“Vescovo, Presbiteri e Diaconi, come corresponsabili della Chiesa locale, dobbiamo vivere e testimoniare la misericordia di Dio. Abbiamo davvero da esaminare la nostra condotta e, chissà, da rivedere e correggere tanti nostri modi di pensare ed agire”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, durante la celebrazione della Messa del Crisma, nel giorno del Giovedì Santo, nella Basilica Santuario Madonna delle Lacrime.
Durante la solenne liturgia sono stati benedetti gli oli santi. L’olio dei catecumeni, l’olio degli infermi e l’olio del Crisma.
Nel corso della sua omelia, l’arcivescovo ha ricordato l’Anno Santo della Misericordia: “Lo stiamo celebrando nella ordinarietà della vita liturgica e pastorale propria delle nostre comunità ecclesiali, non trascurando, però, di percorrere quelle piste indicateci dal Papa che mirano a farci aprire il cuore alla misericordia divina per divenire noi stessi “misericordiosi come il Padre”. Anche entrando in Santuario, abbiamo attraversato la Porta Santa, quella vera, che è Gesù Cristo. Pellegrini verso il traguardo della piena comunione con il Signore, abbiamo lasciato le nostre case e, simbolicamente, tutto ciò che ci è di ostacolo o di peso nel nostro cammino di fedeltà al Vangelo; ascoltando ora con docilità di cuore la Parola e celebrando i santi segni voluti dal Signore, partecipiamo alla mensa del suo corpo e sangue perché la sua vita diventi la nostra vita. Perdonati e amati da Dio, diventiamo capaci di relazioni nuove con il nostro prossimo; divenuti membra del corpo di Cristo e attingendo alla carità del suo Cuore, le nostre relazioni con il prossimo e in specie con i poveri non possono che essere relazioni di compassione e di piena solidarietà”.
Poi mons. Pappalardo ha aggiunto: “La celebrazione con la benedizione degli Oli è un momento particolarmente significativo dell’Anno Giubilare. Gli Oli, con il loro specifico simbolismo, stanno a significare che la misericordia di Dio ci raggiunge nella nostra condizione di sofferenza, di lotta contro il male, di elezione e partecipazione alla missione di Cristo Sacerdote, Re e Profeta. Mi piace riascoltare con voi un brano della Lettera di Indizione del Giubileo. Scrive il Papa: «In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica. Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza dei popoli ricchi. In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta» (MV 15). La degna celebrazione del Giubileo non mira tanto a farci porre i prescritti gesti rituali, pur significativi, quali sono il pellegrinaggio e il passaggio della porta santa, quanto piuttosto a farci aprire davvero il cuore alla personale esperienza della misericordia di Dio e a renderci più attenti e misericordiosi nei confronti del prossimo, specialmente dei fratelli più poveri mediante l’esercizio delle opere di misericordia corporale e spirituale”.
L’arcivescovo si è rivolto ai presbiteri e ai diaconi: “Se Gesù è il volto della Misericordia del Padre e il Vangelo è l’annunzio di questo amore di Dio che raggiunge ogni uomo, è ovvio che il nostro ministero non può non essere finalizzato che ad annunciare e celebrare la misericordia di Dio; e il nostro stile di vita, personale e comunitario, deve necessariamente adeguarsi a questa missione”.
Venerdì 25, alle ore 17.00, in Cattedrale azione liturgica della Passione e Morte del Signore.
Infine sabato, alle ore 21.30, in Cattedrale, celebrazione della Veglia Pasquale e domenica 27, giorno di Pasqua, alle ore 11,30 nella Chiesa Cattedrale, celebrazione eucaristica.
Durante la solenne liturgia sono stati benedetti gli oli santi. L’olio dei catecumeni, l’olio degli infermi e l’olio del Crisma.
Nel corso della sua omelia, l’arcivescovo ha ricordato l’Anno Santo della Misericordia: “Lo stiamo celebrando nella ordinarietà della vita liturgica e pastorale propria delle nostre comunità ecclesiali, non trascurando, però, di percorrere quelle piste indicateci dal Papa che mirano a farci aprire il cuore alla misericordia divina per divenire noi stessi “misericordiosi come il Padre”. Anche entrando in Santuario, abbiamo attraversato la Porta Santa, quella vera, che è Gesù Cristo. Pellegrini verso il traguardo della piena comunione con il Signore, abbiamo lasciato le nostre case e, simbolicamente, tutto ciò che ci è di ostacolo o di peso nel nostro cammino di fedeltà al Vangelo; ascoltando ora con docilità di cuore la Parola e celebrando i santi segni voluti dal Signore, partecipiamo alla mensa del suo corpo e sangue perché la sua vita diventi la nostra vita. Perdonati e amati da Dio, diventiamo capaci di relazioni nuove con il nostro prossimo; divenuti membra del corpo di Cristo e attingendo alla carità del suo Cuore, le nostre relazioni con il prossimo e in specie con i poveri non possono che essere relazioni di compassione e di piena solidarietà”.
Poi mons. Pappalardo ha aggiunto: “La celebrazione con la benedizione degli Oli è un momento particolarmente significativo dell’Anno Giubilare. Gli Oli, con il loro specifico simbolismo, stanno a significare che la misericordia di Dio ci raggiunge nella nostra condizione di sofferenza, di lotta contro il male, di elezione e partecipazione alla missione di Cristo Sacerdote, Re e Profeta. Mi piace riascoltare con voi un brano della Lettera di Indizione del Giubileo. Scrive il Papa: «In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica. Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza dei popoli ricchi. In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta» (MV 15). La degna celebrazione del Giubileo non mira tanto a farci porre i prescritti gesti rituali, pur significativi, quali sono il pellegrinaggio e il passaggio della porta santa, quanto piuttosto a farci aprire davvero il cuore alla personale esperienza della misericordia di Dio e a renderci più attenti e misericordiosi nei confronti del prossimo, specialmente dei fratelli più poveri mediante l’esercizio delle opere di misericordia corporale e spirituale”.
L’arcivescovo si è rivolto ai presbiteri e ai diaconi: “Se Gesù è il volto della Misericordia del Padre e il Vangelo è l’annunzio di questo amore di Dio che raggiunge ogni uomo, è ovvio che il nostro ministero non può non essere finalizzato che ad annunciare e celebrare la misericordia di Dio; e il nostro stile di vita, personale e comunitario, deve necessariamente adeguarsi a questa missione”.
Venerdì 25, alle ore 17.00, in Cattedrale azione liturgica della Passione e Morte del Signore.
Infine sabato, alle ore 21.30, in Cattedrale, celebrazione della Veglia Pasquale e domenica 27, giorno di Pasqua, alle ore 11,30 nella Chiesa Cattedrale, celebrazione eucaristica.