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Veglia missionaria diocesana

Avrà luogo sabato 21, alle ore 20:30, la veglia missionaria diocesana nella parrocchia della Madonna delle lacrime a Solarino. Condivideranno la loro esperienza padre Stefano Croazia e Gladys Chavez della comunità missionaria di Villaregia. Lo stesso sabato, alle ore 17:00, i missionari incontreranno i giovani presso l’istituto del Cenacolo Domenicano di Solarino in via Paolo Barbagallo. Inoltre il 4 e il 5 novembre, in collaborazione con la comunità missionaria di Villaregia, ci sarà un weekend di formazione presso la casa delle suore Francescane Missionarie di Maria in via dell’Olimpiade a Siracusa.

“L’obiettivo – spiega il direttore del Centro missionario diocesano, don Salvo Musso – è favorire la riscoperta della dimensione missionaria della vita del cristiano, la capacità di accogliere il diverso, il desiderio di evangelizzare e portare la buona novella. i destinatari sono giovani dai 18 anni in su”.

Martedì alle 21 adorazione eucaristica nella Chiesa di S. Maria della Concezione

Giornata di preghiera e di digiuno per la pace

Accogliendo l’invito rivolto dalla Conferenza Episcopale Italiana alle Diocesi e l’appello del Patriarca di Gerusalemme card. Pierbattista Pizzaballa, l’Arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto invita tutte le Parrocchie, le Comunità religiose, i movimenti e le associazioni ad unirsi martedì prossimo, 17 ottobre, in una giornata di digiuno, astinenza e preghiera per la pace. L’Arcivescovo chiede che in ogni comunità sia curata l’Adorazione Eucaristica e la recita del Santo Rosario.
Mons. Lomanto guiderà la preghiera di Adorazione eucaristica martedì alle ore 21 nella Chiesa di S. Maria della Concezione in Siracusa.

“Il dolore e lo sgomento per quanto sta accadendo sono grandi – scrive il patriarca di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, nel suo appello -. Ancora una volta ci ritroviamo nel mezzo di una crisi politica militare. Siamo stati improvvisamente catapultati in un mare di violenza inaudita. L’odio, che purtroppo già sperimentiamo da troppo tempo, aumenterà ancora di più e la spirale di violenza che ne consegue e creerà altra distruzione. (…) In questo momento di dolore e di sgomento non vogliamo restare inermi. E non possiamo lasciare che la morte e i suoi pungiglioni (1Cor 15,55) siano la sola parola da udire. Per questo sentiamo il bisogno di pregare, di rivolgere il nostro cuore a Dio Padre. Solo così potremo attingere la forza e la serenità di vivere questo tempo, rivolgendoci a Lui, nella preghiera di intercessione, di implorazione, e anche di grido. Invito tutte le parrocchie e comunità religiose ad una giornata di digiuno e di preghiera per la pace e la riconciliazione. Chiediamo che martedì 17 ottobre tutti facciano un giorno di digiuno e astinenza e di preghiera. Si organizzino momenti di preghiera con adorazione eucaristica. (…) E’ questo è il modo in cui ci ritroviamo tutti riuniti, nonostante tutto, e incontrarci nella preghiera corale per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione”.

In allegato lo schema di preghiera indicato dalla CEI


Chiese consapevoli di essere generate dal Crocifisso risorto

“Le nostre chiese, le nostre comunità vivono solo se consapevoli di essere generate, fondate e radunate dal Crocifisso risorto, alimentate dalle Scritture e dalla memoria della Cena del Signore, dal Sacramento dell’inesauribile eccessivo Amore di Dio in Cristo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, vicepresidente della Conferenza episcopale siciliana, in apertura dell’Assemblea Sinodale delle Chiese di Sicilia sul tema: “Continuiamo a lavorare insieme” che si è aperta a Terrasini. “Dall’eucarestia, infatti, ricevono il loro volto fraterno e la loro identità di assemblea sinodale, dialogica e ministeriale; dalla mensa eucaristica – dove tutti, seppur differenti, commensali gratuitamente invitati – mangiano il Corpo del Signore che è assimila a sé la sua Chiesa e la riunisce l’Unità. ‘Congiunti’ (congregati) da quel pane che diventa giuntura e cemento di vera fraternità, di rapporti umani belli, liberi, schietti, gratuiti, leali, incrollabili nella prova. Energia di discernimento nella compagnia degli uomini delle donne lungo le strade della vita”.

