“Ci sono degli standard europei nell’accoglienza che devono essere rispettati, soprattutto quando si tratta di minori. Non si può intervenire sempre come se fosse un’emergenza”. Visita a sorpresa oggi di Oliviero Forti, responsabile immigrazione Caritas Italiana, a Siracusa. Una serie di sopralluoghi, accompagnato da don Marco Tarascio della Caritas diocesana, prima in provincia, al Palasport di Brucoli (Augusta), improvvisata struttura d’accoglienza, poi a Priolo Gargallo al centro di accoglienza “Papa Francesco”, ed infine a Siracusa nella struttura dell'”Umberto I”.
“Siracusa diventa una frontiera da monitorare – ha spiegato Forti -. Oggi ho toccato con mano i problemi di un territorio che mostra una voglia di fare bene, ma che vive una difficoltà di mezzi e risorse che non riguardano solo i migranti ma anche il tessuto sociale. Come Caritas Italiana sosteniamo i bisogni della Chiesa locale. Interventi a sostegno dell’accoglienza. Più che nel passato oggi Siracusa, ed in particolare Augusta con l’operazione “Mare nostrum” sono al centro del fenomeno immigrazione. Siamo al lavoro, con la Caritas diocesana, per trovare soluzioni. Ad Augusta, un Comune commissariato può avere certamente maggiori problemi. Si possono creare situazioni di default e a pagarne sono i più indifesi, i minori. Purtroppo quello dei minori è un problema che l’Italia non riesce ad affrontare: la legislazione affida agli Enti Locali la cura di questi ragazzi”.
Forti ha constatato “tutta la buona volontà degli operatori ma la condizione di accoglienza non è adeguata per i minorenni: promiscuità, spazi ridotti, non vengono rispettati gli standard minimi. Bisogna sicuramente fare meglio. Mi riferisco al centro di Priolo, ma anche al’Umberto I la struttura è inadeguata, anzi fatiscente in alcuni aspetti. Nessuna accusa ai gestori, perché ci rendiamo conto delle tante difficoltà, come i ritardi nei pagamenti. Ma le condizioni possono e devono essere migliorate”.
E nella giornata di oggi si registra l’invito del Coordinamento nazionale comunità d’accoglienza, Caritas Italiana, Arci e Fondazione Migrantes che hanno chiesto alle Istituzioni nazionali di aprire un tavolo di confronto per definire un piano nazionale di accoglienza e integrazione.