Ambiente, lavoro, futuro: #tuttoèconnesso

Il Pianeta che speriamo” è il tema proposto per la prossima 49esima settimana sociale. L’ufficio di Pastorale sociale del lavoro e della salvaguardia del creato sta incontrando le realtà sociali e di categoria del territorio per avviare nuovi processi con uno sguardo capace di tenere insieme ambiente e lavoro nella evidenza che #tuttoèconnesso. (Instrumentum laboris, 4).

Siamo consapevoli delle ferite del nostro territorio – scrive don Angelo Saraceno, direttore dell’Ufficio Pastorale Diocesano per i problemi Sociali e del Lavoro, la Giustizia, la Pace e la Salvaguardia del Creato –. Non c’è una zona più martoriata ed un’altra meno. Anche se la zona Augusta-Priolo-Melilli, è la zona più “sensibile” questo non significa dimenticare le altre. L’inquinamento, il disagio economico sociale e gli effetti con essi connessi, non sono da meno. L’azione antropica ha comunque influito e, nella complessità dei ritmi di vita e di lavoro occorre avere maggiore sensibilità affinché la nostra terra venga curata. (cfr Laudato si, 18 e 20).

Tutto questo non deve scoraggiarci perché per noi cristiani diventa importante far memoria poiché “la domenica è il giorno della risurrezione, il primo giorno della nuova creazione, la cui primizia è l’umanità risorta dal Signore, garanzia della trasfigurazione finale di tutta la realtà creata” (Ls, 237). Prospettiva ripresa anche dalla Esortazione apostolica Querida Amazonia: “E’ l’annuncio di un Dio che ama infinitamente ogni essere umano, che ha manifestato pienamente questo amore in Cristo crocifisso per noi risorto nella nostra vita. …Senza questo annuncio appassionato, ogni struttura ecclesiale diventerà un’altra ONG, e quindi non risponderemo alla richiesta di Gesù Cristo: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura” (QA, 64)”.

Quest’anno l’evento della “settimana sociale” si svolgerà a Taranto. Il comitato preparatorio ha già diffuso l’Instrumentum laboris –  con il tema: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”.

Sinteticamente la direttrice su cui si muove l’Intrumentum laboris a cinque anni della lettera enciclica Laudato si, è innanzitutto nella capacità di saper guardare e osservare la valenza profetica per un rapporto nuovo con le persone e con la nostra casa comune. La recente pandemia ha acuito la sensibilità ai problemi urgenti, occorre giudicare e comprendere: “l’esistenza umana si basa su tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e, quella con la terra” (Ls, 66). Ora “quando tutte queste relazioni sono trascurate, quando la giustizia non abita più sulla terra, la Bibbia ci dice che tutta la vita è in pericolo” (n. 70). Ed ecco dunque la parola sul senso di questo nostro momento storico, che può̀ illuminare il futuro “un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri” (n. 49).

E’ tempo di ripensare ai tanti aspetti della nostra vita insieme: dalla coscienza di ciò che più vale e le dà significato alla cura stessa della vita così preziosa, alla qualità delle relazioni sociali ed economiche.

Non possono esserci visioni di futuro se non insieme alle nuove generazioni: occorre agire e impegnarsi per un futuro migliore e, nuovi stili di vita: “che peso hanno i giovani nelle nostre comunità”? “Quale il ruolo delle imprese e delle organizzazioni di categoria”? Ambiente e lavoro vanno coniugati insieme.

Queste sono solo alcune delle domande che verranno affrontate al convegno, consapevoli che la transizione ecologica richiede una conversione antropologica a partire dall’impegno di tutti”.

Non meno grave anche “il crimine degli incendi” che in queste settimane ha bruciato intere porzioni dei nostri territori, causando un danno enorme all’ambiente, alle persone, all’economia e alle attività umane tradizionali; i Vescovi di Sicilia, in un messaggio ed invito alla preghiera auspicano programmi coraggiosi per la salvaguardia del creato” da un lato e caparbietà” nell’affrontare il disagio e “speranza” nell’impegno per la ricostruzione dall’altro. (mons. Giuseppe Marciante, delegato CESI per la pastorale sociale e il lavoro). E’ importante recuperare la dimensione contemplativa, cioè guardare la Terra, il Creato come un dono, non come una cosa da sfruttare per il profitto. Quando contempliamo scopriamo negli altri e nella natura qualcosa di molto più grande della loro utilità. Di conseguenza, è arrivato il momento di superare le logiche del profitto come unico fine, di spezzare le catene dell’indifferenza, che ci portano a voltarci dall’altra parte e a pensare che non ci riguarda“.

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