Cassaro

Non ci sono notizie documentabili sulle origini della Settimana Santa a Cassaro. Tuttavia, dalla storiografia locale sappiamo che nel XVII secolo esistevano due confraternite: quella di Maria Immacolata che aveva sede nella chiesa di San Sebastiano, e quella della Madonna degli Agonizzanti che aveva sede nella chiesa di Sant’Antonio Abate. Entrambe le confraternite avevano statuti e regolamenti propri, erano previsti per i confrati momenti di esercizi spirituali e di preghiere comunitarie, oltre all’assistenza sul territorio e al servizio liturgico. Oggi, le antiche confraternite sono confluite in altrettanti comitati che si occupano della gestione delle rispettive rettorie e di portare avanti le tradizioni. La Settimana Santa si svolge nel modo seguente:

Domenica delle Palme

Ad anni alterni, la Benedizione delle Palme e la processione successiva si svolgo ora in una rettoria e l’anno dopo nell’altra, fino alla Chiesa Madre dove si tiene la celebrazione della Passione del Signore. Nel pomeriggio, d’intesa con l’Amministrazione Comunale si svolge, invece, la rievocazione della Passione con attori opportunamente scelti e la ripresentazione dei vari momenti (l’ultima cena, l’arresto di Gesù al Getsemani, il processo davanti Ponzio Pilato, fino alla Crocifissione).

Lunedì, martedì e mercoledì della Settimana Santa 

Si celebrano in Chiesa Madre gli Esercizi Spirituali al popolo di Dio.

Giovedì Santo

I comitati, con i sacchi bianchi e le insegne proprie (corpetti rossi per il comitato di San Sebastiano e verdi per quello di Sant’Antonio Abate), composte da lunghi stendardi neri e medaglioni portati su bastoni, si incontrano sulla strada principale (La Fratellanza) ed insieme, si recano fino alla Chiesa Madre dove, dopo aver reso omaggio (si agitano gli stendardi tre volte davanti l’ingresso principale), entrano per partecipare alla Messa in Coena Domini e alla lavanda dei piedi. Al termine, entrambi i comitati portando una croce, tornano nelle rispettive rettorie che rimangono aperte fino alla mezzanotte, mentre in Chiesa Madre viene preparato l’altare della reposizione.

Venerdì Santo

Alle 15.30 in Chiesa Madre si tiene la celebrazione della Passione del Signore.
Alle 21.30 nella rettoria di Sant’Antonio Abate si tiene, invece, l’omelia sulle “Sette Parole” pronunciate da Gesù dalla Croce, al termine della quale si fa una pausa rievocando la morte di Gesù ovvero: si spengono le luci e si simula il terremoto, così come testimoniato in Mt 27. Subito dopo, la statua del Cristo morto viene “discesa” dalla Croce (in dialetto A scisa a cruci) e inizia la processione con la statua e quella della Madonna Addolorata ammantata di nero.

Sabato Santo

La Veglia Pasquale si tiene nella rettoria di San Sebastiano, ma inizia in Chiesa Madre con la benedizione del fuoco, dalla quale parte la processione fino alla chiesa di San Sebastiano dove la Veglia prosegue come di consueto. Al momento del “Gloria” viene simulata la Risurrezione del Signore: la sagoma di un angelo scende sull’altare maggiore e picchia tre volte (come a “risvegliare” il Signore dal sonno della morte). Quindi, le sagome dei soldati collocate sull’altare cadono e la statua del Cristo Risorto “sale” da dietro l’altare centrale con un antico macchinario ancora funzionante. Al termine della Veglia, una campana al vento suona per tutta la notte riecheggiando con i suoi suggestivi rintocchi, la gioia della Risurrezione.

Domenica di Pasqua

La statua della Madonna sin dalle prime luci del giorno di Pasqua, viene portata a spalla dai fedeli per le vie del paese, nell’”affannosa” ricerca del Figlio Risorto fino a quando, poco prima di mezzogiorno, insieme a quella del Cristo, si ferma in una delle vie del paese dove alle 12 in punto avviene “l’incontro”: le statue vengono portate in corsa l’una verso l’altra e quando sono ormai vicine, il manto nero della Madonna viene fatto cadere, in segno che il lutto è finito e la gioia della Risurrezione letteralmente esplode (mediante anche i fuochi d’artificio). La sera, poi, dopo la celebrazione festiva, entrambe le statue del Cristo Risorto e della Madonna vengono nuovamente portate in processione per le vie del paese. Alla domenica di Pasqua segue sempre l’ottava, detta anche “l’incontro dei ragazzi” (in dialetto U ‘ncontru de carusi). Ragazzi e giovani tra i 13 e i 18 anni, ripetono i gesti compiuti dagli adulti otto giorni prima con statue più piccole, ma con lo stesso entusiasmo del giorno di Pasqua. Dall’ottava, spesso si passa alle domeniche successive con ragazzi e statue sempre più piccole, per esprimere la gioia della Pasqua che coinvolge tutti e non si esaurisce.