Un appuntamento dal carattere regionale che ha riunito a Siracusa giornalisti e operatori della comunicazione, e non solo quelli di orientamento cattolico, ma anche quanti riconoscono l’interesse e l’importanza della proposta di “Parlare con il cuore”. È quanto chiede papa Francesco nel messaggio per la 57esima Giornata delle Comunicazioni sociali diffuso questa mattina. Un invito declinato in Sicilia in un corso di formazione per giornalisti organizzato dall’Ufficio per la Cultura e le Comunicazioni sociale della Conferenza episcopale siciliana, dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia e dall’Ucsi, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siracusa e l’Assostampa provinciale e con il settimanale diocesano “Cammino” e la Basilica Santuario Madonna delle Lacrime.
Il tema del convenire ha riguardato la necessità di fare della “cronaca dell’uomo” una “storia per l’Umanità”.
L’appuntamento si è aperto con un momento di preghiera ai piedi della Madonna delle Lacrime, guidato da mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa e delegato Cesi per le Comunicazioni sociali, e culminato con la preghiera del giornalista che lo stesso presule ha composto.
“Nel giorno della festa di San Francesco di Sales, desidero rivolgere un cordiale saluto e augurio a tutti i giornalisti, agli operatori della comunicazione sociale in Sicilia – ha detto l’arcivescovo di Siracusa -. Prendendo spunto dalle parole di Papa Francesco nel tema della 57esima Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, in cui ci invita a parlare con il cuore, desidero augurare a tutti di vivere nella verità, di accogliere la verità, di annunciare e trasmettere la verità del Vangelo con la dignità della professione. Portare tutti a un cammino di progresso, di civiltà fondato sulla giustizia, sulla verità del Vangelo, promuovendo la partecipazione e la corresponsabilità di tutti alla ricerca, alla custodia del bene comune. Diventiamo noi stessi la parola di verità, di vita e salvezza e attraverso il nostro servizio offriamo un cammino di progresso e civiltà fondato sulla Parola del vangelo per promuovere il bene comune di tutti attraverso il servizio e la comunicazione della verità”.
Al centro della giornata di riflessione che si è svolta nel salone del Santuario mariano, l’intervento di Salvo Noè, psicoterapeuta e scrittore, autore del libro “La Paura come dono”, frutto di un colloquio con il papa. Ha aiutato la riflessione su “comunicazione, relazione e ottimismo“. “Dietro e dentro ogni notizia – ha detto – c’è un aspetto comunicativo e uno relazionale: il primo ci chiede di raccontare quanto mi è stato detto, l’altro mi fa dire e raccontare quello che ho provato“. Ha definito “la differenza tra dire e chiacchierare“, tra “segnalazione e lamento”, tra “denuncia e indignazione”. L’invito ai giornalisti è stato allora: “Intervistate per una soluzione, ma non per sostare nel problema, nella sofferenza. Certo – ha detto – bisogna conoscere le paure che abbiamo, che ci sono, che insistono nella vita di ciascuno di noi e di noi tutti insieme, le paure delle nostre comunità e della nostra società, ma occorre una venatura verso la soluzione, appunto“.
Tra gli interventi quelli di Salvatore Di Salvo, segretario nazionale Ucsi e tesoriere dell’OdG Sicilia; Orazio Mezzio, direttore del settimanale diocesano “Cammino”; Prospero Dente, segretario dell’Assostampa di Siracusa; Aldo Mantineo, componente del Consiglio disciplinare territoriale dell’Odg Sicilia e componente del Corecom Sicilia.
Per don Arturo Grasso, direttore dell’Ufficio CESi per le Comunicazioni sociali, “chiedere alla nostra esperienza di farsi storia, non significa farne un semplice ricordo o cronaca ma farlo essere una testimonianza del nostro vissuto che diventa comunicazione e comunione della mia esistenza insieme al mio prossimo, che oggi è anche social. Essere testimone significa essere nella storia anche nell’attuale scenario digitale e quindi significa abitare la contemporaneità e raccontarla attraverso i media che ringrazio perché quotidianamente svolgono un impegno delicato e importante. L’Amore, secondo il mio parere, è la massima modalità di comunicazione della Notizia e, per noi cristiani, della Buona Notizia; l’Amore è quindi il luogo comunicativo da abitare per la trasmissione del messaggio evangelico“.
