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Don Aurelio rettore al Santuario della Madonna delle Lacrime

Don Aurelio Russo, 48 anni, è stato nominato dall’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, 
Rettore della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime a Siracusa. 
La nomina è stata annunciata sia al Santuario della Madonna delle Lacrime sia nella parrocchia 
di Maria mediatrice di tutte le Grazie in contrada Isola dove don Aurelio è parroco da nove anni. 
Don Aurelio è docente di Scienze bibliche all’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio. Per tanti
anni ha ricoperto l’incarico di segretario dell’arcivescovo mons. Giuseppe Costanzo poi confermato 
dall’attuale arcivescovo Pappalardo. E’ anche cappellano della Polizia di Stato e consulente ecclesiastico del CIF, Centro italiano femminile.
Il neo rettore inizierà il suo ministero il 1 settembre. Il Santuario della Madonna delle Lacrime si appresta 
a vivere a breve il momento più importante dell’anno con i festeggiamenti per l’anniversario della 
Lacrimazione, dal 29 agosto al 1 settembre.
Don Aurelio subentra a mons. Maurizio Aliotta che nel novembre scorso era stato nominato
dall’arcivescovo pro rettore.

Consegna del Mandato per la GMG2016

L’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, ha incontrato i giovani pellegrini della nostra diocesi che parteciperanno alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, dal 26 al 31 luglio, a Cracovia per consegnare loro il Mandato.
Nella parrocchia “Madre di Dio” di Siracusa, l’arcivescovo, dopo un momento di preghiera, ha consegnato ai 44 pellegrini il kit italiano ed ha benedetto il cero della GMG che sarà portato al Monastero delle Carmelitane di Canicattini Bagni. “Sarà un modo – ha detto don Santo Fortunato, direttore dell’Ufficio per la pastorale giovanile – per invitare le nostre monache ad accompagnarci con la preghiera per tutto il periodo del nostro pellegrinaggio”. 
 

Mission. Tra musica e teologia

Quale coraggio richiede la verità? Come può un assassino redimersi? Qual è la risposta giusta alla violenza del male? Sono tre dei temi che attraversano il racconto di “Mission”: un film epico, diretto dal regista inglese Roland Joffé, vincitore del Festival di Cannes e diventato famoso soprattutto per le musiche del maestro Ennio Morricone.
A trent’anni esatti dalla sua uscita, avvenuta nel 1986, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Metodio”, 
in collaborazione con Kairos, Erga Group e il Comune di Siracusa, ha pensato ad un’attività culturale 
che consentisse di riflettere sui suoi messaggi teologici e sul suo valore artistico-musicale.

Sabato 9 luglio, alle ore 21, alla Latomia dei Cappuccini a Siracusa, Luca Saraceno e Mariangela Maresca propongono “Mission. Tra musica e teologia”.
Don Luca è parroco della Chiesa Madre di Solarino e docente di Filosofia all’ISSR San Metodio, mentre la dott. Maresca è docente di Metodologia dello studio all’ISSR San Metodio. Due sensibilità e competenze che accompagneranno sui due registri, teologico e musicale, propri di “Mission”. La serata vedrà anche scorrere alcune tra le sequenze più significative del film e sarà impreziosita dalla performance del maestro Corrado Genovese e di Stefania Cannata, che suoneranno dal vivo alcuni brani. Il tutto in uno scenario unico come la Latomia dei Cappuccini: un luogo misterioso e affascinante nel cuore della città, che si rivela particolarmente adatto ad evocare quella natura incontaminata che è sinonimo della madre terra.
Nella storia si intrecciano eventi storici realmente accaduti nell’America Latina tra 1600 e 1700, ed eventi inventati per meri scopi cinematografici. La vicenda personale di un saggio maestro gesuita (Jeremy Irons) e del suo confratello, una volta violento persecutore degli indigeni e finalmente convertito (Robert De Niro), consente di gettare uno sguardo sull’avventura dei missionari nelle reducciones degli Indios Guaranì, come quella di San Miguel das Missões in Paraguay. Questa micro-storia di coraggio, redenzione, amicizia e solidarietà si incrocia drammaticamente con la macro-storia della politica europea, intenta solo a spartirsi le terre e i suoi abitanti come semplice merce di scambio.
Come tenere salda la propria fede di fronte alla violenza, alla sopraffazione, al dubbio? Come conciliare il Vangelo con le logiche perverse del mondo? Quale lo strumento adatto per rispondere al male: il fucile o l’ostensorio? Una girandola di domande profonde che incalzano lo spettatore, mentre la missione che ospitava tanti indigeni pacifici è in fiamme. Ma forse un’ultima parola può ancora essere pronunciata.
Si consiglia la prenotazione al tel. 0931.64694.
 

