Decreto sugli esorcismi dei vescovi di Sicilia

È in continuo aumento il numero di fedeli che si recano da sacerdoti, o anche da laici, per chiedere “di essere liberati da presunte possessioni o infestazioni diaboliche causate, a loro dire, da malefici e fatture”. Talvolta le preghiere di liberazione sono recitate nelle chiese “davanti all’Eucarestia solennemente esposta, in adunanze pubbliche, con il rischio di alta spettacolarizzazione e con il pericolo di grave disorientamento dei presenti”. Sono alcune delle indicazioni contenute nel decreto su esorcismi e preghiere di guarigione e liberazione che i vescovi di Sicilia hanno promulgato per chiarire i contorni di un fenomeno crescente e dare una normativa giuridico-pastorale che delinei le possibilità di azione. La pratica dell’esorcismo è invece diminuita perchè sono aumentate le diagnosi di carattere psichico e psicologico.
Anche nelle diciotto Diocesi di Sicilia si è diffusa la prassi da parte di alcuni sacerdoti di indire riunioni nelle quali si svolgono preghiere per ottenere la guarigione. Spesso associate a celebrazioni liturgiche che vengono definite impropriamente “messe di guarigione”.

“La Conferenza Episcopale Siciliana – spiega il vicario generale, mons. Sebastiano Amenta – ha emanato un Decreto circa gli esorcismi e le preghiere di guarigione e di liberazione con il quale detta precise norme circa la celebrazione dell’esorcismo maggiore e le preghiere di guarigione e di liberazione. E’ stato riscontrato, che oltre ad essere in aumento il numero di fedeli che chiedono di poter ricorrere agli esorcismi, non di rado sacerdoti, ed anche laici, promuovono momenti di preghiera di liberazione e guarigione recitando anche preghiere di esorcismo. E’ giunta notizia che, anche nella nostra diocesi, talvolta hanno agito sacerdoti extra-diocesani che sono stati invitati a guidare tali momenti di preghiera in abitazioni private. Le norme introdotte con il citato Decreto sono da ritenersi inderogabili, non lasciando spazi di discrezionalità”. 

La Congregazione per la Dottrina della Fede ha emanato delle norme da seguire. Il testo si oppone ad “esorcismi fai da te” e traccia un riferimento preciso per coloro che esercitano il ministero, ma anche a chi prima di indirizzare un fedele dall’esorcista è chiamato a fare un discernimento tra reale disturbo e mera suggestione. Spesso si rischia di spettacolarizzare la preghiera di liberazione. Ancor peggio alcune volte tali preghiere avvengono in case private a cura di laici, a volte anche assistiti da sacerdoti.

 

In allegato il decreto della CESi

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