SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA DI BASE “GIOVANNI XXIII”

‘Possa quest’anno di studi, contribuire a formare cristiani, come dice papa Francesco, non attratti da un cristianesimo da pasticceria: vogliamo sporcarci le mani lavando i piedi, volgiamo credere a un amore che, nei sacramenti, mi raggiunge e mi cambia, muta il mio modo di pregare e mi fa vivere, e non solo, dire, che sono figlio di Dio’. Queste le parole utilizzate da don Salvatore Spataro, direttore della Scuola di Formazione Teologica di Base ‘Beato Giovanni XIII’, nella prima lezione del secondo anno ciclico della Scuola. Una Scuola Teologica Diocesana voluta dall’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo per approfondire la formazione teologica degli operatori pastorali. ‘Vogliamo cogliere il pressante invito dell’illuminato magistero di papa Francesco – ha continuato don Spataro -, a rivalutare la natura pastorale della teologia, impegnandoci, come Chiesa, nello studio delle verità rivelate per una autentica testimonianza di vita e di servizio all’uomo del nostro tempo. Così iniziamo comunitariamente questo cammino di crescita, per un qualificato servizio pastorale, da rendere con evidente competenza e indispensabile passione, la passione che anima il cuore dei discepoli che voglio conoscere sempre meglio il loro Maestro, per saperlo sempre più annunciare ad un mondo ormai troppo spesso distratto, e mancante di autentiche e rispettose verità’. Quest’anno sarà trattato il tema ‘Celebrare la fede’, proseguendo il cammino iniziato con l’aspetto della ‘proclamazione della fede’. ‘La fede va anche celebrata e ogni celebrazione della fede muove la fede, non solo la presuppone, ma la nutre e la cura, la fa crescere e la irrobustisce, la rafforza e la rinvigorisce. Dal mistero di amore della morte e risurrezione del Cristo per far evincere che ogni sacramento scaturisce da esso e ad esso conduce. In quella che è stata definita l’ultima enciclica di Benedetto XVI e la prima di papa Francesco, la Lumen fidei, troviamo proprio il significato di quello che ci proponiamo di approfondire quest’anno: la fede in Gesù è luce, e questa luce illumina il senso di ogni vita umana. Solo una fede autenticamente celebrata può incidere nella vita delle persone: questa è la fede che nasce dall’incontro col Dio vivente, non da un precetto sempre meno domenicale, che abbiamo ridotto a mezz’ora di impegno, se va bene settimanale. La celebrazione autentica della fede, dunque, ci viene insegnata e diventa compito di ciascun credente, urgenza in termini di annuncio e di testimonianza. In questo inscindibile legame tra fede e sacramenti, allora, è la scommessa educativa che la Scuola di Formazione Teologica di Base vuole cogliere per contribuire a formare cristiani autentici, battezzati che vivono la vita nuova come vita teologale. Studieremo insieme che la santità non è opera umana, ma dello Spirito di Dio. Ci impegneremo a significare ecclesialmente il servizio fraterno dei discepoli a immagine del servizio di Cristo al quale il discepolo è unito sacramentalmente, ‘un servizio da schiavo’. Si, perché colui che agisce così è chiamato a rinunciare a se stesso a vantaggio dell’altro divenuto suo padrone, suo punto di riferimento, sua ragion d’essere. Questo ci insegna Gesù lavando i piedi ai suoi apostoli. Il servizio di amore che nasce dalla fede celebrata, quella fede che noi volgiamo maturare e approfondire, è la novità stessa del comandamento dell’amore: suo fondamento è l’amore stesso del Figlio nel quale anche noi siamo figli. La fede che celebriamo è, dunque, quella della lavanda dei piedi, servizio da schiavo, annuncio del dono della vita sulla croce. In Gesù, Signore e Maestro, infine, l’amore di Dio si costituisce metro di paragone e luogo sorgivo dell’amore dei fratelli. Come discepoli siamo invitati a servire i fratelli secondo la radicalità di Gesù, attingendo all’identico amore di cui ci nutriamo nei sacramenti, specialmente nell’Eucarestia’. Dopo l’introduzione del direttore, l’Arcivescovo Salvatore Pappalardo ha presieduto la Celebrazione Eucaristica. ‘Questa nostra iniziativa, sebbene non sia certamente l’unica e, forse, neppure quella prioritaria per risvegliare la fede del popolo di Dio, si pone tuttavia come un’attività di qualificato spessore pastorale per conseguire le suddette finalità indicate dal Papa. Papa Francesco nella Lettera enciclica Lumen fidei scrive che «fa parte della teologia l’umiltà che si lascia ‘toccare’ da Dio, riconosce i suoi limiti di fronte al Mistero e si spinge ad esplorare, con la disciplina propria della ragione, le insondabili ricchezze di questo Mistero» (36). L’atteggiamento fondamentale, dunque, con il quale ci si deve accostare allo studio della teologia è l’umiltà. Questa virtù, mentre da una parte ci fa riconoscere i nostri limiti ‘costituzionali’ di fronte al Mistero di Dio, il quale trascende l’umana comprensione, dall’altra però, a motivo della rivelazione stessa da parte di Dio, ci impegna ‘ad esplorare, con la disciplina propria della ragione, le insondabili ricchezze di questo Mistero’. L’umiltà vera poi apre il nostro spirito alla preghiera. Sapendo, infatti, di ‘dover esplorare le insondabili ricchezze del Mistero di Dio’, ci è necessario, e perciò doveroso, chiedere la luce dall’alto. Noi stasera vogliamo invocare lo Spirito Santo, con i suoi sette doni – sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza e timore di Dio – perché, mentre ci accostiamo allo studio e all’approfondimento delle verità che sono oggetto della scienza teologica, possiamo godere della luce e della forza del medesimo Spirito in maniera tale che la nostra fede progredisca sempre nella conoscenza del mistero di Dio e la nostra vita spirituale riceva più abbondante il nutrimento di quella grazia che ci introduce alla comunione con Dio e alla contemplazione del suo volto. Lo studio della teologia allora vi stimoli ad essere fedeli alla grazia della santificazione e della comunione in Cristo, vi renda più capaci di dare efficace testimonianza della vostra fede, responsabilmente professata, celebrata e coerentemente vissuta. Vi aiuti lo studio della teologia a maturare la vostra vocazione ministeriale all’interno della comunità ecclesiale e, soprattutto, renda più forti le ragioni della vostra speranza perché dinnanzi agli uomini siate autentici testimoni di quella civiltà dell’amore che è preludio all’avvento del regno di Dio’. La Scuola Teologica di Base è articolata in tre distinti anni di corso al termine dei quali sarà rilasciato, a seguito di una verifica finale, un attestato di merito. La frequenza ai corsi è obbligatoria ed abilita, se non viene superata la soglia massima di 1/3 di assenze, all’esame conclusivo. In ogni Vicariato dell’Arcidiocesi è costituita una équipe di docenti coordinata da un Direttore diocesano. Le lezioni si svolgeranno di lunedì dalle 18.30 alle 20.00 Siracusa: SS. Salvatore, San Metodio (Vicariato di Siracusa) Augusta: Cappuccini, Santa Lucia; Melilli: Chiesa Madre (Vicariato di Augusta) Lentini: Cristo Re; Carlentini: Santa Tecla (Vicariato di Lentini) Canicattini Bagni: Oratorio parrocchiale; Palazzolo: Sant’Antonio (Vicariato di Palazzolo).