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“Sapete ciò che vi ho fatto” (Gv 13,12)

E’ tutto pronto al teatro greco di Siracusa per ospitare anche quest’anno la Via Crucis cittadina, giunta alla V edizione.
L’evento avrà luogo venerdì 27 marzo a partire dalla 19,45. La Via crucis, promossa dalla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime in
collaborazione con il Comune di Siracusa, la Soprintendenza ai beni culturali, la Fondazione Inda e la Kairos, avrà per titolo “Sapete ciò che vi ho fatto?” (Gv 13,12) – Le domande di Gesù nel mistero pasquale, e per sottotitolo una frase di papa Francesco che ne spiega il senso: «Certe realtà della vita si vedono soltanto con gli occhi puliti dalle lacrime».
La presentazione avrà luogo giovedì 26 marzo, alle ore 17.00, nella chiesa di San Nicolò, all’ingresso del parco archeologico della Neapolis.
Interverranno don Luca Saraceno, rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime; il vicesindaco di Siracusa, Francesco Italia; l’attrice Lina Sastri, che leggerà le meditazioni; l’attore Davide Sbrogiò che leggerà i passi evangelici; Irene Pisano della Kairos; ed i rappresentanti della Fondazione Inda e della Sovrintendenza ai beni culturali.
Dodici stazioni in tutto, 12 domande di Gesù presenti nei racconti evangelici e rivolte ai suoi interlocutori, sul significato della sua identità, della memoria pasquale, sul primato del servizio, sul senso della preghiera, sul perchè della violenza e del tradimento, sulla ragione dell’amore e dell’abbandono al Padre, sul perchè delle lacrime. 

 

Diocesi in festa

Diocesi in festa oggi per festeggiare il compleanno dell’arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo.
Una giornata che l’arcivescovo, che oggi compie settantanni, ha voluto trascorrere in compagnia dei suoi confratelli, nel corso di un incontro preceduto da una riflessione sulla Lumen Gentium.
Mons. Salvatore Pappalardo è stato ordinato presbitero il 30 giugno 1968. Dopo avere ricoperto diversi incarichi dal 1989 al 1998 è stato Vicario generale di Catania. E’ stato ordinato vescovo il 5 marzo 1998 nella Basilica Cattedrale di Catania. Inizia il suo ministero episcopale nella diocesi di Nicosia il 25 marzo 1998. Il 12 settembre 2008 Sua Santità Benedetto XVI lo elegge Arcivescovo Metropolita di Siracusa. Inizia il ministero pastorale nell’Arcidiocesi l’8 novembre 2008.

Per il proprio motto, Mons. Pappalardo ha scelto le parole “Servus per Iesum” con la ferma volontà di seguire l’esempio del Maestro che è «venuto non per essere servito ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Vangelo secondo Marco 10,45).
 
 

Via Crucis Cittadina

Grande attesa anche quest’anno per la Via Crucis cittadina, giunta alla V edizione.
L’evento, che in questi anni ha richiamato migliaia di persone al teatro greco di Siracusa, avrà luogo venerdì 27 marzo a partire dalla 19,45.
La Via crucis, promossa dalla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime in collaborazione con il Comune di Siracusa, la Soprintendenza ai beni culturali, la
Fondazione Inda e la Kairos, avrà per titolo “Sapete ciò che vi ho fatto?” (Gv 13,12) – Le domande di Gesù nel mistero pasquale, e per sottotitolo una frase di papa Francesco che ne spiega il senso: «Certe realtà della vita si vedono soltanto con gli occhi puliti dalle lacrime».
Prenderà il via con un pellegrinaggio che prevede una statio iniziale nell’agorà, dietro la scena del suggestivo Teatro Greco, davanti alla cavea in allestimento per le
tragedie greche, e una statio finale dentro la Basilica Santuario a piedi del quadretto prodigioso della Madonna delle Lacrime.
Dodici stazioni in tutto, 12 domande di Gesù presenti nei racconti evangelici e rivolte ai suoi interlocutori, sul significato della sua identità, della memoria pasquale, sul primato del servizio, sul senso della preghiera, sul perchè della violenza e del tradimento, sulla ragione dell’amore e dell’abbandono al Padre, sul perchè delle lacrime. La Via Crucis vedrà la partecipazione straordinaria dell’attrice italiana Lina Sastri, che ha accettato l’invito a vivere questo evento, e leggerà le meditazioni scritte per l’occasione. L’attore Davide Sbrogiò leggerà i passi evangelici.

