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Festa delle famiglie al Santuario

“L’amore familiare: vocazione e via di santità” è il tema del X Incontro mondiale delle Famiglie che si sta svolgendo a Roma e terminerà domenica prossima quando il Santo Padre consegnerà il mandato alle famiglie.

A Siracusa l’Ufficio per la pastorale delle famiglie ha promosso un incontro per domenica prossima, 26 giugno, alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Alle ore 10.00 l’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto presiederà la solenne celebrazione eucaristica. Subito dopo ci sarà un momento di festa con delle testimonianze  e alle ore 12.00 il collegamento con piazza San Pietro a Roma.

Nel corso di quest’anno, dedicato all’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, siete stati accompagnati dalle riflessioni e dagli incontri organizzati dal nostro Ufficio per la Pastorale della Famiglia, attraverso la rubrica mensile l’Amore nel frammento e la proposta formativa su Amoris Laetitia, in preparazione al X Incontro Mondiale delle Famiglie che verrà realizzato in due modalità parallele: Roma rimarrà la sede principale, presso la quale si svolgeranno il Festival delle Famiglie e il Congresso teologico-pastorale, entrambi in aula Paolo VI; e la messa in piazza San Pietro. Parteciperanno i delegati delle Conferenze episcopali e dei movimenti internazionali impegnati nella Pastorale familiare” ha scritto l’arcivescovo Francesco Lomanto.
Contemporaneamente, nelle singole Diocesi sono state programmate iniziative. «Si tratta di cogliere un’opportunità preziosa e unica per far ripartire con rinnovato slancio missionario e creatività la Pastorale Familiare, a partire dalle indicazioni che ci sono state date dal Santo Padre nell’esortazione Amoris Laetitia, cioè con il coinvolgimento di sposi, famiglie e pastori insieme» (Nota sul X Incontro Mondiale delle Famiglie, 02.07.2021).
Invito tutte le famiglie della nostra Diocesi a cogliere questa “preziosa opportunità”, per vivere la gioia di questo importante evento” conclude l’arcivescovo Lomanto.

 

Il “pane quotidiano” non manchi a nessuno

L’emergenza mondiale del grano, causata dalla guerra in corso, ci induce a considerare l’urgenza di chiedere a Dio Padre il “pane quotidiano” per tutti. Desidero richiamare la «grande preoccupazione» segnalata nei giorni scorsi anche da papa Francesco sulla necessità dellʼesportazione del grano dallʼUcraina per sostenere la vita di milioni di persone e garantire il diritto umano universale a nutrirsi. Chiediamo al Signore che tocchi il cuore dei potenti, affinché non si scateni una guerra del grano che favorisca i paesi ricchi e provochi la fame nei paesi poveri. Dobbiamo pregare Dio perché il “pane quotidiano” non manchi a nessuno“.
Così l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto ieri sera al termine della processione eucaristica che dal Santuario ha raggiunto il piazzale del Pantheon. La processione è seguita alla celebrazione della solennità del Corpus domini alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. Migliaia i fedeli che hanno preso parte alla messa.
La solennità del Corpus Domini ci invita a svolgere oggi una riflessione su tre versanti – ha detto mons. Lomanto -: la necessità del pane materiale; l’imprescindibile dono del pane eucaristico; la nostra trasformazione in Cristo per un servizio di amore. Come il pane è il necessario alimento per la vita del nostro corpo, così non è possibile vivere da cristiani senza l’eucaristia. Diceva Madre Teresa di Calcutta: «Non potrei vivere senza l’eucaristia: è l’eucaristia che mi riempie di amore e mi dà la forza per servire i poveri e per chinarmi con amore sulle loro piaghe». E padre Pio usava questa immagine: «È più facile che il mondo viva senza il sole piuttosto che viva senza la messa». La messa è lʼincontro di Gesù risorto con i suoi. L’eucarestia è Gesù risorto presente in mezzo a noi; è Gesù che si dona e nutre la vita dell’uomo nella sua pienezza. Nell’eucaristia Cristo è realmente presente tra noi e si dona a noi. Il suo dono, il suo amore, la sua presenza diventa la nostra forza per andare avanti, per amare gli altri e per affrontare la vita di ogni giorno, perché, come abbiamo pregato con la colletta di questa settimana, «nulla possiamo senza il tuo aiuto».
Amare veramente il prossimo vuol dire dimenticarsi di sé per l’altrui bene, mettere il bene del fratello al di sopra di ogni interesse. Nutrirsi dell’eucaristia alla mensa del Signore, vuol dire lasciarsi trasformare, dalla sua grazia, in strumenti di questo amore, per essere presenza viva di Cristo, prolungamento della sua azione benefica e vivificante, e portare il vangelo nel tessuto sociale di ogni giorno“.