Il tema del convenire ha riguardato la necessità di fare della “cronaca dell’uomo” una “storia per l’Umanità”.
L’appuntamento si è aperto con un momento di preghiera ai piedi della Madonna delle Lacrime, guidato da mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa e delegato Cesi per le Comunicazioni sociali, e culminato con la preghiera del giornalista che lo stesso presule ha composto.
“Nel giorno della festa di San Francesco di Sales, desidero rivolgere un cordiale saluto e augurio a tutti i giornalisti, agli operatori della comunicazione sociale in Sicilia – ha detto l’arcivescovo di Siracusa -. Prendendo spunto dalle parole di Papa Francesco nel tema della 57esima Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, in cui ci invita a parlare con il cuore, desidero augurare a tutti di vivere nella verità, di accogliere la verità, di annunciare e trasmettere la verità del Vangelo con la dignità della professione. Portare tutti a un cammino di progresso, di civiltà fondato sulla giustizia, sulla verità del Vangelo, promuovendo la partecipazione e la corresponsabilità di tutti alla ricerca, alla custodia del bene comune. Diventiamo noi stessi la parola di verità, di vita e salvezza e attraverso il nostro servizio offriamo un cammino di progresso e civiltà fondato sulla Parola del vangelo per promuovere il bene comune di tutti attraverso il servizio e la comunicazione della verità”.
Al centro della giornata di riflessione che si è svolta nel salone del Santuario mariano, l’intervento di Salvo Noè, psicoterapeuta e scrittore, autore del libro “La Paura come dono”, frutto di un colloquio con il papa. Ha aiutato la riflessione su “comunicazione, relazione e ottimismo“. “Dietro e dentro ogni notizia – ha detto – c’è un aspetto comunicativo e uno relazionale: il primo ci chiede di raccontare quanto mi è stato detto, l’altro mi fa dire e raccontare quello che ho provato“. Ha definito “la differenza tra dire e chiacchierare“, tra “segnalazione e lamento”, tra “denuncia e indignazione”. L’invito ai giornalisti è stato allora: “Intervistate per una soluzione, ma non per sostare nel problema, nella sofferenza. Certo – ha detto – bisogna conoscere le paure che abbiamo, che ci sono, che insistono nella vita di ciascuno di noi e di noi tutti insieme, le paure delle nostre comunità e della nostra società, ma occorre una venatura verso la soluzione, appunto“.
Tra gli interventi quelli di Salvatore Di Salvo, segretario nazionale Ucsi e tesoriere dell’OdG Sicilia; Orazio Mezzio, direttore del settimanale diocesano “Cammino”; Prospero Dente, segretario dell’Assostampa di Siracusa; Aldo Mantineo, componente del Consiglio disciplinare territoriale dell’Odg Sicilia e componente del Corecom Sicilia.
Per don Arturo Grasso, direttore dell’Ufficio CESi per le Comunicazioni sociali, “chiedere alla nostra esperienza di farsi storia, non significa farne un semplice ricordo o cronaca ma farlo essere una testimonianza del nostro vissuto che diventa comunicazione e comunione della mia esistenza insieme al mio prossimo, che oggi è anche social. Essere testimone significa essere nella storia anche nell’attuale scenario digitale e quindi significa abitare la contemporaneità e raccontarla attraverso i media che ringrazio perché quotidianamente svolgono un impegno delicato e importante. L’Amore, secondo il mio parere, è la massima modalità di comunicazione della Notizia e, per noi cristiani, della Buona Notizia; l’Amore è quindi il luogo comunicativo da abitare per la trasmissione del messaggio evangelico“.