Cinque ordinazioni presbiteriali

Mercoledì 29 giugno alle 19.00, solennità dei santi Pietro e Paolo apostoli, nella Basilica Santuario della Madonna delle lacrime, l’arcivescovo di Siracusa, monsignor Salvatore Pappalardo, ordinerà presbiteri Raffaele Aprile della parrocchia Maria Santissima Mediatrice di tutte le Grazie Siracusa; Angelo Galioto della parrocchia Sant’Antonio di Padova a Siracusa; Daniele Lipari della parrocchia Santa Tecla a Carlentini; Salvatore Nicosia della parrocchia San Giuseppe a Cassibile; Marco Politini della parrocchia Sant’Antonio Abate chiesa Madre a Francofonte. 

I novelli presbiteri presiederanno l’Eucarestia nelle rispettive comunità parrocchiali. Precisamente don Daniele, giovedì 30 giugno alle 19.30 nella parrocchia Santa Tecla (Carlentini); don Salvatore, venerdì 1 luglio alle 19.00 nella parrocchia San Giuseppe (Cassibile); don Marco, sabato 2 luglio alle 19.00 nella parrocchia Sant’Antonio Abate (Francofonte); don Raffaele, domenica 3 luglio alle 10.00 nella chiesa Santa Maria della Roccia (Siracusa); don Angelo, domenica 3 luglio alle 19.00 nella parrocchia Sant’Antonio di Padova (Siracusa).

Ordinazione diaconale

Due ordinazioni diaconali da parte dell’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo.
Venerdì 24 giugno, solennità della Natività di San Giovanni Battista, nella parrocchia Sant’Antonio Abate a Palazzolo Acreide alle ore 19.00, sarà ordinato Nunzio Fazzino.
Solo dieci giorni fa, nella chiesa madre a Floridia, è stato ordinato diacono Dario Cutale.
 

Amoris Laetitia secondo Paolo Gentile

L’educazione sessuale, le situazioni di fragilità affettiva, la controversia sul gender, il ruolo dei coniugi separati o divorziati, l’accesso all’eucaristia dei divorziati risposati, le coppie di fatto. Sono alcuni dei temi affrontati da Papa Francesco in Amoris Laetitia  ovvero la gioia dell’amore, ultimo documento sulla famiglia, uscito il 19 marzo scorso. L’eco delle pagine del Papa è stato subito forte non soltanto nell’ambito della Chiesa cattolica. L’attenzione dei media si è concentrata soprattutto sulle questioni più attuali e scottanti per la prassi ecclesiale. Nella sensibilità di Papa Francesco, sono proprio queste le situazioni che sfidano la Chiesa ad interrogarsi e a trovare soluzioni nuove di cura delle persone.

L’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio ha voluto organizzare un incontro per giovedì 23 giugno, presso il Centro Convegni del Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa, con inizio alle ore 19.

Interverrà don Paolo Gentili, esperto sulle questioni relative alla famiglia, e direttore dell’Ufficio per la Pastorale Familiare della Conferenza Episcopale Italiana. A lui è stato chiesto non solo di illustrare la fotografia reale della famiglia odierna, ma anche di offrire qualche spunto di discernimento ecclesiale delle situazioni controverse. Modera la serata la Graziana Zaccarello, psicoterapeuta e docente di Psicologia della religione al San Metodio.

