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Comunità in festa per Helenio e Rosolino

 

Diocesi in festa per due ordinazioni presbiterali. L’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, nella Basilica Santuario “Madonna delle Lacrime”, ha conferito l’ordinazione presbiterale ai diaconi don Helenio Schettini della Comunità della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime a Siracusa e don Rosolino Vicino della parrocchia San Nicolò Vescovo – Chiesa Madre in Melilli. Inoltre ha ordinato diacono l’accolito Carmelo Scalia della parrocchia San Corrado Confalonieri a Siracusa. “Ogni volta che il Signore mi concede la grazia di imporre le mani per le sacre Ordinazioni, il primo sentimento che mi sorge spontaneo nel cuore è quello della gratitudine – ha detto l’arcivescovo -. Gratitudine al Signore, innanzitutto, che – fedele alla promessa “Vi darò pastori secondo il mio cuore” (Ger. 3,15) – non ci fa mancare i ministri del Vangelo e continua a suscitare vocazioni per questo specifico servizio ecclesiale. Gratitudine alle famiglie degli Ordinandi, ai Parroci, ai Superiori del Seminario e a quanti, a qualsiasi titolo, favoriscono e accompagnano il discernimento vocazionale e l’effettiva formazione al ministero sacro”.
Nella sua presentazione il rettore del Seminario, don Salvatore Caramagno, ha sottolineato: “Due compagni di Seminario e due fratelli nella fede, che hanno percepito la chiamata al presbiterato in luoghi e con modalità diverse: Helenio nella Basilica Santuario Madonna delle Lacrime a Siracusa, grazie alla sua esperienza nel gruppo Agesci, Siracusa 11. Rosolino nella parrocchia della Chiesa Madre di Melilli, in modo particolare grazie alla sua esperienza parrocchiale”.
Quindi l’arcivescovo si è rivolto ai due presbiteri: “Con la chiamata del Vescovo è il Signore Gesù che rivolge a ciascuno di voi l’invito alla speciale sequela in vista dell’esercizio del ministero sacerdotale. Come ai primi discepoli, anche a voi Egli dice: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini» (Mt 4,19). Considerate attentamente l’ufficio al quale siete promossi e assolvete con generosa dedizione agli impegni che esso comporta. Voi, carissimi Helenio e Rosolino, in virtù dell’Ordinazione presbiterale sarete insigniti del Sacerdozio di Cristo per continuarne la missione di maestro, sacerdote e pastore. «Partecipando alla missione di Cristo, capo e pastore, in comunione filiale con il vostro vescovo, impegnatevi a unire i fedeli in un’unica famiglia, per condurli a Dio Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo. Abbiate sempre davanti agli occhi l’esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire, e per cercare e salvare ciò che era perduto» (Pontificale Romano). Centrale nel vostro ministero sia la celebrazione eucaristica nella quale unirete la vostra vita all’offerta sacrificale di Cristo e con la quale edificherete la Chiesa di Dio. Sincera, matura e libera sia pure la vostra obbedienza alla Chiesa perché sia proficuo di bene e colmo di gioia il vostro ministero sacerdotale”.

L’arcivescovo, in vista del prossimo avvicendamento nella direzione del Seminario, ha ringraziato padre Salvatore Caramagno e gli altri formatori per la loro sincera dedizione al compito educativo dei giovani aspiranti al sacerdozio. “Nella Chiesa questa missione è tanto importante e delicata, anche se, talvolta, diventa faticosa; essa è certamente molto impegnativa per la sua rilevanza nei confronti sia del Presbiterio diocesano che dell’intera comunità ecclesiale”. Don Helenio ha presieduto per la prima volta l’Eucarestia ieri nel Santuario della Madonna delle Lacrime, mentre don Rosolino questa mattina nella parrocchia San Nicolò Vescovo – Chiesa Madre in Melilli.

Ordinazione per Helenio e Rosolino

 Venerdì 8 maggio, memoria di Maria Madre della Chiesa, alle ore 18.30 l’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, presiederà la Messa nella Basilica Santuario “Madonna delle Lacrime”, e conferirà l’ordinazione presbiterale ai diaconi don Helenio Schettini della Comunità della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime in Siracusa e don Rosolino Vicino della parrocchia San Nicolò Vescovo – Chiesa Madre in Melilli. Inoltre ordinerà diacono l’accolito Carmelo Scalia della parrocchia San Corrado Confalonieri in Siracusa.
Don Helenio presiderà per la prima volta l’Eucarestia sabato 9, alle ore 19.00, nel Santuario della Madonna delle Lacrime, mentre don Rosolino domenica 10, alle ore 10.30, nella 
parrocchia San Nicolò Vescovo – Chiesa Madre in Melilli.

