Si continua a registrare un impoverimento in Sicilia. Le principali preoccupazioni sono l’abitazione, la salute, la bassa scolarizzazione, il lavoro non solo precario ma anche insufficiente a soddisfare i bisogni della persona e del nucleo familiare. Il report statistico 2024 di Caritas Italiana sulla povertà consegna una fotografia drammatica in Sicilia. Cresce il numero delle persone accompagnate e aiutate dalle Caritas diocesane anche se il report si basa sui servizi “informatizzati”, in realtà le opere sui territori sono di più.
E Caritas Sicilia ribadisce che non si tratta di numeri, ma di volti. Persone che rappresentano altrettante famiglie. “Ovviamente – spiega Domenico Leggio, delegato regionale Caritas – quanto rilevato dalla rete dei centri di ascolto è un campione rispetto agli innumerevoli servizi attivati da tutte le Chiese di Sicilia e dalle parrocchie ma rappresenta bene quanto vivono le persone nei nostri territori“.
In Sicilia si conferma la tendenza di incontrare, presso i centri d’ascolto, soprattutto cittadini italiani (72,7 per cento), con un basso livello d’istruzione: l’85 per cento delle persone ha la licenza di scuola media inferiore. Il 24 per cento dichiara di vivere da solo. A conferma della prevalenza del lavoro povero e delle condizioni di irregolarità, il 50 per cento delle persone seguite dichiara di non avere un lavoro, il 6,4 per cento lavora ma non riesce a far fronte alle normali esigenze familiari ed il 10,4 per cento è pensionato ma si rivolge ai centri per un sostegno. Sono oltre il 10 per cento i contatti che non riescono a garantirsi una casa adeguata, versando in una condizione di senza dimora. La maggior parte delle persone si rivolgono alla Caritas da più di 2 anni ed il 35,4 per cento da più di 3 anni. La cronicizzazione è probabilmente dovuta alla complessità delle situazioni che si presentano: risulta che il 40,1 per cento delle persone ha più di tre ambiti di bisogno. In generale l’81,30 per cento vive in povertà economica, il 61,10 ha problemi di occupazione, il 22,60 problemi abitativi, il 19,70 problemi di salute. Le maggiori richieste, oltre a quelle di beni materiali (74,2 per cento), sono legate al mantenimento o richiesta di un alloggio (29,4) e alle spese sanitarie (8,1). Nella lettura dei dati, per Domenico Leggio “rispetto a quanto emerge è necessaria la costante e forte alleanza con le Istituzioni pubbliche affinché possa attuarsi una co-programmazione che tiene conto di una serie di misure innovative dettate dall’esperienza sul campo e rilevate direttamente dall’incontro personale che i nostri volontari ed operatori agiscono quotidianamente. Una gratitudine – conclude il delegato regionale – va a loro che ci consentono di raggiungere le persone incontrandole non solo nei bisogni ma anche negli sguardi, nelle emozioni e nella costruzione di una speranza possibile e di una restituzione di dignità ed al nostro Osservatorio regionale delle povertà e delle risorse per il servizio che svolge”.
Focus Sicilia Report povertà 2024: dati e lettura della situazione