“LA NOSTRA FEDE DIVENTI VISIBILE NELL’AZIONE CONCRETA DELLA SOLIDARIETA'”

‘La processione eucaristica non è solo un atto di fede, ma anche di carità. La nostra fede diventi visibile nell’azione concreta della solidarietà. Impegniamoci perciò a portare gioia dove c’è tristezza, cibo dove c’è indigenza, conforto dove c’è solitudine, speranza dove c’è disperazione’. Con queste parole l’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, ha concluso la processione della solennità del Corpus Domini, uno dei momenti significativi di vita ecclesiale. Dopo la celebrazione presieduta dall’arcivescovo nella Basilica Santuario Madonna delle Lacrime, la processione eucaristica dal Santuario è arrivata al piazzale del Pantheon. ‘La processione – ha detto l’arcivescovo – è occasione per manifestare pubblicamente la nostra fede nel Signore Gesù e la certezza della sua reale presenza tra noi nel segno del Pane eucaristico. Non abbiamo portato un oggetto sacro, né una reliquia; la fede della Chiesa ci dice che in quel Pane, consacrato dallo Spirito di Dio, è la Persona stessa di Gesù che è presente con noi. L’Eucarestia è lo stesso Gesù che, passando per le strade della Palestina, ha guarito gli ammalati, ha risuscitato i morti, ha sfamato la folla, ha dato speranza a tutti. Egli, stasera, si è fatto pellegrino con noi per le strade della nostra città di Siracusa ed anche a noi rivolge ora il suo sguardo di misericordia e ci dice parole di speranza’.
L’arcivescovo ha riportato subito all’attualità: ‘Nel nostro tempo in cui la povertà e, ancor peggio, la rabbia stanno diventando cronaca quotidiana con effetti deleteri fino a generare nell’animo di tanti uomini sfiducia e disperazione – in taluni casi, anche il suicidio – bisogna guardare con maggiore fiducia al Signore, che può cambiare ogni situazione difficile in luogo di salvezza. Tocca a chi crede in Gesù – a noi, carissimi fratelli e sorelle – trasformare in preghiera queste situazioni tristi; in una preghiera insistente, pressante, che in certo senso si fa carico del peso delle sofferenze altrui ed ottiene da Dio quanto chiede. Oggi, Gesù chiede a noi di essere creativi nel bene, di raggiungere tutti con la solidarietà del suo amore, impegnandoci personalmente senza delegare altri, senza puntare il dito contro alcuno, ma assumendoci ciascuno il peso degli altri. Il Santo Padre Papa Francesco, giovedì scorso, ha ricordato ‘che nella Chiesa, ma anche nella società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è ‘solidarietà’, saper mettere, cioè, a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità, perché solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda, porterà frutto’ (Omelia alla Messa del Corpus Domini). Nel nome dii Gesù dobbiamo portare il suo sollievo mettendo a disposizione del Signore i pochi pani e pesci che abbiamo, certi che Lui li moltiplicherà. Questo è il significato più vero della processione eucaristica: passando lungo le strade della nostra storia, segnate come sono da tante croci, dobbiamo sentirci stimolati a piantare nel cuore di ogni uomo la speranza della Presenza viva e vera di Gesù’.