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ORDINAZIONE DI QUATTRO DIACONI PERMANENTI

‘Toccare con le proprie mani le ferite del corpo di Cristo significa farsi caricopersonalmente dei bisogni del prossimo sofferente. E’ anche questo lo specifico della vostra missione. I Diaconi, inizialmente, sono stati voluti dagli Apostoli per il servizio delle mense, per assicurare ai fratelli bisognosi della comunità l’accoglienza fraterna e l’assistenza amorevole, frutto della carità. Ancora oggi, voi Diaconi, attenti alle nuove povertà, avete questo specifico compito in seno alla comunità cristiana: siete chiamati ad essere i primi testimoni della carità di Cristo e, con il vostro esempio e la vostra solerzia,dovete suscitare negli altri membri della comunità questa attenzione amorevole verso chiunque versa in situazioni di povertà’. Così l’Arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo nel corso dell’Ordinazione sabato 14 di quattro diaconi permanenti nella chiesa Cattedrale. Si tratta di Giuseppe Di Natale della parrocchia Santa Lucia di Floridia, Angelo Di Raimondo della parrocchia Immacolata di Siracusa, Antonio Malfitano della chiesa Santa Lucia di Augusta e Salvatore Ossino della Chiesa Madre di Lentini, che si aggiungono ai sedici che già prestano il loro servizio in Diocesi.

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FESTA DI SAN SEBASTIANO

 

Centinaia di fedeli hanno preso parte ai festeggiamenti in onore di San Sebastiano, compatrono della città di Siracusa.
Le celebrazioni si sono svolte nella chiesa di Santa Lucia alla Badia a Siracusa e nella parrocchia Santa Maria della Consolazione a Belvedere.
Partecipata la solenne celebrazione eucaristica in Cattedrale presieduta dall’Arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo alla presenza del sindaco Roberto Visentin e del comandante della polizia municipale Giovanni Monterosso. San Sebastiano è il patrono del Corpo della polizia municipale.

 

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NUOVE NOMINE

Venerdì 13 gennaio l’Arcivescovo ha comunicato la nomina del nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione della “Deputazione della Cappella di santa Lucia”:

Mons. Maurizio Aliotta, vicario generale, presidente
avv. Giuseppe Piccione, consigliere
avv. Pietro Romano, consigliere
prof. Lucia Rizza, consigliere

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NOMINATO IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA DEPUTAZIONE DELLA CAPPELLA DI SANTA LUCIA

L’Arcivescovo di Siracusa Mons. Salvatore Pappalardo ha comunicato i nomi del consiglio di amministrazione della Fondazione Deputazione della Cappella di Santa Lucia. L’arcivescovo ha nominato mons. Maurizio Aliotta, vicario generale dell’Arcidiocesi, nel ruolo di presidente. Sarà affiancato dall’avv. Giuseppe Piccione, dalla prof. Lucia Rizza, e dall’avv. Pietro Romano. Il consiglio si insedierà ufficialmente e inizierà la programmazione, soprattutto per la festa della patrona Santa Lucia. L’Arcivescovo ha ringraziato i quattro componenti uscenti: il presidente avv. Antonio Bandiera, il tesoriere mons. Vincenzo Calvo, e i consiglieri Gianni Failla e Concetta Olivieri.


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SETTIMA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI

In occasione della tradizionale settimana di preghiera per l’unità dei cristiani


Giovedì 19 gennaio ore 18,30 nel salone parrocchiale del SS. Salvatore di Siracusa

Conferenza – dibattito di GIOVANNI CERETI sul percorso dell’ecumenismo dai documenti del Concilio ecumenico Vaticano II ad oggi.


Sabato 21 gennaio ore 18,30 presso la parrocchia San Michele Arcangelo di Palazzolo

Celebrazione della Parola di Dio con la partecipazione dei rappresentanti  delle confessioni cattolica, ortodossa e protestante.


Lunedì 23 gennaio ore 18,30 presso la parrocchia Maria Madre della Chiesa (Bosco Minniti)  di Siracusa

Conferenza – dibattito di Mons. PASQUALE MAGNANO su San Giuseppe Innografo


Martedì 24 gennaio ore 18,30 presso la Chiesa Evangelica di Lentini

Conferenza – dibattito del teologo PAOLO RICCA, pastore valdese, sull’apporto tipico del mondo della Riforma al popolo di Dio che vuole valorizzare  il bene della ‘sequela’.