Nuovo direttivo alla Caritas diocesana

Il diacono Filippo Villaruel è stato nominato direttore della Caritas diocesana.

L’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, accogliendo le dimissioni del direttore Rodolfo Dierna, ha proceduto alla nomina della nuova direzione.

Oltre al direttore, l’arcivescovo ha nominato don Marco Tarascio, vice direttore; il diacono Antonio Bianca, segretario tesoriere; e poi i componenti Angelo Cerruto
(per il vicariato di Augusta – Melilli); Tiziana Morello (per il vicariato di Lentini); Paolo Iapichino (per il vicariato di Palazzolo Acreide); il diacono Angelo Di Raimondo (per il vicariato di Siracusa); Giovanna Spanu e Sergio Quadarella.

I rappresentanti dei quattro vicariati sono stati presentati all’arcivescovo dai rispettivi Vicari foranei dopo la consultazione da questi promossa tra i parroci del Vicariato stesso. Un sentimento di profonda gratitudine è stato rivolto all’avv. Rodolfo Dierna per l’impegno e la testimonianza di servizio che – insieme a quanti lo hanno collaborato – ha offerto non solo alla comunità diocesana, ma anche a quella civile.

L’organo della Cattedrale torna a suonare

Oltre dodici mila componenti, dotato di 36 registri, per un totale di 2308 canne, che hanno dimensioni che vanno dai 5,50 metri di altezza fino ai 2 cm. Sono questi i numeri dell’organo della Cattedrale. Dopo 14 mesi è stato completato il restauro in un laboratorio da parte dell’azienda ragusana di Antonio e Alessandro Bovelacci. Adesso l’organo sarà rismontato e rimontato nel presbiterio in Cattedrale.
“L’organo risale al 1914 quindi ha un secolo di vita. Il lavoro di restauro si è reso necessario perché da più di 30 anni l’organo non era in condizione di suonare – ha spiegato mons. Sebastiano Amenta, vicario generale dell’Arcidiocesi –. Siamo a metà del lavoro. L’organo, dopo essere stato rimontato nel laboratorio e restaurato, dovrà essere trasferito in Cattedrale. E’ uno strumento unico per il nostro territorio: 2300 canne, 36 registri, migliaia di componenti. Tre le fonti di finanziamento: il 60 per cento la Regione Siciliana, il 25 per cento la Cei, con una quota dell’8 per mille destinata al restauro e la restante parte è stata coperta con i proventi che ci derivano dalla fruizione turistica della Cattedrale. Questo ci consente di affrontare anche le spese di recupero della cella organaria ed il restauro del prospetto ligneo settecentesco. Una sinergia di intenti che ha coinvolto anche la Sovrintendenza per un risultato eccezionale”.
Il parroco della Cattedrale, mons. Salvatore Marino, ha portato il suo saluto: “La liturgia ha bisogno della musica che tra le arti è la più trascendente. L’organo è uno strumento quindi fondamentale e noi siamo lieti che a breve potrà nuovamente accompagnare le celebrazioni in Cattedrale”.
Infine Antonio Bovelacci, organaro restauratore, è entrato nel dettaglio: “Esattamente 25 anni fa mio figlio Alessandro ed io abbiamo avuto il privilegio di essere gli unici allievi del maestro Michele Polizzi junior di Modica, ultimo rappresentante delle omonima prestigiosa ditta che in un secolo di attività ha dotato le chiese siciliane di 127 pregevoli strumenti tutti apprezzati per affidabilità ed eufonia. Dalla citata esperienza è nata la nostra ditta che fino ad oggi ha effettuato circa  80 restauri in tutta la Sicilia.  L’organo della Cattedrale di Siracusa è il secondo per grandezza della produzione Polizzi. Porta il numero di catalogo numero 52. Come scrivono i collaudatori dell’epoca si tratta di una vera e propria opera d’arte. Lo strumento è composto di due tastiere di 58 tasti cadauna e di una pedaliera di 27 pedali. E’ dotato di 36 registri che in pratica sono i colori di cui è dotato l’organo, per un totale di 2308 canne; è alimentato da due grandi mantici a lanterna.  Le canne di questo organo hanno dimensioni che vanno dai 5,50 metri di altezza fino ai 2 cm. Il materiale è prevalentemente costituito da una lega di stagno e piombo. Altre in legno ed Altre in zinco. Abbiamo iniziato i lavori di restauro censendo tutte le canne e le altre parti componenti dell’organo. Abbiamo trasportato tutti i materiali, restaurato tutte le parti meccaniche formate da circa 12 mila componenti, abbiamo restaurato 18 somieri, che sono quelle parti che sostengono ed alimentano le canne. Abbiamo restaurato i mantici per potere dare aria al sistema, collegato due tastiere di servizio, e rimontato il tutto nella posizione originaria delle parti. Quindi è cominciata l’operazione della intonazione che consiste nel far emettere alle canne il giusto timbro in relazione al registro di appartenenza. L’intervento fino ad ora è durato 14 mesi ed ha visto impiegate a tempo pieno 4 persone. Adesso inizieremo il graduale smontaggio di tutte le parti che verranno posizionate nella cella organaria restaurata della Cattedrale. Sarà progressivamente montato e collegato meccanicamente e pneumaticamente. Si procederà all’intonazione definitiva delle canne che deve essere adattata all’acustica della Chiesa. Infine si concluderà con la lunga fase dell’accordatura finale che consiste nel realizzare il perfetto unisono tra tutte le componenti”.