Traccia omelia mons. Corrado Lorefice

I lavori assembleari, moderati in questa fase da  Luisa Capitummino, direttrice dell’Uffciio regionale per l Problemi sociali e il Lavoro, sono stati aperti da  mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti e Segretario della Conferenza episcopale siciliana.

LE CHIESE DI SICILIA AL LAVORO NELL'ASSEMBLEA SINODALEA seguire la relazione introduttiva di don Massimo Naro, teologo e docente presso la Facoltà teologica di Sicilia. Descrivendo l’icona di Emmaus che ci consegna il Vangelo di Luca, ha tracciato il “quando” facendo riferimento al “cambio d’epoca” che Chiesa e società si trovano a vivere; è entrato nelle pieghe profonde della crisi di discernimento, parlando del “come“; ha terminato con il “cosa“, ponendo “tre questioni aperte“, “tre criticità da affrontare“. La prima è “la questione educativo-formativa, da cui dipende l’annuncio del Vangelo e la trasmissione della fede ai nostri giorni“. Don Massimo Naro ha detto del “dialogo sostenuto dall’ascolto“: “Si dialoga innanzitutto ascoltando e, in sede sinodale, ascoltandosi reciprocamente. Si dialoga col mondo, mettendosi in ascolto di esso. E una Chiesa che sa ascoltare (e ascoltarsi) è pure una Chiesa che riesce poi a farsi ascoltare“. La seconda “questione aperta” segnalata “è quella sacramentale, da cui dipende in rilevante misura la qualità spirituale della vita ecclesiale“. La terza è quella socio-politica, “che – per don Naro – ha pure a che fare con l’episodio evangelico di Emmaus. I due discepoli, infatti, avevano sperato che il liberatore del loro popolo fosse il Maestro di Nazaret: era stato un fraintendimento del suo messianismo. Ma ciò – ha detto – non significa che le nostre Chiese non debbano dare un loro contributo al rinnovamento della società, elaborando a tal fine una loro visione del mondo“.

 

Relazione introduttiva di don Massimo Naro  (testo integrale)

(Da chiesedisicilia.org)

Assemblea Sinodale delle Chiese di Sicilia

L’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, sta prendendo parte ai lavori dell’Assemblea Sinodale delle Chiese di Sicilia sul tema: “Continuiamo a lavorare insieme” che si è aperta oggi a Terrasini. Coinvolte nella stagione sinodale, avviata da Papa Francesco, anche le Chiese di Sicilia hanno messo in campo proprie équipe, per instaurare nuove dinamiche partecipative e dare slancio alla missione evangelica. Conclusa la fase narrativa del Sinodo, siamo ormai in quella sapienziale, nella quale operare il delicato compito di discernere quanto raccolto per pervenire a scelte convergenti e sintoniche. Le attese sono numerose.
Tre sessioni, due brevi relazioni, trecento partecipanti, venti ospiti invitati. E ancora: cinque ambiti tematici contraddistinti da cinque diversi colori e due testimoni per tema, dieci in tutto. L’assemblea sinodale regionale si concluderà domani, dopo la concelebrazione eucaristica presieduta dal Nunzio Apostolico in Italia, card. Emil Paul Tsherrig, prevista alle ore 17.30.
Oggi, dopo l’apertura di mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, e l’introduzione di mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti, interverrà don Massimo Naro, docente presso la Facoltà teologica di Sicilia, che proporrà l’icona evangelica di Emmaus e si soffermerà su “Come, quando e su cosa si compie il discernimento sinodale”. Domani comunicazione delle Linee guida della CEI sul cammino sinodale a cura del prof. Giuseppe Notarstefano, Presidente nazionale dell’Azione Cattolica, che spiegherà la fase sapienziale che viene avviata. I tavoli sinodali verranno introdotti Maria Dolores Doria, referente regionale per il Cammino sinodale, e riguarderanno cinque ambiti: “Compagni di viaggio” dedicato ai contesti di fragilità; “Dialogo e compartecipazione sociopolitica”; “Dialogo tra le generazioni”; “Pietà popolare e discernimento”; “Corresponsabili nella missione”. Cuore dell’Assemblea saranno i tavoli sinodali, attorno ai quali siederanno e si confronteranno i delegati di tutte le Diocesi, ma anche alcuni ospiti: autorità rappresentative della politica, del mondo giudiziario, della società civile, e non necessariamente legati al mondo ecclesiale siciliano. 

