MONS. PAPPALARDO AL LICEO SCIENTIFICO E ALL’ISTITUTO D’ARTE

Ha dialogato con gli studenti chiedendo loro anche consigli e suggerimenti per il suo ministero. L’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, in Visita Pastorale alla parrocchia Maria SS. Addolorata di Grottasanta a Siracusa, questa mattina si è recato in due istituti superiori del territorio, il liceo scientifico “Einaudi” e l’istituto d’arte “Gagini”. La Visita Pastorale permette di conoscere le varie realtà ecclesiali, ma anche i luoghi pubblici del territorio come scuole e uffici comunali. Accompagnato da padre Felice, parroco di Grottasanta, l’arcivescovo è stato accolto al liceo scientifico dalla dirigente Teresella Celesti e da diversi insegnanti, come la prof.ssa Francesca Fichera ed il prof. Lombardi. In aula magna erano presenti i rappresentanti di tutte le classi. Calorosa l’accoglienza degli alunni con canti di gruppo, ma anche esibizioni musicali con pianoforte, flauto, clarinetto, violoncello intervallate da letture dalla Divina Commedia e non solo. “Per me è una bella occasione per incontrare tanti giovani – ha detto mons. Pappalardo -. Sento quasi il bisogno di ritrovarmi con voi, ascoltare quello che avete da dirmi. Poniamo in voi la speranza. Ringrazio i docenti che vi seguono, perchè a scuola si studia, e ci si forma per la vita”.
All’istituto “Gagini”, mons. Pappalardo è stato accolto dal vicepreside Massimo Capodieci e da diversi insegnanti, tra cui i docenti di religione don Massimo Di Natale e la prof.ssa Mirella Roccasalva. “Sono felice di incontrarvi – ha detto mons. Pappalardo agli studenti delle quinte classi riuniti in aula magna -. Da voi riceviamo gli stimoli: non state con le braccia conserte, non aspettate che altri costruiscano per voi il vostro futuro. Ognuno di noi deve offrire il proprio contributo alla società. In voi ci deve essere la voglia di fare”. L’arcivescovo ha risposto alle tante curiosità, soprattutto sulla figura di Papa Francesco. “Bisogna essere sempre se stessi. Come Papa Francesco, che è un uomo libero. Ho avuto modo di incontrarlo nel maggio scorso. Ha preso a cuore i problemi della Sicilia. La stessa cosa per il dramma dell’immigrazione: è arrivato a Lampedusa per dare la sua parola di conforto. Ha scelto di non nascondersi, di non fingere come un attore, ma di essere se stesso”.
L’incontro si è concluso con la visita al laboratorio di restauro della scuola.