Gli auguri di mons. Pappalardo

Auguro a tutti un nuovo anno di vita, salute, pace e speranza.
Noi cristiani attingiamo questa speranza dal presepe nella contemplazione del Dio che si fa uomo. E’ la speranza che nasce dal Bambino Gesù. Le situazioni difficili, la povertà che raggiunge tante famiglie è questa la realtà che ci circonda.

Ci auguriamo che sia un anno diverso. Durante il quale molti possano trovare risposta alle loro legittime esigenze. Per questo mi piace sollecitare quanti governano la società civile ad una maggiore sensibilità, ma non possiamo fermarci. La speranza cristiana ha un nome: si chiama Gesù Cristo che ha fatto sua la nostra condizione umana; questo mistero ci da la certezza che non siamo in balia di chissà quale destino ma siamo amati dal Signore.

Papa Francesco, con spontaneità e semplicità, ci sta aiutando a scoprire la gioia del Vangelo, mettendoci in guardia dagli schemi pessimistici in cui, spesso, tutti ci lasciamo imprigionare. Il Papa, annunciando il Vangelo, ci aiuta a reagire sia al pessimismo sull’uomo e sulle sue capacità, sia alla cultura antiumana che tenta di distruggere l’uomo.

Per conservare e far crescere il dono della fede abbiamo dunque bisogno di essere illuminati e guidati continuamente dalla Parola di Dio, cioè dalla “verità del Vangelo”; dobbiamo anche lasciarci plasmare il cuore dalla grazia dello Spirito Santo perché ci renda conformi a Cristo Gesù e capaci quindi di una vita nuova, quella dei figli di Dio; dobbiamo inoltre rendere viva la nostra fede con le opere della carità.

La fede autentica è sempre operosa del bene; essa cammina sul doppio binario: quello dell’amore di Dio e quello dell’amore del prossimo. Desidero fare gli auguri con le due parole che ci sono suggerite dalla liturgia nella festa di santa Lucia: “Riempi di gioia e di luce il tuo popolo o Signore. La luce è propria del Natale: scrive san Giovanni nel suo vangelo:  “veniva nel mondo la luce vera che illumina ogni uomo”. E’ la luce di Cristo che da senso alla nostra vita, e la illumina di una nuova speranza. Se c’è questa luce allora ci sarà anche la gioia nel cuore, la pace per cui noi stessi risplendiamo di gioia e di luce e diventiamo per gli altri motivo di speranza.  Il mio compito di vescovo e pastore della Chiesa siracusana è annunciare agli uomini che è nato per noi il Salvatore. E questo è motivo di gioia e speranza. Voglio augurare che il nuovo anno sia vissuto come dono del Signore. E lo dobbiamo ricordare ogni giorno della nostra vita. Lo possiamo fare se ci mettiamo nella luce del Cristo che nasce, se accogliamo la sua parola e la sua vita che è speranza per tutti gli uomini.