Suor Veronica Donatello e Nico Acampora all’inaugurazione del San Metodio

Saranno suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Conferenza Episcopale Italiana, e Nico Acampora, educatore e fondatore di PizzAut, ristorante gestito da ragazzi con autismo, gli ospiti venerdì 20 ottobre dell’inaugurazione dell’anno accademico 2023/24 dell’ISSR (Istituto Superiore di Scienze Religiose) San Metodio di Siracusa.

“Qualità di vita e inclusione” è il tema che i due relatori affronteranno in una lectio magistralis unica nel suo genere alle ore 19.00 al Centro Convegni della Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime. L’incontro sarà preceduto alle ore 18.00  dalla celebrazione eucaristica presieduta da mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa.

Suor Veronica, dal 2019, è Responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della CEI, dopo essere stata responsabile del settore disabilità dell’Ufficio Catechistico Nazionale. Coordinatrice del progetto “Nessuno Escluso” promosso dal Dicastero per la Comunicazione, nel 2016 è stata nominata Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana dal Presidente Sergio Mattarella per il suo contributo alla piena inclusione delle persone con disabilità. Nico Acampora nel 2017 ha fondato PizzAut “nutriamo l’inclusione”, il primo ristorante gestito da giovani autistici. L’inizio con un pizzaiolo d’esperienza che ha insegnato il mestiere ai ragazzi. Poi è stato coinvolto un responsabile di sala, per spiegare come portare i vassoi e servire la pizza. Pizzaut è uno straordinario esempio di inclusione. Nell’aprile del 2022, in occasione della giornata per la consapevolezza sull’autismo, insieme ai suoi ragazzi e alle loro famiglie è stato ricevuto in udienza privata dal Papa in Vaticano. Nel dicembre dello stesso anno Nico Acampora è stato nominato Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica. Inoltre è stato nominato “Cittadino d’Europa 2023” dal Parlamento Europeo.
La presentazione dell’anno accademico sarà di don Salvatore Spataro, Direttore dell’ISSR.

Coltiva la preghiera e opera per il rinnovamento della Chiesa

Deve continuare tutta la vita il cammino della tua adesione e di trasformazione in Colui che ti ha scelto. Coltiva la preghiera, vivi la partecipazione specifica al sacerdozio di Cristo, opera per il rinnovamento della Chiesa e del cuore dei fedeli”. L’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto si rivolge a Gabriele Conti e poi lo abbraccia con affetto paterno. Nella Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa, l’arcivescovo ha ordinato presbitero Gabriele della parrocchia Cristo Re a Lentini.

La Parola di Dio ci esorta ad un rapporto intimo con Gesù – ha detto Lomanto –. La preghiera rappresenta l’asse portante della nostra giornata: il luogo di incontro con il Signore. Diventa preziosa l’assunzione di una regola di vita che educa il presbitero ad essere con Cristo e a vivere per Cristo secondo una gestione del tempo che consente di mettere ordine alla propria giornata. L’identità del sacerdote deriva dalla partecipazione al sacerdozio di Cristo. L’ordinario diventa immagine reale di Cristo sacerdote per servire il popolo di Dio”. L’arcivescovo ha invitato Gabriele a trasmettere “Cristo nella semplicità. Viviamo un cambiamento di epoca ma il volto della Chiesa dipende dalla santità dei suoi figli. Porta nel tuo cuore e nella vita delle persone il Vangelo per seminare speranza”. E’ la prima ordinazione presbiterale per l’arcivescovo di Siracusa.