Non facciamo finta di non vedere

 “Oggi si rischia il paradosso: da una parte c’è un’Europa che mira all’unificazione dei popoli, e dall’altra parte c’è chi fa finta di non vedere le migliaia di uomini e donne, con giovani e bambini, che annegano negli abissi del Mediterraneo, definito ormai il mare delle lacrime”. L’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, dal balcone dell’Arcivescovado nel suo tradizionale discorso ad una piazza Duomo gremita di fedeli nella festa del Patrocinio di Santa Lucia, rivolge il suo pensiero ai migranti.
Seguendo proprio l’esempio di Lucia, secondo il pastore della chiesa siracusana “noi cristiani non possiamo rimanere insensibili di fronte alle immani tragedie che colpiscono intere popolazioni. Se ci diciamo e vogliamo essere veramente cristiani come Santa Lucia, non possiamo disinteressarci dei più deboli, né, ancora peggio, possiamo respingere chi ci chiede aiuto”. Nella Cattedrale affollata, il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, ha presieduto la celebrazione con i suggestivi canti della comunità cattolica dello Sri Lanka a Siracusa. “I problemi che oggi tormentano l’umanità non li risolvono i Grandi, ma la solidarietà che parte dai piccoli” ha detto l’arcivescovo di Agrigento. “Lucia rappresenta il sogno di un coraggio che dovremmo possedere, per vivere senza tentennamenti ciò in cui crediamo. Dio ci chiede di ribaltare costruire una società in cui ognuno si possa finalmente sentirsi a casa propria. Se guardiamo gli immigrati attraverso la lente del codice penale o civile, senz’altro sono individui che possono essere pericolosi, forse criminali o dei poco di buono. Visti con la lente del Vangelo sono uomini, creati anche loro a immagine di Dio, nel loro caso rassomigliano ad un Dio sfigurato, uomini scappati dalla loro patria e famiglia, e per di più maltrattati e umiliati”.
Il simulacro è stato portato in processione dai berretti verdi in piazza, dove ha avuto luogo il tradizionale lancio delle colombe, e poi nella chiesa di Santa Lucia alla Badia dove resterà  fino a domenica.

Il card. Montenegro per Santa Lucia

Sarà il cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento, a presiedere la solenne celebrazione eucaristica domenica 3 maggio, per la festa del patrocinio di Santa Lucia. Alle ore 10.15 nella Chiesa Cattedrale avrà luogo il pontificale e subito dopo l’uscita del simulacro della patrona.

Il mare: un oceano di lacrime

 Avrà luogo martedì 28 aprile, alle 21.00 nel Santuario della Madonna delle Lacrime, un’ora di preghiera dedicata ai migranti morti in mare domenica 19 aprile.
“Centinaia di uomini donne bambini mentre tentavano la via del mare per raggiungere il miraggio di una vita libera e felice – ha scritto l’arcivescovo, monsignor Salvatore Pappalardo -. Notizie come questi impongono a noi discepoli del Cristo crocifisso e risorto il rispetto e il silenzio, l’astensione dai facili luoghi comuni e temerarie condanne, e soprattutto il dovere delle lacrime della preghiera. La nostra Chiesa intende unirisi al dolore di questi fratelli e dei loro familiari con l’unico strumento efficace che più le appartiene: la preghiera. Vivremo un momento di comunione ecclesiale e di fiducioso abbandono del disegno provvidente di Dio. Il Santuario, custode delle lacrime di Maria, è il luogo che raccoglie anche le lacrime di tutti gli uomini, certi che la vergine versi ogni goccia nell’otre di Dio in attesa che ciascuna venga per sempre cancellata dalla sua tenera mano di Padre”.

Anno Santo della Misericordia

Nella Basilica di San Pietro in Vaticano, sabato 11 aprile in occasione della celebrazione dei Primi Vespri della Domenica della Divina Misericordia, è stata resa pubblica la Bolla d’Indizione del Giubileo della Misericordia. L’Anno Santo della Misericordia – come sottolinea una lunga nota esplicativa della Sala Stampa della Santa Sede – è stato annunciato (lo scorso 13 marzo) nel secondo anniversario dell’elezione di Papa Francesco, durante l’omelia della celebrazione penitenziale con la quale il Santo Padre ha aperto l’iniziativa 24 ore per il Signore. Come l’anno scorso questa iniziativa, proposta dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione presieduto da monsignor Rino Fisichella, promuove in tutto il mondo l’apertura straordinaria delle chiese per invitare a celebrare il sacramento della riconciliazione. Il tema di quest’anno è preso dalla lettera di San Paolo agli Efesini «Dio ricco di misericordia» (Ef 2,4).