Rispondere all’indifferenza con la carità

“Affinché il cammino della Quaresima sia per tutti un tempo di Grazia, bisogna prima accogliere l’amore gratuito di Dio che previene ogni nostra azione e poi lasciarsi scuotere dal  grido dei profeti che ci mettono in guardia dalla tentazione della globalizzazione dell’indifferenza”.
Mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa e delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per la Liturgia, propone una riflessione in occasione dell’inizio della Quaresima. Un “cammino liturgico” che risponda all’indifferenza con la globalizzazione della carità.
Anche la liturgia, con la sua forza misterica e al contempo incarnata può aiutare in questo tempo quaresimale le comunità ad uscire dall’isolamento che l’indifferenza causa ed aprirsi generosamente all’uomo di oggi.
Il cammino proposto da mons. Pappalardo, sulle orme della riflessione di Papa Francesco, è fatto di tre passi capaci di far “vivere fruttuosamente la Quaresima, tempo di Grazia che interpella la Chiesa, le parrocchie e le comunità e ogni singolo fedele”: accanto alla carità, la preghiera e la conversione.

 


“Per amore della nostra città … “

La conversione al primato del bene comune, contro tutte le spinte particolaristiche e l’individualismo. E’ questa la meta indicata dai parroci di Augusta per la Quaresima da vivere come tempo di conversione, di ritorno ai valori essenziali della vita.
Un messaggio-appello urgente anche alla luce della situazione e degli ultimi eventi riguardanti Augusta privata di essenziali pubbliche prestazioni, quali la chiusura dei servizi inerenti la stazione ferroviaria, la soppressione del tribunale e dell’ufficio del giudice di pace, lo scioglimento del consiglio comunale per sospette infiltrazioni mafiose, il rimaneggiamento dell’ospedale e il trasferimento del punto nascite, la chiusura dell’agenzia delle entrate, la paventata minaccia della chiusura degli uffici Inps.
“Sono tanti i problemi che angosciano il nostro cuore e che mortificano lo spirito degli uomini che vivono in questa nostra terra – la carenza di occupazione, che colpisce le famiglie ed i giovani in particolare, la diffusione della droga, l’estendersi quasi incontrastato della crimi­nalità comune e mafiosa, tutte quelle forme di attentato alla vita ed alla dignità della persona – e, soprattutto, il problema dell’inquinamento e delle sue conseguenze che affliggono la popolazione ed il territorio”.
I parroci ricordano che dopo la dichiarazione di area ad elevato rischi di crisi ambientale in sei comuni della diocesi (Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa, Floridia, Solarino) “ci si aspettava l’avvio di progetti ed iniziative miranti alla salvaguardia del territorio, al disinquinamento ed al risanamento ambientale; iniziative che, fino ad ora, o non sono state effettuate o risultano solo parziali. Noi parroci di Augusta non possiamo restare inerti o indifferenti di fronte a così grave situazione, sulla quale ci sembra che spesso si stenda una preoccupante forma di silenzio. Riconosciamo che le scelte economico-politiche dei decenni scorsi, pur avendo portato un indubbio benessere alle popolazioni favorendo un generalizzato innalzamento del tenore di vita, hanno anche, purtroppo, creato scompensi gravissimi nel nostro territorio e nell’economia locale, stravolgendone anche la vocazione lavorativa propria, per il cui futuro non si intravedono più altre alternative.