Conti, 27 anni, ha acquisito il baccellierato canonico in Teologia alla facoltà San Paolo di Catania. Il novello presbitero ha presieduto ieri per la prima volta la messa nella sua parrocchia a Lentini. La prossima settimana partirà per Roma dove studierà Teologia dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana. Ringraziando i presbiteri e la sua famiglia ha detto: “Vi chiedo di pregare per il dono di sante vocazioni. Unite la vostra preghiera alla mia nel chiedere una fede retta, certa speranza, perfetta carità, umiltà profonda”.


Gesuiti siciliani in Oriente alla Alagoniana

Giovedì 5 ottobre, alle ore 18.30 presso la Sala lignea della Biblioteca Arcivescovile Alagoniana di Siracusa sarà presentato il volume Tracce d’Oriente. Gesuiti siciliani nella Cina del celeste Impero (Domenico Sanfilippo editore) a cura di Lina Scalisi e Francesco Failla. Dopo i saluti del direttore della Biblioteca Alagoniana, don Helenio Schettini, e della prof.ssa Lavinia Gazzè interverrà padre Martin Morales sj, professore ordinario di Storia della Chiesa e direttore dell’Archivio presso la Pontificia Università Gregoriana. Padre Morales è un esperto di storia moderna ed in particolare della storia delle Missioni, da diversi anni si occupa della produzione storiografica della Compagnia di Gesù. Alla presentazione prenderanno parte anche i curatori e gli editori.

Il volume ricostruisce le personalità dei Gesuiti siciliani in Oriente, seguendo le prime esperienze dei giovani missionari e il ruolo svolto dalla Compagnia di Gesù nel Celeste Impero. Emergono dall’incontro di origini e culture diverse le figure di grandi gesuiti siciliani come Prospero Intorcetta, Nicola Longobardo, Ludovico Buglio, Girolamo Gravina e molti altri di cui si conosceva poco. Tante storie, dunque, tanti destini intrecciati nel percorso della missione che questo volume riporta alla luce nel Quarto Centenario della canonizzazione del padre fondatore della Compagnia di Gesù Ignazio di Loyola e dell’Apostolo delle Indie Francesco Saverio.

Per l’occasione saranno esposti alcuni volumi del ricco patrimonio della Biblioteca Alagoniana un tempo appartenuti alla biblioteca dei Gesuiti, l’allestimento sarà curato dalla dott.ssa Claudia Giordano.

I contributi, che coprono un arco temporale dal XVI al XVIII secolo, sono i seguenti

Lina Scalisi, Alle radici del Mito. La compagnia, la nobiltà, le vocazioni
Silvia D’Agata, Gesuiti siciliani in Regno Sinarum: gli uomini, le imprese e le rappresentazioni da Bartoli ad Aguilera Lavinia Gazzè, “Esser levato di Sicilia, in qualche paese remoto”. La vocazione dei primi missionari verso l’Oriente Rosalia Claudia Giordano, I libri e la libraria del Collegio dei gesuiti di Siracusa
Maria Concetta Calabrese, Missionari siciliani in Oriente: gli indipeti messinesi e Metello Saccamo
Giacomo Pace Gravina, I gesuiti missionari: reti sociali e familiari nel Val di Noto in età moderna
Barbara Mancuso, “Bisogno di immagini”: i gesuiti siciliani e le arti nella missione cinese
Sandra Condorelli, Per “quella necessità che abbiamo… anche di immagini”: libri e incisioni nelle missioni gesuite in Cina
Luigi Ingaliso, Propagatio fidei per scientiam. Formazione e politica scientifica dei gesuiti siciliani in Cina in età moderna
Luisa Maria Paternicò, Dall’Osanna al Crucifige e ritorno. Le avventure di quattro gesuiti siciliani nella Cina del XVII secolo
Francesco Failla, Litterae ex Regno Sinarum. Gesuiti siciliani raccontano la Cina.

