E’ nata la Fondazione di Comunità Val di Noto, una collaborazione tra le diocesi di Noto e di Siracusa e il terzo settore per promuovere programmi di “policy permanenti” e una “progettualità diffusa” nell’ottica dei territori socialmente responsabili.
Alla presentazione hanno partecipato l’arcivescovo di Siracusa, monsignor Salvatore Pappalardo, il vescovo di Noto Antonio Staglianò, il presidente della Fondazione con il Sud Carlo Borgomeo, il vice direttore nazionale di Caritas Italiana Francesco Marsico e il segretario generale della Fondazione di Comunità “Distretto sociale evoluto” di Messina Gaetano Giunta e Maurilio Assenza, presidente della Fondazione di Comunità Val di Noto. “Oggi è un grande giorno di festa. Quello che è successo in Val di Noto, e che al Sud è avvenuto anche a Napoli, Salerno e Messina, è un segnale molto importante – ha sottolineato Borgomeo – una comunità che vuole essere protagonista del proprio futuro individua nella coesione sociale una premessa per lo sviluppo locale e nel ‘fare rete’ la sua modalità operativa”.
Nell’avvio un contributo ai progetti viene dato da Caritas Italiana come sostegno ad azioni di sistema contro le povertà in rete tra soggetti impegnati per il bene comune. Francesco Marsico, vice direttore di Caritas Italiana, ha parlato della situazione nel Paese e dell’apporto di Caritas alla Fondazione che prevede “azioni di sistema contro la povertà”.
E di esperienze concrete ha parlato Gaetano Giunta, con il lavoro avviato a Messina. “In tre anni la Fondazione di Comunità ha accompagnato start up di nuove 27 imprese civili – ha rilevato – con la creazione di circa 200 posti di lavoro. Un nuovo umanesimo e una nuova fraternità attraverso cui ricostruiamo testimonianza civile. È un lavoro che richiede fatica ma insieme è possibile”.
“La diocesi di Siracusa – ha spiegato Pappalardo – ha accolto con convinzione fin dal primo momento la proposta di partecipare alla costituzione della Fondazione di Comunità Val di Noto per un efficace impegno di contrasto delle povertà, soprattutto per i programmi di inclusione sociale che racchiudono un progetto globale comprendente l’inserimento lavorativo e il recupero della dignità personale dei soggetti coinvolti”.
“La Fondazione di Comunità dà ‘scientificità’ all’impegno di carità solidale che viviamo in diocesi. Fare la carità richiede pensiero, intelligenza, coscienza – ha affermato Staglianò -. L’impegno per la coesione sociale permetterà di unire le grandi consegne del passato (la tradizione del vicinato, la laboriosità di tanti, il calore dell’accoglienza) alla responsabilità per le sfide dell’oggi: il lavoro, e con esso la dignità; lo sviluppo, non più a qualsiasi prezzo, ma come sviluppo sostenibile; l’assistenza certo, ma non l’assistenzialismo, quanto piuttosto la capacità della presa in carico dei più deboli”.
I primi tre progetti che saranno avviati sono: Fratello maggiore, per promuovere percorsi di presa in carico dei più deboli che aiutino “ripartenze”che indichino vie di uscite possibili dalla crisi; Tessuto inclusivo, per sostenere presenze nel territorio tese alla coesione sociale, come cantieri educativi, centri sociali ed educativi, cammini di inclusione sociale; Telaio creativo, per promuovere azioni di economia sociale con cui valorizzare i prodotti degli iblei, generare opportunità lavorative nell’ottica cooperativistica, promuovere e consolidare canali di scambio solidali.