 

 

E’ possibile scaricare l’esortazione apostolica a questo link:
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations.index.html

Domenica 5 giugno sarà Festa dei Popoli a Siracusa

Domenica 5 giugno dalle 10.00 alle ore 18.30 al Santuario della Madonna delle Lacrime sarà festa dei popoli. Iniziativa dell’Ufficio pastorale migrantes, insieme all’Ufficio pastorale giovanile ed ecumenismo e dialogo interreligioso ha come tema “Coloriamo la misericordia”. Dopo la presentazione dei gruppi etnici avrà luogo un pranzo multietnico condiviso. Nel pomeriggio danze, canti e suoni da tutti i popoli e poi insieme il passaggio dalla Porta Santa. Alle 17.30 è prevista la celebrazione eucaristica. 
“Una festa per la promozione di tutte le realtà etniche presenti nostro territorio – ha spiegato il direttore dell’Ufficio Migrantes, don Luigi Corciulo -. Un invito a mettersi insieme per conoscere i popoli attraverso le tradizioni culturali. Il Santuario è luogo di accoglienza. La mattinata sarà dedicata alla conoscenza dei gruppi: con cultura e tradizioni. Il tutto avverrà all’esterno del Santuario. Il p
assaggio della Porta Santa è un invito della Chiesa come dimensione dell’accoglienza: la preghiera sarà recitata in italiano e in arabo. Mentre la celebrazione eucaristica naturalmente sarà solo per i cattolici, ma sarà in diverse lingue”. Le Feste dei popoli sono l’espressione della diversità considerata come una ricchezza da scoprire e da valorizzare, superando i rischi e le tentazioni della separazione, della chiusura e, ancora peggio, della contrapposizione: sono luoghi dove esercitare e esprimere la cultura dell’incontro. Un importante di incontro, di preghiera, di dialogo, di festa tra persone e famiglie, comunità diverse che sono arrivate nelle nostre città e vivono insieme in alcuni luoghi fondamentali: la scuola, il lavoro, l’impresa, la parrocchia, i luoghi del tempo libero”. 

Solennità del Corpus Domini

Domenica 29 maggio si celebra la solennità del Corpus Domini nell’anno straordinario della Misericordia.
Alle ore 18.30 l’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Si tratta dell’unica celebrazione eucaristica pomeridiana. Al termine seguirà la processione eucaristica dal Santuario al piazzale del Pantheon dove si concluderà con la riflessione guidata dall’arcivescovo e la benedizione eucaristica.
Tutta la chiesa siracusana vivrà questo momento di fede ricordando che l’Eucarestia è il sacramento della compassione e della tenerezza di Dio.
 

“La preghiera è la vera medicina per la nostra sofferenza”

Papa Francesco ha presieduto la Veglia di preghiera per asciugare le lacrime di “tutti coloro che hanno bisogno di consolazione”. L’intenso momento di preghiera si è tenuto nella basilica di San Pietro. Nel giorno in cui la Chiesa festeggia la solennità dell’Ascensione il calendario del Giubileo prevede questa novità assoluta voluta da Bergoglio.

La veglia è iniziata con tre testimonianze alternate da letture bibliche, con l’accensione ogni volta di una candela davanti al reliquiario della Madonna delle lacrime di Siracusa, esposto per la circostanza alla venerazione dei fedeli nella basilica di San Pietro. Dopo la lettura del Vangelo, Papa Francesco ha pronunciato l’omelia. 

“Nei momenti di tristezza, nella sofferenza della malattia, nell’angoscia della persecuzione e nel dolore del lutto, ognuno cerca una parola di consolazione”, ha detto Francesco.

“Sentiamo forte il bisogno che qualcuno ci stia vicino e provi compassione per noi”, ha proseguito: “Sperimentiamo che cosa significhi essere disorientati, confusi, colpiti nel profondo come mai avevamo pensato. Ci guardiamo intorno incerti, per vedere se troviamo qualcuno che possa realmente capire il nostro dolore. La mente si riempie di domande, ma le risposte non arrivano. 

La ragione da sola non è capace di fare luce nell’intimo, di cogliere il dolore che proviamo e fornire la risposta che attendiamo. In questi momenti, abbiamo più bisogno delle ragioni del cuore, le uniche in grado di farci comprendere il mistero che circonda la nostra solitudine”. Il Signore, ha ricordato Francesco, “ha promesso ai suoi discepoli che non li avrebbe mai lasciati soli: in ogni situazione della vita Egli sarebbe stato vicino a loro inviando lo Spirito Consolatore che li avrebbe aiutati, sostenuti e confortati”.