Il reliquiario della Madonna delle Lacrime all’ospedale “Umberto I”

Ogni giorno è un dono di amore di Dio

Il reliquiario della Madonna delle Lacrime all’ospedale “Umberto I” di Siracusa. L’iniziativa, denominata “Maria e gli Infermi”, è stata un’emozionante e bellissima esperienza missionaria su iniziativa della parrocchia San Luca evangelista e dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute diretto da don Raffaele Aprile. Le Lacrime di Maria vogliano essere uno sprono per uscire da noi stessi e rifugiarci nel cuore di Dio.

Dopo l’accoglienza del Reliquiario che custodisce le Lacrime della Madonnina, nella chiesa parrocchiale di San Luca, all’interno dell’ospedale da parte del cappellano fra Gabriele, processione d’ingresso con la presenza dei ministri straordinari, dei volontari dell’Avo, dell’Avulss, dei Gruppi prematuri e del personale sanitario. Dopo un momento di preghiera con il Reliquiario, l’adorazione eucaristica.
Nella parte centrale della mattinata visita ai reparti, con i malati che hanno potuto pregare davanti al Reliquiario. “Portare la presenza materna di Maria attraverso le Lacrime ha visto negli occhi dei pazienti tanta speranza. C’è stato chi ha versato delle lacrime, chi ha rivolto le sue intenzioni ai piedi della Madonna e chi, in silenzio, ha aperto il suo cuore” ha detto don Raffaele Aprile.

Più che parlare della malattia come incidente di percorso nel cammino dell’umana esistenza, bisogna parlare della bellezza della vita. La malattia fa parte della vita, è nella natura della creatura umana, è nel suo limite:  accettare la vita è saper accettare anche la malattia Questo non significa favorirla,  come non significa neppure ignorarla.
Dietro la malattia c’è il malato, c’è la persona umana che a causa della malattia  viene limitata nel suo agire, viene tormentata dal dolore fisico e spirituale. Amare la vita, servire la vita, prenderci cura della vita, andando incontro e servendo chi soffre è compito precipuo di ogni cristiano degno di questo nome. Quelle sofferenze subite da Cristo e causate da una umanità malata spiritualmente, sono state superate e vinte dalla resurrezione di Cristo. Con la resurrezione la vita ha vinto definitivamente sulla malattia e sulla morte. Farci prossimo, saper stare accanto, dedicare tempo ai malati è dare fiato alla vita, è caricare di speranza chi è aggredito dal male fisico e morale. Fare scoprire attraverso la malattia la presenza di Gesù nella nostra vita è portare gioia dove c’è tristezza, pace dove c’è desolazione e morte.  Aprire il cuore alla bellezza della vita è dare senso e valore al tempo, è sapere dire eccomi al volere di Dio, è dare linfa alla vita sia quando le cose vanno a gonfie vele, sia quando la malattia bussa alla porta delle nostre case e ci impedisce di vivere nella normalità. La felicità la viviamo apprezzando il dono della vita, la preziosità del tempo, la bellezza della comunione fraterna, il profumo delizioso dell’amore delle persone buone che il Signore mette sulla nostra strada. Ogni giorno – ha concluso don Raffaele – è un dono di amore di Dio e il mio grazie a Dio, il mio tempo dato a Dio non possono, non devono mancare“.