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DEDICAZIONE DELLA CATTEDRALE E ASSEMBLEA DIOCESANA

Si è celebrata ieri la ricorrenza della Dedicazione della Chiesa Cattedrale. L’Arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo ha presieduto la solenne celebrazione       eucaristica.
‘Periodicamente – ha detto mons. Pappalardo nel corso del’omelia – dobbiamo soffermarci a riflettere e verificare, insieme ai nostri più stretti collaboratori, come sono vissute le nostre celebrazioni eucaristiche, quale incidenza esse hanno nella vita del singolo fedele e nel tessuto delle nostre comunità; come evitare che esse si riducano ad un semplice rito che, per quanto solenne e ricco di simboli, rischia di rimanere inefficace per la vita spirituale di quanti vi partecipano; come, invece, dobbiamo valorizzare ogni singola celebrazione eucaristica, soprattutto quella domenicale, perché essa esprima e manifesti il mistero della Chiesa e diventi momento fortemente qualificante della vita di fede di ogni discepolo di Cristo e ne determini l’autentica spiritualità, che è la spiritualità della comunione e, perciò, del servizio e dell’amore cristiano. Nella Lettera per la Visita Pastorale ho scritto che «è mio desiderio che ciascuna comunità parrocchiale diventi ‘casa e scuola della comunione’ ove tutti, i singoli fedeli come le famiglie, le varie associazioni, i gruppi e movimenti e, soprattutto, i poveri trovino cordiale accoglienza e sperimentino la gioia dell’appartenenza reciproca». Questo auspicio, che spero diventi effettivo principio ispiratore ed orientativo della nostra azione pastorale, risponde a quella grande intuizione del Papa Giovanni Paolo II che, all’inizio del nuovo millennio, formulava questo preciso programma per la Chiesa universale: «Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia, se vogliamo essere fedeli al disegno di Dio e rispondere anche alle attese profonde del mondo» (NMI n.43). Avviando la Visita Pastorale, almeno nelle prime parrocchie ove sono stato già, ho cercato innanzitutto di evidenziare e valorizzare la celebrazione eucaristica come momento qualificante della vita della comunità ecclesiale; abbiamo cominciato anche a tenere l’assemblea pastorale aperta a tutti i fedeli al fine di far prendere consapevolezza e sperimentare la comune partecipazione e corresponsabilità alla vita e alla missione della Chiesa. Occorre innanzitutto – come ci ricordava ancora il Papa nella citata Lettera apostolica – «promuovere una spiritualità della comunione, facendola emergere – così Egli scriveva – come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l’uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell’altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità» (n.43).Indicando poi i contenuti di questa spiritualità il Papa delineava questo quadro abbastanza esaustivo che potrebbe costituire una bella pagina del progetto pastorale di ciascuna delle nostre comunità parrocchiali’. 
Prima della celebrazione si è tenuta l’Assemblea Pastorale Diocesana. Presente don Roberto Repole, presidente dell’Associazione teologica Italiana, che si è soffermato sul tema ” La Chiesa come Fraternità”.  Don Repole, Presbitero della diocesi di Torino, docente di Ecclesiologia e Cristologia presso la facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale – sezione di Torino, partendo dalla concezione biblica dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio, ha richiamato l’interpretazione di san Paolo che vede in Gesù Cristo l’immagine di Dio e dunque l’uomo creato secondo l’immagine di Dio lo è a immagine di Cristo, l’uomo ‘certo e vero’. La conseguenza di questa concezione dell’uomo è che in Cristo vero figlio di Dio gli uomini sono chiamati a diventare figli nel Figlio e ancora in quanto fratelli di Cristo fratelli tra di loro. In questo senso la Chiesa può dirsi una comunità di fratelli, un luogo dove vivere in maniera esemplare la fraternità. Questa fraternità si deve attuare con gli strumenti che il Concili Vaticano II, di cui ricorre quest’anno il cinquantesimo di indizione, ha rispristinato riscoprendoli dalla tradizione: la sodalità (termine greco che significa ‘camminare insieme’) da vivere negli organismi di partecipazione del popolo di dio alla vita della Chiesa.
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MONS. PAPPALARDO IN VISITA IN CARCERE