“Quanta tristezza ci capita di scorgere su tanti volti che incontriamo. Quante lacrime vengono versate a ogni istante nel mondo; una diversa dall’altra; e insieme formano come un oceano di desolazione, che invoca pietà, compassione, consolazione”. 
È il quadro tracciato dal Papa nell’omelia della Veglia per “asciugare le lacrime”, in cui Francesco ha affermato: “Le più amare sono quelle provocate dalla malvagità umana: le lacrime di chi si è visto strappare violentemente una persona cara; lacrime di nonni, di mamme e papà, di bambini… Ci sono occhi che spesso rimangono fissi sul tramonto e stentano a vedere l’alba di un giorno nuovo”. 

Abbiamo bisogno di misericordia, della consolazione che viene dal Signore”, ha assicurato il Papa: “Tutti ne abbiamo bisogno; è la nostra povertà ma anche la nostra grandezza: invocare la consolazione di Dio che con la sua tenerezza viene ad asciugare le lacrime sul nostro volto”.

“In questo nostro dolore, noi non siamo soli”, è la certezza trasmessa da Francesco ai fedeli che hanno gremito la basilica vaticana. “Anche Gesù sa cosa significa piangere per la perdita di una persona amata”, ha ricordato citando “una delle pagine più commoventi del vangelo”: “Quando Gesù vide piangere Maria per la morte del fratello Lazzaro, non riuscì neppure lui a trattenere le lacrime. Fu colto da una profonda commozione e scoppiò in pianto”.

“Le lacrime di Gesù hanno sconcertato tanti teologi nel corso dei secoli, ma soprattutto hanno lavato tante anime, hanno lenito tante ferite”, ha fatto notare il Papa, nell’omelia della Veglia per asciugare le lacrime, in corso nella basilica di San Pietro per meditare una delle sette opere di misericordia: “Consolare gli afflitti”. “Anche Gesù ha sperimentato nella sua persona la paura della sofferenza e della morte, la delusione e lo sconforto per il tradimento di Giuda e di Pietro, il dolore per la morte dell’amico Lazzaro”, ha ricordato Francesco, ma Gesù “non abbandona quelli che ama”, come scrive sant’Agostino. 

“Se Dio ha pianto, anch’io posso piangere sapendo di essere compreso”, la tesi del Papa: “Il pianto di Gesù è l’antidoto contro l’indifferenza per la sofferenza dei miei fratelli. Quel pianto insegna a fare mio il dolore degli altri, a rendermi partecipe del disagio e della sofferenza di quanti vivono nelle situazioni più dolorose. Mi scuote per farmi percepire la tristezza e la disperazione di quanti si sono visti perfino sottrarre il corpo dei loro cari, e non hanno più neppure un luogo dove poter trovare consolazione”.

Il pianto di Gesù non può rimanere senza risposta da parte di chi crede in Lui”, ha ammonito Francesco: “Come lui consola, così noi siamo chiamati a consolare”.

La preghiera è la vera medicina per la nostra sofferenza”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia della Veglia per “asciugare le lacrime”, ha fatto notare che “nel momento dello smarrimento, della commozione e del pianto, emerge nel cuore di Cristo la preghiera al Padre”. “Anche noi, nella preghiera, possiamo sentire la presenza di Dio accanto a noi”, ha garantito Francesco: “La tenerezza del suo sguardo ci consola, la forza della sua parola ci sostiene, infondendo speranza”. Dobbiamo fare, allora, come Gesù, che “presso la tomba di Lazzaro pregò dicendo: ‘Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto”.

“Abbiamo bisogno di questa certezza: il Padre ci ascolta e viene in nostro aiuto”, ha esclamato il Papa: “L’amore di Dio effuso nei nostri cuori permette di dire che quando si ama, niente e nessuno potrà mai strapparci dalle persone che abbiamo amato”, come ci ricorda “con parole di grande consolazione l’apostolo Paolo” nella Lettera ai Romani. 

