“Attraverso il dono della fede, possiamo conoscere Dio, elevarci a Lui, entrare in rapporto con Lui e vivere alla sua presenza. Occorre aiutare tutti a imparare o a re-imparare la fede, per viverla con maggiore consapevolezza e maturità nella quotidianità della vita”. E’ uno dei passaggi della riflessione di mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa, al ritiro spirituale per i ministri straordinari della Santa Comunione sul tema ”La vita fede nel rapporto con Dio, nella Chiesa e nella testimonianza cristiana”.
Dopo il saluto di don Massimo Di Natale, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, che ha richiamato l’importanza della formazione e la singolarità del servizio, è seguita la celebrazione del Vespro e la meditazione tenuta dall’arcivescovo: “L’adesione a Dio l’incontro con Dio, che si dona a noi e con il quale noi siamo chiamati a vivere un rapporto personale con Lui. La fede cristiana ‒ in forza del battesimo che abbiamo ricevuto ‒ permette di partecipare nella Chiesa all’intimo rapporto del Figlio con il Padre. Nell’atto di fede siamo uniti a Cristo, nello Spirito, ma ancora più siamo, nell’unità dello Spirito, una sola cosa con il Cristo, in quanto noi siamo nella Chiesa, suo Corpo mistico, «un solo corpo e un solo spirito». La professione della fede è un atto personale ed insieme comunitario: assume una “forma necessariamente ecclesiale, si confessa dall’interno del corpo di Cristo, come comunione concreta dei credenti” (Lumen fidei, 10).

L’arcivescovo ha ricordato che la “fede è fondamento della coscienza missionaria della Chiesa. La Chiesa testimonia la risurrezione di Gesù realizzando la sua identità nella missione evangelizzatrice. Occorre rinvigorire la coscienza missionaria della Chiesa per contribuire ciascuno con i propri carismi alla vita ecclesiale e alla crescita del regno di Dio nel mondo. In una Chiesa sinodale e missionaria tutti i battezzati, con pari dignità, sono soggetti partecipi e corresponsabili (cfr. LAS 44-63); tutti sono chiamati ad annunciare il Vangelo della salvezza (cfr. LG 12); tutti sono protagonisti attivi nella liturgia, in particolare nella celebrazione eucaristica (cfr. SC 7; LG 10); tutti sono chiamati a contribuire alla vita ecclesiale con diversi carismi, ad assumere compiti e servizi specifici e a esercitarli con la libertà dello Spirito, nella Chiesa e nel mondo, per la crescita del Regno di Dio (cfr. LG 32; AA 2-3). (Lievito di pace e di speranza, 63)”.

