Il cardinale Montenegro: “Viviamo come se Dio non esistesse”

Oggi preferiamo l’anonimato. Ciò che conta è goditi tutto e subito perché “quello che si lascia è perduto”. La politica delude e la disoccupazione avanza. Anche nelle comunità ecclesiali i rapporti sono spesso d’occasione e falsati: la pietà e la spiritualità sono deboli e interessate. In tempi di pandemia abbiamo pregato di più ma per paura. Ci definiamo cristiani, ma viviamo come se Dio non esistesse. Nel nostro vocabolario sono scritte sempre più in piccolo le parole come provvidenza, pazienza, attesa, speranza”. Il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, presiede la celebrazione sul sagrato della cripta della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Le misure anticovid 19 hanno condizionato il 67esimo anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa e il rettore Aurelio Russo ha scelto il sagrato per tutte le celebrazioni eucaristiche. Concelebra l’amministratore apostolico della Diocesi di Siracusa, l’arcivescovo Salvatore Pappalardo, che al termine della messa ha affidato l’Arcidiocesi al Cuore immacolato e addolorato di Maria.
Ieri è stato il quarto ed ultimo giorno dei festeggiamenti: dal 29 agosto al 1 settembre del 1953 un quadretto in gesso del Cuore immacolato e addolorato di Maria posto come capezzale nella camera di letto di una giovane coppia pianse lacrime umane. Una commissione medica, in via degli Orti, in casa Iannuso, prelevò il liquido che sgorgava dagli occhi, classificandolo come “lacrime umane”. Il fenomeno fu dichiarato non spiegabile scientificamente. I vescovi di Sicilia conclusero che non si può mettere in dubbio la realtà della lacrimazione.
Le lacrime di una mamma hanno una potenza unica: manifestano senz’altro sofferenza e dolore ma anche infiammano il cuore, chiedono giustizia, perdono, provocano anche sorrisi, preparano rivoluzioni (penso alle mamme dei desaparecidos argentini) – ha continuato il cardinale Montenegro -. Le lacrime di Maria bagnano, provocano e caricano di responsabilità”.


L’arcivescovo di Agrigento ha guardato alla realtà di oggi: “La visione disumanizzante della vita, oltre che andare crescendo, modella comportamenti, stili e scelte di vita. Aumentano i disvalori dell’egoismo («prima io e poi agli altri»), dell’arroganza e della violenza: per avere rispetto dagli altri devo dimostrarmi cattivo e forte, ciò succede nelle relazioni familiari e amicali e nello sport”.
Le lacrime di Maria diventano “denuncia dei tanti scricchiolii che allarmano, ma sono semi di speranza su un terreno arido. Le lacrime sono un grido. Le lacrime sono il sussurro di Maria, che ci avvisa che senza speranza ci si viene a trovare nella stessa situazione di quando manca l’ossigeno per vivere. Maria piange a causa della nostra indifferenza. Maria piange d’amore anche perché sa che il cuore del Figlio è così grande da diventare perdono, carezza, fiducia”.
Montenegro invita alla conversione del cuore: “Lasciamoci bagnare dalle lacrime di Maria e assicuriamoLa che non vogliamo vivere di fatalismo e che capiamo che la fede non è quietismo, perchè non c’è fede senza rischio, senza lacrime, senza creatività. Papa Bergoglio dice: “Per parlare di speranza a chi è disperato, bisogna condividere la sua disperazione; per asciugare una lacrima dal volto di chi soffre, bisogna unire al suo il nostro pianto”.

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