Inaugurato il “Bazar della solidarietà” presso la struttura “Casa Caritas” (ex Istituto Buona Fanciulla) di via Riviera Dionisio il Grande, 101, a Siracusa.
Il Progetto “Il Bazar della Solidarietà” vuole essere una testimonianza concreta affinché vengano diffusi i valori dell’accoglienza, della solidarietà e della gratuità. Un emporio sociale all’interno del quale verrà effettuata la distribuzione di beni correlati a tipologie di bisogni divenuti oramai primari ed irrinunciabili (igiene della persona e dell’abitazione, il diritto allo studio) a persone singole e nuclei familiari. Nel bazar non ci sarà alcun tipo di moneta. Ma solo una card a punti che sarà rilasciata dalla Caritas, in base alle necessità dopo un colloquio con i volontari del Centro di Ascolto. “Il Bazar della Solidarietà – ha spiegato don Marco Tarascio, responsabile dei progetti Caritas – nasce dall’esigenza di contrastare le nuove povertà emerse a seguito della crisi economico-sociale che ha colpito, in maniera più o meno grave, diverse fasce della popolazione. Accanto alle “vecchie” forme di emarginazione, si sono sviluppate nuove condizioni di povertà che costringono un numero crescente di famiglie a vivere il loro disagio in uno status di solitudine. Emerge il pessimismo con cui si guarda al futuro, un pessimismo dettato da vari fattori, a cominciare dall’aumento costante dei prezzi d’acquisto di beni di prima necessità e di altre tipologie di beni correlati a bisogni oramai ritenuti primari. Con il Bazar apriamo anche la Casa della Caritas che ospiterà altre nostre iniziative”. Responsabile della Casa Caritas è il diacono Salvo Caia. Oggi purtroppo anche chi ha la fortuna di avere un lavoro non riesce puntualmente a far fronte agli effetti della crisi: si pensi ai “nuovi lavoratori” assunti con tipologie contrattuali precarie ed ai lavoratori in nero, sottopagati e sfruttati. Ciò ha generato il fenomeno dei “working poors”, ovvero coloro che, pur lavorando, gravitano attorno alla soglia di povertà. I soggetti appartenenti a questa condizione e le loro famiglie costituiscono una fascia sociale in continua espansione.
Il Progetto “Il Bazar della Solidarietà” vuole essere una testimonianza concreta affinché vengano diffusi i valori dell’accoglienza, della solidarietà e della gratuità. Un emporio sociale all’interno del quale verrà effettuata la distribuzione di beni correlati a tipologie di bisogni divenuti oramai primari ed irrinunciabili (igiene della persona e dell’abitazione, il diritto allo studio) a persone singole e nuclei familiari. Nel bazar non ci sarà alcun tipo di moneta. Ma solo una card a punti che sarà rilasciata dalla Caritas, in base alle necessità dopo un colloquio con i volontari del Centro di Ascolto. “Il Bazar della Solidarietà – ha spiegato don Marco Tarascio, responsabile dei progetti Caritas – nasce dall’esigenza di contrastare le nuove povertà emerse a seguito della crisi economico-sociale che ha colpito, in maniera più o meno grave, diverse fasce della popolazione. Accanto alle “vecchie” forme di emarginazione, si sono sviluppate nuove condizioni di povertà che costringono un numero crescente di famiglie a vivere il loro disagio in uno status di solitudine. Emerge il pessimismo con cui si guarda al futuro, un pessimismo dettato da vari fattori, a cominciare dall’aumento costante dei prezzi d’acquisto di beni di prima necessità e di altre tipologie di beni correlati a bisogni oramai ritenuti primari. Con il Bazar apriamo anche la Casa della Caritas che ospiterà altre nostre iniziative”. Responsabile della Casa Caritas è il diacono Salvo Caia. Oggi purtroppo anche chi ha la fortuna di avere un lavoro non riesce puntualmente a far fronte agli effetti della crisi: si pensi ai “nuovi lavoratori” assunti con tipologie contrattuali precarie ed ai lavoratori in nero, sottopagati e sfruttati. Ciò ha generato il fenomeno dei “working poors”, ovvero coloro che, pur lavorando, gravitano attorno alla soglia di povertà. I soggetti appartenenti a questa condizione e le loro famiglie costituiscono una fascia sociale in continua espansione.
