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Mons. Pappalardo: “Spendiamoci per il bene comune”

“Viviamo un tempo in cui lo straniero è considerato un nemico da cui difendersi e le persone più fragili solo un fastidio”. Così mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa, nel suo tradizionale discorso dal balcone. “Le nostre relazioni sono improntate a una litigiosità sterile che impedisce il dialogo e ostacola la realizzazione del bene comune. L’accoglienza del povero e dell’immigrato sono un’occasione di arricchimento. C’è la necessità di servitori generosi, competenti e disinteressati pronti a spendersi per il bene comune, affinché nessuno resti solo e dimenticato” e di “progetti lungimiranti che trascurando il consenso immediato aprano la strada a nuovi scenari nel campo del lavoro e del futuro dei nostri giovani”. Nel Santuario si celebrerà l’Ottavario: giorno 20 il rientro del simulacro in Cattedrale.

Il cardinale Gualtiero Bassetti: “Santa Lucia parla a tutti noi”

“Santa Lucia è vissuta in questa città di Siracusa oltre 17 secoli fa, ma la sua storia umana e religiosa parla ancora a noi cristiani di oggi. Essa ci offre alcuni elementi di riflessione sul nostro modo di essere credenti nella società contemporanea”. Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, presiede il pontificale nella chiesa Cattedrale di Siracusa nel giorno della festa di Santa Lucia, martire siracusana. E’ presente l’ambasciatore di Svezia in Italia, Niklas Wiberg, che ha accompagnato la corale del liceo musicale “Nordiskt Musikgymnasium” di Stoccolma protagonista di un concerto con l’ensemble del liceo musicale “Tommaso Gargallo”.

Le avverse condizioni meteo hanno fatto anticipare l’uscita del simulacro e delle reliquie di Santa Lucia dalla Cattedrale in Ortigia ed anche la processione è arrivata nel Santuario di Santa Lucia, nel quartiere della Borgata, alcune ore prima del previsto.

“Il primo elemento che traggo dalla biografia di Lucia è proprio la sua giovane età. Dalla tradizione sappiamo che sin dall’adolescenza si era consacrata a Cristo: aveva cioè riconosciuto il primato di Gesù al di sopra di ogni altra realtà umana. Proprio questa fede giovanile, fresca e totale, le consentirà di non cambiare idea di fronte alle lusinghe e alle minacce di morte. Lucia, con il suo candore giovanile, diventa per noi modello, esempio, testimone. Penso a quanto hanno da insegnarci i bambini. Lo sappiamo: Gesù li ha presi persino a modello. Non bisogna mai deturpare l’innocenza dei bambini nessuno approfitti mai, in nessun senso, dei bambini”.

L’arcivescovo di Perugia Città delle Pieve ha evidenziato il legame di Lucia con la luce: “Fratelli, questa è per noi cristiani di oggi una grande sfida: sappiamo illuminare il mondo con questa luce calda, fatta di verità e di misericordia? Senza questo sguardo luminoso sugli altri e sul mondo si rischia di perdere la fiducia e anche la Chiesa diventa stanca e triste. La luce degli occhi di Lucia ispiri anche a noi uno sguardo profondo, che sappia riconoscere i segni che Dio dissemina ovunque, nella storia personale, ecclesiale e civile. Lucia ci invita a guardare in grande e a guardare lontano, al di là dei piccoli o gravi problemi della nostra vita quotidiana, e a fissare il vasto orizzonte del mare per immergerci nelle necessità dei fratelli che ci camminano accanto, e ci apre alle speranze di quelli che vengono da terre lontane”. Il presidente della Cei ha ricordato che in “Umbria dove c’è stato uno dei terremoti più devastanti ma tra le macerie di quel sisma sta crescendo il muschio. L’Italia è un territorio fragile e forse non si fa tutto quello che si dovrebbe per risolvere i problemi”. Infine il cardinale Bassetti ha citato il “sindaco santo” Giorgio La Pira, a proposito del “valore della città: “I santi ci aiutino a rileggere le nostre città non più come luoghi chiusi e destinati a morire, ma come luoghi con una vocazione grande. L’autorità, che sia religiosa o civile, non è un potere che ho sugli altri ma un’autorità che esercito nel nome di Dio o della Costituzione Italiana. E’ un compito che ho di servire e custodire il bene comune. La Pira diceva che se ci sono dei disoccupati, se ci sono famiglie che non hanno un tetto io non posso dormire tranquillamente la notte ma devo fare tutto quello che è possibile e che ho facoltà di fare, in una parola devo mettere in atto il bene comune. Siamo tutti a servizio del bene comune, dobbiamo avere il coraggio di costruire la città dell’amore”.