Cattedrale, ritrovato crepidoma del tempio greco

Ritrovato nella chiesa Cattedrale di Siracusa, sotto un pavimento di legno, ciò che resta del crepidoma meridionale del tempio greco (V secolo a. C.). “Non si tratta naturalmente di una scoperta, in passato sarà stato deciso di coprirlo. Per noi è molto interessante, e d’accordo con l’Arcidiocesi vogliamo studiare il sito e valorizzarlo” ha commentato il sovrintendente ai beni culturali di Siracusa, Salvatore Martinez.
Nel corso di alcuni lavori di manutenzione ordinaria all’interno della Chiesa Cattedrale, in un locale adibito a deposito, è stato rinvenuto, sotto un assito di legno, ciò che resta del crepidoma, la piattaforma a gradini rialzata in pietra sulla quale veniva costruito il tempio. I tecnici della Diocesi, d’intesa con la Soprintendenza di Siracusa, ed in particolare la dirigente Alessandra Castorina, stanno elaborando una progettazione per rendere fruibile l’area valorizzando la rilevanza storico-artistica.
Sono andato personalmente a vedere i gradoni ritrovati al di sotto della pavimentazione in legno – ha aggiunto il sovrintendente Martinez –. Abbiamo notato la mancanza di una colonna forse tolta, ma non sappiamo in quale epoca. Abbiamo ancora pochi elementi a disposizione ma abbiamo deciso insieme alla Curia che vogliamo approfondire la contestualità e valorizzare il sito”.
La Cattedrale di Siracusa è stata realizzata sul tempio dedicato ad Atena. Con l’avvento del Cristianesimo fu individuato come sito adatto ad essere trasformato già dai Bizantini e diventò per questo sin dal VII secolo d.C. chiesa cristiana basilicale. Nel corso degli anni ci furono numerose trasformazioni anche per via dei terremoti. Venne rifatto il prospetto principale, aggiunti pesanti decori. La formazione della facciata barocca, costituendo il raddoppio della parete esterna sulla piazza, ha creato il vestibolo d’ingresso con all’ingresso la porta incorniciata da colonne tortili e tralci all’esterno a cui corrispondono all’interno le antiche colonne scanalate del tempio greco. Agli inizi del XX secolo il vescovo Bignami iniziò una grande opera di restauro della chiesa, protrattasi fino al 1927.
Eseguiamo ordinariamente lavori di manutenzione e restauri nella nostra Chiesa Cattedrale – ha spiegato mons. Sebastiano Amenta, vicario generale dell’Arcidiocesi – e durante una fase di questi abbiamo ritrovato questi gradoni che erano stati coperti, circa un secolo fa, da un pavimento di legno. Anche se non si tratta di una scoperta, è stato comunque emozionante vedere per la prima volta ciò che resta del basamento del tempio del lato meridionale parallelo al crepidoma visibile in Piazza Minerva. D’intesa con la Soprintendenza ne cureremo la valorizzazione e la fruizione“.

Koinon Officina per il Bene Comune

“Officina per il Bene Comune nasce dall’esigenza di offrire un’occasione di formazione e sostenere la voglia di partecipazione in maniera consapevole e responsabile della Polis dove viviamo, acquisendo delle competenze. Il nostro punto di partenza è lavorare per il bene comune. L’idea di una partecipazione responsabile”. Mons. Maurizio Aliotta, direttore dell’Ufficio Pastorale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali, presenta Koinon Officina per il Bene Comune, un “programmato un piano di studi” distribuito in tre moduli, che punta a generare una cittadinanza attiva e democratica. L’obiettivo è promuovere la formazione in ambito sociale e politico. Nella chiesa di San Nicolò ai Cordari, all’ingresso della zona archeologica della Neapolis, la presentazione dell’itinerario di formazione sul versante dei temi sociopolitici.