“La forza dell’amore trasforma la sofferenza nella certezza della vittoria di Cristo e nostra con Lui, e nella speranza che un giorno saremo di nuovo insieme e contempleremo per sempre il volto della Santissima Trinità”, ha concluso Francesco: “Vicino ad ogni croce c’è sempre la Madre di Gesù. Con il suo manto lei asciuga le nostre lacrime. Con la sua mano ci fa rialzare e ci accompagna nel cammino della speranza”.

Storie di vita, bagnate da lacrime e asciugate dalla fede

La famiglia Pellegrino toccata dal dramma del suicidio di un figlio; la storia di Felix Qaiser, un rifugiato politico, giornalista pakistano appartenente alla minoranza cattolica presente nel Paese, scappato in Italia per mettere al sicuro la sua famiglia; Maurizio Fratamico con il fratello gemello Enzo, la cui conversione segna anche la storia di Maurizio, che da giovane, pur avendo tutto in termini materiali, aveva smarrito il senso della vita e che solo la fede e le lacrime della madre e, successivamente un incontro, gli hanno permesso di ritrovare.
Sono queste le tre testimonianze che i protagonisti porteranno di fronte al Santo Padre in occasione della Veglia per “asciugare le lacrime” che avrà luogo giovedì 5 maggio alle ore 18.00 in Basilica Vaticana, in occasione della quale sarà esposto alla venerazione dei fedeli il reliquiario della Madonna delle lacrime di Siracusa, ad impetrare la materna protezione di Maria nel mese a lei dedicato.
Preghiera e storie di vita, bagnate da lacrime e asciugate dalla fede, scandiranno questa intensa veglia di preghiera per esprimere l’opera di misericordia spirituale “consolare gli afflitti”. Durante la celebrazione Papa Francesco farà distribuire ai presenti, come simbolo di conforto e speranza, l’Agnus Dei, un oggetto di devozione da lui benedetto.
Realizzato con cera bianca in forma di un ovale, l’Agnus Dei donato dal Papa reca da un lato l’impronta dell’Agnello Pasquale e dall’altro il logo del Giubileo della Misericordia. Il suo utilizzo, secondo alcuni risale al sec. IV, mentre è certamente documentato nel sec. IX, quando l’arcidiacono della chiesa romana il Sabato santo rompeva il cero pasquale in uso fino a quel giorno, e, sciolta la cera, vi univa dell’olio benedicendo la miscela, che veniva poi colata in stampi e distribuita nell’ottava di Pasqua ai fedeli. A partire dal 1470, con Papa Paolo II, l’Agnus Dei viene utilizzato anche durante gli anni Giubilari. 
A ricevere l’Agnus Dei direttamente dalle mani del Papa saranno 10 persone in rappresentanza di tutti coloro che portano sulle spalle storie umane di grande sofferenza: da chi, come la Presidente dell’Associazione “Figli in Cielo” ha perso prematuramente un figlio, a chi il figlio se l’è visto strappare da un incidente stradale, come la Presidente dell’associazione “Vittime della Strada”. Insieme a queste voci anche quelle di chi ha perso un congiunto durante lo svolgimento del proprio lavoro, portate dal Presidente dell’associazione “Vittime del dovere”. Con loro ci sarà anche il diacono Eugène, un giovane proveniente dal Ruanda, che nel corso del genocidio del 1994 ha perso molti famigliari; Angelo, che ha vissuto il dramma del carcere per reati legati alla camorra e alla malavita; Agostino, caduto vittima del gioco d’azzardo; e ancora Angelo, un ex-senza tetto. Accanto a queste testimonianze, le storie di lacrime asciugate e versate di donne, nel triplice ruolo di mogli, madri e nonne, rappresentate dalla Signora Mariella, e quelle delle religiose impegnate in varie missioni, come suor Suor Silvana, impegnata nel mondo della scuola. Infine un’infermiera, Alessia, che ogni giorno accudisce i malati terminali. Storie di drammi ma anche di rinascite, a partire proprio da quelle lacrime che, cadute nel terreno del dolore si sono impastate alla fede e hanno trasformato deserti esistenziali in giardini di speranza.