramica dell’Alto Adige e di Capodimonte, nonché alcune curiosità: il presepe nel televisore e poi quelli nella noce di cocco, nell’uovo, nel libro, nella noce. Pezzi pregiati della mostra sono i quattro presepi di maggiori dimensioni: il “Presepe Del Prado”; il presepe di Caltagirone; il presepe di legno d’ulivo della Palestina; il presepe americano di Jim Shore. Ingresso libero dalle ore 10.00 alle ore 12.30 e dalle ore 17.00 alle ore 19.30.
Al via la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
Verrà celebrata in tutte le parrocchie e comunità ecclesiali e avrà per tema l’espressione tratta dalla Prima Lettera di Pietro (cap. 2, versetto 9): «Chiamati ad annunziare a tutti le opere meravigliose di Dio».
Due gli appuntamenti diocesani promossi dall’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso: martedì 19 gennaio, alle ore 19.00, nella chiesa Madre di Floridia, su invito dell’Azione Cattolica, don Nisi Candido, direttore dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Religioso, terrà un incontro proprio
sulla Prima Lettera di Pietro. “Nonostante le fatiche tuttora presenti tra confessioni cristiane, uno sguardo ecumenico aiuta tutti a respirare un sentire universale – ha detto don Nisi Candido -. Il tema di quest’anno consente di riprendere alcuni capisaldi della fede in Cristo, che accomuna tutte le confessioni cristiane: la chiamata alla santità, il dono del battesimo in cui si manifesta la volontà del Padre di riconoscerci tutti
come figli, e la testimonianza delle meraviglie che il Signore ancora oggi
non smette di compiere”.
Il secondo appuntamento, organizzato in collaborazione con il Movimento dei
Focolari, avrà luogo sabato 23 gennaio alle ore 19.30 quando si celebrerà una
veglia di preghiera per la pace nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime
a Siracusa. Il tema della veglia ricalca quello del messaggio di Papa Francesco per
la giornata mondiale della pace del 1 gennaio 2016: Vinci l’indifferenza e conquista
la pace. La veglia vedrà tra l’altro la partecipazione e la testimonianza di un imam,
a testimonianza della volontà di tutti gli uomini di buona volontà e di ogni credo,
di impegnarsi per un mondo più giusto in cui regni la pace. Intanto domenica 17 ha avuto luogo la Giornata del dialogo tra Cattolici ed Ebrei. Un momento
significativo sul piano dei rapporti con l’Ebraismo giunto ormai alla sua ventesima edizione.
Quest’anno si è chiuso un cammino durato dieci anni, durante i quali si è messo a
tema di volta in volta un comandamento del Decalogo. Il decimo comandamento,
tratto dal versetto 17 del capitolo 20 del libro dell’Esodo recita: «Non desidererai
la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo
né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al
tuo prossimo». È un invito rivolto a tutti per la purificazione del cuore, al fine di
apprendere l’arte di una relazionalità fraterna e scevra da egoismi, invidie e soprusi.
È quindi anche un messaggio di fiducia nella capacità dell’uomo di orientare la propria
vita verso il bene per sé e per gli altri. Un aspetto particolare della giornata del 2016
è la prossimità con il 50° anniversario della promulgazione della dichiarazione
Nostra Aetate (28 ottobre 1965) del Concilio Vaticano II.
In serata l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio ha organizzato un
cineforum sul film “Train de vie”, del regista franco-rumeno Radu Mihaileanu, e il contributo
di Moni Ovadia alla sceneggiatura, introdotto dalla professoressa Mariangela Maresca,
docente di Metodologia presso il San Metodio.
La giornata è stata preceduta sabato 16 dalla conferenza di don Carmelo Raspa,
docente di Ebraico ed Esegesi dell’Antico Testamento presso lo Studio Teologico San
Paolo di Catania, su Ebrei e cristiani a 50 anni dalla Nostra Aetate.
Apre il Bazar della solidarietà
Il Progetto “Il Bazar della Solidarietà” vuole essere una testimonianza concreta affinché vengano diffusi i valori dell’accoglienza, della solidarietà e della gratuità. Un emporio sociale all’interno del quale verrà effettuata la distribuzione di beni correlati a tipologie di bisogni divenuti oramai primari ed irrinunciabili (igiene della persona e dell’abitazione, il diritto allo studio) a persone singole e nuclei familiari. Nel bazar non ci sarà alcun tipo di moneta. Ma solo una card a punti che sarà rilasciata dalla Caritas, in base alle necessità dopo un colloquio con i volontari del Centro di Ascolto. “Il Bazar della Solidarietà – ha spiegato don Marco Tarascio, responsabile dei progetti Caritas – nasce dall’esigenza di contrastare le nuove povertà emerse a seguito della crisi economico-sociale che ha colpito, in maniera più o meno grave, diverse fasce della popolazione. Accanto alle “vecchie” forme di emarginazione, si sono sviluppate nuove condizioni di povertà che costringono un numero crescente di famiglie a vivere il loro disagio in uno status di solitudine. Emerge il pessimismo con cui si guarda al futuro, un pessimismo dettato da vari fattori, a cominciare dall’aumento costante dei prezzi d’acquisto di beni di prima necessità e di altre tipologie di beni correlati a bisogni oramai ritenuti primari. Con il Bazar apriamo anche la Casa della Caritas che ospiterà altre nostre iniziative”. Responsabile della Casa Caritas è il diacono Salvo Caia. Oggi purtroppo anche chi ha la fortuna di avere un lavoro non riesce puntualmente a far fronte agli effetti della crisi: si pensi ai “nuovi lavoratori” assunti con tipologie contrattuali precarie ed ai lavoratori in nero, sottopagati e sfruttati. Ciò ha generato il fenomeno dei “working poors”, ovvero coloro che, pur lavorando, gravitano attorno alla soglia di povertà. I soggetti appartenenti a questa condizione e le loro famiglie costituiscono una fascia sociale in continua espansione.