Facendo eco agli insegnamenti della Chiesa ribadiamo che l’inquinamento indiscriminato e disordinato è da considerare come violazione della legge divina e, di conseguenza, come un attentato alla vita stessa dell’uomo e prendiamo atto che è un «diritto per l’uomo vivere in un ambiente sicuro». Nello stesso tempo riconosciamo il gravissimo problema della mancanza di lavoro che attanaglia tante famiglie ed i giovani soprattutto. Rigettiamo con forza l’alternativa capestro, data per ineluttabile, di scegliere tra salute e lavoro ed ulteriore disoccupazione e conseguente fuga dei nostri giovani. 
Noi crediamo che possano e debbano essere cercati ed avviati processi positivi sia per tutelare e bonificare il nostro territorio, sia per creare urgentemente nuove forme di sviluppo e di occupazione per dare serenità ai nostri giovani. Per questo riteniamo che tutte le forze sociali (politici, istituzioni, industrie, imprenditori, sindacati, associazioni, liberi cittadini), debbano attivarsi e cooperare, guardando esclusivamente al bene comune (che quando è veramente tale non risulta incompatibile con giuste aspettative di profitto), per trovare e prospettare quelle soluzioni che migliorino la qualità di vita nel nostro ambiente ed aprano nuove possibilità di sviluppo. Temiamo che logiche asservite ad interessi di parti o di gruppi, che non hanno di mira il bene comune, bensì il profitto particolare di alcuni, finiscano spesso per prevalere a tanti livelli, a volte anche a quelli deputati al controllo e alla promozione sociale, ed ipotechino in maniera assolutamente negativa la speranza di questa nostra terra. Siamo stanchi dell’individualismo e dell’apatia sociale che spesso ci contraddistinguono. Per questo a tutti rivolgiamo un appello a voler essere protagonisti del bene della nostra città, mettendo a disposizione interessi, competenze, tempo e cariche. Il primo passo che chiediamo a noi e alle nostre comunità è di uscire da una concezione individualistica della fede stessa, come riguardante esclusivamente “il mio rapporto con Dio” e “la salvezza della mia anima”, e da una concezione della fede come estranea alle problematiche di questo nostro mondo. La fede, invece, si pone al centro e tocca il cuore della nostra vita sia personale, sia comunitaria e ci fa stare nel mondo con le “modalità di Dio e del Vangelo”, che hanno a cuore la costruzione del Regno, cioè una salvezza che riguarda tutti gli uomini e tutto l’uomo, il presente ed il futuro. Questa fede non ci fa fuggire o rifuggire dalla storia concreta in cui siamo inseriti, bensì pone sulle spalle della nostra responsabilità tutte le problematiche riguardanti noi e gli uomini nostri fratelli”.

