Una fiaccolata che rinnova il legame di Maria con la città di Siracusa. Sessant’anni fa le lacrime che sgorgarono dal quadretto in gesso del Cuore Immacolato di Maria.
Oggi quel miracolo si rinnova per infondere quel messaggio di grande consolazione, rivolto soprattutto agli ultimi e a chi soffre. ‘La consolazione è il desiderio di liberare il suo popolo, di dare misericordia, di salvare il suo popolo. La Madonna ha smesso di piangere il primo settembre 1953, ma ancora oggi a piangere sono tanti dei nostri fratelli. È un messaggio che, proprio perché siamo stati consolati, chiede a noi di consolare’. Anche con le parole di don Luca Saraceno si sono aperte le celebrazioni per il Sessantesimo Anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa.
Candele accese da piazza Duomo al Santuario della Madonna passando da via degli Orti, da quell’abitazione dei coniugi Iannuso che è divenuta centro di fede. Prima della processione, sul sagrato della Cattedrale, il giornalista di Radio Vaticana Orazio Coclite ha ricordato quelle sensazioni di 60 anni fa, attraverso le parole dei testimoni oculari, Lisetta Piccione, 91 anni, incaricata dalla commissione di raccogliere le lacrime, o Giuseppe Saraceno, 84 anni, fotografo, che immortalò i primi fotogrammi della lacrimazione.
La serata è stata introdotta da un video sulla lacrimazione, un percorso di fede dal 1953 al 2013. Orazio Coclite ha presentato la Siracusa degli anni ’50 che accoglieva quell’evento unico. Poi le interviste al sindaco Giancarlo Garozzo, il video intervista ad Angelo Iannuso e la testimonianza di Antonina Giusto, infine i testimoni Lisetta Piccione (inviata dal vescovo del tempo Mons. Baranzini ad accertarsi della veridicità dell’evento) e Giuseppe Saraceno (fotografo ufficiale della lacrimazione). Dopo l’intervista all’Arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo, e al suo ricordo personale (aveva 8 anni quando la Madonnina lacrimò), la presentazione degli eventi del 60. Anniversario, il ‘Pianto in Arte’: il recital di Carlo Muratori di domenica 25; ‘Pianti diversi’ produzione Kairos di martedì 27 agosto; ‘Il musical su Maria’ produzione ‘Metanoeite di Caltanissetta di venerdì 30 agosto. Nel corso della serata interventi musicali del quartetto d’archi Eurialo con la soprano Mirella Furnari.
Quando la fiaccolata è giunta in via degli Orti, Mariano Iannuso, figlio di Angelo e Antonina, ha prelevato la copia del quadretto custodita in Oratorio e l’ha esposta sull’architrave dell’ingresso, ripetendo il gesto fatto il 31 agosto 1953, mentre le immagini in bianco e nero del ’53 sono state proiettate sul prospetto dell’abitazione.
Poi le parole del rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime, don Luca Saraceno. «’La gente era messa tutta sopra il mio letto, per tre giorni, altro che! E nessuno se ne voleva andare fuori. Abbiamo appeso la Madonnina alla porta e poi l’abbiamo portata nel villino, per soddisfare tutta la popolazione, perché io, la casetta mia è piccola e non poteva ricevere tutte queste persone, quindi per far contente le persone l’abbiamo messa fuori’. Così raccontava Antonina Giusto. Così fu questa strada a diventare casa, casa di tutti. Perché questo capì Antonina Iannuso: capì proprio che il pianto di Maria era per tutti. Lei e suo marito erano solo una porta da attraversare perché ciascuno potesse incontrare e relazionarsi al Mistero. Maria stessa, posizionata sullo stipite della porta del numero 11 di via degli Orti, dice di un ingresso, di un attraversamento, di un passaggio. La porta è Gesù e Lei a Lui conduce. Questa porta ininterrottamente lasciata aperta assurge a simbolo: vite recintate, incapaci di schiudersi all’altro, serrate nei ranghi del proprio egoismo, esistenze sbarrate a ogni tipo di relazione, sempre diffidenti di ogni novità e assolutamente monche di futuro’ su queste porte sprangate d’esistenza Maria continua a versare ieri come oggi le sue lacrime. Maria chiede porte spalancate, vite coraggiose e non sempre e soltanto diffidenti verso tutto e verso tutti, sguardi impavidi che sappiano osare l’oltre, che tentano vie nuove, che guardano già la mietitura del frumento quando gli occhi degli scettici vedono solo lo spreco del grano seminato. E può suscitare per noi una tenerezza più grande di quella di un quadretto di gesso di Maria che come Madre piange tenendo il cuore in mano? Forse non tutti sanno che nelle primissime immaginette della Madonnina la prima definizione non fu ‘Madonna delle Lacrime’ ma la Madonnina piangente’ Maria quasi immortalata nell’atto del piangere’ come si volesse arrestare ciò che non può essere fermato’ La Madonnina è piangente come un’attualità che sempre disarma, provoca e inquieta, spinge a domandare e a cercare sempre nuove risposte e vie di insperata consolazione. Il senso delle vere lacrime è di sorprenderci al di là della nostra logica’. Infine don Luca ha ripreso le parole di Papa Francesco nella ‘Lumen fidei’: «Aiuta, o Madre, la nostra fede! Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata. Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passi, uscendo dalla nostra terra e accogliendo la sua promessa. Aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore, perché possiamo toccarlo con la fede. Aiutaci ad affidarci pienamente a Lui, a credere nel suo amore, soprattutto nei momenti di tribolazione e di croce, quando la nostra fede è chiamata a maturare. Semina nella nostra fede la gioia del Risorto. Ricordaci che chi crede non è mai solo. Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cammino. E che questa luce della fede cresca sempre in noi, finché arrivi quel giorno senza tramonto, che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo, nostro Signore!».
Quindi la fiaccolata è giunta in Santuario.
Oggi pomeriggio alle 19.00 la celebrazione con la benedizione del cotone, presieduta da don Luca Saraceno.
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