Domenica la Solennità del Corpus Domini

Celebrazione della Solennità del Corpo e Sangue del Signore domenica prossima, 19 giugno. Per la solennità del Corpus Domini l’unica santa messa del pomeriggio a Siracusa si terrà alle ore 18.30 alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime e sarà presieduta dall’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto. Al termine della celebrazione la processione eucaristica muoverà dal Santuario per raggiungere il piazzale del Pantheon dove si concluderà con la riflessione dell’Arcivescovo Lomanto e la benedizione eucaristica. Durante la processione la Comunità del nostro Seminario ci aiuterà a pregare, meditare e cantare insieme.
Come è tradizione ogni singola Comunità cittadina si organizza per un’unica celebrazione eucaristica pomeridiana, con la partecipazione di tutti i sacerdoti insieme ai gruppi, associazioni e movimenti presenti in loco e a manifestare pubblicamente la propria fede anche con la processione per le vie della città.

Il reliquiario all’ospedale Umberto I

Il reliquiario della Madonna delle Lacrime all’ospedale Umberto I. L’iniziativa, denominata Maria e gli Infermi, avrà luogo sabato 18 su iniziativa della  parrocchia San Luca evangelista e dell’Ufficio per la Pastorale della Salute.
Alle ore 9 è previsto l’arrivo e l’accoglienza del reliquiario che custodisce le lacrime della madonnina nella chiesa parrocchiale San Luca all’interno dell’ospedale siracusano. E’ prevista una processione d’ingresso con la presenza dei ministri straordinari, dei volontari dell’Avo, dell’Avuls, dei Gruppi preamaturi e del personale sanitario. Dopo un momento di preghiera con il reliquiario seguirà l’adorazione eucaristica.
Alle 12.30 sarà celebrata la santa messa.

“Quale occidente?” al Vermexio

Quale occidente?”, è il titolo della giornata organizzata da Assostampa Siracusa e Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio che, con il patrocinio del Comune di Siracusa, si svolgerà venerdì 17 giugno, nel salone Borsellino di palazzo Vermexio.
A confrontarsi, a partire dalle ore 19, in una conversazione moderata dal segretario provinciale di Assostampa, Prospero Dente, saranno Andrea Bonanni, editorialista di Repubblica, Elio Cappuccio, docente di filosofia all’Istituto San Metodio, e Alessio Lo Giudice, docente di Filosofia del Diritto all’Università di Messina. Tre voci protagoniste che cercheranno di analizzare il senso e il futuro dei paesi dell’Occidente con uno sguardo a ciò che la storia ha già scritto e a quello che sta mostrando durante il conflitto in Ucraina.

Un dono per preservare la memoria

Uno strumento per preservare manoscritti preziosissimi che potrebbero essere danneggiati dal tempo. Un armadio ignifugo è stato donato dalla Banca di Credito Cooperativo La Riscossa di Regalbuto all’Arcidiocesi di Siracusa.

Un dono nel segno della continuità, dopo che nel 2019 l’Istituto di credito cooperativo ha finanziato il restauro del più prezioso dei volumi del XVI secolo conservati nell’Archivio Storico della Cattedrale di Siracusa, il Codex baptizatorum inverso ordine descriptus ab anno 1546 [usque] ad [annum] 1565. Ecco perché la Banca di Regalbuto, che celebra quest’anno il centenario della propria fondazione, ha voluto donare un armadio ignifugo così da custodire, in sicurezza, altri importanti manoscritti e testi storici.

Questo armadio ci consentirà di custodire i registri canonici dal 1500 in poi – ha detto mons. Sebastiano Amenta, vicario generale dell’Arcidiocesi di Siracusa –. Ringraziamo la Banca di Regalbuto per la sensibilità dimostrata nei confronti della nostra Diocesi. Così come accaduto nel restauro del Codex, stiamo cercando di effettuare un’attività che punta a recuperare manoscritti e testi che raccontano la storia e al tempo stesso custodirli con cura. In anni in cui non c’era l’anagrafe, ci attestano uno spaccato della storia della città di quell’epoca”.
Durante la cerimonia di consegna, il presidente, Arturo La Vignera, ha evidenziato le radici storiche della Banca, nel lontano 1922 ad opera dei soci fondatori regalbutesi, reduci della Prima Guerra mondiale: “Ci ispiriamo ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata – ha spiegato La Vignera –: la nostra è una scelta di costruire il bene comune rimanendo impegnati ad agire in coerenza con la Carta dei Valori del Credito cooperativo. La BCC La Riscossa di Regalbuto rappresenta oggi un’importante e solida realtà creditizia, da ultimo inserita nel nuovo Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano. La nostra Banca – prosegue il Presidente – resta particolarmente vicina alle esigenze delle Comunità dell’area del Siracusano, con l’ascolto, l’attenzione e la comprensione dei bisogni di un territorio, a noi davvero caro, cui abbiamo assicurato l’erogazione di significative risorse, ora sul piano del credito di investimento e sviluppo, con la profilatura di adeguati e competitivi prodotti di finanziamento, ora su quello del sostegno e dell’accompagnamento di famiglie ed imprese, soprattutto in occasione delle situazioni di crisi, anche in seguito alla pandemia da covid-19”.

Festeggiamenti in onore del Sacro Cuore di Gesù ad Augusta

Al via mercoledì 15 i festeggiamenti in onore del Sacro Cuore di Gesù ad Augusta. Intenso il programma che quest’anno la parrocchia Sacro Cuore di Gesù propone in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune, la Caritas Diocesana e l’Ufficio Missionario diocesano.

Dal 15 al 26 si susseguiranno i momenti di preghiera, di formazione, le veglie. Giovedì 23 la processione eucaristica per vie del quartiere, venerdì 24 alle ore 19 la messa sarà presieduta dall’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto; sabato 25 processione del simulacro del Sacro Cuore di Gesù per le vie della Borgata. Domenica 26 la festa esterna del Sacro Cuore di Gesù e alle 19 la processione per le vie della parrocchia.

Due elementi in questi tempi siamo chiamati ad attenzionare sul nostro cammino di cristiani: da una parte il conflitto in Ucraina che ci turba ma allo stesso tempo ci costringe a ripensare il nostro modo di vivere; dall’altra il cammino sinodale che ci vede impegnati come Chiesa e come comunità già diversi mesi – spiega don Helenio Schettini, amministratore parrocchiale –. Il primo elemento ci invita a riscoprire Cristo come centro della nostra esistenza e del mondo: è Lui che dona la pace ed è seguendo Lui che possiamo diventare strumenti di pace. Il secondo elemento invece ci invita ad essere “Chiesa in uscita”: ecco che ciascuno di noi è chiamato a riscoprirsi annunciatore del Vangelo nelle realtà del mondo. Per questi motivi la festa del Sacro Cuore di quest’anno diventare occasione preziosa per sottolineare e ridestare lo spirito missionario che anima da sempre la vita della Chiesa. Con San Paolo dobbiamo affermare all’unisono: “Annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!”. In questo cammino saremo tutti coinvolti, per ciascuno di noi ci sarà un tempo e ci saranno stimoli significativi. La missionarietà non sarà solo qualcosa su cui riflettere ma anche qualcosa che saremo chiamati a vivere nella concretezza delle azioni. Nel nostro cammino non saremo soli – ha concluso don Helenio – avremo il prezioso aiuto dell’Ufficio missionario diocesano, della Caritas diocesana e della comunità diaconale che spezzerà per noi il pane della Parola“.

Durante tutta la novena la comunità sarà impegnata in una raccolta di alimenti. E la somma in denaro che sarebbe stata destinata allo spettacolo pirotecnico sarà devoluta per la realizzazione del Centro Caritas parrocchiale.

La Sicilia, Papa Francesco: “Una terra di luci e ombre”

Protagonisti nella storia, accanto alla gente nel “pieno stile del pastore”, dunque con “vicinanza, compassione e tenerezza”, perché “il cambiamento d’epoca nel quale ci ritroviamo a vivere richiede scelte coraggiose, illuminate con il discernimento dello Spirito Santo”, e “la Sicilia non è fuori da questo cambiamento”. In questo contesto occorre comprendere le peculiarità della Sicilia, “per annunciare il Vangelo di Dio”. Un compito che “chiede a noi sacerdoti e vescovi il servizio pieno, totale ed esclusivo”. Papa Francesco rivolge questo invito ai quindici vescovi e circa trecento sacerdoti siciliani ricevuti oggi in Vaticano, nella Sala Clementina, in occasione della solennità della Madonna Odigitria, patrona dell’isola.

Il Papa sottolinea come in passato la Sicilia si sia trovata “al centro di percorsi storici che i popoli continentali disegnano”, e accogliendo “i passaggi di questi popoli, ora dominatori ora migranti”, nel tempo “li ha integrati nel suo tessuto, sviluppando una propria cultura”. Una cultura che Francesco ricorda di aver conosciuto anche attraverso un film, “Il Kaos”, dei fratelli Taviani, dove protagonisti sono quattro racconti di Pirandello. “Sono rimasto stupito da quella bellezza, da quella cultura, da quella insularità continentale”. Questo non vuol dire però negare le difficoltà esistenti.

Questo non significa che sia un’isola felice, perché la condizione di insularità incide profondamente sulla società siciliana, finendo per mettere in maggior risalto le contraddizioni che portiamo dentro di noi. Sicché si assiste in Sicilia a comportamenti e gesti improntati a grandi virtù come a crudeli efferatezze. Come pure, accanto a capolavori di straordinaria bellezza artistica si vedono scene di trascuratezza mortificanti. E ugualmente, a fronte di uomini e donne di grande cultura, molti bambini e ragazzi evadono la scuola rimanendo tagliati fuori da una vita umana dignitosa. La quotidianità siciliana assume forti tinte, come gli intensi colori del cielo e dei fiori, dei campi e del mare, che risplendono per la forza della luminosità solare. Non a caso tanto sangue è stato versato per la mano di violenti, ma anche per la resistenza umile ed eroica dei santi e dei giusti, servitori della Chiesa e dello Stato.

Francesco parla di una situazione sociale “in netta regressione da anni”, palesata ad esempio “dallo spopolamento dell’isola, dovuto sia al calo delle nascite, sia all’emigrazione massiccia dei giovani”. E nel chiedere ai sacerdoti e vescovi un “servizio pieno, totale ed esclusivo”, rivolge proprio ai più giovani il suo pensiero:

I giovani stentano a percepire nelle parrocchie e nei movimenti ecclesiali un aiuto alla loro ricerca del senso della vita; e non sempre vi scorgono la chiara presa di distanza da vecchi modi di agire, errati e perfino immorali, per imboccare decisamente la strada della giustizia e dell’onestà. Io mi sono addolorato quando ho dovuto avere nelle mani qualche pratica che è arrivata alle Congregazioni romane per qualche giudizio su sacerdoti e persone di Chiesa: ma come mai, come mai si è arrivati a questa strada di ingiustizia e disonestà?

Andrea De Angelis – Città del Vaticano
(VaticanNews)

 

Sono stati circa 300 i sacerdoti siciliani che hanno preso parte al pellegrinaggio dei presbiteri di Sicilia a Roma in occasione del XXX anniversario della Giornata Sacerdotale Regionale Mariana. Con loro venti vescovi e i giovani presbiteri siciliani che studiano presso le Pontificie università romane. Diversi i momenti di preghiera fino ad arrivare all’udienza privata con papa Francesco.

Nella prima mattina i presbiteri e i vescovi siciliani in pellegrinaggio a Roma hanno iniziato la loro giornata con la preghiera delle lodi mattutine. Ha presieduto la celebrazione mons. Michele Pennisi. Successivamente si sono recati nella Basilica di Santa Maria maggiore dove si sono affidati alla Salus Populi Romani attraverso la contemplazione dei misteri del Rosario arricchita dalla meditazione su documenti o discorsi del Santo Padre Francesco. Al centro della giornata la Concelebrazione eucaristica presieduta da S. E. Reverendissima Mons. Lazzaro You Heung sik, prefetto della Congregazione per il Clero.

Dopo il saluto liturgico del presidente dell’assemblea celebrante ha preso la parola mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti e delegato CESi per il Clero. “Ogni vicinanza – ha detto facendo riferimento al tema del pellegrinaggio che «Con Maria per una “Chiesa della vicinanza”» – si nutre di libertà e di semplicità perché non sono le cose grandi che aprono gli orizzonti, ma il modo grande di fare le cose di ogni giorno che aiuta a scorgere la presenza del Signore come buon compagno di cammino che incoraggia e indica la strada. Nella nostra Sicilia – ha proseguito il presule – sono tante le figure luminose di presbiteri che hanno seminato nei solchi della storia ottimi semi di bene manifestando la vicinanza del Signore ai fratelli e hanno confermato con la vita che l’ideale alto della chiamata al sacerdozio non si misura con il successo umano, ma con la bellezza di un mondo interiore abitato da Cristo“.

IN TRECENTO ATTORNO AL PAPA: I PRESBITERI DI SICILIA E I VESCOVI IN PELLEGRINAGGIO A ROMA Mons. You Heung nella sua omelia ha sottolineato l’importanza della Vergine Maria per i siciliani. Ha invitato inoltre i presenti ad essere “preti gioiosi”.

Nel pomeriggio vescovi e presbiteri della Sicilia si sono riuniti per un momento di riflessione e dialogo. Dopo il saluto e l’apertura dei lavori a cura del Segretario della Commissione Presbiterale siciliana, il quale ha proposto un breve excursus sulla giornata sacerdotale mariana, è stato lanciato il tema prendendo spunto da dalla riflessione di Papa Francesco in occasione dell’apertura del simposio sul sacerdozio. Il Santo Padre aveva affermato: “Il sacerdote sia vicino a Dio, al vescovo, ai presbiteri, al popolo“.

Sono stati quattro presbiteri della nostra isola a parlare di tali vicinanze, condividendo riflessioni, ma anche esperienze. Don Luca Saraceno, dell’Arcidiocesi di Siracusa, ha trattato la vicinanza a Dio: prendendo spunto dalle parole di Paolo, ha affermato che la vicinanza a Dio ha a che fare con il pensare di Dio. Inoltre ha sottolineato l’importanza che i sacramenti e la preghiera avvicinano i presbiteri a Dio. Successivamente è intervenuto don Gioacchino Capizzi, dell’Arcidiocesi di Monreale, che ha parlato dell’importanza del rapporto che intercorre tra presbiteri e vescovo e partendo dell’invito di Ignazio di Antiochia ha sottolineato che bisogna operare perfetta armonia con il volere del vescovo come le corde alla cetra. Don Calogero Cerami, della Diocesi di Cefalù, invece, ha condiviso una riflessione sulla vicinanza ai presbiteri, una vicinanza fondamentale che ha potuto argomentare citando anche l’esperienza preziosa del Centro regionale “Madre del Buon Pastore” per la formazione del clero, del quale don Cerami è direttore. La vicinanza ai presbiteri è “lievito di fraternità” che rende ciò che è statico dinamico. Infine don Enzo Smriglio, della Diocesi di Patti, ha parlato della vicinanza al popolo dicendo che quest’ultima si esplica nell’ascolto della storia e del vissuto dei fratelli e delle sorelle.

 

Discorso del Santo Padre Francesco ai Vescovi e ai Sacerdoti delle Chiese di Sicilia