L'arcivescovo ha aderito alla giornata nazionale

Giornata della Colletta alimentare, mons. Pappalardo al supermercato

“Voglio seguire il buon esempio dei volontari. Il Banco alimentare si fa carico di tante situazioni difficili. A volte basta un piccolo gesto”. Così l’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, ha partecipato insieme al presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia avv. Pucci Piccione e con i berretti e i foulard verdi alla #giornatanazionaledellaCollettaalimentare promossa dal Banco alimentare davanti ai supermercati.
Presenti anche Elena Artale, componente della Deputazione, il maestro di Cappella Benedetto Ghiurmino, ed alcuni collaboratori Alessandro Zanghì, Concetta Oliveri e Piero Veneziano. Tutti insieme per raccogliere alimenti da destinare alle famiglie in difficoltà.

Fondazione Banco Alimentare Onlus organizza ogni anno, l’ultimo sabato di novembre, la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. Ormai giunta alla 23^ edizione, la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare è diventata un importantissimo momento di coinvolgimento e sensibilizzazione della società civile al problema della povertà alimentare attraverso l’invito a un gesto concreto di gratuità e di condivisione: donare la spesa a chi è povero. Durante questa giornata, presso una fittissima rete di supermercati aderenti su tutto il territorio nazionale, ciascuno può donare parte della propria spesa per rispondere al bisogno di quanti vivono nella povertà.

Un percorso per scoprire le vie dei presepi

Il presepe è il ricordo plastico dell’evento che ha cambiato la storia dell’umanità: l’Incarnazione della seconda persona della Trinità Santissima. A Siracusa, abbiamo la più antica rappresentazione del presepe nel Sarcofago di Adelfia (IV sec.), conservato nel museo archeologico regionale Paolo Orsi”. Così l’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, commentando l’iniziativa “Le vie dei presepi”, promossa dall’Ufficio per la Pastorale del turismo in collaborazione con la Kairos.
““Siamo venuti per adorarlo” è la voce che da due millenni tutta la Chiesa innalza, facendo eco ai Magi, ai pastori, e agli Angeli – ha scritto l’arcivescovo –. Mettersi in contemplazione del Bambino divino, del Dio fattosi infante, dell’Onnipotenza posta in una mangiatoia è ciò che spinge ciascuno a riservare un angolo della propria casa, nel tempo Natalizio, al presepe. Dalle molte rappresentazioni artistiche della Natività, il presepe si distingue proprio perché ivi si accentua la dimensione dell’adorazione del popolo verso Gesù Bambino. La pratica devota di allestire il presepe ha progressivamente attirato l’attenzione degli artisti che hanno dato vita a manufatti molto pregevoli e, presso alcune Comunità, si è venuta formando la pratica del “presepe vivente”: una sacra rappresentazione dei momenti della nascita di nostro Signore. Nel territorio della nostra Arcidiocesi vi sono numerosi esempi di presepi monumentali e di presepi viventi. Questo strumento è finalizzato ad offrire uno sguardo panoramico sugli allestimenti presepiali degni di essere visitati per consentire a tutti, turisti e fedeli della nostra Arcidiocesi, di mettersi in pellegrinaggio per “le vie dei presepi”, insieme ai Magi, alla luce della stella per innalzare con i pastori e gli Angeli l’inno di Gloria a Dio e farsi essi stessi personaggi del presepe per adorare il Bambino Gesù”.

Le vie dei presepi è un percorso di presepi monumentali e viventi tra Siracusa, Augusta, Floridia, Lentini, Melilli e Palazzolo Acreide. Sul sito dedicato www.leviedeipresepi.it sarà possibile trovare tutte le informazioni relative ai presepi presenti in tutta la Diocesi.