Il Concilio
L’apertura del prossimo Giubileo avverrà nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, nel 1965, e acquista per questo un significato particolare spingendo la Chiesa a continuare l’opera iniziata con il Vaticano II.

Il Vangelo della Misericordia
Nel Giubileo le letture per le domeniche del tempo ordinario saranno prese dal Vangelo di Luca, chiamato «l’evangelista della misericordia». Dante Alighieri lo definisce «scriba mansuetudinis Christi», «narratore della mitezza del Cristo». Sono molto conosciute le parabole della misericordia presenti nel Vangelo di Luca: la pecora smarrita, la dramma perduta, il padre misericordioso.

Le origini ebraiche
Anticamente presso gli Ebrei, il giubileo era un anno dichiarato santo che cadeva ogni 50 anni, nel quale si doveva restituire l’uguaglianza a tutti i figli d’Israele, offrendo nuove possibilità alle famiglie che avevano perso le loro proprietà e perfino la libertà personale. Ai ricchi, invece, l’anno giubilare ricordava che sarebbe venuto il tempo in cui gli schiavi israeliti, divenuti nuovamente uguali a loro, avrebbero potuto rivendicare i loro diritti. «La giustizia, secondo la legge di Israele, consisteva soprattutto nella protezione dei deboli» (San Giovanni Paolo II in «Tertio Millennio Adveniente, 13).

La storia dei Giubilei
La Chiesa cattolica ha iniziato la tradizione dell’Anno Santo con Papa Bonifacio VIII nel 1300. Bonifacio VIII aveva previsto un giubileo ogni secolo. Dal 1475 – per permettere a ogni generazione di vivere almeno un Anno Santo – il giubileo ordinario fu cadenzato con il ritmo dei 25 anni. Un giubileo straordinario, invece, viene indetto in occasione di un avvenimento di particolare importanza.

Gli Anni Santi
Gli Anni Santi ordinari celebrati fino ad oggi sono 26. L’ultimo è stato il Giubileo del 2000. La consuetudine di indire giubilei straordinari risale al XVI secolo. Gli ultimi Anni Santi straordinari, del secolo scorso, sono stati quelli del 1933, indetto da Pio XI per il XIX centenario della Redenzione, e quello del 1983, indetto da Giovanni Paolo II per i 1950 anni della Redenzione.

Il senso del Giubileo
La Chiesa cattolica ha dato al giubileo ebraico un significato più spirituale. Consiste in un perdono generale, un’indulgenza aperta a tutti, e nella possibilità di rinnovare il rapporto con Dio e il prossimo. Così, l’Anno Santo è sempre un’opportunità per approfondire la fede e vivere con rinnovato impegno la testimonianza cristiana.

Il tema della Misericordia
Con il Giubileo della Misericordia Papa Francesco pone al centro dell’attenzione il Dio misericordioso che invita tutti a tornare da Lui. L’incontro con Lui ispira la virtù della misericordia.

La Porta Santa
Il rito iniziale del giubileo è l’apertura della Porta Santa. Si tratta di una porta che viene aperta solo durante l’Anno Santo, mentre negli altri anni rimane murata. Hanno una Porta Santa le quattro basiliche maggiori di Roma: San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore. Il rito di aprire la Porta Santa esprime simbolicamente il concetto che, durante il Giubileo, è offerto ai fedeli un “percorso straordinario” verso la salvezza. Le Porte Sante delle altre basiliche verranno aperte successivamente all’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro.

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_letters/documents/papa-francesco_bolla_20150411_misericordiae-vultus.html

Riapre la Chiesa del Giardinello

Venerdì 10 aprile, alle ore 11.00, al Municipio di Floridia, il sindaco Orazio Scalorino e l’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, firmeranno la convenzione per la chiesa della Madonna delle Grazie, meglio conosciuta come chiesa del Giardinello.
Un edificio di culto tra i più cari nella memoria e nella devozione dei floridiani che, dopo i lavori di restauro del 2013, con progetto della Sovrintendenza ai beni culturali e fondi della Protezione civile regionale, sarà finalmente riaperta. “Siamo giunti all’atto finale – ha detto il sindaco Scalorino -. Restituiamo la chiesa all’Arcidiocesi affinchè possa pienamente essere restituita agli usi liturgici”. La chiesa, che risale al 1720, si trova in un parco suburbano vicino alla chiesa del Carmine. Da subito diventò un vero santuario mariano in quanto accolse l’immagine lapidea della Madonna delle Grazie prodigiosamente rinvenuta nei pressi del Giardinello. Il culto alla Vergine si è protratto per due secoli fin quanto, a causa delle precarie condizioni statiche, l’edificio sacro è stato chiuso per ragioni di sicurezza. A lungo è rimasto abbandonato, fin quando l’amministrazione comunale, sollecitata anche dalla Curia, harecuperato i fondi e si è occupata del restauro.

