La famiglia Pellegrino toccata dal dramma del suicidio di un figlio; la storia di Felix Qaiser, un rifugiato politico, giornalista pakistano appartenente alla minoranza cattolica presente nel Paese, scappato in Italia per mettere al sicuro la sua famiglia; Maurizio Fratamico con il fratello gemello Enzo, la cui conversione segna anche la storia di Maurizio, che da giovane, pur avendo tutto in termini materiali, aveva smarrito il senso della vita e che solo la fede e le lacrime della madre e, successivamente un incontro, gli hanno permesso di ritrovare.
Sono queste le tre testimonianze che i protagonisti porteranno di fronte al Santo Padre in occasione della Veglia per “asciugare le lacrime” che avrà luogo giovedì 5 maggio alle ore 18.00 in Basilica Vaticana, in occasione della quale sarà esposto alla venerazione dei fedeli il reliquiario della Madonna delle lacrime di Siracusa, ad impetrare la materna protezione di Maria nel mese a lei dedicato.
Preghiera e storie di vita, bagnate da lacrime e asciugate dalla fede, scandiranno questa intensa veglia di preghiera per esprimere l’opera di misericordia spirituale “consolare gli afflitti”. Durante la celebrazione Papa Francesco farà distribuire ai presenti, come simbolo di conforto e speranza, l’Agnus Dei, un oggetto di devozione da lui benedetto.
Realizzato con cera bianca in forma di un ovale, l’Agnus Dei donato dal Papa reca da un lato l’impronta dell’Agnello Pasquale e dall’altro il logo del Giubileo della Misericordia. Il suo utilizzo, secondo alcuni risale al sec. IV, mentre è certamente documentato nel sec. IX, quando l’arcidiacono della chiesa romana il Sabato santo rompeva il cero pasquale in uso fino a quel giorno, e, sciolta la cera, vi univa dell’olio benedicendo la miscela, che veniva poi colata in stampi e distribuita nell’ottava di Pasqua ai fedeli. A partire dal 1470, con Papa Paolo II, l’Agnus Dei viene utilizzato anche durante gli anni Giubilari.
A ricevere l’Agnus Dei direttamente dalle mani del Papa saranno 10 persone in rappresentanza di tutti coloro che portano sulle spalle storie umane di grande sofferenza: da chi, come la Presidente dell’Associazione “Figli in Cielo” ha perso prematuramente un figlio, a chi il figlio se l’è visto strappare da un incidente stradale, come la Presidente dell’associazione “Vittime della Strada”. Insieme a queste voci anche quelle di chi ha perso un congiunto durante lo svolgimento del proprio lavoro, portate dal Presidente dell’associazione “Vittime del dovere”. Con loro ci sarà anche il diacono Eugène, un giovane proveniente dal Ruanda, che nel corso del genocidio del 1994 ha perso molti famigliari; Angelo, che ha vissuto il dramma del carcere per reati legati alla camorra e alla malavita; Agostino, caduto vittima del gioco d’azzardo; e ancora Angelo, un ex-senza tetto. Accanto a queste testimonianze, le storie di lacrime asciugate e versate di donne, nel triplice ruolo di mogli, madri e nonne, rappresentate dalla Signora Mariella, e quelle delle religiose impegnate in varie missioni, come suor Suor Silvana, impegnata nel mondo della scuola. Infine un’infermiera, Alessia, che ogni giorno accudisce i malati terminali. Storie di drammi ma anche di rinascite, a partire proprio da quelle lacrime che, cadute nel terreno del dolore si sono impastate alla fede e hanno trasformato deserti esistenziali in giardini di speranza.
Sono queste le tre testimonianze che i protagonisti porteranno di fronte al Santo Padre in occasione della Veglia per “asciugare le lacrime” che avrà luogo giovedì 5 maggio alle ore 18.00 in Basilica Vaticana, in occasione della quale sarà esposto alla venerazione dei fedeli il reliquiario della Madonna delle lacrime di Siracusa, ad impetrare la materna protezione di Maria nel mese a lei dedicato.
Preghiera e storie di vita, bagnate da lacrime e asciugate dalla fede, scandiranno questa intensa veglia di preghiera per esprimere l’opera di misericordia spirituale “consolare gli afflitti”. Durante la celebrazione Papa Francesco farà distribuire ai presenti, come simbolo di conforto e speranza, l’Agnus Dei, un oggetto di devozione da lui benedetto.
Realizzato con cera bianca in forma di un ovale, l’Agnus Dei donato dal Papa reca da un lato l’impronta dell’Agnello Pasquale e dall’altro il logo del Giubileo della Misericordia. Il suo utilizzo, secondo alcuni risale al sec. IV, mentre è certamente documentato nel sec. IX, quando l’arcidiacono della chiesa romana il Sabato santo rompeva il cero pasquale in uso fino a quel giorno, e, sciolta la cera, vi univa dell’olio benedicendo la miscela, che veniva poi colata in stampi e distribuita nell’ottava di Pasqua ai fedeli. A partire dal 1470, con Papa Paolo II, l’Agnus Dei viene utilizzato anche durante gli anni Giubilari.
A ricevere l’Agnus Dei direttamente dalle mani del Papa saranno 10 persone in rappresentanza di tutti coloro che portano sulle spalle storie umane di grande sofferenza: da chi, come la Presidente dell’Associazione “Figli in Cielo” ha perso prematuramente un figlio, a chi il figlio se l’è visto strappare da un incidente stradale, come la Presidente dell’associazione “Vittime della Strada”. Insieme a queste voci anche quelle di chi ha perso un congiunto durante lo svolgimento del proprio lavoro, portate dal Presidente dell’associazione “Vittime del dovere”. Con loro ci sarà anche il diacono Eugène, un giovane proveniente dal Ruanda, che nel corso del genocidio del 1994 ha perso molti famigliari; Angelo, che ha vissuto il dramma del carcere per reati legati alla camorra e alla malavita; Agostino, caduto vittima del gioco d’azzardo; e ancora Angelo, un ex-senza tetto. Accanto a queste testimonianze, le storie di lacrime asciugate e versate di donne, nel triplice ruolo di mogli, madri e nonne, rappresentate dalla Signora Mariella, e quelle delle religiose impegnate in varie missioni, come suor Suor Silvana, impegnata nel mondo della scuola. Infine un’infermiera, Alessia, che ogni giorno accudisce i malati terminali. Storie di drammi ma anche di rinascite, a partire proprio da quelle lacrime che, cadute nel terreno del dolore si sono impastate alla fede e hanno trasformato deserti esistenziali in giardini di speranza.