E’ incredibile pensare che sin dal IV secolo delle le vie dei presepi fa parte la nostra città, la nostra Diocesi – ha aggiunto don Gianluca Belfiore, direttore dell’Ufficio per la pastorale del turismo dell’Arcidiocesi di Siracusa –. Il sarcofago di Adelfia che è del IV sec, ed è conservato al museo regionale Paolo Orsi, riporta una scena dell’adorazione dei magi alla Natività di nostro Signore Gesù Cristo. E da quel momento molti presepi artistici, monumentali e ultimamente anche viventi hanno costellato la nostra Diocesi. Scopo di questo progetto della Pastorale del turismo è mettere in rete tutte queste esperienze per consentire ai fedeli e ai turisti che arrivano a Siracusa di partecipare con i magi, gli angeli e i pastori all’adorazione di Gesù Bambino“.

Settimana sociale a Taranto nel 2021. Mons. Santoro: “L’Italia è in debito con Taranto”

“Offrire al nostro Paese una speranza fondata e operosa, a partire dalla chiave di lettura della ‘ecologia integrale’ che ci propone di entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune’”. È l’obiettivo della 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani, in programma a Taranto, dal 4 al 7 febbraio 2021, sul tema: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”. Punto di riferimento dei Lineamenta,  presentati oggi a Roma, è l’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco, che “indica una direzione valida dal punto di vista culturale, scientifico ed operativo per il futuro del nostro pianeta”, in grado di “illuminare i diversi aspetti della crisi antropologica contemporanea, componendo quei temi che spesso vengono presentati in maniera conflittuale: sviluppo contro sostenibilità, crisi ambientale contro crisi sociale, dimensione globale contro quella locale”. “Tutto è connesso significa che tutto è in relazione”, si legge nel testo, in cui si invoca la necessità di “uno sguardo contemplativo” sulle sfide che affliggono il pianeta: quello che ha usato San Francesco d’Assisi.

“Non vogliamo che continui un’industria che porta morte e distruzione”.

È l’appello di mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociale dei cattolici italiani: “Dobbiamo fermare la devastazione ambientale e non renderla devastazione sociale”, la proposta del vescovo, secondo il quale “bisogna arrivare all’introduzione di forme di produzione alternative al ciclo completo del carbonio”, come il gas e l’idrogeno, ed investire su altre forme produttive, come l’eccellenza agroalimentare, il terziario, i frutti del mare e il turismo.

“L’Italia è in debito nei confronti di Taranto”,

ha concluso: “È possibile raccordare la cura della casa comune, la salute e la vita delle persone con un lavoro dignitoso”.

“È falso pensare che tutte le problematiche del mondo, compresa quella della miseria, si risolveranno semplicemente con la crescita quantitativa”,

la prima denuncia contenuta nei Lineamenta: “Il mercato, da solo, non è in grado di garantire lo sviluppo umano integrale, e soprattutto non è attento alle dinamiche necessarie per generare inclusione sociale”, il monito del documento, in cui si pronuncia un “no” deciso alla “logica dell’usa e getta” e si mette l’accento “sul rapporto tra economia ed ecologia, tra ambiente e lavoro”, partendo dalla consapevolezza – come scrive il Papa nella Laudato si’ – che “non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale”. No, allora, a quello che Francesco definisce “il paradigma tecnocratico”, “dominato da interessi che mirano allo sfruttamento di tutto quanto è possibile estrarre dal mondo che ci circonda” sulla base dell’idea di “una crescita infinita e illimitata” che non tiene conto “dei limiti del pianeta”.


(Agenzia Sir)