“Il corso si sviluppa in tre moduli – ha spiegato mons. Aliotta -: il primo mette in luce il presupposto fondamentale dell’essere persona che ci distingue dall’individuo isolato. Il primo modulo parte dalla visione cristiana della persona per passare a come questa persona assolva all’impegno. Gli altri due sono tecnici: il secondo riguarda il senso della politica che nasce dall’idea di democrazia e quindi del bene da coltivare e si sviluppa sulla Costituzione che è punto di riferimento insieme alla Dottrina sociale della Chiesa. E da qui gli elementi che costituiscono l’insieme della comunità, a partire dagli Enti locali fino all’Europa. Il terzo modulo riguarda in maniera più specifica i vari ambiti dell’impegno: da quello educativo a quello per l’ambiente, all’idea di città con le politiche urbanistiche e la buona amministrazione ad esempio con le politiche di bilancio”.

Il percorso dal 28 ottobre all’8 di giugno. Ogni modulo ha un monte ore complessivo che consentirà agli insegnanti di partecipare per acquisire crediti formativi.

“L’Officina vuole essere un percorso verso quanti desiderano accrescere la loro formazione – ha aggiunto don Claudio Magro, direttore dell’Ufficio pastorale per i problemi Sociali e il lavoro, giustizia, pace, e custodia del creato -. L’iniziativa è rivolta a tutti ma abbiamo pensato di aprire ai più giovani da un’età di 16 anni, quando c’è un interessamento per l’ambito politico, per la città. Non sono previsti esami ma è solo un momento di crescita personale. Ci ha aiutato il Progetto Policoro, esperienza nel contesto ecclesiale nella formazione dei giovani in progetti per attività lavorative. Dall’altro il corso vuole essere un modo per aprire una maggiore visione senza voler insegnare nulla: ma è un modo per conoscere l’esperienza umana e spirituale fino alla partecipazione che si può esercitare in maniera attiva nel contesto sociale in cui ci si viene a trovare”.

L’iniziativa è inserita nella piattaforma Sofia-Miur per la formazione permanente dei docenti: ID 87456. “Il corso è aperto a tutti – ha concluso don Salvo Spataro, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio -. Tra le attività accademiche del San Metodio proponiamo questa attività formativa. Di fatto i docenti e i giovani hanno bisogno di poter riflettere sulle cose essenziali che spesso dimentichiamo nel dibattito pubblico, sembra che sia piena dell’argomento del bene comune ma di fatto occorre educarci per sapere educare. L’iniziativa è rivolta anche ai docenti che possono accedere alla piattaforma Sofia tramite un codice dedicato e utilizzando la carta del docente”.

Una proposta dell’Ufficio Pastorale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali, dell’Ufficio pastorale per i problemi Sociali e il lavoro, giustizia, pace, e custodia del creato, dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio con il Progetto Policoro.

Per gli incontri è necessaria l’iscrizione. La prima lezione, il 28 ottobre, su “La visione cristiana della persona”, sarà aperta a tutti.

Per info ed iscrizioni è possibile utilizzare l’indirizzo e-mail koinon.obc@arcidiocesi.siracusa.it


Giornata Mondiale del Migrante

Si tiene domenica 24, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Un’occasione per dimostrare la preoccupazione per le diverse categorie di persone vulnerabili in movimento, per pregare per loro mentre affrontano molte sfide, e per aumentare la consapevolezza sulle opportunità offerte dalla migrazione. La Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato dal 1914. Il titolo scelto dal Santo Padre per il suo messaggio annuale è “Liberi di scegliere se migrare o restare”.

A Siracusa l’appuntamento è per domenica alle ore 10.00 al parco del Foro Siracusano (vicino la chiesa del Pantheon) con l’animazione, laboratori anche per i più piccoli, diverse testimonianze e la musica dei gruppi Makari e Ramzi and Brothers.

“Abbiamo organizzato un evento – spiega Suor Rosa Maria delle Scalabriniane – sulla realtà migratoria per sensibilizzare le persone. La migrazione non è negativa e ci appartiene. Le persone cercano di scappare dalla guerra, dalla fame e dalle ingiustizie. Cercano il meglio per loro e le loro famiglie”. All’incontro interverranno un uomo del Bangladesh in Italia da alcuni mesi, una donna brasiliana, una cilena e un componente di un equipaggio di una nave ong che si occupa del salvataggio dei migranti in mare.

L’incontro è stato promosso da Caritas Diocesana, associazione Massimiliano Kolbe, Suore Scalabriniane, Ciao (centro interculturale di aiuto e orientamento), società Fatebene Fratelli con il supporto del Comune, assessorato alle politiche sociali.

Ho deciso di dedicare il Messaggio per la 109a Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato alla libertà che dovrebbe sempre contraddistinguere la scelta di lasciare la propria terra – scrive Papa Francesco – . (…) Migrare dovrebbe essere sempre una scelta libera, ma di fatto in moltissimi casi, anche oggi, non lo è. Conflitti, disastri naturali, o più semplicemente l’impossibilità di vivere una vita degna e prospera nella propria terra di origine costringono milioni di persone a partire. Persecuzioni, guerre, fenomeni atmosferici e miseria sono tra le cause più visibili delle migrazioni forzate contemporanee. I migranti scappano per povertà, per paura, per disperazione. Al fine di eliminare queste cause e porre così termine alle migrazioni forzate è necessario l’impegno comune di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità. Un impegno che comincia col chiederci che cosa possiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare. Dobbiamo prodigarci per fermare la corsa agli armamenti, il colonialismo economico, la razzia delle risorse altrui, la devastazione della nostra casa comune. (…)
Per fare della migrazione una scelta davvero libera, bisogna sforzarsi di garantire a tutti un’equa partecipazione al bene comune, il rispetto dei diritti fondamentali e l’accesso allo sviluppo umano integrale. Solo così si potrà offrire ad ognuno la possibilità di vivere dignitosamente e realizzarsi personalmente e come famiglia. (…) Essi però devono essere messi in condizione di fare questo, senza trovarsi depredati delle proprie risorse naturali e umane e senza ingerenze esterne tese a favorire gli interessi di pochi. E lì dove le circostanze permettano di scegliere se migrare o restare, si dovrà comunque garantire che tale scelta sia informata e ponderata, onde evitare che tanti uomini, donne e bambini cadano vittime di rischiose illusioni o di trafficanti senza scrupoli.
È necessario uno sforzo congiunto dei singoli Paesi e della Comunità internazionale per assicurare a tutti il diritto a non dover emigrare, ossia la possibilità di vivere in pace e con dignità nella propria terra. Si tratta di un diritto non ancora codificato, ma di fondamentale importanza, la cui garanzia è da comprendersi come corresponsabilità di tutti gli Stati nei confronti di un bene comune che va oltre i confini nazionali. Infatti, poiché le risorse mondiali non sono illimitate, lo sviluppo dei Paesi economicamente più poveri dipende dalla capacità di condivisione che si riesce a generare tra tutti i Paesi. Fino a quando questo diritto non sarà garantito – e si tratta di un cammino lungo – saranno ancora in molti a dover partire per cercare una vita migliore. 
Ovunque decidiamo di costruire il nostro futuro, nel Paese dove siamo nati o altrove, l’importante è che lì ci sia sempre una comunità pronta ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare tutti, senza distinzione e senza lasciare fuori nessuno. 
Il percorso sinodale che, come Chiesa, abbiamo intrapreso, ci porta a vedere nelle persone più vulnerabili – e tra questi molti migranti e rifugiati – dei compagni di viaggio speciali, da amare e curare come fratelli e sorelle. Solo camminando insieme potremo andare lontano e raggiungere la meta comune del nostro viaggio“.