I riti della Settimana Santa a Canicattini Bagni hanno due momenti salienti: il Venerdì Santo “U Santissimu Cristu” e “A Paci Paci” il giorno di Pasqua.
IL VENERDI SANTO
Il Venerdì Santo, nota come “A SIRA RO SS CRISTO”, si vivono momenti ricchi di tradizione e devozione che non si ripetono in altri Comuni della Sicilia. Canicattini Bagni ha le peculiarità che si porta in processione l’Ecce Homo (il Cristo Flagellato), invece del Cristo Crocifisso o il Cristo morto, oppure gruppi statuari.
Nella Chiesa Madre si celebra la Liturgia di Passione. Dopo la liturgia della Parola, l’adorazione della Croce e la comunione avviene la predica sulla passione del Signore che termina quando viene pronunciato da parte del predicatore appositamente invitato la frase “Ecce Homo”. In quell’istante viene svelato il simulacro dell’Ecce Homo, una statua in carte peste alta 130 cm risalente alla fine del ‘600, che viene collocato su un fercolo (vara) di stile gotico. Nel frattempo sono già affluiti in chiesa i nuri (nudi), e inizia quindi la lunga processione (ben cinque ore) che si snoda tra le vie del paese, aperta dello stendardo nero, alto e pesante. Il fercolo viene portato a spalla dalle varie associazioni che operano a Canicattini Bagni che durante l’intera processione si alternano con i fedeli. Inoltre durante la processione i nuri, che precedono il simulacro, intonano u lamientu un tipico canto della Settimana Santa, al quale si alterna u cantu re virgineddi (“i virginieddi” sono delle fanciulle vestite di bianco).
I nuri sono uomini che per voto o per grazia ricevuta, solo quella particolare sera, sono vestiti con pantaloni, camicia e calze bianche e sulle spalle portano una mantella rossa sulla quale sono cucite al centro e ai lati delle croci color giallo-oro, a imitazione del Simulacro. Alcuni invece indossano un particolare scialle di lana o di lana-seta di color rosso cupo, con tipiche decorazione orientaleggianti, lavorato utilizzando gli antichi telai (questo scialle, fino alla fine dell’800, era usato dalle donne in occasione del matrimonio).
I nuri inoltre portano al collo una corda intrecciata di ampelodesmo – detta u pasturuni – annodata a mò di cappio, tipico delle Compagnie dei Penitenti. La testa è coperta da un fazzoletto annodato a trinciettu (legato dietro la nuca) sul quale viene posto u circu (corona) intrecciata con verghe di mitavira, una pianta selvatica. Ciascuno tiene in mano una cannuccia, simbolo dello scettro regale, alla cui estremità superiore viene inserita un’immagine piccola del SS. Cristo, tenuta fissa con un nastrino rosso legato a fiocco. Il nuru raffigura il Cristo deriso, schernito e beffeggiato nel Pretorio di Pilato. U lamientu (il lamento) è un canto molto commovente e suggestivo che rievoca i patimenti della Passione di Cristo. In questo canto si celano dolore, tormento, pianto e sofferenza di cui Gesù Cristo e la madre Maria, sono i protagonisti.
IL GIORNO DI PASQUA
A Paci Paci, l’incontro tra il Cristo risorto e la Madonna addolorata, si svolge la Domenica di Pasqua. La processione dei due simulacri prende il via da due punti diversi: la Madonna addolorata esce dalla Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, il Cristo Risorto, dalla Chiesa Madre. Al primo incontro, davanti la Chiesa Maria SS. Ausiliatrice, alla Madonna viene tolto il manto nero e, lasciatole quello azzurro, al grido “A Paci Paci”, le viene fatto incontrare il Figlio risorto. Il rito si ripete ancora davanti alla Chiesa delle Anime Sante e alla Chiesa di S. Maria degli Angeli (la Matrice).