Migranti. Sono più di 3 mila i tutori volontari per i minori stranieri

Sono già più di 3 mila in Italia i tutori volontari dei minori stranieri non accompagnati. Sono in netta prevalenza donne, laureate, residenti in particolare in Sicilia e nel Mezzogiorno e, a fine 2018, dopo i corsi di formazione e il via libera dei Tribunali, hanno già avuto un abbinamento con quasi 4mila ragazzi e ragazze arrivati da soli nel nostro Paese. Sono questi i risultati del primo monitoraggio sul Sistema della tutela volontaria effettuato dall’Ufficio nazionale del Garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Negli elenchi dei Tribunali per i minorenni, infatti, risultano già iscritti per la precisione 3.029 tutori volontari di minori stranieri non accompagnati (Msna), di cui 505 provenienti da elenchi preesistenti all’entrata in vigore della legge 47 del 2017. Si tratta della norma che ha riformato l’accoglienza dei minori migranti nel nostro Paese, con l’obiettivo di favorirne la protezione e l’integrazione grazie all’affidamento in famiglia o, appunto, la tutela da parte di un volontario. Il tutore non ospita a casa propria il minore, lo aiuta però nello svolgimento della pratiche burocratiche, ma soprattutto lo accompagna nel percorso di vita, agevolandone lo sviluppo personale e l’integrazione nella nostra società.
Particolarmente interessante è la composizione delle persone che si sono rese disponibili a questo compito di guida e di cura dei minori immigrati e che per farlo, prima del vaglio da parte dei Tribunali, hanno seguito uno dei corsi preparatori organizzati dai Garanti regionali dell’infanzia. Fra i tutori, infatti, il 75,4% è rappresentato da donne, il 57,7% ha un’età superiore ai 45 anni e ben l’83,9% è laureato, il 77,8% ha un’occupazione – per lo più nelle professioni intellettuali, scientifiche e a elevata specializzazione – e il 9,1% l’ha avuta ed è oggi pensionato. Particolarmente impegnati risultano la Sicilia (che peraltro ha il record di minori stranieri non accompagnati ospitati) e il Mezzogiorno in generale, anche se il numero dei tutori non dipende solo da quante persone si rendono disponibili, ma anche dalla organizzazione dei corsi da parte dei Garanti regionali – 48 queli effettuati in 18 mesi, con 26 ore di formazione – e dalla celerità dei Tribunali nel verificare i requisiti, iscrivere i tutori negli appositi elenchi e dare il via libera agli abbinamenti con i ragazzi e le ragazze. I primi tre distretti di Corte d’appello per numero di tutori volontari iscritti negli elenchi sono Catania (244), Roma (242) e Palermo (241).


(Da Avvenire)

 

Papa in Giappone: “Preoccupato per il prolungarsi dell’uso dell’energia nucleare”

Incontrando a Tokyo le vittime del triplice disastro del 2011, Papa Francesco ha ricordato in particolare l’incidente nucleare di Daiichi a Fukushima e le sue conseguenze. “Oltre alle preoccupazioni scientifiche o mediche, c’è anche il lavoro immenso per ripristinare il tessuto della società”, ha fatto notare Francesco: “Fino a quando i legami sociali non saranno ristabiliti nelle comunità locali e le persone avranno di nuovo una vita sicura e stabile, l’incidente di Fukushima non sarà completamente risolto”. Ciò implica, ha ribadito associandosi ai vescovi del Giappone, “la preoccupazione per il prolungarsi dell’uso dell’energia nucleare, per cui hanno chiesto l’abolizione delle centrali nucleari”. “La nostra epoca è tentata di fare del progresso tecnologico la misura del progresso umano”, il grido d’allarme del Papa: “Questo paradigma tecnocratico di progresso e di sviluppo modella la vita delle persone e il funzionamento della società e, spesso, porta a un riduzionismo che tocca tutti gli ambiti delle nostre società”. È dunque importante, in momenti come questo, “fare una pausa e riflettere su chi siamo e, forse in modo più critico, su chi vogliamo essere”: “Che tipo di mondo, che tipo di eredità vogliamo lasciare a coloro che verranno dopo di noi?”. “La saggezza e l’esperienza degli anziani, insieme all’impegno e all’entusiasmo dei giovani – la tesi di Francesco – possono aiutare a plasmare una visione diversa, una visione che aiuti a guardare con grande rispetto il dono della vita e la solidarietà con i nostri fratelli e sorelle nell’unica, multietnica e multiculturale famiglia umana”.

(da Agenzia SIR)

Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia

In farmacia per i bambini con la Caritas Diocesana

Oggi, mercoledì 20, si celebra la XXX Giornata mondiale dei Diritti dell’infanzia. Nella nostra Diocesi sarà realizzata la VII giornata “In Farmacia per i bambini” promossa dalla Fondazione Francesca Rava – NPH Italia in collaborazione con la Caritas di Siracusa e diverse realtà diocesane che daranno il proprio contributo per sensibilizzare i cittadini a salvaguardare i diritti dei bambini. L’invito dei volontari è quello di donare farmaci da banco, alimenti e prodotti pediatrici.

