“La speranza non delude perchè abbiamo ricevuto l’amore di Dio dallo Spirito Santo. La Parola di Dio ci invita a cambiare il nostro intimo per entrare nell’intimità dell’amore di Dio”. Lo ha detto mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa, che ha presieduto la celebrazione eucaristica nella Basilica Santuario Madonna delle Lacrime per il Giubileo del Malato, alla presenza delle realtà del mondo sanitario, le varie associazioni di volontariato, tra queste l’Unitalsi.
E rivolgendosi ai “nostri fratelli ammalati” ha detto: “La speranza ci sostiene. Anche in una situazione di sofferenza la gioia è data dalla presenza dell’amore di Dio. Anche coloro che sono perseguitati sono beati, non per la condizione che vivono ma perchè con loro c’è il Signore. Preghiamo perchè il Signore possa alleviare le nostre sofferenze. Sappiamole vedere con gli occhi di Dio. Anche il vostro patire è una missione per la Chiesa“.
E rivolgendosi ai “nostri fratelli ammalati” ha detto: “La speranza ci sostiene. Anche in una situazione di sofferenza la gioia è data dalla presenza dell’amore di Dio. Anche coloro che sono perseguitati sono beati, non per la condizione che vivono ma perchè con loro c’è il Signore. Preghiamo perchè il Signore possa alleviare le nostre sofferenze. Sappiamole vedere con gli occhi di Dio. Anche il vostro patire è una missione per la Chiesa“.
L’arcivescovo ha invitato ammalati, medici, infermieri, volontari ad accogliere il tema della XXXIII Giornata: “La speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori” (Rm 5,5). Ha ringraziato i volontari di tutte la associazioni per il loro prezioso servizio, per l’attenzione alla dignità della persona e per il sostegno ai malati nel corpo e nello spirito.
“La speranza non delude è rivolta anche a tutti coloro che si prendono cura del malato. Anche in loro è presente lo Spirito che anima e sostiene – ha detto mons. Francesco Lomanto -. Le associazioni che si dedicano al servizio del malato compiono un ministero di attenzione alla persona, alla dignità della persona. Mettono in relazione i malati.
Per incontrarci, vederci, stare assieme e camminare assieme. L’impegno a camminare insieme, a guardare verso l’alto. Abbiamo tutti una vocazione universale: camminare verso Dio. Tutti abbiamo la vocazione di rendere santo il mondo che è sacro. Solo Dio può cambiare il mio cuore per costruire vere e sane relazioni“.