“Gesti di vita nuova per la Pasqua”

“Questa Pasqua riguarda la nostra vita e riguarda quella testimonianza di risurrezione che noi cristiani dobbiamo dare: l’annuncio del Vangelo, non solo verbale, ma nella vita”. Così l’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, ha accolto i giornalisti nella casa “Sara e Abramo”. Un luogo diverso per uno scambio di auguri ed una riflessione sulla Pasqua che ha guardato alla condivisione e all’altro.
“Queste sono iniziative di vita nuova – ha continuato l’arcivescovo -. Questa Casa che accoglie principalmente i senzatetto. Quattro anni fa, dopo la morte di un uomo all’interno di un vagone dove si era rifugiato per il freddo, alcuni miei collaboratori mi hanno stimolato ad un intervento concreto. E così è nata la Casa. E quando qualcuno viene e si fa una doccia, si sente rinnovato. Sono segni concreti, testimonianze della resurrezione del Signore. Casa “Sara e Abramo” è segno di vita nuova per la nostra città dove si scommettono persone per puro volontariato e solidarietà vera. Persone che portano avanti da quattro anni questo servizio di accoglienza e carità”.
E’ stato Marcello Munafò, responsabile della Casa, ha ricordare il servizio quotidiano: “Recentemente abbiamo cambiato sede. Ed in questa sistemazione in via Monte Renna riusciamo ad accogliere fino a 22 persone. Arrivano il pomeriggio, una doccia, poi trascorrono del tempo, anche insieme, e poi si cena e si va a dormire. L’indomani prima colazione e poi la Casa viene chiusa e riapre nel pomeriggio. Così ogni giorno, grazie a oltre 50 volontari, la vera risorsa”. Adesso il progetto è stato preso in carico dalla Fondazione di comunità Val di Noto, ma sono tantissime le persone che contribuiscono portando viveri. “Chi viene ospitato è protagonista. Perché deve
contribuire a mantenere tutto in ordine e poi si occupa della pulizia della Casa. Accogliamo tutti, ed in qualche periodo dell’anno abbiamo difficoltà, avremo bisogno di più spazi, ma cerchiamo di non lasciare nessuno fuori”.

Don Giuseppe Lombardo ha ricordato anche l’attività notturna, svolta dai volontari con la Ronda della carità. Un aiuto a chi sta sulla strada. Anche questo un aiuto concreto che può essere condiviso. Al termine dell’incontro ha avuto luogo la tradizionale consegna del pane all’arcivescovo, come simbolo del gesto che anche quest’anno Ucsi (Unione cattolica della stampa italiana) e Assostampa hanno fatto nei confronti delle persone in difficoltà. Donato il pane ed i dolci (in collaborazione con la pasticceria Alfio Neri) per queste giornate di festa proprio per chi risiede nella Casa “Sara e Abramo”.
Salvatore Di Salvo, presidente provinciale dell’Ucsi, ha ringraziato l’arcivescovo per l’incontro sottolineando come la donazione del pane agli ospiti della Casa ha anche un significato che riconduce alla famiglia: “I nostri fratelli in difficoltà trovano qui un punto di riferimento importante. Un calore domestico che si ritrova solo nella famiglia”. Anche il segretario provinciale dell’Assostampa Damiano Chiaramonte ha voluto evidenziare l’importanza di donarsi all’altro. Presente anche il consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Santo Gallo.

Auguri di Pasqua

L’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo incontrerà i giornalisti e gli operatori della comunicazione per condividere una riflessione sulla Pasqua e per uno scambio di auguri.
L’appuntamento è per sabato 4 aprile, alle ore 9.30, nella casa “Sara e Abramo” in via Monte Renna 25. La struttura di accoglienza della Diocesi si trova nel quartiere Epipoli a Siracusa.

Pasqua in fabbrica

“Dall’individualismo e dall’indifferenza al prendersi cura” è questo il tema della Pasqua dei lavoratori, i precetti pasquali nelle varie aziende della provincia di Siracusa, promossi dall’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del creato.
Tra Augusta, Priolo, Carlentini, Francofonte e in diverse aziende della zona industriale, i diversi appuntamenti presieduti dall’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo.