Elezioni dei campanellai

“Il prossimo 7 dicembre – scrivono i vescovi – ricorderemo il 50 della promulgazione del Decreto conciliare Presbyterorum Ordinis, sul ministero e la vita dei presbiteri, i quali “in virtù dell’Ordinazione e della missione che ricevono dai Vescovi, sono promossi al servizio di Cristo maestro, sacerdote e re. Essi partecipano al Suo ministero, per il quale la Chiesa qui in terra è incessantemente edificata in popolo di Dio, corpo di Cristo e tempio vivo dello Spirito Santo” (Proemio). Volendo commemorare quel felice anniversario, è stato avviato un percorso di riflessione e di studio del documento promosso dalla Commissione Presbiterale Siciliana durante l’anno pastorale in corso. Attingendo anche alla nostra tradizione convegnistica, si è scelto di svolgere cinque seminari di studio nelle Metropolie della nostra Regione Ecclesiastica, con il coinvolgimento dei Consigli presbiterali. Così facendo si è voluta tracciare una pista condivisa, allo scopo di facilitare il cammino sinodale, per giungere alla celebrazione del IV Convegno Regionale dei Presbiteri di Sicilia. Siamo consapevoli della grave responsabilità che incombe su di noi in ordine al cammino di santità da percorrere nelle Chiese affidate alle nostre cure pastorali, in particolar modo insieme con i nostri presbiteri, “saggi collaboratori dell’Ordine episcopale” (LG 28), con i quali formiamo l’unico presbiterio. Infatti è evidente che “nessun presbitero è in condizione di realizzare a fondo la propria missione se agisce da solo e per proprio conto, senza unire le proprie forze a quelle degli altri presbiteri sotto la guida di coloro che governano la Chiesa” (PO 7). L’amore paterno e la volontà di servire con gioia le persone che sono state affidate alla nostra cura pastorale ci spinge a essere attenti, docili, vigili, umili, disponibili a motivare con entusiasmo e generosità il nostro ministero”.
Misericordia non è buonismo, né sentimentalismo. In gioco è la credibilità dei cristiani.
Ma la misericordia – mette in guardia il Pontefice – non si riceve soltanto, si mette anche in pratica. Anzi: “Saremo veramente beati e felici soltanto se entreremo nella logica divina del dono, dell’amore gratuito, se scopriremo che Dio ci ha amati infinitamente per renderci capaci di amare come Lui, senza misura”. Come diventare, allora, strumenti di misericordia verso il prossimo, ricordando che “la misericordia non è ‘buonismo’, né mero sentimentalismo”, perché in essa è in gioco “la nostra credibilità di cristiani nel mondo di oggi?
“Cracovia ci aspetta con le braccia ed il cuore aperti!” Dice ancora il Papa ai giovani, invitandoli a fissare gli occhi di Dio “colmi di amore infinito ed a lasciarsi raggiungere dal suo sguardo misericordioso”, “capace di cambiare la vita”, “guarire le ferite dell’anima”, “saziare la sete d’amore, di pace, di gioia e di felicità vera”. “Venite a Lui e non abbiate paura! – è l’accorato appello del Papa ai ragazzi – Lasciatevi toccare dalla sua misericordia senza limiti per diventare apostoli della misericordia in un mondo ferito da egoismo, odio e tanta disperazione”. Portate “la fiamma dell’amore misericordioso di Cristo” nella vita quotidiana e “sino ai confini della terra”, conclude il messaggio, ed il Papa vi accompagnerà con la sua preghiera. (cfr. messaggio del Papa Francesco per la GMG 2016)
Ieri, proprio nel Santuario della Madonna delle Lacrime, si sono celebrati due momenti per ricordare questo legame: circa 4 mila fedeli provenienti da tutta la Sicilia hanno affollato il tempio mariano. Sono i Gruppi di preghiera Padre Pio che come ogni anno si danno appuntamento a Siracusa per un momento di preghiera. A presiedere la celebrazione eucaristica è stato mons. Michele Castoro, arcivescovo di San Giovanni Rotondo, che di mattina ha benedetto nella cripta del Santuario la teca con le reliquie di Padre Pio. Nella teca sono custoditi una reliquia donata dal ministro provinciale dei Frati Minori dei Cappuccini della Provincia di Sant’Angelo e Padre Pio il 15 maggio 2013. Si tratta di un pezzetto di panno con il quale San Pio astergeva la piaga del costato. Ed ancora una delle immaginette della Madonna delle Lacrime, donata dall’arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo il 19 ottobre 2014, sulla quale padre Pio ha scritto: «Maria non ritiri mai da te il suo sguardo materno», datata 10 luglio 1961. Ed infine un fazzoletto, appartenuto alla signora Iannuso, donato al Santuario dal suo figlio primogenito, Mariano, nel 2014, sul quale sono visibili le tracce delle stigmate del santo di Pietrelcina.
“Completiamo la cappella dedicata a padre Pio – ha detto don Luca Saraceno, rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime –. Abbiamo iniziato quest’opera quattro anni fa proprio per testimoniare il profondo legame tra la Madonnina ed il Santo di Pietrelcina. Dal museo della casa del sollievo della sofferenza abbiamo avuto la scansione di alcune immaginette della nostra Madonnina delle Lacrime con la dedica del Santo e la sua firma autografa. Si tratta di immaginette con pensieri spirituali sulla Madonna che padre Pio consegnava ai suoi figli spirituali e autografava di suo pugno. E mons. Castoro lo scorso anno ci ha donato una di queste immaginette. Abbiamo sempre avuto notizie certe della devozione del Santo stigmatizzato per la Madonna in particolare per la nostra Madonnina”.
La storia del fazzoletto
Un devoto della Madonna delle Lacrime, un frate di Palermo e figlio spirituale di p. Pio, trovandosi a Siracusa per far visita alla Madonnina, passò a salutare la signora Antonina Giusto in Iannuso, sua amica nonché proprietaria del quadretto miracoloso, e le comunicò che di lì a qualche giorno sarebbe andato a San Giovanni Rotondo per incontrare p. Pio.