L’arcivescovo Lomanto: “Ripensiamo il turismo”

Lì dove i progetti sembrano svanire, lì dove gli eventi negativi sembrano prendere il sopravvento, Dio interviene in maniera provvidenziale e si fa portatore di liberazione. Anche nel vostro lavoro non sono mancate difficoltà negli ultimi anni a causa della difficile crisi sanitaria, la quale ha messo in luce tante disuguaglianze e ingiustizie. Oggi però ci è data un’occasione nuova per ripartire. Tale occasione non sarà sprecata se avremo la capacità di “ripensare il turismo”. Lo ha detto l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto rivolgendosi agli operatori del turismo durante il tradizionale precetto pasquale che quest’anno ha avuto luogo nella chiesa di San Giuseppe. Un’iniziativa fortemente voluta dal direttore dell’Ufficio per la Pastorale del Turismo, don Helenio Schettini.
Il turismo dovrà avviare processi di cambiamento che guardino ad uno stile sostenibile e a uno sviluppo integrale della persona. (…) Ho indetto un anno giubilare mariano per la nostra Chiesa diocesana, in ricordo del 70esimo anniversario della prodigiosa lacrimazione di Maria nella nostra città. Tale giubileo rappresenta un’occasione per la nostra comunità di riscoprire il segno che Dio ha voluto donare alla nostra Chiesa per mezzo della Madre sua. A perenne memoria di questo evento è sorto il nostro Santuario che è meta di tanti pellegrini. A voi chiedo di farvi annunciatori di questo messaggio, vi esorto ad accompagnare anche gli scettici, i lontani, o i disinteressati all’incontro con questo messaggio. La storia della nostra città è anche questa, a noi il dovere di custodirla e di consegnarla.
Accanto alle opere d’arte raffiguranti soggetti mariani che ci illuminano sul cammino di fede della Madonna e sulla nostra adesione a Dio, nonché sui valori della persona, della famiglia e dell’amicizia sociale, l’evento della lacrimazione di Maria ‒ che è l’opera d’arte di Dio ‒ ci ricorda la realtà umana del dolore che impastato di fede ci dona la beatitudine, e perciò ci fa sentire il sostegno della compassione di Dio e della presenza materna di Maria nel cammino di speranza che tutti siamo chiamati a percorrere. Questo auguro di cuore a voi e a tutti i destinatari del vostro messaggio: l’incanto della bellezza dell’arte sacra e dei segni del divino vi doni la gioia di rimanere saldi nell’amore di Dio che tutto può“.
Hanno concelebrato don Claudio Magro, direttore dell’ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro, don Gianluca Belfiore, rettore della chiesa di San Giuseppe, padre Flavio Cappuccio, parroco della chiesa dell’Immacolata.