“Il primo ringraziamento va alla Compagnia Sant’Angela Merici (non la Fondazione) che si è occupata in passato dell’aiuto alle ragazze in difficoltà – ha detto il vicario generale dell’Arcidiocesi, mons. Sebastiano Amenta –. La Compagnia ha messo a disposizione della Diocesi questi locali per i progetti della Caritas. Il Bazar è un progetto che coinvolgerà le nostre parrocchie. Cerchiamo di avere un’attenzione costante alle esigenze del territorio per esprimere al meglio quel concetto di solidarietà ovvero promuovere il bene comune ognuno con il proprio credo”. “È stato creato un emporio sociale – ha spiegato il direttore della Caritas diocesana, Filippo Villaruel -, all’interno del quale verrà effettuata la distribuzione di beni correlati a tipologie di bisogni divenuti oramai primari ed irrinunciabili (igiene della persona e dell’abitazione, il diritto allo studio) a persone singole e nuclei familiari che, per diverse ragioni, non riescono a far fronte alle necessità, sopravvenute o già esistenti”. Il progetto coinvolgerà le persone e le famiglie (in qualità di destinatari dei servizi offerti), ma anche le comunità parrocchiali, le imprese e le associazioni che potranno fornire il loro contributo attraverso variegate modalità di partecipazione. “L’emporio sociale non è “solo” uno spazio dedicato alla distribuzione di beni, ma anche un luogo in cui si produce solidarietà, un luogo in cui ci si mette a disposizione degli altri sulla base delle proprie possibilità, donando il proprio tempo attraverso attività di volontariato oppure effettuando donazioni economiche o di beni utili al rafforzamento delle scorte da distribuire ai beneficiari dell’iniziativa progettuale”. I volontari impegnati nelle attività concernenti il Progetto saranno 10; sarà possibile accedere al Bazar attraverso i Centri d’ascolto territoriali all’interno del Vicariato urbano.
La valuta di scambio all’interno del Bazar non sarà rappresentata dall’euro, bensì da un sistema a punti che verranno caricati su card personalizzate: ad ogni acquisto effettuato presso l’emporio, verranno “scaricati” i punti corrispondenti alla spesa effettuata. Il quantitativo di punti assegnato ad ogni singola card dipenderà dalla gravità del disagio riscontrato in sede di ascolto ed alla composizione del nucleo familiare (nel caso di famiglie con minori e/o studenti si potrà acquistare anche il materiale didattico consumabile – ad esempio: quaderni, penne, matite, gomme). Una volta esauriti i punti a disposizione, essi potranno essere reintegrati prestando attività di volontariato presso le Parrocchie della Diocesi.
“La richiesta della card da parte della famiglia o del singolo individuo verrà valutata attraverso un colloquio mirato ad approfondire le condizioni generali del richiedente e del suo nucleo familiare – ha spiegato il responsabile del Bazar, Stefano Caia -. In sede di ascolto, si cercherà di conoscere e valutare i fattori di criticità sociale che hanno portato la persona a richiedere l’accesso al servizio (es. problematiche abitative, problematiche familiari e relazionali, disabilità con annessi disagi sanitari, precarietà lavorativa o disoccupazione, ecc..). L’intento sarà quello di far emergere, attraverso la “semplice” richiesta della card, una serie di problematiche più complesse connesse alla reale condizione socio-economica dei destinatari”. Saranno coinvolte aziende locali (contributors) operanti nei settori casalinghi e cartoleria in grado di donare prodotti in eccedenza o in prossimità di scadenza ed organizzate raccolte di beni e prodotti per il Bazar o donazioni in denaro.