“Certo io non posso risolvere i vostri problemi. Ma mi farò portavoce dove mi sarà possibile per rappresentare le vostre legittime esigenze’. L’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo è accolto con un applauso nell’auditorium del carcere di Brucoli (Augusta).
L’Arcivescovo di Siracusa, nell’ambito della Visita Pastorale iniziata lo scorso novembre, ha iniziato dal territorio di Augusta ad incontrare i fedeli di tutta la Diocesi. Si recherà nelle parrocchie soprattutto, ma non solo. ‘Non avrei potuto celebrare il Natale – ha detto l’arcivescovo – senza incontrare tutti i miei fratelli e quindi senza incontrare anche voi’. Ad accogliere il pastore della Chiesa siracusana, accompagnato dal cappellano padre Maurizio Sierna e dai parroci di Augusta, è stato il vicedirettore della Casa di Reclusione, la dottoressa Cesira Rinaldi. ‘La detenzione – ha detto la dott.ssa Rinaldi – deve avere un suo significato. La privazione della libertà non deve comportare privazioni che vanno ad incidere sulla dignità della persona’.
La mancanza di fondi, il sovraffollamento nelle celle, la carenza di personale di polizia penitenziaria sono i principali problemi del carcere di Brucoli. ‘Abbiamo difficoltà anche nell’erogazione dell’acqua calda, ma la popolazione carceraria sa che la Direzione sta lavorando per migliorare le condizioni. Posso preannunciare, anche se la notizia dal Provveditorato è al momento ufficiosa, che è stata accolta la nostra richiesta di una distribuzione equa, in base ai detenuti presenti, dei fondi per i lavori. Saranno quindi aumentate le ore per i lavoranti e maggiore sarà la retribuzione che verrà data’.
Mons. Pappalardo si è rivolto ai detenuti. ‘Un vescovo non può restare per  conto proprio nel suo Palazzo. Nel suo dna c’è la Missione, andare e proclamare la Parola di Cristo. Siamo qui ognuno con la nostra storia e abbiamo bisogno del Vangelo. Voi non dovete sentirvi estranei alla comunità che è la Chiesa. Scontare la pena è giusto, ma la dignità di una persona va sempre rispettata’. Rivolgendosi alla dottoressa Rinaldi, l’arcivescovo ha chiesto se i parlamentari o  chi amministra la cosa pubblica viene in carcere per conoscere le condizioni dei detenuti. ‘Ognuno di noi porta nel cuore desideri e speranze e chiede a Dio che si possano realizzare con le azioni di vita. Mi piace ricordare Paolo VI che parlava della civiltà dell’amore, società nella quale emerge il bene. Si può umanizzare qualsiasi luogo quando ciascuno offre il meglio di sé’.
E’ stato Marco, in rappresentanza di tutti i detenuti, a ringraziare l’Arcivescovo per la sua visita. ‘Ci sono persone che vogliono mantenere intatta la propria dignità. Ognuno di noi, ovunque si trova, può essere Vangelo vissuto’.
L’Arcivescovo ha visitato poi due “blocchi” del carcere, portando la sua benedizione ad alcuni detenuti che non erano potuti scendere in auditorium.

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RICORRENZA DEDICAZIONE

Lunedì 9 Gennaio, nella ricorrenza della sua Dedicazione, si terrà in Cattedrale l’Assemblea Pastorale Diocesana con il seguente programma:

ore 18.00 – Riflessione tenuta da don Roberto Repole, presidente dell’Associazione teologica Italiana, sul tema ” La Chiesa come Fraternità”.

Seguirà la Concelebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo.
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IL NOSTRO ARCIVESCOVO INCONTRA LAURA SALAFIA

 – L’Arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo ha incontrato all’ospedale Cannizzaro di Catania Laura Salafia, la ragazza di Sortino rimasta gravemente paralizzata dopo essere stata colpita da un proiettile vagante l’1 luglio del 2010 in piazza Dante a Catania, nei pressi dell’ex monastero dei Benedettini. Obiettivo della sparatoria era un esponente di un clan mafioso. La ragazza ha trascorso gli ultimi 16 mesi a Imola al “Montecatone Rehabilitation Institute”. L’Arcivescovo aveva già incontrato Laura subito dopo il ferimento. Ai primi di dicembre la studentessa è tornata a Catania e nei giorni scorsi, e mons. Pappalardo è tornato a farle visita. “Un incontro bellissimo – ha detto mons. Pappalardo – . Laura è una persona splendida, con una forza straordinaria. Mi è apparsa serena, mi ha detto che vuole lanciare un messaggio ai giovani a credere nella vita”.
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