Dedicazione della Chiesa Cattedrale
La Caritas Diocesana presenta i progetti 8xmille
iniziative rivolte ai detenuti ed agli anziani.
La Caritas Diocesana fornisce alcuni numeri sull’aumento delle povertà e presenta
la nuova progettualità con i fondi CEI 8xmille.
“E’ doveroso portare a conoscenza di tutti i progetti che sono sostenuti con il contributo di Caritas Italiana, 8xmille, e dell’Arcidiocesi – ha spiegato il vicario generale, mons. Sebastiano Amenta -. A queste risorse si aggiunge un patrimonio non determinabile rappresentato dal servizio generoso di tanti volontari che dedicano parte del loro tempo a chi vive situazioni di necessità. Voglio ricordare che i fondi dell’8xmille sono tra le risorse più controllate nella loro utilizzazione. Ritengo però che sotto la spinta di tante informazioni e tante situazioni non chiare, l’universo 8xmille porta ad una deresponsabilizzazione: la carità è dovere primario
della Chiesa e di ciascun credente, il condividere. Da tempo sembra emergere una tendenza
a delegare alla Chiesa, che fruisce dell’8xmille, ogni forma di carità. Può portare a delegare
ad altri la testimonianza della carità. Io spero in un futuro dove il povero sia sostenuto in
un cammino virtuoso di uscita dalla sua situazione di povertà e questo potrà avvenire solo
se tutti faremo la nostra parte”.
Il direttore della Caritas diocesana, Filippo Villaruel, ha ricordato il punto di partenza,
il progetto Rifondiamoci, per raccogliere dati ed analizzare nuove povertà: “Il 2013 è stato
per la Caritas diocesana di Siracusa un anno cruciale: ha preso il via una programmazione
strutturata rivolta agli ultimi, le fasce deboli, i soggetti vulnerabili, i poveri in generale;
ma anche ai volontari, che operano in ambito caritativo a livello parrocchiale e diocesano.
Nella definizione di tale percorso, si è tenuto conto, partendo da uno studio attento
e capillare del territorio, sia delle difficoltà afferenti alle vecchie povertà radicate
nel territorio, sia delle difficoltà riferite alle nuove ed emergenti povertà. Punto di partenza
è stato il Progetto Fondo CEI 8xmille Italia 2013 Rifondiamoci co-finanziato dall’Arcidiocesi
di Siracusa. Il progetto ha permesso la creazione di quattro Centri d’ascolto (Ortigia, Casa
della Carità, San Metodio, Mazzarrona), eroganti servizi specifici di accompagnamento,
sostegno al reddito, orientamento, consulenza, supporto psicologico/relazionale. I volontari
impegnati sono stati 45. Tutti questi dati ci hanno permesso di preparare una progettazione
nuova nell’ambito della dispersione scolastica, per incrementare l’ascolto delle persone
nel Vicariato di Lentini, Carlentini e Francofonte; puntare al progetto immigration start up,
che sarà vissuto nel territorio; infine il bazar della solidarietà”.
Il responsabile dei progetti Caritas, don Marco Tarascio, ha ricordato la grande generosità
di tante persone che quotidianamente aiutano, o dedicando il loro tempo o anche con un
contributo economico. “Oggi ci sono almeno mille famiglie con gravissime difficoltà. Poi
ci sono le famiglie che ogni tre mesi circa lamentano la mancanza di beni di prima necessità.
Ci sono situazioni difficili: vivere 18 in 40 metri quadrati sembra impossibile ed invece
accade”. Don Marco ha ricordato che in sei mesi i Centri d’ascolto territoriali hanno
intercettato 405 persone (utenti diretti), ma 1591 persone (utenti complessivi).
Sono emerse problematiche di tipo reddituale (96,7%), scolastiche (91,1%), occupazionali
(86,5%), familiare (52,1%), abitativo (34,8%) e poi di salute, psicologico/relazionali e
problemi legati a dipendenze.