Visita pastorale a Sant’Angela Merici

Nell’ambito della Visita Pastorale alla parrocchia di Sant’Antonio di Padova, l’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo, accompagnato da mons. Ignazio Sbona, si è recato alla Fondazione Sant’Angela Merici.
Accolto dal presidente, mons. Giovanni Accolla, l’arcivescovo ha visitato i locali dell’Istituto psicopedagogico ed ha incontrato gli ospiti dell’Istituto e della casa di riposo “Mons. Salvatore Gozzo”. Nella cappella, mons. Accolla ha presentato i numeri della Fondazione:
l’Istituto psicopedagogico, accreditato per 60 prestazioni giornaliere in regime di residenzialità; la casa di riposo ospita 80 anziani; la casa alloggio “Madonna delle Lacrime” accreditata per dieci posti letto. Il personale della Fondazione è costituito da 182 operatori. “Da pochi mesi – ha detto mons. Accolla – hanno avuto inizio le attività sanitarie non convenzionate per allargare l’offerta nell’ambito della riabilitazione a quanti non trovano tempestive coperture nel servizio pubblico, soprattutto per le lunghe liste d’attesa”.

 

Settimana dell’Unità dei cristiani

La  Settimana  di  preghiera  per  l’unità  dei  cristiani si  svolge prevalentemente  nelle  parrocchie  della  diocesi.  L’Ufficio  diocesano  per  l’Ecumenismo  e  il  Dialogo  Interreligioso quest’anno  ha curato due  eventi.  Il  primo è  la  celebrazione ecumenica della Parola di Dio.  Quest’anno  si  svolgerà  presso la  parrocchia Cristo Re di Lentini. L’Ufficio ha supportato il parroco, don Alfio Scapellato, che ha coinvolto sin dall’inizio in questa iniziativa i responsabili delle chiese riformate di Lentini: è stato questo un modo non solo per invitare a pregare insieme, ma anche per preparare insieme la  preghiera  stessa.  Il  tema  sarà:  Dammi un po’ d’acqua da bere.  Il titolo  è  ripreso  dall’episodio  del  Vangelo  di  Giovanni  (cap.  4), in  cui si racconta dell’incontro tra Gesù e la Samaritana al pozzo. Il secondo evento,  ha  carattere  cittadino:  si  tratta  di  un  incontro  di  formazione, presso  la  Chiesa  Madre  di  Solarino. L’incontro guidato dall’équipe diocesana Nuovi Stili di Vita.
“L’ecumenismo  è  uno  stile  dettato  dal  Vangelo – ha spiegato don Nisi Candido, direttore dell’
Ufficio  diocesano  per  l’Ecumenismo  e  il  Dialogo  Interreligioso  :  costituisce  quindi un  dovere  ineludibile  di  ogni  cristiano.  Se  la  storia  ha  visto  sorgere e  definirsi  percorsi  diversi,  questo  non  vuol  dire  che  le  confessioni cristiane  non  possano  raggiungere  l’unità.  Ovviamente,  ci  sono  state epoche in cui il dialogo ecumenico è stato più difficile: molto dipende dalla capacità dei credenti in Cristo di relazionarsi tra loro, marcando di più le ragioni che portano verso una unità nella diversità”.

La Visita Pastorale dell’Arcivescovo

Si è conclusa la Visita Pastorale dell’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, nella parrocchia Madre di Dio a Siracusa.
Momenti di festa, di gioia e di comunione per il pastore della Chiesa siracusana accolto dalla comunità parrocchiale guidata da don Santino Fortunato. Tanti gli incontri con le diverse realtà parrocchiali ed anche con i rappresentanti istituzionali del territorio.
Il vescovo adesso ha già programmato la visita nelle parrocchie di San Salvatore e di Sant’Antonio di Padova.