A Siracusa la Caritas diocesana, attraverso l’associazione Padre Massimiliano Maria Kolbe, sarà presente presso la Farmacia Favara in viale Scala Greca 399; la comunità delle Suore Francescane Missionarie di Maria presso la Farmacia Caruso in via Necropoli Grotticelle 25; il Centro Aiuto alla Vita (CAV) presso la Farmacia Santa Panagia in viale Santa Panagia 118; la Caritas della Parrocchia Sacra Famiglia presso la Farmacia Favata in via Paternò. Ad Augusta la comunità delle Suore Francescane Missionarie di Maria sarà presente presso la Farmacia Monte Tauro in via Corbino 65 e la Farmacia Bruno in via Principe Umberto I, 84; la Caritas della Parrocchia Madonna del Buon Consiglio in Santa Lucia sarà presente presso la Farmacia Conigliaro in viale Italia, 188. Infine, a Città Giardino la Caritas della Parrocchia di San Bartolomeo sarà presente presso la Farmacia Formica Magro in via Mascagni, 1. Sarà presente anche personale della Marina militare.

I prodotti, donati durante la giornata, saranno devoluti a famiglie che vivono in difficoltà economica.

Papa: verso i bambini più responsabilità da parte delle aziende digitali

La sfida è grande: «Vogliamo bandire dalla faccia della terra la violenza e ogni tipo di abuso nei confronti dei minori». E ancora: «Le grandi compagnie del settore non possono considerarsi completamente estranee all’uso degli strumenti che mettono nelle mani dei loro clienti». 
Sono parole chiare e principi indiscutibili quelli richiamati del Papa nel suo intervento al summit internazionale “Promoting digital child dignity” che si propone di garantire una dignità, cioè una tutela, digitale ai bambini, ai ragazzi che si affacciano in Rete. 

«In un mondo come il nostro, in cui i confini fra gli Stati sono continuamente superati dalle dinamiche create dagli sviluppi del Web – ha aggiunto Francesco – i nostri sforzi devono assumere la dimensione di un movimento globale che si unisce agli impegni più nobili della famiglia umana e delle istituzioni internazionali per la tutela della dignità dei minori e di ogni persona». 

È chiaro infatti che «ogni educatore, ogni genitore va aiutato e sostenuto nel suo servizio dall’impegno concorde di una nuova alleanza di tutte le istituzioni e forze educative. A questo contribuisce non solo la sana ragione etica, ma anche la visione e l’ispirazione religiosa, che ha respiro universale perché fonda il rispetto della dignità umana sulla grandezza e santità di Dio, suo Creatore e Salvatore. Perciò è benvenuta la presenza fra voi di numerosi autorevoli leader religiosi che intendono farsi carico in modo solidale e corresponsabile di questi problemi». 

Di qui un rinnovato invito all’impegno comune, concreto, di tutte le agenzie educative. «La causa della protezione dei minori nel mondo digitale – ha sottolineato il Papa – deve vederci uniti, come testimoni dell’amore di Dio per ogni persona, a cominciare dai più piccoli e indifesi, per far crescere in tutti, in ogni parte del mondo e in ogni confessione religiosa, l’attenzione, la cura e la consapevolezza. Guardiamoli negli occhi: sono le vostre figlie e i vostri figli, dobbiamo amarli come capolavori e figli di Dio. Hanno diritto a una vita buona. Abbiamo il dovere di fare tutto il possibile perché la abbiano».

IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO

Riccardo Maccioni
(Da Avvenire)

Bassetti: è l’ora dei laici responsabili. In politica serve una nuova presenza

Sulla scrivania del suo studio il cardinale Gualtiero Bassetti tiene la Bibbia aperta sul Vangelo di Matteo e, accanto, il ritaglio di una pagina di Avvenire. Il versetto su cui si sofferma il presidente della Cei è quello in cui Cristo sprona a rendere «a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». E l’articolo tratto da questo quotidiano è un’intervista al sondaggista Nando Pagnoncelli in cui si spiega, all’indomani dell’esito delle elezioni europee, che più della metà dei praticanti si è orientata verso l’astensione.

A Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio

«Ogni volta che leggo l’ammonimento del Signore a restituire all’imperatore romano il dovuto – afferma il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve – penso che quelle parole siano un richiamo a ogni credente a restituire qualcosa alla città in cui vive. Sono un invito a curare la casa comune che è appunto la città, la provincia, la regione, il Paese intero. Sono una chiamata al cristiano a occuparsi della vita pubblica, a partire dalla politica: non soltanto con il voto, che è un diritto e un dovere al tempo stesso, ma anche con la dedizione personale, spendendosi senza riserve per il bene comune». 
L’analisi di Pagnoncelli, invece, mostra la distanza che c’è fra tanti cattolici e la politica. «Si avverte una sorta di divario fra le istituzioni e il cittadino – ammette il presidente della Cei –. Come cristiani abbiamo tirato i remi in barca, mi viene da dire. Ci interessiamo al sociale, magari interveniamo nel dibattito pubblico, ma non riusciamo a far sentire la nostra voce, a far entrare istanze e visioni nelle decisioni politiche. E questo produce una disaffezione e un’indifferenza che non possono non preoccupare».

Un cristiano non odia e non può essere antisemita

Altro tema che tiene banco in questi giorni è quello del razzismo: prima la notizia che la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e testimone dell’orrore della Shoah, riceve circa duecento messaggi di odio al giorno attraverso il web e ha dovuto accettare la scorta; poi il voto al Senato sull’istituzione di una “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo” proposta dalla stessa senatrice e, purtroppo, non accolta all’unanimità. 
«“Un cristiano non può essere antisemita”, ha ricordato recentemente papa Francesco, come non può essere un seminatore di odio – sottolinea Bassetti –. Su internet e nelle reti sociali l’anonimato ha partorito gli hater, gli odiatori. Come cittadini, come Chiese e come vescovi, non possiamo che condannare ogni atteggiamento o intervento che semina a piene mani disprezzo, inimicizia, ostilità. Azioni e parole dettate dal rancore sono un peccato contro Dio e contro l’umanità e sono in netta antitesi con il “comandamento dell’amore” che Cristo ci consegna e che racchiude l’intero messaggio del Vangelo. Quando si sostituisce il Signore con l’idolatria dell’odio, si arriva alla follia di sterminare l’altro. Proviamo timore e dolore verso ogni forma di antisemitismo che deve essere combattuta senza esitazioni. E non possono essere consentiti i silenzi, le mancanze o le astensioni». 

La politica è una missione, non ricerca di tornaconto

Ma c’è da scendere dal monte, dal Tabor, e calarsi nei problemi. «La politica è una missione, non una ricerca di tornaconto, non tentazione del consenso facile – tiene a precisare il presidente della Cei –. Una tensione verso i poveri, i precari, gli sfruttati, gli emarginati, i delusi, i fragili. E oggi fra loro rientrano i giovani che non trovano lavoro e che in maniera sempre più allarmante lasciano il nostro Paese; o le famiglie toccate dalla crisi, dalle difficoltà anche intrinseche, dalla disoccupazione. Il pensiero va oggi alla situazione che si è creata intorno all’ex Ilva di Taranto. Quei lavoratori, quelle famiglie non possono essere abbandonate a se stesse. È urgente riaffermare e garantire il diritto al lavoro che si coniughi con un degno e salutare ambiente di vita».
Un cattolico impegnato in politica è chiamato a ricucire, è l’idea del presidente della Cei. «In un frangente segnato dalle divisioni, dalle lacerazioni sociali e, aggiungerei, anche ecclesiali – spiega il cardinale –, occorre essere uomini e donne di comunione e di riconciliazione, intercettare le varie sensibilità e i molti bisogni, fare sintesi intorno a quell’orizzonte condiviso che è l’umanesimo cristiano. Inoltre serve dare forma e sostanza alle parole: non ci si può fermare solamente all’annuncio». Bassetti indica il Vangelo che ha sul tavolo. «La nostra società – conclude – ha un grande bisogno di persone che non scendano a patti con la mondanità, con l’individualismo esasperato, con l’arroganza diffusa e che abbiano come bussole la sobrietà e l’umiltà. Non si tratta di guardare al passato ma di costruire un futuro realmente nuovo».

Giacomo Gambassi
(Sintesi da Avvenire)