“I nuovi progetti sono Il Bazar della Solidarietà; Immigration Start-Up; Ci
interessiamo a Te; Ascoltare si può. Il progetto “Il Bazar della Solidarietà” permetterà la
realizzazione di un emporio sociale, all’interno del quale verrà effettuata la distribuzione
di beni correlati a tipologie di bisogni divenuti oramai primari ed irrinunciabili (igiene della
persona e dell’abitazione). Il progetto “Immigration’ Start-Up” si prefigge l’obiettivo
di potenziare il comparto dei servizi e della reti d’interazione afferenti al fenomeno
immigrazione a sostegno degli ultimi e delle fasce deboli.
Il progetto “Ci interessiamo a Te” nasce dall’esigenza di contrastare il fenomeno della
dispersione scolastica e, contestualmente, sostenere il successo formativo degli studenti
della Diocesi di Siracusa, in una prospettiva in cui la formazione venga valorizzata come
risorsa fondamentale per la crescita dell’alunno e per il suo futuro inserimento sociale e
lavorativo. Da un punto di vista operativo, il progetto si fonda sulla creazione di uno
“Sportello Giovani”, in piazza San Metodio, per erogare servizi finalizzati al sussidio ed
al sostegno delle famiglie incapaci di poter garantire ai propri figli la prosecuzione o il
mantenimento degli studi scolastici e/o universitari. Infine il progetto “Ascoltare si può”
che prevede il potenziamento delle attività svolte dal Centro d’Ascolto Territoriale Caritas
nel comune di Carlentini e dei servizi di sostegno agli ultimi, le fasce deboli, i nuovi poveri”.
Dal Messico otto suore del Terz’ordine Francescano in Diocesi
“Queste sorelle – ha detto l’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo – che costituiranno la comunità monastica sono già in possesso del Rescritto della Santa Sede che autorizza l’apertura: siamo veramente felici di accompagnare questo pellegrinaggio verso la Porta Santa del monastero”.
Una solenne celebrazione eucaristica e il rito di insediamento, presieduto dall’arcivescovo Metropolita di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo. Hanno concelebrato il ministro provinciale dei Cappuccini fra Gaetano La Speme, il ministro provinciale del Tor fra Filippo Todaro, il vicario generale mons. Sebastiano Amenta, il parroco don Roberto Garro, diversi sacerdoti religiosi cappuccini e del Tor. Presente il sindaco Michelangelo Giansiracusa, e l’Ordine Francescano secolare. Il monastero è costituito nel convento cappuccino di Ferla.
“Un nuovo monastero, nell’anno giubilare della misericordia – ha detto mons. Pappalardo – si deve intendere uno speciale dono della divina provvidenza per tutta la Chiesa, ma in modo particolare per il Popolo santo di Dio che vive nella Diocesi di Siracusa. Tutti beneficeremo di questa incessante presenza orante di lode, di intercessione e di supplica. È un luogo di intensa spiritualità, dove si incarnerà l’amore per Dio nella ferialità del quotidiano, nel silenzio e nel nascondimento, come fu per il Signore Gesù, in seno alla Santa Famiglia di Nazareth, nei trent’anni prima del suo ministero pubblico. Una testimonianza per tutti i fedeli, che vogliono vivere una spiritualità dell’ordinario nell’umiltà”.
Questa presenza di grazia, a vantaggio di tutta la comunità diocesana e che si caratterizzerà per l’adorazione eucaristica giornaliera, è stata affidata dall’arcivescovo di Siracusa all’attenzione e alle cure di tutti i fedeli che potranno unirsi alla preghiera pubblica delle monache e farsi per loro strumento della carità di Dio.
Un 2016 ricco di serenità
L’arcivescovo ha trascorso il giorno di Natale al carcere di Brucoli “proprio per stare con quelle persone che hanno più bisogno. E testimoniare loro la misericordia di Dio. Ogni uomo di buona volontà può farsi strumento di vicinanza a chi è nel bisogno. Questa la premessa per vivere il 2016 nella piena serenità. Il Signore condivide la nostra condizione. Mi auguro che il 2016 sia segnato da questa serenità interiore: anche in mezzo alle tribolazioni della vita c’è un Dio che ci è vicino e sa capire le nostre miserie. Il Natale spinge la fantasia della carità, direbbe Giovanni Paolo II, a moltiplicare i segni di attenzione verso le persone più bisognose. Ci sono tante fasce di persone bisognose che hanno necessità di sentirsi amati e quindi da parte di tutti noi è necessaria nell’Anno della Misericordia questa attenzione nei loro confronti”.
Don Fortunato direttore della Pastorale giovanile
L’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, ha nominato don Santo Fortunato, nuovo direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale Giovanile. Don Santino, parroco della Chiesa Madre di Dio, sarà affiancato da due giovani incaricati laici: Damiano Restuccia, responsabile del Gruppo TeenLIFE e direttore della Corale “Jobel”, e Marisa Miraglia, educatrice di Azione Cattolica della parrocchia SS. Salvatore di Siracusa.
Laudato Si: una lettura con l’occhio dello scienziato